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In questo numero:

Luglio 2009

NEWS

Dal mondo

Cibo ed energia: la domanda è destinata a superare la produzione agricola

In agricoltura pianificazione e investimento a livello globale avranno un’importanza cruciale nei prossimi anni. Secondo un rapporto prodotto da Deutsche Bank, una delle più importanti istituzioni bancarie del mondo, in collaborazione con il Nelson Institute for Environmental Studies dell’Università di Madison-Wisconsin, nei prossimi 40 anni il fabbisogno alimentare mondiale aumenterà del 50%. Il rapporto sottolinea che "la ricerca e lo sviluppo tecnologico in agricoltura negli Stati Uniti e in Europa hanno compiuto enormi passi avanti nell’ultimo decennio, ma questo progresso non si è tradotto in un aumento della produzione mondiale".

"Occorre innanzitutto migliorare la produzione" ha commentato David Zaks, ricercatore del Nelson Institute e coautore del rapporto. "Devono poi essere aumentati i terreni agricoli, tenendo in considerazione le conseguenze ambientali, e occorre guardare alla tecnologia". Gli autori del rapporto hanno identificato diverse strategie per aumentare la produzione agricola a livello globale in modo sostenibile. Tali strategie includono:

  • Il miglioramento dei sistemi di irrigazione, fertilizzazione e delle attrezzature agricole tramite la tecnologia;
  • L’investimento in “competenze agricole” sfruttando al massimo le nuove tecnologie in ambito formativo e di estensione dei servizi;
  • L’aumento della superficie coltivata senza però intaccare aree forestali;
  • L’intensificazione della produzione utilizzando le nuove tecnologie, incluse le biotecnologie.
L’articolo completo è disponibile all’indirizzo: http://www.news.wisc.edu/16856 Il rapporto è scaricabile al seguente indirizzo: http://www.dbcca.com/dbcca/EN/_media/Investing_in_Agriculture_June_25_2009.pdf http://www.biomedcentral.com/1472-6750/9/48


Dal G8 20 miliardi di dollari per lo sviluppo del settore agricolo

I leader dei paesi economicamente più avanzati si sono impegnati a investire 20 miliardi di dollari nel’arco dei prossimi 3 anni, per aiutare i coltivatori dei paesi in via di sviluppo, in particolare l’Africa, far crescere la produzione agricola e contrastare così il problema della fame. I leader del G8, che si sono incontrati a L'Aquila, hanno dichiarato la loro volontà di volersi concentrare sul supporto agli agricoltori offrendo sementi, fertilizzanti e altri strumenti che possano aiutarli a ottenere una produzione migliore e in maggiore quantità, piuttosto che sulla semplice fornitura di aiuti alimentari.

Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, renderà disponibili 3,5 miliardi di dollari per un programma che sarà sviluppato nei prossimi 3 anni. "Non consideriamo questo intervento come un’azione fine a se stessa" ha dichiarato Obama. "Siamo convinti che lo scopo di un intervento di aiuto debba essere quello di creare le condizioni per cui esso si renda non più necessario”.

In una dichiarazione congiunta, i leader del G8 hanno invitato “gli altri paesi a unirsi nello sforzo comune per la sicurezza alimentare globale attraverso un approccio coerente”. Hanno inoltre dichiarato la disponibilità a "sostenere collaborazioni tra pubblico e privato, che diano la giusta attenzione allo sviluppo di infrastrutture, al fine di incrementare le risorse per l’agricoltura e migliorare l’efficacia dell’investimento".

La FAO ha accolto positivamente l’iniziativa definendola "un incoraggiante cambiamento di policy a favore di chi soffre la povertà e la fame". Jacques Diouf, Direttore Generale della FAO, si è detto fiducioso che i capi di stato del G8 possano effettivamente tradurre in azione concreta l’impegno preso.

La dichiarazione congiunta è disponibile a questo indirizzo: http://www.g8italia2009.it/static/G8_Allegato/LAquila_Joint_Statement_on_Global_Food_Security%5b1%5d,0.pdf Maggiori informazioni sono disponibili a questo indirizzo: http://www.america.gov/st/peacesec-english/2009/July/20090710112456dmslahrellek0.8607294.html and http://www.fao.org/news/story/en/item/24457/icode/


Il ruolo dei multi-stakeholder nel dibattito sulle biotecnologie

La comunicazione scientifica gioca un ruolo importantissimo nel promuovere un dibattito aperto e trasparente sulle agrobiotecnologie. Questo serve a garantire un uso responsabile delle tecnologie e ad assicurare agli stakeholder la possibilità di scegliere e di avere voce in capitolo. Gli stakeholder, o ‘portatori d’interesse’, sono coinvolti in modo critico nello strutturare il dibattito, definire le policy, influenzare l’opinione pubblica e creare una maggiore consapevolezza e comprensione delle biotecnologie. Questi stakeholder, di cui fanno parte coltivatori, professionisti dei media, decisori politici, scienziati, accademici, leader religiosi, insieme al settore dell’industria, determinano la direzione e la profondità del dibattito sulle biotecnologie e infine anche l’accettazione, adozione e sostenibilità della tecnologia stessa.

L’ISAAA (International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications) ha recentemente diffuso il Brief n°40 dal titolo Communicating Crop Biotechnology: Stories from Stakeholders. Il testo documenta come l’impegno della comunicazione scientifica abbia portato benefici a diversi stakeholder e come a loro volta essi siano poi entrati a far parte del processo di realizzazione di una voce comune in tema di agrobiotecnologie. Vengono presentati diversi casi relativi a 14 paesi in Africa (Burkina Faso, Egitto, Ghana, Kenya e Uganda) e Asia (Bangladesh, Cina, India, Indonesia, Malesia, Pakistan, Filippine, Tailandia e Vietnam). In essi si evidenzia come nonostante le differenze culturali, linguistiche e geografiche, esistano esperienze simili, in cui gli agricoltori affrontano problemi comune e condividono speranze per sé e per le loro famiglie.

Seguono alcune discussioni sulle strategie di comunicazione che sono state implementate e su specifiche attività cui gli stakeholder hanno partecipato o che utilizzano per una migliore comprensione delle tecnologie. Questi resoconti personali rivelano modelli distinti di esperienze, percezioni e comportamenti, ma confluiscono verso una strada comune per mettere in evidenza l’impatto delle iniziative di condivisione del sapere.

Il Brief completo può essere scaricato al seguente indirizzo: http://www.isaaa.org/resources/publications/briefs/40/ o in singole parti: Introduction, Farmers, Media, Decision Makers, Academics & Scientists, Religious Sector, Other Partners, Global Community, Appendix


FAO: nei paesi poveri i prezzi degli alimentari continuano a essere elevati

I prezzi dei prodotti alimentari di base nei paesi in via di sviluppo continuano a essere elevati nonostante a livello internazionale si sia registrata una diminuzione dei prezzi. Secondo la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, questo renderà ancora più difficile la vita di milioni di persone che vivono in condizioni di povertà. Nel suo ultimo rapporto Crop Prospects and Food Situation la FAO prevede che nel corso di quest’anno la produzione mondiale di cereali diminuirà del 3,4%, corrispondenti a 2.209 miliardi di tonnellate.

Secondo quanto stimato in 27 paesi dell’Africa sub sahariana i prezzi dei cereali, nell’80-90% dei casi, continuano a essere più alti del 25% rispetto al periodo precedente la crisi. In Sudan, ad esempio, i prezzi del sorgo rilevati lo scorso mese di giugno erano tre volte superiori a quelli di due anni fa; i prezzi del mais in Etiopia, Kenya e Uganda risultano invece raddoppiati.

Tra le ragioni di questa situazione rientrano, secondo la FAO, la riduzione dei raccolti, le importazioni in aumento o in ritardo, i conflitti interni, la forte domanda nei paesi confinanti. L’agenzia delle Nazioni Unite ha inoltre sottolineato che le prospettive per il 2009 per le coltivazioni di cereali restano incerte anche per altre zone dell’Africa Orientale e Occidentale, oltre che per l’Asia, a causa di un inizio mutevole della stagione delle piogge.

Il comunicato stampa della FAO è disponibile al seguente indirizzo: http://www.fao.org/news/story/en/item/28797/icode/


Il contributo dell’Unione europea per sostenere la produzione agricola nei paesi più poveri

L’Unione europea (Ue) ha annunciato di essersi impegnata offrendo alla FAO un investimento di 75 milioni di euro a sostegno dello sviluppo della produzione agricola nelle aree più povere del mondo, in particolare in 13 paesi in Africa, Asia, America centrale e caraibica. Questo contributo si aggiunge alla donazione di 125 milioni di euro fatta lo scorso mese di giugno.

"L’aiuto dell’Europa arriva in un momento critico" ha commentato José Maria Sumpsi, Assistente del Direttore Generale del Technical Cooperation Department della FAO. "Nel mondo una persona su sei è denutrita – ancora di più che in passato. I paesi poveri hanno bisogno di tutta l’assistenza possibile. Siamo grati all’Europa per il suo impegno in primo piano" ha sottolineato. L’Ue ha lanciato un richiamo sull’importanza di maggiori investimenti in agricoltura e sulla necessità che tutti i paesi del mondo focalizzino la loro attenzione sul problema della produzione agricola.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.fao.org/news/story/en/item/21645/icode/

Africa

Il Parlamento etiope approva una legge sulla biosicurezza

Secondo quanto riportato dalla rivista Ethiopian Review il Parlamento etiope ha approvato un progetto di legge sulla biosicurezza. Il testo di legge, redatto dal FEPA (Federal Environmental Protection Authority) "contiene diverse normative mirate a proteggere la salute umana e animale e la biodiversità". Teweldeberhan Gebregziabhere, Direttore del FEPA, ha sottolineato che questa legge "si basa sulla normativa internazionale in tema di biodiversità, con l’integrazione di caratteristiche locali".

Secondo la nuova normativa, il FEPA creerà una Clearing-House per la biosicurezza nazionale. La nuova legge prevede inoltre che ogni importazione, transito di prodotto o produzione di OGM può essere effettuato solo con l’autorizzazione scritta rilasciata dal FEPA.

L’articolo originale è disponibile al seguente indirizzo: http://www.ethiopianreview.com/articles/13826

Americhe

Messico: revocata la vecchia regolamentazione sulle biotecnologie

Il Segretariato per l'agricoltura, l'allevamento, lo sviluppo rurale, della pesca e alimentare del Messico ha annunciato la revoca di una legge sulle biotecnologie (NOM-056-FITO-1995), considerata ormai sorpassata, che stabiliva delle norme fitosanitarie per l’importazione, il trasporto interno e l’allestimento di campi prova di prodotti GM nel paese. Tra le principali indicazioni di tale normativa rientrava la necessità di ottenere una certificazione fitosanitaria per il rilascio nell’ambiente dei prodotti transgenici. La normativa stabiliva inoltre l’obbligo di richiedere l’autorizzazione all’Ufficio Generale per la salute ambientale del Messico, anche per il commercio tra stati. La revoca è attiva a partire dal 23 giugno scorso.

Il Segretariato ha comunicato che la norma NOM-056 non è più necessaria vista la recente pubblicazione della legge sulla biosicurezza nell’ambito degli organismi geneticamente modificati.

Il testo completo è disponibile al seguente indirizzo: http://gain.fas.usda.gov/Recent%20GAIN%20Publications/Mexico%20Cancels%20Outdated%20Biotech%20Regulation_Mexico_Mexico_6-23-2009.pdf


Identificati dai ricercatori i geni con funzione di “codice a barre”

Un team internazionale di ricercatori ha identificato due geni che funzionano come “codici a barre” e che possono catalogare la maggior parte delle specie vegetali conosciute. Questi geni contengono sequenze di DNA che variano molto da specie a specie, ma non presentano alcuna variazione all’interno della stessa specie. I ricercatori sperano di poter sviluppare in futuro un lettore di codici a barre manuale, simile a quelli usati nei supermercati, che possa identificare le specie vegetali individuando la sequenza del DNA e confrontandola con un archivio di sequenze di codici a barre.

“Abbiamo confrontato i risultati relativi a sette regioni di geni candidati secondo tre criteri: la facilità di identificazione delle sequenze di DNA; la qualità delle sequenze; l’abilità di distinguere le specie sulla base di un campione di 550 specie di piante" ha spiegato Spencer Barrett, Professore dell’Università di Toronto e membro del team di ricerca. "In base a questa analisi globale la nostra raccomandazione è quella di utilizzare i due geni cloroplasti individuati, matK e rbcL, con il ruolo di codici a barre del DNA per le specie vegetali".

"Questo tipo di codificazione offre un mezzo efficiente per identificare molte specie ancora non classificate presenti sulla terra" ha sottolineato Spencer. "Questa scoperta è estremamente importante per comprendere la biodiversità, tema cruciale per garantire l’esistenza a lungo termine del genere umano sul nostro pianeta".

L’articolo originale è disponibile a questo indirizzo: http://www.news.utoronto.ca/science-and-technology/u-of-t-botanists-help-to-barcode-worlds-plans.html

Europa

L’ente scientifico più importante della Ue riconferma la sicurezza del mais GM

Il gruppo di esperti di OGM dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ha comunicato un nuovo parere scientifico sulla sicurezza e il rinnovo dell’autorizzazione per la commercializzazione del mais MON810 resistente agli insetti. Questa varietà è l’unica geneticamente modificata approvata dall’Unione europea per la coltivazione a scopo commerciale all’interno del blocco dei paesi europei. Secondo l’EFSA il mais GM “è sicuro quanto la varietà tradizionale per quanto riguarda i rischi potenziali sulla salute umana e animale". Il team di esperti ha inoltre sottolineato che "è molto improbabile che la varietà di mais MON810 possa avere effetti negativi sull’ambiente, nell’ambito dell’uso stabilito, specialmente se vengono messe in atto appropriate misure di gestione al fine di contenere una possibile esposizione dei lepidotteri non-target".

Nel formulare il parere scientifico l’EFSA ha preso in considerazione le informazioni fornite da Monsanto, l’azienda che ha sviluppato la varietà di mais GM; i commenti scientifici espressi dagli stati membri dell’Unione europea; la relazione dell’autorità spagnola competente e la sua commissione sulla biosicurezza e informazioni di rilievo pubblicate nella letteratura scientifica, tra cui studi sugli effetti della proteina Cry1Ab sugli artropodi non-target quali le api, insetti d’acqua e coccinelle.

Il report completo è scaricabile al seguente indirizzo: http://www.efsa.europa.eu/cs/BlobServer/Scientific_Opinion/gmo_op_ej1149_maizeMON810_finalopinion_en.pdf?ssbinary=true Un estratto del parere scientifico è disponibile al seguente indirizzo: http://www.efsa.europa.eu/cs/BlobServer/Scientific_Opinion/gmo_op_ej1149_maizeMON810_finalopinion_summary_en.pdf?ssbinary=true


Collaborazione Syngenta-Evogene per contrastare il nematode della soia

Syngenta e la israeliana Evogene Ltd hanno annunciato che lavoreranno congiuntamente per identificare i geni in grado di conferire la resistenza al nematode Heterodera glicine, parassita della soia molto dannoso. Questo parassita, presente nel terreno, può causare perdite nei raccolti fino al 20%. Solo negli Stati Uniti si stima che i danni provocati alla coltivazioni di soia siano di 1 miliardo di dollari ogni anno. Secondo l’accordo, Evogene si occuperà dell’identificazione dei geni candidati utilizzando la tecnologia chiamata "Athlete", che l’azienda stessa ha brevettato. Syngenta procederà alla valutazione di tali geni presso i propri laboratori di Ricerca & Sviluppo e disporrà dei diritti di commercializzazione di qualsiasi nuova linea di soia che ne verrà sviluppata.

Il comunicato stampa è disponibile a questo indirizzo: http://www.syngenta-us.com/media/default.aspxhttp://www.pnas.org/content/106/25/10359.abstract


La Francia respinge il parere dell’EFSA sul mais GM

Il gruppo di esperti OGM dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ha recentemente comunicato un parere scientifico sulla sicurezza e sul rinnovo dell’autorizzazione per la commercializzazione in Europa del mais GM MON810. Secondo le conclusioni dell’EFSA questa varietà di mais resistente agli insetti, l’unica semente GM approvata per la coltivazione nell’Unione europea, "risulta sicura quanto la corrispondente varietà tradizionale per quanto riguarda i possibili effetti sulla salute umana e animale".

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa France Presse la Francia ha tuttavia respinto il parere dell’EFSA. I Ministeri francesi per l’Ecologia e per l’Agricoltura hanno dichiarato che l’EFSA "non ha tenuto conto delle richieste di cambiare il metodo di valutazione dei rischi".

In una dichiarazione congiunta dei due ministeri si sottolinea che "le conclusioni dei Ministri per l’Ambiente del Consiglio europeo devono essere rispettati". Il Consiglio dei Ministri europei per l’Ambiente avevano sollecitato l’EFSA affinché fossero modificati i metodi di valutazione. "Il parere dell’EFSA non ha potuto prendere in considerazione questi metodi di valutazione, poiché essi sono attualmente in fase di revisione" hanno sottolineato i ministri. La Francia, insieme a Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Austria e recentemente Germania, ha vietato la coltivazione della varietà MON810, asserendo che il mais GM rappresenta un pericolo per l’ambiente.

Il comunicato stampa completo (in lingua francese) è disponibile all’indirizzo: http://agriculture.gouv.fr/sections/presse5022/communiques/avis-8217-aesa-sur Il parere scientifico dell’EFSA è scaricabile all’indirizzo: http://www.efsa.europa.eu/cs/BlobServer/Scientific_Opinion/gmo_op_ej1149_maizeMON810_finalopinion_en.pdf?ssbinary=true


In Gran Bretagna un nuovo centro del genoma

Creare nuove sementi con una maggiore tolleranza alla siccità, allevare bestiame in grado di resistere alla nuove malattie esotiche e produrre antibiotici per combattere i ‘superbugs', sono solo alcuni degli studi che verranno portati avanti nel nuovo centro creato dal British Biotechnology and Biological Sciences Research Council (BBSRC). Il lavoro del Centro di Analisi del Genoma (TGAC) si concentrerà sull’identificazione dei genomi di piante e animali utilizzati in agricoltura.

Uno degli obiettivi chiave del TGAC è quello di combinare la scienza genomica di livello internazionale con un programma di innovazione che punti a portare vantaggi all’economia regionale e nazionale, come sottolineato in un comunicato stampa del BBSRC. Il centro si trova a Norwich in Inghilterra. "La Gran Bretagna è un paese all’avanguardia nell’ambito della genomica, che è sempre più importante per capire in che modo far fronte alle attuali sfide in termini di sicurezza alimentare, sviluppo di carburanti eco-friendly e lotta ai superbugs" ha commentato Lord Drayson, Ministro britannico per la Scienza e l’Innovazione, intervenendo in merito all’inaugurazione del nuovo centro.

Il comunicato stampa è disponibile al seguente indirizzo: http://www.bbsrc.ac.uk/media/releases/2009/090703_new_national_genome_centre_launched.html


I parlamentari tedeschi contrari al divieto per il mais GM

La maggioranza dei membri del Parlamento tedesco (Deutscher Bundestag) ha rifiutato la mozione presentata dal Partito dei Verdi di votare contro la nuova autorizzazione data dall’Unione europea alla varietà di mais GM MON810 geneticamente modificato 1dell’Unione europea, secondo quanto riportato da European Biotech News. La maggioranza dei parlamentari ha inoltre votato contro il divieto permanente del mais GM e contro la proposta di creare in Germania zone OGM-free. Il MON810 è una varietà di mais resistente agli insetti sviluppata da Monsanto Company ed è l’unica varietà GM approvata per la coltivazione nei 27 paesi dell’Ue. Numerosi paesi del blocco europeo, come l’Austria, la Germania, la Francia, la Grecia, il Lussemburgo e l’Ungheria, hanno sospeso la coltivazione del mais MON810.

L’articolo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.eurobiotechnews.eu/service/start-page/top-news/?no_cache=1&tx_ttnews%5Btt_news%5D=10268&tx_ttnews%5BbackPid%5D=12&cHash=1716e7d4e0


BASF e l’Università di Colonia collaborano per sviluppare sementi resistenti alla siccità

BASF Plant Science e l’Istituto di Botanica dell’Università di Colonia hanno annunciato che lavoreranno in modo congiunto per aumentare la produttività di sementi quali soia, riso e colza, e migliorarne la resistenza in caso di condizioni ambientali avverse quali gelo, siccità e alti livelli di salinità. BASF e l’Università di Colonia si impegneranno nello sviluppo di sementi che possano sfruttare al massimo l’anidride carbonica durante la fotosintesi. Alcuni tipi di piante, come ad esempio il mais, sono in grado di usare una maggiore quantità di CO2 attraverso un processo metabolico aggiuntivo. L’obiettivo del progetto di ricerca in corso è quello di trasferire questo meccanismo ad altri tipi di piante. Alcuni ricercatori dell’Università di Colonia sono riusciti a creare piante di Arabidopsis in grado di produrre una maggiore quantità di biomassa inserendo alcuni geni che codificano per speciali enzimi. Questi enzimi fanno sì che la pianta utilizzi una maggiore quantità di anidride carbonica.

Il comunicato stampa è disponibile al seguente indirizzo: http://www.basf.com/group/pressrelease/P-09-145


Sementi GM: le conseguenze sul mercato delle approvazioni asincrone

L’approvazione asincrona di sementi geneticamente modificate (GM), cioè il fatto che le nuove varietà di sementi GM non vengano approvate in modo simultaneo per le diverse procedure di autorizzazione rappresenta un problema per il commercio. Questa situazione infatti influenza gli scambi internazionali, in particolare per i paesi che hanno una policy di tolleranza zero o che rifiutano l’importazione di prodotti che contengano anche solo tracce di OGM. Questa valutazione è contenuta nel documento pubblicato dal Joint Research Centre: The global pipeline of new GM crops: implications of asynchronous approval for international trade.

Alexander Stein e Emilio Rodriquez-Cerezo, autori del testo, sottolineano che gli esportatori potrebbero decidere di stabilire accordi solo con determinati acquirenti. Il rischio di veder rifiutata la merce porterà a un aumento del prezzo dei prodotti e a farne le spese saranno le attività nell’Unione europea, legate alle importazioni agricole a basso costo.

Il riassunto del testo è disponibile all’indirizzo: http://ipts.jrc.ec.europa.eu/publications/pub.cfm?id=2420


Il parere dell’EFSA sulle applicazioni del mais GM di Monsanto e Syngenta

Il gruppo di esperti di OGM dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ha comunicato il parere scientifico sull’uso del mais MIR604, la varietà di Syngenta resistente agli insetti, per uso in alimentazione umana e animale nell’Unione europea. Il mais è stato modificato geneticamente per produrre la proteina mCry3A, che conferisce resistenza alla diabrotica del mais (Diabrotica virgifera virgifera) e ad altri coleotteri infestanti del mais. L’EFSA ha dichiarato che il mais GM "è sicuro tanto quanto la corrispondente varietà tradizionale per quanto riguarda i possibili effetti sulla salute umana o animale e sull’ambiente".

Lo stesso parere scientifico è stato formulato per l’ibrido di mais GM di Monsanto. Questa varietà è stata prodotta incrociando linee inbred di mais MON88017 contenenti eventi MON810, per combinare la resistenza ad alcuni tipi di coleotteri e lepidotteri infestanti e conferire tolleranza al glifosato. La varietà MON88017 produce una proteina modificata Cry3Bb1 che conferisce resistenza agli insetti e la proteina CP4 EPSPS per la tolleranza agli erbicidi. La varietà MON810 esprime invece la proteina insetticida Cry1Ab. Queste proteine sono state precedentemente valutate dall’EFSA e non sono state identificate problematiche legate alla sicurezza. Secondo l’EFSA le interazioni tra i singoli eventi che potrebbero influire la sicurezza alimentare umana e animale sono improbabili.

La valutazione scientifica dell’EFSA include la caratterizzazione molecolare del DNA inserito, il monitoraggio dei tratti agronomici, la valutazione della proteina transgenica e dei prodotti per l’alimentazione umana e animale in termini di tossicità, allergenicità e qualità nutrizionale.

I testi dell’EFSA sono disponibili ai seguenti indirizzi: http://www.efsa.europa.eu/EFSA/efsa_locale-1178620753812_1211902691146.htm http://www.efsa.europa.eu/EFSA/efsa_locale-1178620753812_1211902691168.htm


L’uso della barbabietola da zucchero GM potrebbe avere effetti positivi sul mercato

L’intero settore della produzione di zucchero potrebbe trarre benefici dall’utilizzo di varietà GM (geneticamente modificata) di barbabietola da zucchero con notevoli vantaggi innanzitutto per coltivatori e consumatori e in seconda battuta per biotecnologi e produttori di sementi. Tuttavia poiché allo stato attuale solo gli Stati Uniti accettano l’impiego di queste tecnologie, il resto della comunità internazionale non può sfruttare l’utilizzo delle sementi biotech. Koen Dillen e Eric Tollens, dell’Università Cattolica di Leuven, in un articolo intitolato Global Welfare Effects of GM Sugar Beet under Changing EU Sugar Policies, pubblicato in AgbioForum, hanno analizzato la situazione a livello teorico nel caso in cui la barbabietola da zucchero GM ottenesse l’autorizzazione per la commercializzazione nell’Unione europea.

Dillen e Tollens stimano che il valore della barbabietola tollerante agli erbicidi per il periodo 1996-2014 sia, in linea teorica, di €15,4 miliardi, di cui il 29% relativo ai coltivatori dell’Unione europea, 31% ai coltivatori e consumatori del resto del mondo e il 39% dal settore sementiero.

L’articolo completo è disponibile all’indirizzo: http://www.agbioforum.org/v12n1/v12n1a11-dillen.htm


Uno studio rivela che i prodotti biologici non sono più sani di quelli convenzionali

I consumatori sono disposti a pagare un sovrapprezzo per i prodotti alimentari biologici sulla base di presunti benefici per la salute e nutrizionali. Nel 2007 il valore del mercato mondiale del biologico è stato stimato in 47 miliardi di dollari. Tuttavia, secondo uno studio internazionale pubblicato dalla rivista American Journal of Clinical Nutrition, non ci sarebbe alcuna prova di differenze, dal punto di vista dei contenuti nutrizionali, tra il cibo prodotto con metodi tradizionali e quello biologico. Un gruppo di ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine, guidati da Alan Dangour, ha condotto "la più grande analisi sistematica di tutta la letteratura disponibile in tema di contenuti nutrizionali degli alimenti biologici mai effettuata". Il gruppo ha operato una ricerca nelle basi dati online, quali ad esempio PubMed, Web of Science e CAB Abstracts, per individuare tutti gli articoli di rilievo su questo tema pubblicati negli ultimi 50 anni.

I ricercatori hanno scoperto che gli elementi nutritivi fondamentali, quali magnesio, potassio, calcio e zinco, risultano presenti in modo simile nelle sementi biologiche e tradizionali. Hanno tuttavia rilevato che gli alimenti tradizionali hanno un contenuto significativamente più elevato di azoto, mentre quelli biologici contengono più fosforo. Dangour ha sottolineato che tali differenze sono dovute alle differenze nei metodi di produzione, quali l’utilizzo di fertilizzanti e la maturazione del raccolto e non hanno probabilmente nessuna rilevanza dal punto di vista della salute. Lo studio è stato commissionato e finanziato dall’agenzia inglese per la sicurezza alimentare.

Il documento è scaricabile al seguente indirizzo: http://www.ajcn.org/cgi/content/abstract/ajcn.2009.28041v1 Per maggiori informazioni consultare: http://www.lshtm.ac.uk/news/2009/organicfood.html

RICERCA

Identificate dai ricercatori le proteine che bloccano i microbi infestanti

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Copenhagen, in Danimarca, dell’Università della California di Davis, e dell’Università della California di Berkeley, ha identificato un gruppo di proteine che rivestono un ruolo importante nei meccanismi biochimici, grazie ai quali le piante possono riconoscere e bloccare batteri infestanti. Diversamente dagli animali, le piante non sviluppano immunità quando sono esposte a diversi microbi. Utilizzano invece alcune cellule incorporate e sistemi programmati geneticamente per proteggersi dagli attacchi microbici e malattie correlate. Finora i ricercatori avevano identificato solo una proteina, nota come RIN4, in grado di regolare i meccanismi di difesa delle piante.

Studiando la proteina RIN4, Gitta Coaker e il suo gruppo sono riusciti a identificare sei proteine non ancora caratterizzate che possono essere associate alla RIN4 all’interno delle cellule delle piante. Una proteina, AHA1, è stata caratterizzata in modo approfondito ed è stato identificato il suo ruolo chiave nella risposta immunitaria nelle piante Arabidopsis.

I ricercatori hanno scoperto che la proteina AHA1 può intervenire e regolare l’apertura e la chiusura dei pori chiamati stomi. Questi pori consentono di controllare il passaggio di gas e acqua nella foglia. Consentono inoltre il passaggio di batteri o altri microbi.

L’articolo originale è disponibile al seguente indirizzo: http://www.news.ucdavis.edu/search/news_detail.lasso?id=9149. Il documento pubblicato dalla rivista PLoS Biology è disponibile a questo indirizzo: http://dx.doi.org/10.1371/journal.pbio.1000139


I ricercatori tedeschi lavorano per sviluppare viti resistenti ai virus

Il Grapevine fanleaf virus (GFLV) rappresenta un enorme problema per i viticoltivatori. Il virus provoca la malattia dell’arricciamento fogliare, caratterizzata da malformazioni e giallumi delle foglie e grappoli di dimensioni inferiori alla norma, con conseguenti perdite nella produzione e addirittura dell’intero raccolto. I ricercatori del Fraunhofer Institute for Molecular Biology and Applied Ecology IME di Aachen, in Germania, sono al lavoro per sviluppare delle varietà di vite geneticamente modificate resistenti al virus e stanno ora modificando le piante per produrre gli anticorpi.

Nella prima fase dello studio, il gene anticorpo viene introdotto ed espresso in una pianta modello. Il risultato iniziale mostra che le piante modificate sono in grado di resistere all’attacco del virus fino al 100%. "L’anticorpo viene prodotto efficacemente all’interno delle piante" ha sottolineato Steffan Schillberg, che ha guidato lo studio. "Il prossimo passo sarà quello di testare il metodo sulle varietà di viti attualmente in uso e quindi effettuare test in campo".

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.fraunhofer.de/


Secondo i ricercatori le larve possono sopravvivere alle proteine insetticide del cotone GM

Per inibire la resistenza degli insetti, alcune varietà di sementi transgeniche producono due diversi tipi di tossine Bt mirate a colpire lo stesso tipo di insetto. Allo stato attuale il cotone Bt produce le proteine insetticide Cry1Ac e Cry2Ab. Queste tossine hanno sequenze di aminoacidi molto diverse e si legano a diversi siti target. I risultati di uno studio condotto dagli scienziati dell’Università dell’Arizona hanno evidenziato la possibilità che alcuni insetti infestanti sviluppino una resistenza alle due tossine Bt prodotte dal cotone GM.

Bruce Tabashnik e il suo team di colleghi sono riusciti a creare in laboratorio alcune varietà di Pectinophora gossypiella (verme rosa) in grado di resistere a livelli di Cry1Ac fino a 420. Queste nuove varietà, che sono state allevate con alimenti contenenti Cry2Ab, sono risultate resistenti anche a questa particolare tossina (con una resistenza di 240 volte più alta del normale). Gli studiosi ipotizzano che la resistenza possa essere dovuta ai cambiamenti in un enzima che attiva le tossine.

Uno studio pubblicato dalla rivista PNAS indica che in alcuni parassiti del cotone si manifesta una resistenza incrociata tra Cry1Ac e Cry2Ab. Tabashnik e il suo team di colleghi hanno tuttavia evidenziato che "questo non rappresenta una minaccia per il controllo di questi insetti da parte del cotone Bt piramidalizzato attualmente in uso". I ricercatori hanno infatti osservato che le larve delle varietà cresciute in laboratorio resistenti alle tossine Cry1Ac e Cry2Ab sono sopravvissute sul cotone che produce solo la tossina Cry1Ac, ma non su quelle che producono entrambe le tossine.

"La piramidizzazione non è una panacea e la scienza non ha intenzione di intervenire sull’evoluzione degli insetti" ha dichiarato Tabashnik alla rivista Nature.

Il documento pubblicato dalla rivista PNAS è disponibile al seguente indirizzo: http://dx.doi.org/10.1073/pnas.0901351106 L’articolo pubblicato dalla rivista Nature è disponibile all’indirizzo: http://www.nature.com/news/2009/090706/full/news.2009.629.html#B1#B1


Pubblicata la mappa genetica del cetriolo

Un gruppo di ricercatori dell’Accademia Cinese per le Scienze Agricole, Università dell’Agricoltura Cinese e l’Agricultural Research Service (ARS) del Dipartimento per l’Agricoltura degli Stati Uniti ha prodotto la prima mappa integrata genetica e citogenetica del genoma del cetriolo, un’importante fonte di informazioni per gli scienziati impegnati nello sviluppo di sementi di cetriolo migliorate.

"La mappa renderà più facile sequenziare l’intero genoma ed effettuare la clonazione posizionale, rafforzare la selezione marker assistita (MAS) e sfruttare le opportunità di indagare la sintenia tra le specie di cetriolo" scrive Sanwen Huang, ricercatore dell’Institute of Vegetables and Flowers dell’Accademia Cinese per le Scienze Agricole nell’articolo pubblicato insieme ai suoi colleghi da PLoS One.

I cetrioli appartengono alla famiglia delle Cucurbitaceae, di cui fanno parte anche altri importanti tipi di frutta e verdura quali il melone, l’anguria, la zucca e la zucchina. Nonostante la loro importanza a livello commerciale, esistono pochi studi di genomica disponibili per questi vegetali.

Per l’articolo completo: http://www.isaaa.org/kc/cropbiotechupdate/researchfeatures/default.html#
Researchers_Publish_Cucumber_Genetic_Map.htm


Pomodori più dolci silenziando un gene

I ricercatori dell’Università di Newcastle in Australia e dell’Accademia Cinese delle Scienze Agricole ha compiuto un notevole scoperta identificando una gene del pomodoro che può accrescere la produzione, la qualità dei frutti e prolungare la Shelf-Life del prodotto. Il gene identificato, denominato INVINH1, riveste un ruolo importante nel limitare la quantità di zucchero rilasciato da ogni parte della pianta e, se ne viene impedita l’espressione, una maggiore quantità di zucchero (glucosio e fruttosio) potrebbe essere rilasciata in specifiche parti della pianta quali i semi e i frutti.

Il gene INVINH1 codifica una proteina che inibisce l’attività dell’invertasi, l’enzima che catalizza la rottura del saccarosio in glucosio e fruttosio. L’invertasi fa da perno nello sviluppo della pianta e nella risposta agli stress biotici o abiotici, poiché il glucosio e il fruttosio sono importanti per la segnalazione delle molecole e dei substrati essenziali per la produzione di energia.

I ricercatori hanno osservato che silenziando il gene INVINH1 nel pomodoro, attraverso l’interferenza dell’RNA, si ottiene un prolungamento della vita della foglia, bloccando l’invecchiamento indotto dall’acido abscissico, e un aumento del peso del seme e del livello di esosio nel frutto, grazie a una maggiore idrolisi del saccarosio.

Il documento pubblicato dalla rivista Plant Cell è scaricabile all’indirizzo: http://dx.doi.org/10.1105/tpc.108.063719


Mais BT: rischi trascurabili per i ragni

Le varietà di mais geneticamente modificato, che produce la proteina insetticida Cry3Bb1, offre un metodo efficace per controllare gli attacchi della diabrotica del mais. Alcune preoccupazioni sono state tuttavia espresse sui possibili effetti negativi di queste varietà su artropodi non-target. Un gruppo di ricercatori svizzeri ha esaminato gli effetti della proteina Cry3Bb1 sul Theridion impressum, una specie molto comune di ragno predatore, diffuso nei campi di mais europei.

L’esame della Cry3Bb1 in specie potenziali prede raccolte in campi di mais Bt e l’analisi di una gamma di prede hanno rivelato che il T. impressum ingerisce la Cry3Bb1 in campo. Nonostante la Cry3Bb1 venga ingerita dal ragno, i ricercatori non hanno evidenziato livelli di tossicità. Effettuando studi di laboratorio il gruppo di ricerca non ha evidenziato differenze nei livelli di mortalità, nello sviluppo del peso o nella riproduzione dei ragni che avevano assunto la proteina Cry3Bb1 attraverso l’alimentazione, rispetto agli altri.

Il documento pubblicato dalla rivista Plant Biotechnology Journal è disponibile al seguente indirizzo: http://dx.doi.org/10.1111/j.1467-7652.2009.00431.x

BIOCOMBUSTIBILI

Dalla Commissione europea il modello per il piano di azione per le energie rinnovabili

http://ec.europa.eu/energy/renewables/doc/nreap__adoptedversion__30_june_en.pdf
http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/09/1055&format=HTML
http://www.thebioenergysite.com/news/4018/template-for-national-renewable-energy-action-plans

La Commissione europea ha recentemente istituito un modello per i piani d’azione nazionali per le energie rinnovabili (NREAP) come stabilito dalla direttiva europea sulle energie rinnovabili. Il modello servirà a fornire agli stati membri delle linee guida per elaborare il proprio piano d’azione in tema di energie rinnovabili, al fine di raggiungere gli obiettivi fissati per il 2020 (il 20% del fabbisogno energetico complessivo di ogni stato membro dovrà provenire da fonti rinnovabili). Secondo il modello, gli stati membri dovranno quindi "dettagliare delle policy nazionali prevedendo misure a lungo termine, quali la revisione delle procedure amministrative, lavorare sull’informazione e la formazione, sullo sviluppo e l’accesso alle infrastrutture energetiche". Il modello servirà a garantire la completezza del piano nazionale, ma anche consentire raffronti. Il modello è accessibile dal sito Europa website.