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In questo numero:

Febbraio 2009

NEWS

Dal mondo

Nel 2008 le superfici coltivate con piante GM hanno raggiunto i 125 milioni di ettari

Nel 2008 tre nuovi paesi e 1,3 milioni di nuovi agricoltori hanno potuto avvalersi dei benefici apportati dalle coltivazioni geneticamente modificate. La superficie totale coltivata è stata di 10,7 milioni di ettari, raggiungendo i 125 milioni di “trait hectares”. Il numero di paesi che coltivano piante gm sale a 25, un traguardo storico, con il Burkina Faso, l’Egitto e la Bolivia che coltivano queste piante per la prima volta. Sono questi gli elementi che emergono dall’ISAAA Brief 39: Global Status of Commercialized Biotech/GM Crops: 2008 (Situazione globale del commercio di prodotti biotech/gm: 2008) di Clive James, presidente e fondatore dell’ISAAA - International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications. Fra gli altri elementi emersi:

  • In termini cumulativi, l’ettaro biotech numero 800.000 è stato coltivato quest’anno, solo 3 anni dopo la coltivazione dell’ettaro numero 400.000, avvenuta nel 2005
  • Nel 2008 la soia gm continua a essere la principale coltivazione biotech, seguita da mais, cotone e colza
  • Per la prima volta il Brasile ha coltivato mais Bt e l’Australia ha coltivato colza biotech
  • Una nuova coltivazione biotech, la barbabietola da zucchero RR®, è stata commercializzata per la prima volta in due paesi: Stati Uniti e Canada
  • I paesi in via di sviluppo che coltivano piante biotech superano i paesi industrializzati con un rapporto di 15 a 10
  • Nel 2008 10 paesi hanno coltivato piante biotech con caratteristiche combinate
Le Highlights e l’Executive Summary del Rapporto ISAAA 2008 sono disponibili a questo indirizzo: http://www.isaaa.org. Allo stesso indirizzo è disponibile anche il documento dal titolo “Drought Tolerance in Maize: An Emerging Reality”.


Il rapporto FAO prevede un calo della produzione di cereali a livello mondiale

Il rapporto FAO Crop Prospects and Food Situation prevede che nel 2009 la produzione di cereali sarà più che dimezzata rispetto al 2008. Fra i principali responsabili, una minore estensione delle coltivazioni, condizioni meteorologiche sfavorevoli, e l’elevato costo degli input agricoli. Le superfici coltivate in Europa e negli Stati Uniti sono diminuite, e una lunga stagione secca lascia prevedere un impatto negativo sui raccolti in Asia. La siccità e una lunga stagione secca hanno costituito un problema anche per il Sudamerica.

Ulteriori informazioni sul rapporto FAO sono disponibili a questo indirizzo: http://www.fao.org/news/story/en/item/10127/icode/


Le decisioni sulla biosicurezza e la percezione del rischio commerciale

Quali sono gli effetti degli standard sugli alimenti privi di ogm alimentari stabiliti dalle industrie sulle decisioni relative alle politiche in ambito di biotecnologie e biosicurezza dei paesi in via di sviluppo che esportano generi alimentari? Le industrie alimentari hanno un’influenza indiretta, attraverso i loro commercianti locali, che devono affrontare il rischio di essere esclusi se non si conformano a determinati standard. I produttori biologici e le organizzazioni anti ogm diffondono la percezione di rischi commerciali che non sempre sono giustificati. Sono questi i risultati emersi da uno studio dell’International Food Policy Research Institute dal titolo "Biosafety Decisions and Perceived Commercial Risks: The Role of GM-Free Private Standards" a opera di Guillaume Gruère e Debdatta Sengupta.

Fra i presupposti fuorvianti originati dai gruppi di interesse che causano preoccupazione vi sono l’impossibilità di segregare gli alimenti non gm e la mancanza di acquirenti alternativi. Per quanto riguarda la percezione del potere di mercato, anche i comportamenti che mirano a non correre rischi causano preoccupazioni infondate, che hanno poi un impatto sulle decisioni nell’ambito delle politiche relative a biosicurezza e biotecnologie. Lo studio fornisce un contesto utile a quanti sono coinvolti nel processo decisionale nel momento in cui si devono confrontare con le pressioni che mirano al rifiuto dei test sulle coltivazioni gm, al rifiuto della loro adozione, del loro consumo e del loro utilizzo per paura di presunti cali dell’esportazione.

Il documento, nella sua versione integrale, può essere scaricato a questo indirizzo:http://www.ifpri.org/pubs/dp/IFPRIDP00847.pdf

Africa

Il Presidente del Kenya firma il progetto di legge sulla biosicurezza

A seguito di un dibattito durato anni il Presidente del Kenya Mwai Kibaki ha firmato il progetto di legge sulla biosicurezza, diventato adesso una legge a tutti gli effetti. La firma da parte del Presidente invia così un chiaro segnale alle autorità affinché siano varate le normative finalizzate a implementare il Biosafety Act. Già nel 2005 era stato presentato un progetto di legge sulla biosicurezza, in occasione della firma, da parte del Kenya, del Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza.

Il Kenya ha al suo attivo diverse attività di ricerca relative agli organismi geneticamente modificati. Questa legge è dunque molto attesa da tutti coloro che, nel Paese, sono coinvolti nello sviluppo delle biotecnologie applicate all’agricoltura. I paesi confinanti che hanno adottato una politica attendista, del “wait and see”, in merito alle normative sulla biosicurezza, guardano ora al Kenya, in attesa di intraprendere i passi successivi. A oggi Africa, Sudafrica, Egitto e Burkina Faso hanno approvato la commercializzazione delle coltivazioni biotech.

La versione integrale dell’articolo è disponibile a questo indirizzo:http://africasciencenews.org/asns/index.php?option=com_content&task=view&id=1001&Itemid=1

Americhe

Il genoma del marciume bruno può insegnarci come produrre biocombustibili migliori

Grazie alla decodifica e all’analisi del marciume bruno (Postia placenta) un team internazionale di scienziati ha fornito informazioni importantissime su come questo fungo sia in grado di digerire il legno. Il team ritiene che la capacità del fungo del marciume bruno di degradare efficacemente la cellulosa possa essere sfruttata per migliorare la produzione dei biocombustibili.

La lignina, un biopolimero che svolge un ruolo cruciale nella conduzione dell’acqua e nella protezione dagli insetti è di particolare interesse per i ricercatori che operano nel campo dei biocombustibili poiché lega le pareti cellulari e previene l’estrazione della cellulosa. Solo mediante la rimozione della lignina è stato fino ad ora possibile degradare la cellulosa, farla fermentare e distillarla per ottenere un combustibile da trasporto in forma liquida. Ma è qui che entrano in gioco le capacità distruttive del marciume bruno.

L’analisi del genoma del Postia e del suo transcriptoma ha rivelato una serie di geni e di modelli di espressione genica diversi da quelli di altri microbi che degradano la cellulosa. Fra questi vi era un set distinto di geni che codificava per enzimi che degradavano la biomassa. Gli scienziati hanno anche confrontato le strutture genetiche del marciume bruno, del marciume bianco e del marciume molle. Randy Berka, uno degli autori dello studio, ha dichiarato che questi confronti “ci consentiranno di comprendere meglio i diversi meccanismi e processi chimici coinvolti nella degradazione della lignocellulosa. Questi risultati potrebbero consentire ai biotecnologi di ideare nuove strategie per migliorare l’efficienza e ridurre i costi relativi alla conversione della biomassa per la produzione di combustibili rinnovabili e di intermediari chimici”.

L’articolo, nella sua versione integrale, è disponibile a questo indirizzo: http://www.jgi.doe.gov/News/news_09_02_05.html Lo studio pubblicato da PNAS è disponibile qui: http://dx.doi.org/10.1073/pnas.0809575106 Il genoma annotato è stato messo a disposizione a questo indirizzo: http://www.jgi.doe.gov/Postia


Il colza come materia prima agricola per la produzione di biocombustibili

Secondo uno studio dell’Alberta Renewable Diesel Demonstration (ARDD), in Canada, in condizioni climatiche fredde il colza può costituire una materia prima per la produzione di biodiesel. “Lo studio dell’ARDD evidenzia come il biodisel derivante dal colza e le miscele basate sul colza siano particolarmente adatte ad essere performanti in condizioni climatiche invernali fredde” ha dichiarato JoAnne Buthm, presidentessa del Canola Council of Canada. “Questi risultati ci rendono ancor più fiduciosi sulla capacità del Canada di rispettare gli standard relativi ai biodiesel stabiliti dal governo federale e da due governi provinciali, quello di Alberta e della British Columbia”.

Per lo studio è stata utilizzata una miscela al 2% di biodiesel derivante dal colza per i mesi invernali e una miscela al 5% in primavera ed estate, entrambe costituite al 75% da colza e dal 25% da sego. Le due miscele in condizioni climatiche fredde non hanno fatto riscontrare alcun problema. Il nuovo Alberta Renewable Fuel Standard impone una miscela al 2% di biodisel nella provincia entro il 2010.

Ulteriori informazioni sui biodiesel derivanti dal colza sono disponibili a questo indirizzo http://www.canolabiodiesel.org, mentre il comunicato stampa è disponibile qui: http://www.canola-council.org/biodiesel/news/1528/cold_weather_biodiesel_study_great_news_for_canola_industry.aspx


Uno studio dell’ARS: aumentare i fertilizzanti non significa sempre aumentare le rese

Uno studio durato dieci anni, condotto dai ricercatori dell’Agricultural Research Service (ARS) del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e dalla Colorado State University ha rivelato che un maggiore quantitativo di fertilizzanti non si traduce sempre in un incremento delle rese. I ricercatori, sotto la guida di Ardell Halvorson, hanno analizzato e confrontato delle potenziali strategie per ridurre i livelli di azoto e nitrato-azoto nel suolo e nelle falde freatiche.

Halvorson e colleghi hanno piantato cipolle in una regione del Colorato che presenta alti livelli di nitrato-azoto nel terreno e nella falda freatica. Hanno scoperto che le cipolle hanno utilizzato solo dal 12 al 15% dell’azoto, somministrato alla coltivazione sotto forma di fertilizzante. L’anno successivo, sulla stessa area, gli scienziati hanno seminato mais, scoprendo che questa pianta ha ottime capacità di recuperare l’azoto. Hanno infatti scoperto che il mais ha recuperato circa il 24% dell’azoto sotto forma di fertilizzante, somministrato l’anno precedente al campo di cipolle.

Il mais coltivato nel campo non trattato con fertilizzanti ha prodotto circa 250 bushel per acro. Per avere un’idea dei rapporti, un campo nel quale sono state utilizzate 250 libbre (pari a circa 113 kg) di azoto per acro ha dato una resa di circa 260 bushel. Si è trattato dunque di un limitato incremento nelle rese che ha comportato però un investimento di tempo e denaro molto maggiore.

L’articolo è disponibile a questo indirizzo:http://www.ars.usda.gov/is/AR/archive/feb09/nitrogen0209.htm


Secondo un’indagine, gli agricoltori americani vogliono coltivare frumento GM

Un’indagine svolta dalla US National Association of Wheat Growers (NAWG) ha dimostrato che gli agricoltori americani vogliono coltivare il frumento geneticamente modificato. Oltre i tre quarti dei coltivatori di frumento che hanno risposto all’indagine del NAWG vorrebbero poter disporre di frumento con caratteristiche gm quali la resistenza alle malattie e ai diserbanti e la tolleranza a siccità e al gelo. La NAWG ha dichiarato che le organizzazioni nazionali per il frumento sono a favore della commercializzazione del frumento biotech ma le aziende private in grado di fornire queste tecnologie devono essere certe di avere il supporto degli agricoltori prima di intraprendere un percorso della durata di una decina di anni e del costo di svariati milioni di dollari che possa infine portare alla commercializzazione di una di queste varietà migliorate.

“Non avevamo a disposizione dati certi sull’entità del supporto dei coltivatori a favore dell’applicazione delle biotecnologie al frumento” ha dichiarato il CEO di NAWG, Daren Coppock. “Questa indagine è stata studiata per avere questo tipo di informazioni dalle aree in cui si produce frumento, e abbiamo ora una risposta chiara e obiettiva”.

Il comunicato stampa è disponibile a questo indirizzo: http://www.wheatworld.org/html/news.cfm?ID=1558 Ulteriori informazioni sull’indagine e sulla relativa petizione sono disponibili qui: http://www.wheatworld.org/biotech.

Asia e Pacifico

Il CSIRO presenta la domanda per il rilascio controllato di frumento e orzo GM

In Australia il CSIRO ha presentato all’Office of the Gene Technology Regulator la domanda di autorizzazione al rilascio deliberato di frumento e orzo geneticamente modificato nell’Australian Capital Territory. Il CSIRO condurrà una prova in campo nella sua area di ricerca con 17 linee di frumento e 10 di orzo geneticamente modificate per avere una migliore capacità di sfruttare i nutrienti presenti nel suolo.

Per ulteriori informazioni in merito alla domanda di autorizzazione: http://www.ogtr.gov.au/


Il rilascio limitato di canna da zucchero in Australia

BSES Limited ha presentato una domanda presso l’Australian Office of the Gene Technology Regulator (OGTR) per il rilascio limitato e controllato di linee di canna da zucchero gm. Queste sono state modificate geneticamente affinché utilizzino in maniera più efficace l’azoto, siano più resistenti alla siccità, accumulino più saccarosio e altri zuccheri fermentabili e presentino modifiche nella crescita. Si chiede che il rilascio avvenga in sei siti, nel Queensland, su una superficie massima di 21 ettari all’anno per 15 anni, dal 2009 al 2024. Se la domanda sarà accolta, BSES sarà vincolata all’applicazione di specifiche misure restrittive relative alla disseminazione di materiale gm, quali ad esempio circondare la prova in campo con una trappola per polline e il monitoraggio dei campi dopo la raccolta della canna da zucchero.

BSES ha proposto il rilascio di 24 linee di canna da zucchero che esprimono i geni OsDREB1 e ZmDof1 per aumentare la tolleranza a condizioni di scarsità di acqua e aumentare l’efficienza dell’utilizzo dell’azoto. Alcune linee contengono inoltre dei geni presi da orzo e piselli che dovrebbero modificare l’architettura della pianta. I materiali vegetali derivanti dalla canna da zucchero gm non saranno utilizzati per il consumo animale o umano.

Per ulteriori informazioni: http://www.ogtr.gov.au/ Un riassunto della documentazione presentata per la domanda è disponibile a questo indirizzo: http://www.ogtr.gov.au/internet/ogtr/publishing.nsf/Content/dir095

Europa

Un agricoltore del Galles sfida la moratoria sulle coltivazioni GM

Il Farmers Guardian riporta la notizia che Jonathan Harrington, un agricoltore gallese, ha importato e seminato delle varietà di mais transgenico nella sua azienda agricola del Galles, una mossa che ha scandalizzato gli attivisti anti-ogm e la Welsh Assembly. Nove anni fa la Welsh Assembly aveva votato all’unanimità a favore di un Galles libero da ogm. Questo avveniva nonostante la legislazione della Ue consentisse agli agricoltori di coltivare il mais geneticamente modificato. Harrington ha dichiarato al Farmers Guardian di aver seminato il mais gm “per lanciare una sfida contro l’atteggiamento infantile della Assembly nei confronti degli alimenti gm”. Harrington ha inoltre dichiarato alla stampa di aver distribuito sementi gm ad altri due agricoltori.

Le varietà di mais gm resistenti agli insetti che Harrington ha importato dalla Spagna sono comprese nella lista varietale della Ue, ed è dunque legale coltivarle ovunque in Europa. Nello specifico, queste varietà sono coltivate in Francia, Germania, Spagna e Repubblica Ceca. La Welsh Assembly ha riconosciuto che, nonostante la propria politica restrittiva nell’ambito delle coltivazioni gm, non ha alcun potere legale di mettere al bando le coltivazioni gm.

La versione integrale dell’articolo è disponibile a questo indirizzo:http://www.farmersguardian.com/story.asp?sectioncode=19&storycode=24011&c=1


Allo studio il progetto per la mappatura e l’analisi di cinque genomi del frumento

Il Biotechnology and Biological Sciences Research Council (BBSRC) ha stanziato un fondo di 1,7 milioni di sterline a favore dell’Università di Liverpool e del John Innes Center per analizzare i genomi di cinque varietà di frumento. Lo studio aiuterà gli scienziati a comprendere la base genetica dalla quale derivano i diversi livelli di resa e di tolleranza allo stress ambientale che caratterizzano le diverse varietà di frumento. Queste informazioni potranno essere utili ai fini dello sviluppo di nuove varietà di frumento dalle rese più elevate o maggiormente in grado di tollerare le diverse condizioni meteorologiche causate con tutta probabilità dai cambiamenti climatici.

Sequenziare e analizzare il genoma del riso non è un compito semplice. Questo genoma è infatti 5 volte più esteso del genoma umano ed è composto da tre genomi sostanzialmente separati ma strettamente collegati. Una porzione significativa del genoma è costituita da DNA spazzatura.

“La produzione di frumento a livello mondiale non è andata di pari passo con l’aumento della domanda ed è minacciata da siccità e nuove malattie” ha dichiarato il Professor Mike Bevan del John Innes Center. “Abbiamo bisogno di utilizzare le più moderne tecnologie genomiche affinché ci aiutino a sviluppare varietà che saranno in grado di adattarsi meglio, di dare rese più elevate e che resisteranno alle malattie capaci di causare le perdite di raccolto più gravi”.

Il comunicato stampa è disponibile a questo indirizzo: http://www.bbsrc.ac.uk/media/releases/2009/090211_wheat_genome_food_security.html


I Länder tedeschi implementano le distanze di separazione per i raccolti biotech

Diversi Länder tedeschi stanno implementando una distanza di separazione di 800 metri fra i campi di mais biotech e quelle che sono state riconosciute come “aree a sensibilità ambientale”. Le autorità hanno basato questi requisiti sulla base delle normative sulla tutela della natura e non sulla legislazione Genetch. Gli agricoltori che desiderano piantare mais biotech all’interno della zona di protezione devono fornire un rapporto sull’impatto ambientale che garantisca che nessuna specie a rischio di estinzione sarà minacciata. Questo provvedimento è stato portato in tribunale poiché non esistono restrizioni simili per nessuna delle altre tecnologie finalizzate alla tutela delle piante.

Il rapporto, nella sua versione integrale, è disponibile a questo indirizzo: http://www.fas.usda.gov/gainfiles/200902/146327219.pdf


Gli esperti Ue: nessun accordo in merito alla moratoria di Francia e Grecia sul mais GM

Gli esperti della Ue non sono riusciti a decidere se Francia e Grecia dovranno essere obbligate a togliere la moratoria sulla coltivazione del Mon810, il mais di Monsanto resistente agli insetti e la sola pianta gm autorizzata per la coltivazione nel continente europeo. Agli inizi del 2008 il governo francese aveva imposto una moratoria nazionale sul mais gm invocando la clausola di salvaguardia a causa di “severi dubbi” sulla sua sicurezza. La Commissione Europea aveva proposto che Francia e Grecia togliessero la moratoria poiché l’EFSA, (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) l’ente della Ue preposto alla valutazione della sicurezza per l’alimentazione umana e animale, aveva respinto il reclamo delle due nazioni che asserivano che il mais gm era fonte di rischi per la salute umana e animale.

Nove paesi membri della Ue hanno votato a favore della fine della moratoria, mentre 16 si sono opposti o astenuti. Se nel corso dei prossimi mesi non si raggiungerà l’accordo, sarà la Commissione a prendere la decisione finale.

La Commissione voterà nuovamente a breve per decidere se Austria e Ungheria dovranno far cessare una moratoria simile.

Per ulteriori informazioni: http://www.nature.com/news/2009/090217/full/457946a.html


La Corte Ue: l’ubicazione delle coltivazioni GM deve essere resa pubblica

La Corte di Giustizia della Ue, con sede a Lussemburgo, ha stabilito che i governi della Ue non hanno il diritto di tenere nascosta l’ubicazione dei campi con coltivazioni geneticamente modificate. Gli scienziati temono che queste informazioni possano provocare problemi di ordine pubblico e possano portare alla distruzione di queste coltivazioni. La corte ha però stabilito che “le informazioni relative all’ubicazione non possono in nessun caso restare confidenziali” e che le considerazioni in merito all’ordine pubblico “non possono costituire un motivo sufficiente a giustificare una limitazione all’accesso a queste informazioni”.

Nel 2004 Pierre Azelvandre aveva chiesto alle autorità locali dell’Alsazia, regione in cui risiedeva, nella Francia orientale, di comunicargli dove erano ubicati, nella regione, i campi con le coltivazioni gm. Le autorità avevano respinto la sua richiesta, asserendo che la divulgazione di queste informazioni poteva mettere gli agricoltori a rischio di essere attaccati dagli oppositori degli ogm. Azelvandre aveva così fatto causa presso un tribunale francese che aveva poi chiesto alla Corte di Giustizia di pronunciarsi in merito.

Il comunicato stampa è disponibile a questi indirizzi: http://www.earthtimes.org/articles/show/256120,eu-states-cannot-cover-up-gmo-sites-court-rules.html e http://curia.europa.eu/en/actu/communiques/cp09/aff/cp090016en.pdf


Siglata la partnership fra Bayer e IPK per la ricerca sul colza biotech

Bayer CropScience ha annunciato la partnership con il tedesco Leibniz Institute of Plant Genetics e Crop Plant Research (IPK) per sviluppare delle varietà di colza geneticamente modificate per avere una resa più elevata. Il colza è un’importante fonte d’olio utilizzato dall’industria alimentare e come materia prima per la produzione di biocombustibiil. Il contenuto d’olio nel colza tradizionale è di circa il 45%. Bayer e IPK ritengono che sia possibile incrementare il contenuto d’olio del colza mediante le biotecnologie vegetali. Michiel van Lookeren Campagne, a capo di BioScience Research di Bayer CropScience, ha dichiarato che la collaborazione consentirà di creare nuove opportunità per i clienti dell’azienda. Bayer ha inoltre dichiarato di voler “incrementare ulteriormente il business nel campo delle sementi di colza e delle caratteristiche migliorate, espandendosi, ad esempio, a livello regionale in nuovi mercati geografici e intensificando l’attività di ricerca.”

Il comunicato stampa è disponibile a questo indirizzo:http://www.bayercropscience.com/BCSWeb/CropProtection.nsf/id/EN_20090216?open&l=EN&ccm=500020


La Francia manterrà la moratoria sulle coltivazioni GM

La Francia ha manifestato la propria intenzione di mantenere la moratoria sulla coltivazione del MON810, una varietà di mais resistente agli insetti sviluppata da Monsanto, e la sola pianta gm ad essere autorizzata per la coltivazione in Europa. Questo avviene nonostante un rapporto dell’AFFSA, l’autorità francese per la sicurezza alimentare, abbia dichiarato che questo mais gm è sicuro per l’alimentazione umana e animale. I risultati di questa autorità rispecchiano quelli dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare.

Il rapporto dell’AFFSA, del quale il quotidiano Le Figaro ha riportato un’anticipazione, contraddice un precedente rapporto dell’autorità stessa. Il primo rapporto indicava delle prove che dimostravano come il MON810 avesse un impatto negativo su una specie di lombrichi e su diverse specie utili di batteri. 12 dei 15 autori che avevano redatto il primo rapporto avevano però protestato, affermando che le loro conclusioni erano state travisate.

Il Primo Ministro Francese François Fillon ha dichiarato che la moratoria resterà in vigore a scopo precauzionale. Aveva inoltre dichiarato che il rapporto dell’AFFSA affrontava unicamente la questione della salute e che il governo era preoccupato delle possibili conseguenze di questa coltivazione gm sull’ambiente.

Recentemente, un incontro di esperti della Ue è approdato a un punto morto, dopo che non era stato raggiunto l’accordo per obbligare Francia e Grecia a far cessare la moratoria sulla coltivazione del mais MON810.

Per ulteriori informazioni: http://www.coextra.eu/country_reports/news1359_en.html


I ministri tedeschi chiedono la moratoria sul mais GM

In un’intervista pubblicata dal quotidiano Berliner Zeitung, il Ministro dell’Agricoltura Ilse Aigner ha dichiarato che il governo potrebbe revocare la licenza alla coltivazione di varietà di mais MON810 in Germania poiché né gli agricoltori né i consumatori vogliono i raccolti geneticamente modificati. “Qui [in Germania] le biotecnologie non apportano vantaggi tangibili alla popolazione", ha dichiarato il ministro, che ha poi dato istruzioni al Ministero dell’Agricoltura affinché si creasse un meccanismo volto all’identificazione di zone libere da ogm oppure si dichiarassero alcuni Länder tedeschi come liberi da ogm.

La richiesta del Ministro dell’Agricoltura è stata seguita a ruota dal Ministro per l’Ambiente, Sigmar Gabriel. Dall’agenzia di stampa Reuters si legge che “La Germania dovrebbe considerare la possibilità di seguire un paese come la Francia, che ha imposto una moratoria unilaterale sulla coltivazione del mais gm”. Gabriel aveva fatto pressioni sul governo affinché rivedesse le politiche che autorizzavano la coltivazione del mais gm prima della mietitura dei raccolti, che avverrà in primavera.

Andreas Thierfelder, portavoce di Monsanto, ha dichiarato a Bloomberg News che la Germania dovrebbe tener conto dei fatti scientifici invece che della politica nell’ambito delle decisioni relative a possibili restrizioni da applicare al MON810. Thierfelder ha sottolineato che il mais gm in Germania è stato giudicato sicuro dall’Ufficio Federale per la Protezione dei Consumatori e per la Sicurezza Alimentare. Anche l’EFSA, l’Agenzia per la Sicurezza Alimentare, il principale ente di sorveglianza sulla sicurezza alimentare all’interno della Ue, ha confermato che il MON810 è sicuro per il consumo umano e animale.

Un rapporto USDA FAS GAIN sulla possibile moratoria del MON810 è disponibile a questo indirizzo: http://www.fas.usda.gov/gainfiles/200902/146327270.pdf

RICERCA

Un’alternativa agli insetticidi organofosfati sicura per l’uomo

I ricercatori dell’Università del Minnesota e della Mayo Clinic hanno collaborato per oltre cinque anni nell’ambito di uno speciale progetto di ricerca su biotecnologie e genomica medica. Attualmente hanno però rivolto la loro attenzione dai pazienti agli insetti nocivi. I ricercatori hanno infatti sviluppato un pesticida sicuro per l’uomo che ha come obiettivo specifico gli afidi, insetti che nel mondo intero devastano i raccolti.

Gli afidi vengono generalmente tenuti sotto controllo da insetticidi organofosfati che inibiscono irreversibilmente l’acetilcolinesterasi (AChE), un enzima vitale per la regolazione del neurotrasmettitore acetilcolina. Gli organofosfati hanno come obiettivo un residuo di serina catalitica presente nell’AChE. Poiché questi agenti hanno anche un impatto sull’AChE dei vertebrati, sono tossici per le specie non-target, incluso l’uomo e gli uccelli. Numerosi studi hanno dimostrato che gli insetticidi organofosfati possono attaccare il cervello dei bambini piccoli e danneggiare il sistema nervoso che si sta sviluppando.

L’équipe ha sviluppato una piccola molecola che blocca quasi tutta l’attività AChE nelle cimici verdi e negli afidi della soia senza inibire l’AChE nell’uomo. Invece di avere come obiettivo la serina, la molecola sviluppata dai ricercatori blocca un residuo di cisteina nel sito attivo dell’AChE per il quale gli afidi e altri insetti non possono sviluppare una resistenza.

Il documento, di libero accesso e pubblicato da PLoS ONE è disponibile a questo indirizzo: http://dx.doi.org/10.1371/journal.pone.0004349Ulteriori informazioni, inclusi filmati audio e video sull’importanza della ricerca sono disponibili a questo indirizzo: http://newsblog.mayoclinic.org/2009/01/27/patients-to-pests/


I ricercatori identificano i geni per la tolleranza al gelo del frumento

Un’équipe di ricercatori internazionali guidati da Jorge Dubcovsky dell’Università della California – Davis ha identificato i geni del frumento responsabili della tolleranza della pianta alle temperature sotto lo zero. La scoperta potrebbe contribuire a far sì che le società sementiere coltivino varietà di frumento più resistenti.

L’équipe di ricercatori aveva precedentemente identificato un gruppo di 11 geni nel cromosoma del frumento 5AL. Questi geni hanno un ruolo importante nel regolare un gran numero di altri geni che conferiscono la tolleranza alle temperature fredde. L’équipe ha scoperto che queste varietà di frumento tolleranti il gelo attivavano due di questi geni in una fase precoce rispetto alle varietà non resistenti al gelo esposte a temperature sempre più fredde.

“Il passo successivo sarà quello di esaminare le differenze nella tolleranza al gelo fra le varietà di frumento invernale per determinare quali geni sono presenti e attivi nelle varietà più resistenti, come ad esempio quelle provenienti da Russia, Ukraina, Canada e altre nazioni in cui gli inverni sono molto freddi” ha spiegato Kim-Garland Campbell, che collabora al progetto. L’équipe utilizzerà queste scoperte per passare a setaccio le varietà di frumento alla ricerca della migliore combinazione di geni per la tolleranza al gelo e sviluppare successivamente dei marcatori genetici per accelerare la selezione di varietà più resistenti.

La ricerca è sovvenzionata dal Cooperative State Research, Education and Extension Service (CSREES) del Dipartimento per l’Agricoltura americano. La versione integrale dell’articolo è disponibile a questo indirizzo:http://www.csrees.usda.gov/newsroom/impact/2009/nri/02091_wheat_frost.html


Eseguita dagli scienziati la mappatura dei geni delle cellule staminali vegetali

Le piante hanno una loro versione delle cellule staminali animali, i meristemi. Questi possono creare pressoché ogni tipo di tessuto cellulare. Le parti che crescono sopra la superficie del suolo, come i fiori, le foglie e i semi, sono generati dal meristema apicale del germoglio (SAM), un tipo di meristema specifico che si trova all’apice del germoglio. A differenza delle cellule staminali animali il meristema apicale del germoglio può produrre qualsiasi tipo di cellula durante l’intero processo di crescita della pianta. Nonostante il ruolo importante delle cellule staminali, la loro composizione molecolare è a lungo rimasta sconosciuta agli scienziati.

Lavorando sulla pianta modello Arabidopsis thaliana, G.V. Reddy e i colleghi dell’Università della California Riverside hanno identificato tutti i geni espressi nelle cellule staminali vegetali. Hanno anche identificato i geni espressi nelle cellule differenziate e nella “nicchia”, l’insieme di cellule che regola le decisioni che saranno prese dal meristema vegetale. I risultati aiuteranno gli scienziati a comprendere meglio i pathway molecolari utilizzati dalle cellule staminali e potranno contribuire a spianare la strada allo sviluppo di migliori varietà di piante e di coltivazioni. Lo studio aiuterà inoltre gli scienziati ad avere risposte a domande di base come ad esempio cosa costituisca l’identità delle cellule staminali e perché le cellule staminali nelle piante e negli animali diano vita a cellule specializzate.

Il documento è stato pubblicato da PNAS. Ulteriori informazioni sono disponibili a questo indirizzo:http://newsroom.ucr.edu/cgi-bin/display.cgi?id=2029

BIOCOMBUSTIBILI

Condotta con successo una prova di volo utilizzando un biocombustibile a base di carmelina e jatropha curcas

http://www.biofuelsdigest.com/blog2/2009/01/30/japan-airlines-biofuels-flight-test-a-success-camelina-algae-jatropha-used-in-b50-biofuel-mix-fuel-economy-higher-than-jet-a/
http://press.jal.co.jp/en/uploads/01.%20Jan%2030%20Biofuel%20Press%20Release%20(English).pdf

Japan Airlines è la prima compagnia aerea asiatica ad aver condotto con successo un volo dimostrativo con un aeromobile (Boeing 747-300) attrezzato con un motore che utilizza come carburante un “cocktail” dei seguenti biocombustibili di seconda generazione: camelina (84%), jatropha (meno del 16%) e alghe (meno dell’1%). La prova di volo condotta lo scorso gennaio, della durata di un’ora e mezza, non ha comportato modifiche del motore, alimentato a biocombustibili, e il cocktail di biocombustibili è stato usato come sostituto del combustibile tradizionale, a base di petrolio. La camelina è considerata una buona materia prima biocombustibile grazie all’elevato contenuto di oli e alla possibilità di crescere in rotazione con il frumento e altri cereali, oltre al fatto di non costituire una materia prima alimentare. L’industria dell’aviazione “è già all’opera per garantire la propria fornitura di combustibili mediante l’implementazione di criteri rigidi e sostenibili per garantire che l’impatto ambientale e le emissioni di anidride carbonica derivanti dai biocombustibili siano molto più basse rispetto a quelle derivanti dai combustibili fossili, come il kerosene”, ha dichiarato Nicole Piasecki, Presidente di Boeing Giappone.

Per ulteriori informazioni sulla camelina:
http://plants.usda.gov/java/profile?symbol=CAMEL
http://en.wikipedia.org/wiki/Camelina
http://www.treehugger.com/files/2008/08/camelina-another-biofuel-feedstock-to-consider.php


Annunciata la sequenziazione completa del genoma del riso

http://news.rutgers.edu/medrel/research/sequencing-of-sorghu-20090127
http://www.nature.com/nature/journal/v457/n7229/pdf/nature07723.pdf

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2009-01/ru-sos012609.php

Un’équipe di scienziati della Rutgers University, negli Stati Uniti, e di collaboratori internazionali è riuscita recentemente a descrivere il genoma del sorgo, in uno studio pubblicato il 29 gennaio 2009 dalla rivista Nature. Joachim Messing, direttore del Waksam Institute della Rutgers University e co-autore dello studio, ha sviluppato un metodo di sequenziazione tramite “shotgun”. Nell’articolo del sito web dell’Università di Rutgers si legge che “l’approccio ‘shotgun’ prende in considerazione la natura altamente ripetitiva dei grandi genomi, che comprendono molte specie di piante e il genoma umano. L’utilizzo di sequenze appaiate invece che singole consente agli scienziati di saltare le sequenze ripetute, che sono circa il 62% nel sorgo, e produrre così una rappresentazione accurata e contigua dell’intero genoma”. Questi sviluppi costituiscono la possibilità di fare ricerca per produrre migliori coltivazioni di sorgo che potranno essere più adatte alla produzione di risorse alimentari o biocombustibili.