Font Size: A | A | A

In questo numero:

Marzo 2009

NEWS

Dal mondo

Borlaug: È giunto il momento di una seconda Rivoluzione Verde

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, iniziò una nuova rivoluzione. Una rivoluzione che ha trasformato l’agricoltura, ha salvato milioni di vite e ha avuto un ruolo importante per la crescita economica di molti paesi poveri. Questa Rivoluzione Verde ha introdotto delle varietà di riso, frumento e mais ad alta resa e resistenti alle malattie, oltre a nuovi metodi per coltivare e mietere i raccolti. Norman Borlaug, conosciuto come il padre della Rivoluzione Verde, chiede ora a questa generazione “di iniziare una seconda e più ampia ribellione contro la fame nel mondo”. Il Premio Nobel ha detto che la Rivoluzione Verde ancora non ha vinto. Ha sottolineato che “i paesi in via di sviluppo hanno bisogno dell’aiuto di scienziati agricoli, ricercatori, amministratori e di tutti coloro che possono scoprire come nutrire delle popolazioni in continua crescita”.

Borlaug ritiene che il Global Food Security Act del 2009, una normativa statunitense che autorizzerebbe dei prelievi per gli anni fiscali dal 2010 al 2014 per fornire assistenza ai paesi stranieri finalizzata allo sviluppo della sicurezza alimentare e al miglioramento della produttività agricola, potrebbe aprire la strada all’inizio di una seconda Rivoluzione Verde. Ritiene inoltre che le istituzioni relative al Land Grant degli Stati Uniti abbiano un ruolo importante nel contribuire alla sicurezza alimentare a livello mondiale. Borlaug ha osservato che queste istituzioni “possono fornire ai paesi in via di sviluppo assistenza tecnica, istruzione, pratiche agricole e tecnologie agricole migliorate, formazione e ricerca scientifica e indicazioni concrete”.

Il Food Security Act, che contiene gli emendamenti al Foreign Assistance Act del 1961, è attualmente in attesa di approvazione da parte del Senato americano.

L’articolo originale è disponibile a questo indirizzo: http://agnews.tamu.edu/showstory.php?id=1054


Inaugurato dalla FAO un nuovo database sui prezzi alimentari

La FAO ha annunciato di avere messo a punto un nuovo strumento per monitorare i prezzi dei beni alimentari di prima necessità in 55 paesi in via di sviluppo. Questo strumento, il National Basic Food Prices Data and Analysis Tool è un database interattivo che consente di monitorare i prezzi alimentari all’ingrosso e al dettaglio sia in valuta locale che in dollari. Consente anche di confrontare i prezzi fra i mercati domestici e quelli internazionali, fra diversi mercati all’interno dello stesso paese, e fra paesi diversi. La FAO, Agenzia delle Nazioni Unite, ha dichiarato che questo strumento è stato sviluppato nell’ambito della risposta dell’Agenzia agli elevati prezzi alimentari.

“Questo database, di facile utilizzo, costituirà una preziosa fonte di informazioni per i legislatori e coloro che hanno potere decisionale nell’ambito del commercio e della produzione agricola, dello sviluppo e dell’aiuto umanitario” ha dichiarato Liliana Balbi, senior economist della FAO.

Lo strumento ha dimostrato che nonostante i prezzi delle commodity agricole siano diminuiti a livello internazionale, i prezzi alimentari nei paesi in via di sviluppo non solo non sono diminuiti così rapidamente, ma a volte sono rimasti immutati.

Per conoscere l’intera storia: http://www.fao.org/news/story/en/item/10693/icode/ mentre il database è accessibile a questo indirizzo: http://www.fao.org/giews/pricetool/

Americhe

Sviluppato dagli scienziati un mais dal maggiore contenuto di zucchero arricchito

Incrementando l’espressione del gene Glossy 15 gli scienziati dell’Università dell’Illinois hanno sviluppato piante di mais transgenico che producono maggiore biomassa. Il gene era stato originariamente identificato perché il suo ruolo era quello di fornire di mais un rivestimento ceroso che fungesse da schermo solare per le giovani piantine. Il gene è anche responsabile per il rallentamento della maturazione dei germogli.

Stephen Moose e colleghi hanno osservato che l’amplificazione del gene Glossy 15 nel mais produceva come risultato delle piante più grosse. Nonostante vi sia un numero minore di chicchi, le piante transgeniche contengono più zucchero, localizzato negli stocchi. Questo rende il mais una materia prima adatta alla produzione di biocombustibili e a costituire mangime per il bestiame. Uno dei vantaggi di avere piante di mais dal più elevato contenuto di zucchero rispetto al panico verga o al miscanthus è che il mais è una pianta annuale. Moose ha anche dichiarato che nel caso questo mais attragga degli insetti nocivi gli agricoltori potranno fare la rotazione con una coltivazione diversa nell’anno successivo. Ha inoltre aggiunto che il mais gm è altrettanto sicuro della sua controparte convenzionale. “Si tratta di un gene che è già presente nel mais, tutto quello che abbiamo fatto è stato aggiungerne un’altra copia in modo da amplificarlo” ha aggiunto Moose.

L’articolo originale è disponibile a questo indirizzo:http://www.aces.uiuc.edu/news/stories/news4683.html


Una scoperta può aiutare gli scienziati a sviluppare piante di fagiolo resistenti alla ruggine

Gli scienziati dell’Agricultural Research Service (ARS) del Dipartimento per l’Agricoltura americano sono un passo più vicini allo sviluppo di varietà di fagioli resistenti al fungo della ruggine, uno dei problemi principali che affliggono i coltivatori di fagioli degli Stati Uniti. Il fungo della ruggine, Uromyces appendiculatus, ha provocato ripetute epidemie in Colorado, Wyoming e Nebraska, causando ogni anno perdite di raccolto per milioni di dollari.

I ricercatori hanno individuato le oltre 3000 proteine prodotte nelle piante di fagioli comuni utilizzando la spettroscopia di massa high throughput. Da queste proteine è stato identificato un set di proteine che media la risposta delle piante all’infezione causata dal fungo della ruggine.

Gli scienziati dell’ARS si augurano che la scoperta delle proteine che conferiscono la resistenza al fungo della ruggine nel fagiolo possano contribuire all’identificazione di proteine simili presenti nella soia. Negli Stati Uniti la soia è stata vittima di infestazioni da parte della ruggine asiatica della soia, una grave malattia causata dalla Phakopsora pachyrhizi, molto simile all’Uromyces. La malattia ha causato importanti perdite di raccolto in molte regioni produttrici di soia nel mondo.

La versione integrale dell’articolo è disponibile a questo indirizzo: http://www.ars.usda.gov/is/pr/2009/090227.htm


I coltivatori di frumento approvano la petizione a favore del frumento biotech

Circa il 76% dei coltivatori di frumento degli Stati Uniti ha approvato una petizione a favore della commercializzazione del frumento biotech. Questi agricoltori hanno risposto a un sondaggio promosso dalla National Association of Wheat Growers (NAWG) che aveva lo scopo di valutare e documentare quale fosse, fra i coltivatori di frumento, il livello di supporto alla commercializzazione delle caratteristiche biotecnologiche.

“A oggi avevamo a disposizione solo delle speculazioni sull’entità del supporto dei coltivatori a favore delle biotecnologie applicate al frumento” ha dichiarato il CEO di NAWG, Daren Coppock. “La petizione è stata concepita proprio per avere delle risposte nelle aree in cui si coltiva il frumento, e le risposte sono ora chiare e oggettive”.

Ulteriori informazioni sulla petizione e sulla ricerca sono disponibili online a questo indirizzo: http://www.wheatworld.org/biotech.


I ricercatori dell’ISU e la formazione del tubero nella patata

Il meccanismo che consente alle patate di sviluppare i tuberi è stato recentemente scoperto da David Hannapel, professore di orticultura presso la Iowa State University, che lo ha descritto in uno studio. “Abbiamo sempre saputo che c’era un segnale, attivato nella foglia, che veniva inviato alla pianta per attivare la formazione del tubero” ha detto Hannapel. “Ma l’identità di quel segnale non era mai stata confermata”. I risultati del suo recente studio mostrano che una molecola di segnale RNA attivata dalla luce solare produce la proteina Bel5 che si sposta dalle foglie ai tuberi e dice alla pianta di attivare il pathway che porta alla formazione del tubero. La Bel5 funge da interruttore principale che attiva altri geni che consentono la formazione del tubero nel sottosuolo.

In un esperimento sull’espressione, il gene ha consentito la formazione di più tuberi nella patata geneticamente modificata in un breve lasso di tempo. Sono attualmente in corso sperimentazioni per comprendere pienamente e caratterizzare le proteine che riconoscono l’RNA mobile e facilitano il suo spostamento, oltre ai controlli specifici associati al gene. Guru Rao, professore e presidente del Dipartimento di Biochimica, Biofisica e Biologia Molecolare, ha sottolineato che questo sistema potrebbe potenzialmente essere utilizzato per migliorare la produttività delle patate, una delle piante più produttive del pianeta e alimento base, dunque importantissimo, in molti paesi in via di sviluppo.

I dettagli relativi allo studio si trovano nel comunicato stampa, a questo indirizzo:http://www.public.iastate.edu/~nscentral/news/2009/mar/storage.shtml

Asia e Pacifico

Rose blu GM forse presto in vendita in Australia

Le rose blu geneticamente modificate potrebbero presto essere in vendita in Australia. L’Office of the Gene Technology Regulator (OGTR) australiano ha infatti ricevuto una richiesta da Florigene Pty Ltd per la commercializzazione dell’ibrido gm della rosa Tea. La rosa esprime il gene flavonoide 3’5’ -idrossilasi della Viola e il gene antocianina 5-aciltransferase dalla Torenia per l’alterazione del colore del fiore. Contiene inoltre il gene marcatore nptll per la resistenza antibiotica. La rosa gm è stata creata da Florigene e dalla giapponese Suntory Company dopo 12 anni di ricerca congiunta.

La linea di rose gm per la quale è stata fatta la domanda di commercializzazione è una di tre linee che l’OGTR ha approvato per il rilascio limitato e controllato nel marzo 2006. Florigene intende coltivare le rose gm e gestirle come se fossero delle rose convenzionali. La vendita dei fiori avverrebbe in tutta l’Australia, attraverso i normali canali di distribuzione commerciale al pubblico.

L’OGTR ha preparato un piano per la valutazione e per la gestione del rischio (RARMP) nel quale si conclude che il rilascio proposto costituirebbe un rischio trascurabile per la salute umana e per la sicurezza ambientale.

Ulteriori informazioni sono disponibili a questo indirizzo: http://www.ogtr.gov.au/internet/ogtr/publishing.nsf/Content/dir090


Il CSIRO prevede il rilascio limitato di varietà di frumento GM

In Australia la Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization (CSIRO) ha presentato una domanda all’Office of the Gene Technology Regulator (OGTR) per chiedere il rilascio limitato e controllato di fino a 16 varietà di frumento geneticamente modificate. Queste linee transgeniche hanno un’alterata composizione del chicco, in termini di carboidrati e di proteine, caratteristiche che influenzano le proprietà di cottura e le caratteristiche nutrizionali, quali l’indice glicemico e la salute metabolica. Le linee di frumento transgenico contengono inoltre un gene marcatore selezionabile (nptll) che conferisce la resistenza ad alcuni antibiotici.

Se la domanda sarà approvata il rilascio avverrà nell’Australian Capital Territory su una superficie totale massima di un ettaro fra il 2009 e il 2012. L’OGTR ha preparato un piano di valutazione e gestione del rischio, il Risk Assessment and Risk Management Plan (RARMP), nel quale si conclude che il rilascio costituisce un rischio trascurabile per le persone e per l’ambiente. L’OGTR invita ora a commentare il piano RARMP preparato.

Per ulteriori informazioni è possibile scrivere a ogtr@health.gov.au o visitare questo questo indirizzo: http://www.ogtr.gov.au/internet/ogtr/publishing.nsf/Content/dir092

Europa

Lettera aperta sull’appello della Germania di istituire una moratoria sul mais biotech

“Non è mai stato trovato nulla a supporto del fatto che il mais biotech MON810 costituisca un rischio maggiore o diverso per l’ambiente rispetto alle coltivazioni di mais tradizionale. Al contrario, è stato dimostrato che la coltivazione del MON810 ha un impatto minore sull’ambiente rispetto all’utilizzo di insetticidi per il trattamento dei campi infestati dalla piralide”. L’ecologista tedesco Dr. Stefan Rauschen, che ha condotto delle ricerche sulla sicurezza ambientale del mais Bt, ha manifestato il proprio punto di vista in una lettera aperta al Ministro dell’Agricoltura tedesco, Ilse Aigner, e al Ministro per l’Ambiente e la Salute della Baviera, Markus Söder (CSU). Il Ministro Aigner aveva precedentemente dichiarato che stava considerando l’eventualità di istituire una moratoria sulla coltivazione di mais geneticamente modificato in Germania.

“La discrepanza fra i risultati scientifici da un lato e le attività politiche dall’altro stanno minando la credibilità dei ricercatori tedeschi, dei ricercatori internazionali e delle istituzioni presso le quali è stata condotta questa ricerca. Se i politici non prendono sul serio i risultati di questa ricerca e la ignorano, perché invece i cittadini dovrebbero comportarsi diversamente?”

Ulteriori informazioni sulla lettera aperta del Dr. Stefen Rauschen e sulla richiesta di moratoria sulla coltivazione di mais gm da parte del Ministro dell’Agricoltura sono disponibili a questo indirizzo: http://www.gmo-safety.eu/en/news/679.docu.html


Perché creare norme severe sugli ogm per poi infrangerle?

Nathalie Moll, Direttore Esecutivo di Europabio (l’Associazione Europea per le Bioindustrie) ha espresso il proprio disappunto in merito al voto apparentemente “contaminato” dalla politica contro la proposta della Commissione Europea di imporre a Ungheria e Austria di cessare le loro illegali moratorie contro le coltivazioni ogm. “Il voto di oggi è una mossa di scarto politica che va contro le richieste degli agricoltori europei che chiedono sempre più di poter scegliere di coltivare piante biotech. Allo stesso tempo sono milioni gli agricoltori nel mondo che continuano a coltivarli su superfici di milioni di ettari” ha dichiarato Nathalie Moll, che ha inoltre commentato che la Ue crea normative severe sugli ogm per poi ignorarle.

La decisione è stata presa anche se le prove sulla sicurezza dei prodotti gm, della loro coltivazione e del loro consumo, che avviene nel mondo da una decina d’anni, sono inconfutabili. Sia l’Ungheria che l’Austria confinano con nazioni in cui si coltiva il mais gm.

Per ulteriori informazioni, il comunicato stampa è disponibile a questo indirizzo: http://www.europabio.org/PressReleases/green/090302_why_make_though_laws_GMO_then_break.pdf


Il parere dell’EFSA sulla richiesta riguardante il cotone GM della Bayer

Il cotone modificato geneticamente dalla Bayer per tollerare un diserbante (GHB614) è altrettanto sicuro della sua controparte tradizionale per quanto riguarda i potenziali effetti sulla salute umana e animale e sull’ambiente. È questa la conclusione di uno studio condotto dal Panel Scientifico sugli Ogm dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. Il Panel sugli ogm ha valutato il cotone gm di Bayer relativamente all’utilizzo per il quale è destinato, che comprende l’importazione e la trasformazione dei materiali a base di cotone e il suo utilizzo come alimento e mangime. Il parere scientifico dell’EFSA include la caratterizzazione molecolare del DNA inserito e l’espressione dalla nuova proteina, un’analisi comparativa delle caratteristiche agronomiche e della loro composizione, e la valutazione della nuova proteina, dell’alimento e del mangime in termini di qualità nutrizionali, tossicità potenziale e allergenicità. Il cotone gm esprime un gene ESPS modificato che conferisce la tolleranza ai diserbanti a base di glyphosate.

La versione integrale del parere è disponibile a questo indirizzo:http://www.efsa.europa.eu/EFSA/efsa_locale-1178620753812_1211902368331.htm


La Germania stanzia 1.35 milioni di euro per sviluppare una varietà di riso che utilizzi l’azoto in maniera più efficiente

Il Ministero Federale per l’Istruzione della Germania ha stanziato un fondo di 1,35 milioni di euro a favore della Freie Universität di Berlino e della China Agricultural University per un progetto che potrebbe accelerare lo sviluppo di varietà di riso che utilizzano l’azoto in maniera più efficace. Gli scienziati che stanno lavorando a questo progetto si concentreranno sulla decifrazione delle strutture molecolari responsabili dell’assorbimento dell’urea e del metabolismo nella pianta.

L’urea è il fertilizzante azotato usato più comunemente in agricoltura nel mondo, e in particolare in Asia, dove costituisce oltre la metà dei fertilizzanti utilizzati. La disponibilità di varietà di riso che utilizzano efficacemente l’azoto può ridurre in maniera significativa la quantità di fertilizzanti che gli agricoltori devono immettere nei campi. Questo può incrementare la produttività delle aziende agricole e ridurre l’impatto ecologico collegato a questo tipo di concimi.

La versione integrale del comunicato stampa è disponibile a questo indirizzo: http://www.fu-berlin.de/presse/fup/2009/fup_09_043/index.html


Approvata in Europa la rapa GM

La Commissione Europea ha approvato la rapa gm T45 di Bayer CropScience per uso alimentare e mangimistico in 27 nazioni per i prossimi 10 anni. Non si prevede, tuttavia, che questa rapa tollerante un diserbante sia coltivata nei campi europei. La Commissione ha dato il via libera alla rapa gm dopo che i ministri dell’agricoltura della Ue non erano riusciti a trovare un accordo, nell’ambito del voto ponderato della Ue.

La Commissione ha dato la propria approvazione sulla base della valutazione del rischio condotta dall’EFSA, l’autorità scientifica indipendente della Ue. Secondo l’EFSA “è improbabile che la rapa gm abbia effetti negativi sulla salute umana, animale, e sull’ambiente”. La rapa T45 di Bayer è stata coltivata a fini commerciali in Canada nel corso degli ultimi 10 anni.

Per ulteriori informazioni: http://www.gmo-compass.org/eng/news/423.docu.html


Gli scienziati che lavorano nel campo delle biotecnologie si incontrano in una conferenza organizzata in Vaticano

Alcuni dei più importanti scienziati internazionali che lavorano nel campo della ricerca biotecnologica si incontreranno a Roma in maggio, secondo quanto si legge in un rapporto di Nature Biotecnology. L’incontro è stato organizzato da Ingo Potrykus, presidente del Golden Rice Humanitarian Board a nome dell’Accademia Pontificia delle Scienze. L’Accademia ha riconosciuto che le biotecnologie applicate all’agricoltura hanno il potenziale di portare dei benefici alle popolazioni povere. Secondo l’articolo, i partecipanti all’incontro dovrebbero produrre una dichiarazione finale e lavorare a un percorso che porti alla costituzione di una normativa su basi scientifiche che disciplini le coltivazioni geneticamente modificate.

Gli abbonati a Nature Biotechnology possono leggere la versione integrale dell’articolo a questo indirizzo: http://www.nature.com/nbt/journal/v27/n3/full/nbt0309-214a.html


La Germania riconsidera la licenza per il mais GM

In diverse occasioni il Ministro per l’agricoltura tedesco, Ilse Aigner, ha espresso la sua ferma posizione contro le coltivazioni geneticamente modificate. Un paio di mesi fa, nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Berliner Zeitung, il ministro Aigner aveva dichiarato che il governo avrebbe potuto revocare l’autorizzazione alla coltivazione delle varietà di mais MON810 poiché né gli agricoltori né i consumatori vogliono le coltivazioni geneticamente modificate. Il ministro dell’Agricoltura ha recentemente formulato una dichiarazione simile che è stata pubblicata dalla rivista tedesca Bayernkurier. Il ministro Aigner ha dichiarato che l’autorizzazione al MON810 è attualmente in fase di revisione. Il mais resistente agli insetti sviluppato da Monsanto Company è l’unica pianta transgenica autorizzata per la coltivazione nella Ue.

Il ministro Aigner ha tuttavia riconosciuto che è improbabile che la Germania segua le orme di Austria e Ungheria, paesi vicini che hanno istituito una moratoria contro il mais gm. “La posizione ferma del CSU (il Partito Cristiano-Sociale bavarese) contro la coltivazione o la mia personale non ne fanno una posizione di maggioranza a livello nazionale” ha dichiarato il Ministro Aigner alla rivista Bayernkurier. In Germania è al momento impossibile raggiungere la maggioranza a favore di una moratoria”.

Per ulteriori informazioni: http://www.gmo-compass.org/eng/news/426.docu.html


Il rilascio limitato di OGM in Romania e Danimarca

Le notifiche per il rilascio di varietà di mais geneticamente modificate a scopo non commerciale sono state pubblicate online in Romania e Danimarca. Di seguito le notifiche relative al mese di marzo:

  • Test sulle varietà di mais Monsanto tollerante il diserbante NK603 in Romania e Danimarca. Il mais gm esprime le proteine CP4 EPSPS che conferiscono la tolleranza al glyphosate, l’ingrediente attivo del diserbante non selettivo Roundup. Le prove saranno fatte come richiesto per inserire le linee di mais nel registro varietale della Romania e per l’approvazione varietale in Danimarca.
  • Prove in campo per l’evento di mais GA21 tollerante il diserbante di Syngenta Crop Protection. Il rilascio avverrà in due siti a Fyn, in Danimarca, su una superficie totale massima di un ettaro per prova in campo.
  • Il mais MIR 162 di Syngenta Agro SRL in Romania. Questa varietà di mais esprime il gene vip3Aa1 del Bacillus thuringiensis che conferisce la resistenza ad alcuni lepidotteri nocivi. La prova in campo sarà condotta in 13 diversi siti su una superficie massima di 600 mq per sito.

Le valutazioni sul rischio ambientale hanno indicato che il rilascio costituisce un rischio irrilevante per la salute e la sicurezza umana e per l’ambiente. I richiedenti dovranno tuttavia adottare alcune misure specifiche, quali il mantenimento di una distanza di separazione di 200m e la distruzione del materiale gm una volta terminate le prove in campo, in modo da evitare la dispersione del materiale gm nell’ambiente.

Per ulteriori informazioni: http://gmoinfo.jrc.ec.europa.eu/gmp_browse.aspx


I membri del Parlamento Europeo rafforzeranno l’impegno per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio

I membri del parlamento dell’Unione europea hanno rinnovato il loro impegno per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, che si prefiggono di dimezzare la povertà estrema entro il 2015. Le delibere del Parlamento Europeo hanno avuto come risultato una risoluzione che aumenterà e standardizzerà il loro contributo finanziario. Si stima che vi siano 1,4 milioni di persone in stato di povertà, senza accesso né a strutture sanitarie di base né all’istruzione elementare. Tutto questo causa morte e la perpetuazione del ciclo di povertà. I paesi membri sono stati dunque esortati a migliorare la quantità e la qualità degli aiuti a favore dei paesi in via di sviluppo. Si è dato appoggio anche a una serie strategica di contratti proposti dalla Commissione, che consentiranno un più solido impegno finanziario e una maggiore prevedibilità degli stanziamenti da parte dei paesi donatori, in cambio di risultati più sostenibili da parte dei paesi riceventi, sempre nell’ambito degli Obiettivi del Millennio.

Per ulteriori informazioni:http://www.europarl.europa.eu/news/expert/infopress_page/028-52379-082-03-13-903-20090323IPR52378-23-03-2009-2009-false/default_en.htm

RICERCA

Come dare a una coltivazione killer uno scopo salutare: l’interleukina-10 prelevata dal tabacco GM

Se pensate al tabacco, cosa vi viene in mente? Sicuramente non i benefici per la salute. L’uso del tabacco è associato a numerose malattie, fra le quali alcune forme di cancro, la bronchite, l’enfisema e le malattie cardiovascolari. Ma le cose stanno per cambiare. Gli scienziati dell’Università di Verona, guidati da Mario Pezzotti, hanno sviluppato piante di tabacco transgenico che accumulano elevati livelli di interleukina 10 (IL10). L’IL10 è una delle citokine regolatrici (una proteina segnalatrice) che svolge una funzione importante nella mediazione della risposta immunitaria. La somministrazione orale di IL10 può prevenire l’insorgenza di numerose malattie autoimmuni. L’IL10 ha anche il potenziale di curare numerose malattie dell’uomo quali il diabete di tipo 1 e diverse tipologie di cancro.

Le piante di tabacco transgenico hanno prodotto la forma corretta e farmaceuticamente attiva di IL10. Il composto è stato prodotto a livelli elevati (fino a 37 microg/g di foglia), consentendo l’utilizzo delle foglie di tabacco senza passare attraverso i costosi e lunghi processi di estrazione e di purificazione. Il gene IL10 è stato espresso specificamente nel reticolo endoplasmatico delle cellule vegetali. Il prossimo passo degli scienziati è il test sull’efficacia dell’IL10 che sarà somministrato come mangime ai topi di laboratorio che presentano malattie autoimmuni.

Lo studio, pubblicato da BMC Biotechnology, è disponibile a questo indirizzo:http://www.biomedcentral.com/1472-6750/9/22/abstract


Il mais è la forma addomesticata di una pianta selvatica presente nelle pianure del Messico 8.700 anni fa

Secondo due studi pubblicati recentemente da PNAS, il mais è stato addomesticato a partire dal suo antenato selvatico, il teosinte, circa 8.700 anni fa,. Gli scienziati ritengono che l’addomesticamento del mais sia avvenuto nelle pianure del Messico sud-occidentale 1.500 anni prima di quanto fosse stato stimato precedentemente.

Gli scienziati hanno trovato dei resti di mais, oltre a strumenti in pietra dell’antichità, utilizzati per frantumare e macinare i chicchi in un sito archeologico vicino alla Valle del fiume Balsas. La regione è il luogo da cui proviene il teosinte di Balsas, un’erba selvatica di grandi dimensioni che i biologi hanno identificato quale l’antenato del mais. I ritrovamenti confermano l’ipotesi che il mais sia stato addomesticato nelle zone di pianura, in contrapposizione agli altipiani aridi, dove precedentemente molti ricercatori ritenevano avesse avuto origine la pianta.

Gli scienziati sono da tempo interessati alla storia evolutiva delle coltivazioni addomesticate, ma si è dovuto aspettare fino al 2005 per includere la Valle del fiume Balsas fra i luoghi nei quali cercare l’origine dell’addomesticamento del mais. Nel 2005 i ricercatori hanno trovato la prova, sotto forma di pollini e di carbone di legna presente nei sedimenti lacustri, che le foreste erano state tagliate e bruciate nel centro della Valle del Balsas per creare appezzamenti di terreno agricolo, circa 7000 anni fa.

La versione integrale dell’articolo è disponibile a questo indirizzo:http://www.temple.edu/newsroom/2008_2009/03/stories/balsas_teosinte.htm Gli studi pubblicati da PNAS sono disponibili a questi indirizzi: http://dx.doi.org/10.1073/pnas.0812525106 e http://dx.doi.org/10.1073/pnas.0812590106


Scoperto dagli scienziati il gene per la resistenza alla ruggine della soia

Un’équipe di ricercatori dello US Agricultural Research Service (ARS), della Iowa State University e della Brazilian Agricultural Research Corporation (EMBRAPA) ha individuato un gruppo di geni della soia che conferisce la resistenza alla Phakopsora pachyrhizi, il fungo che causa la ruggine asiatica della soia (ASR). Presente in oltre 20 stati degli USA, l’ARS minaccia seriamente i raccolti di soia del paese, che hanno un valore stimato in 27 miliardi di dollari USA.

Sono state identificate cinque fonti di resistenza alla Phakopsora pachyrhizi. L’ARS e la Iowa State University si sono concentrate su una di queste: l’Rpp4 e hanno identificato il gene Rpp4C4. Il silenziamento genico indotto da virus è stato utilizzato per confermare il ruolo dell’Rpp4C4 per difendersi dalla Phakopsora. Il gene della resistenza potrebbe essere trasferito alle varietà di soia ad alta resa attualmente in commercio, attraverso la coltivazione tradizionale o mediante le biotecnologie.

“Nonostante l’utilizzo di fungicidi sia efficace contro l’ARS, è più sostenibile dotare gli agricoltori di cultivar resistenti alla malattia” ha dichiarato Michelle Graham, scienziata dell’ARS e a capo di questa ricerca.

Per ulteriori informazioni: http://www.ars.usda.gov/News/docs.htm?docid=1261 Lo studio, pubblicato da Plant Physiology e al quale si può accedere liberamente, è disponibile a questo indirizzo: http://dx.doi.org/10.1104/pp.108.134551

BIOCOMBUSTIBILI

Un nuovo studio mostra una maggiore riduzione delle emissioni di gas serra per l’etanolo prodotto dal mais

http://www3.interscience.wiley.com/cgi-bin/fulltext/121647166/HTMLSTART?CRETRY=1&SRETRY=0
http://www.thebioenergysite.com/articles/253/corn-ethanol-even-better-for-greenhouse-gas-emissions

Gli scienziati dell’Università del Nebraska hanno affermato che “I sistemi di produzione di etanolo a partire dal mais hanno un potenziale sostanzialmente maggiore di ridurre le emissioni di gas serra e la dipendenza dal petrolio d’importazione per la produzione di combustibili per il trasporto rispetto a quanto stimato in precedenza”. I risultati della ricerca, pubblicati dal Journal of Industrial Ecology, si prefiggevano di studiare l’impatto del miglioramento delle tecnologie per la produzione di etanolo da mais sull’ambiente utilizzando il life cycle assessment (LCA). I risultati hanno mostrato che l’etanolo prodotto dal mais può portare a una riduzione dei gas serra, rispetto ai combustibili da trasporto derivanti dal petrolio, fra il 48 e il 59%: una percentuale da due a tre volte superiore rispetto a quanto stimato in precedenza. Secondo i ricercatori, “l’efficacia dell’etanolo derivato dal mais nel ridurre le emissioni potrebbe perfino essere maggiore, a seconda delle tecnologie utilizzate e dal modo in cui il mais, l’etanolo e i sottoprodotti vengono utilizzati”. Ad esempio, una raffineria bio “closed loop” con un sistema di digestione anaerobico, riduce le emissioni di gas serra del 67%. Gli scienziati hanno concluso che i progressi tecnologici possono portare l’etanolo derivante dal mais “più vicino alle stime ipotetiche relative all’etanolo derivante da cellulosa”.


La prima generazione di biocombustibili aumenterà l’insicurezza alimentare; nessuna riduzione dei gas serra per i prossimi trent’anni

http://www.opecfund.org/news_press/2009/biofuels.aspx
http://www.opecfund.org/publications/PDF/pamphlet/ofid_pam38_Biofuels.pdf

Il sito web del Fondo Internazionale per lo Sviluppo dell’OPEC, l’OFID, ha recentemente annunciato la pubblicazione della sintesi di uno studio dal titolo “Biuofuels and Food Security: Implications of an accelerated biofuels production”. Lo studio, commissionato e condotto da IASA (Institute for Applied Systems Anaysis) analizza lo stato globale dello sviluppo dei biocombustibili (politiche nazionali e misure di supporto) e “quantifica il potenziale agro-ecologico delle coltivazioni finalizzate alla produzione di biocombustibili di prima e seconda generazione”. Le materie prime agricole di prima generazione per la produzione di biocombustibili sono quelle derivanti da piante alimentari, quali il mais per la produzione di etanolo e la soia per la produzione di biodiesel. Quelle di seconda generazione derivano da fonti non alimentari, come ad esempio la biomassa cellulosica per la produzione di etanolo e la jatropha per la produzione di biodiesel. Questi alcuni dei punti emersi dallo studio: (1) lo sviluppo di biocombustibili di prima generazione, così come è stato promosso dalle politiche nazionali, è in conflitto con l’obiettivo di raggiungere la sicurezza alimentare, e ha portato solo un incremento modesto nel valore agricolo raggiunto dai paesi in via di sviluppo; (2) la prima generazione di biocombustibili può ottenere un’importante riduzione dei gas serra solo a partire dal 2030, e “crea rischi aggiuntivi di deforestazione e minacce alla biodiversità”; (3) per evitare gli impatti negativi dei biocombustibili sulla sicurezza alimentare sono necessari degli sforzi di ricerca congiunti per incrementare la produttività agricola. Il documento riassuntivo può essere scaricato dal sito dell’OFID, la cui URL è indicata sopra.

ANNUNCI

Disponibile un video ISAAA dal titolo “Q&A with Clive James”

Il video “Q&A with Clive James” costituisce un’opportunità per saperne di più sull’ISAAA, la sua missione, coloro che la sovvenzionano e il rapporto globale pubblicato sulle coltivazioni biotech nel 2008. Clive James risponde inoltre ad alcune delle domande più frequenti sul ruolo delle coltivazioni biotech:

  • In che modo le coltivazioni biotech possono contribuire alla produzione di risorse alimentari più economiche e dunque più accessibili?
  • In che modo le coltivazioni biotech possono contribuire a ridurre i problemi associati ai cambiamenti climatici?
  • In che modo le coltivazioni biotech possono contribuire alla sicurezza alimentare a livello mondiale e alla riduzione della povertà?
  • In che modo le coltivazioni biotech possono contribuire alla sostenibilità?

Infine, Clive James condivide alcune importanti osservazioni in merito alle coltivazioni biotech in relazione alla società globale.

Il video è disponibile sul sito dell’ISAAA a questo indirizzo: http://www.isaaa.org/Resources/videos/qa_clivejames/default.html
Per ottenere una copia del video è possibile contattare l’ISAAA presso gli uffici dell’Asia meridionale a questo indirizzo: b.choudhary@cgiar.org

DOCUMENTO PROMEMORIA

Pubblicato un libro sull’impatto ambientale delle coltivazioni GM

CAB International ha pubblicato un libro dal titolo Environmental Impact of Genetically Modified Crops e a cura di N. Ferry e A. Gatehouse dell’Università di Newcastle. Il libro affronta le principali preoccupazioni sull’impatto ambientale e sulla sicurezza alimentare. Tratta inoltre il futuro delle biotecnologie applicate all’agricoltura in termini di sostenibilità, gestione delle risorse naturali in rapporto alla popolazione mondiale e riserve alimentari.

I dettagli relativi ai capitoli del libro sono disponibili a questo indirizzo: http://www.cabi.org/bk_BookDisplay.asp?PID=2087