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In questo numero:

Giugno 2009

NEWS

Dal mondo

Per contrastare la crisi alimentare occorre un sistema più efficiente

Iniziata nel 2006, la crisi alimentare ha raggiunto nel 2008 il suo picco massimo e rappresenta un segnale di allarme per la comunità internazionale affinché si agisca in modo congiunto per contrastare la fame nel mondo. Nel corso del World Grain Forum, conclusosi recentemente, Jacques Diouf, Direttore Generale della FAO, ha sottolineato che “c’è bisogno di costruire un sistema di governance più efficace e coerente in merito alla sicurezza alimentare mondiale. Occorre correggere le policy e l’attuale sistema commerciale internazionale che ha portato a una situazione di maggiore povertà e fame”. Diouf ha inoltre lanciato un appello perché gli aiuti allo sviluppo diventino più consistenti nel settore agricolo, con investimenti in favore delle infrastrutture e dell’accesso e utilizzo delle nuove tecnologie da parte dei piccoli coltivatori dei paesi in via di sviluppo.

Il costo elevato dei prodotti alimentari è la causa dello spaventoso aumento del numero di persone che soffrono la fame, arrivato a 115 milioni, mentre altri 100 milioni di persone sono a rischio a causa dell’attuale crisi economica e finanziaria. Dal mese di maggio 31 paesi si trovano in una situazione di crisi alimentare e hanno bisogno di assistenza urgente.

Il testo del comunicato stampa è disponibile al seguente indirizzo:http://www.fao.org/news/story/en/item/20452/icode/


Il World Food Prize assegnato a uno scienziato etiope

L’edizione 2009 del World Food Prize, il prestigioso premio statunitense considerato il Premio Nobel per l’alimentazione, è stato assegnato al professor Gebisa Ejeta, genetista etiope, della Purdue University, dell’Indiana, per le sue ricerche sul miglioramento genetico del sorgo. Il suo lavoro si è incentrato sullo sviluppo di varietà ibride ad alto livello di produttività, resistenti alla siccità e alle piante infestanti parassite del genere Striga. Il premio, di 250.000 dollari, sarà consegnato il 15 ottobre in occasione del Congresso dello Iowa.

Il professor Ejeta ha lavorato in Sudan nei primi anni ’80 e ha sviluppato la varietà Dura-1, il primo ibrido commerciale di sorgo per l’Africa. Questa varietà presentava una maggiore resistenza alla siccità e produsse raccolti di sorgo fino al 150% maggiori rispetto alle varietà tradizionali. In Sudan ogni anno sono coltivati circa 400.000 ettari di sorgo tollerante la siccità. Ejeta si è poi concentrato sullo studio dello Striga, una pianta infestante parassita che può arrivare a devastare interi campi coltivati di mais, riso, orzo perlato, canna da zucchero e sorgo. Insieme al collega Larry Butler della Purdue University, Ejeta ha identificato i geni che conferivano resistenza allo Striga e li ha trasferiti nelle varietà di sorgo adattate al territorio locale ottenendo delle varietà cultivar migliorate. “Il professor Ejeta sapeva che le sue varietà migliorate avrebbero dovuto essere utilizzate dagli agricoltori per avere un rilievo nella vita delle persone. Ciò significava che essi dovevano avere accesso al mercato delle sementi e al credito per acquistare le forniture” ha commentato Hilary Clinton. “I risultati di Ejeta per migliorare il sorgo mostrano quello che si può ottenere quando la tecnologia d’avanguardia e la cooperazione internazionale in campo agricolo sono utilizzate per aiutare le popolazioni più deboli a risollevarsi e dare loro maggior potere” ha sottolineato Norman Burlaug, fondatore del World Food Prize.

Maggiori informazioni sono disponibili a questo indirizzo: http://www.worldfoodprize.org/press_room/2009/june/announcement.htm. Un estratto dei risultati del professor Ejeta sono disponibili a questo indirizzo: http://www.worldfoodprize.org/press_room/2009/june/ejeta.htm


Appello al G8: nuovi investimenti in agricoltura per una resa più alta

Mentre continua la crisi finanziaria globale, i Ministri per lo Sviluppo che fanno parte del G8 hanno convocato a Roma una sessione in cui alcuni rappresentanti dei paesi africani hanno discusso dei problemi dello sviluppo insieme ai responsabili delle agenzie delle Nazioni Unite. Tra questi erano presenti Emile Frison del Bioversity International, Jacques Diouf della Food and Agriculture Organization, e Kanayo Nwanze dell’International Fund for Agricultural Development che si sono trovati d’accordo nel sostenere l’appello per un aumento degli investimenti destinati all’agricoltura nei paesi in via di sviluppo, che tengano conto anche dei piccoli coltivatori africani.

"In questo momento di crisi economica in cui tutti cercano il miglior rapporto qualità-prezzo, la ricerca in ambito agricolo offre un maggior ritorno degli investimenti rispetto ad altri tipi di sostegno" ha dichiarato Emile Frison, Direttore Generale di Bioversity International. È stato inoltre sollecitato l’invio, in occasione del G8, di una dichiarazione mirata a sollecitare “policy coerenti e scientifiche che incoraggino una crescita agricola globale e sicura per l’ambiente e gestita attraverso una forte cooperazione a livello regionale, nazionale e internazionale".

L’articolo completo è disponibile a questo indirizzo: http://www.bioversityinternational.org/news_and_events/news/news/article/invest_in_agriculture_for_
highest_payback_bioversity_urges_g8_development_ministers.html?tx_ttnews%5BbackPid%5D=323&cHash=45815b1e86


Hillary Clinton: 7 principi per un’agricoltura globale sostenibile

Fame cronica e sicurezza alimentare sono due punti prioritari nell’agenda dell’amministrazione Obama. Parlando nel corso della cerimonia di proclamazione del World Food Prize 2009 tenutasi a Washington, DC, Hillary Clinton, Segretario di Stato degli Stati Uniti, ha dichiarato: "Gli effetti della fame cronica non saranno mai sottolineati abbastanza. La fame non è solo una condizione fisica, è un danno per lo sviluppo economico, una minaccia per la sicurezza globale, un ostacolo per la salute e l’educazione e una trappola per milioni di persone in tutto il mondo che lavorano tutto il giorno, riuscendo a malapena a produrre cibo sufficiente per il proprio sostentamento o per quello delle loro famiglie".

La Clinton ha quindi indicato sette principi su cui fondare un sistema di agricoltura sostenibile a livello mondiale. Questi principi si basano sulla necessità di:

  • Aumentare la produttività agricola ampliando l’accesso a sementi di qualità, fertilizzanti e mezzi di irrigazione;
  • Incentivare il settore privato migliorando la conservazione e la lavorazione dei prodotti alimentari e migliorando le strade e i trasporti;
  • Conservare le risorse naturali perché le future generazioni abbiano terre coltivabili;
  • Diffondere le conoscenze e la formazione sostenendo la ricerca e lo sviluppo e preparando i futuri scienziati;
  • Aumentare gli scambi commerciali affinché i piccoli coltivatori possano vendere le proprie produzioni;
  • Dare supporto a una riforma delle policy e a un buon sistema di governance;
  • Dare supporto alle donne e alle famiglie;
L’articolo completo è disponibile al seguente indirizzo: http://www.state.gov/secretary/rm/2009a/06/124659.htm

Americhe

Monsanto e BASF annunciano la scoperta di un gene che conferisce resistenza alla siccità

I ricercatori di Monsanto e BASF hanno annunciato la scoperta di un gene derivato da un batterio presente nel suolo, in grado di conferire alle piante di mais resistenza alla siccità. Questo potrebbe contribuire a mantenere una certa stabilità delle rese anche durante periodi in cui l'apporto di acqua risulta inadeguato. Il gene cspB, che proviene dal batterio Bacillus subtilis, presente in natura, sarà utilizzato dalle due società per produrre la prima generazione di mais tollerante alla siccità, il cui rilascio a livello commerciale è in attesa di approvazioni normative ed è previsto per il 2012. Il gene cspB codifica per l’RNA chaperone, molecole che si legano all’RNA e ne facilitano la funzione. I ricercatori avevano inizialmente identificato il gene nei batteri soggetti a condizioni di freddo particolarmente rigido.

Monsanto e BASF hanno dichiarato di aver completato le procedure di richiesta di approvazione per la coltivazione negli Stati Uniti e Canada, e per l’importazione in Messico, Unione europea e Colombia. Si tratta della prima varietà al mondo tollerante alla siccità prodotta tramite le biotecnologie.

Il comunicato stampa è disponibile a questo indirizzo: http://monsanto.mediaroom.com/index.php?s=43&item=710 I risultati dei ricercatori della Monsanto sono pubblicati dalla rivista Plant Physiology. Il documento completo è disponibile per gli abbonati al seguente indirizzo: http://www.plantphysiol.org/cgi/content/full/147/2/446


Aggiornato il genoma dell’Arabidopsis

L’Arabidopsis thaliana è un’erba infestante ampiamente diffusa, imparentata con broccoli e senape, che si è rivelata come un importante strumento di ricerca nel campo della biologia molecolare e della genetica vegetale. Il suo ruolo in agricoltura è minimo, tuttavia l’Arabidopsis presenta diversi vantaggi che ne hanno fatto il modello per la comprensione della biologia di sementi più importanti. Il suo genoma completo consiste in un set ridotto di geni, molti dei quali hanno analoghi funzionali in piante con genomi molto più ampi. La sequenza completa del genoma, così come la struttura genica, la mappa genomica e i marcatori fisici di questa pianta modello, si trovano in un database chiamato Arabidopsis Information Resource (TAIR). Il gruppo TAIR ha recentemente diffuso una nuova versione della sequenza del genoma dell’Arabidopsis, che include una serie di miglioramenti e nuove caratteristiche.

Il nuovo genoma TAIR9 contiene informazioni dettagliate su tutti i 33518 geni che formano questa piccola pianta. Il gruppo di studio TAIR, con sede alla Carnegie Institution for Science in California, ha apportato ampi aggiornamenti alla sequenza del genoma sulla base dei nuovi inserimenti. "Abbiamo ora un sistema di ranking che offre un criterio per stabilire in modo affidabile se la struttura di uno specifico gene è corretta” ha sottolineato la responsabile del TAIR, Eva Huala che insieme ai suoi colleghi ha revisionato le informazioni sugli pseudogeni – geni che hanno perso la loro capacità di codificare la loro proteina.

Maggiori informazioni sono disponibili ai seguenti indirizzi: http://www.ciw.edu/news/midget_plant_gets_makeover http://www.arabidopsis.org/news/news.jsp http://www.arabidopsis.org/

Asia e Pacifico

Disponibile il nuovo testo Biotech crops in India: the dawn of a new era

Biotech Crops in India: The Dawn of a New Era è l’ultimo di una serie di documenti realizzati dall’ ISAAA, South Asia Office, con sede a New Delhi. L’obiettivo della pubblicazione è quello di offrire un panorama esaustivo e aggiornato delle prove in campo e della commercializzazione delle sementi biotech in India nel 2008. Include inoltre una notevole quantità di articoli autorevoli e statistiche sul cotone Bt, tra cui la superficie coltivata con ibridi di cotone Bt in India, il numero dei coltivatori che utilizzano ibridi e l’approvazione di diversi ibridi in India tra il 2002 e il 2008. Il documento offre una visione generale sull’impatto della commercializzazione del cotone Bt in India a livello nazionale e sui coltivatori durante gli ultimi sette anni, prendendo in considerazione sette diversi studi indipendenti condotti da istituzioni pubbliche. Vengono inoltre presentate le esperienze di molti coltivatori di cotone Bt di diverse aree di coltivazione.

‘The Dawn of a New Era' rappresenta l’inizio della trasformazione dell’agricoltura in India legata all’utilizzo delle biotecnologie. Le sementi migliorate, in quanto frutto di tecnologia all’avanguardia e di genetica superiore, rappresentano un’importante stimolo per lo sviluppo dell’agricoltura. Come sottolineato nel documento questa nuova era offre anche moltissime opportunità di investimento per le istituzioni pubbliche e private. La pubblicazione prende spunto dai contenuti del Brief 39 dell’ISAAA, Global Status of Commercialized Biotech/GM Crops: 2008, scritto da Clive James. 

E possibile richiedere una copia cartacea di Biotech Crops in India: The Dawn of a New Era contattando il South Asia office ISAAA a New Delhi, scrivendo al seguente indirizzo: b.choudhary@cgiar.org oppure knowledge.center@isaaa.org La versione digitale è scaricabile al seguente indirizzo: http://www.isaaa.org/resources/publications/downloads/The-Dawn-of-a-New-Era.pdf

Europa

La Polonia istituisce delle aree OGM-free

Secondo quanto riportato da Radio Polskie la Commissione europea ha approvato la proposta presentata dal governo polacco di creare delle aree OGM-free nel paese. La Polonia è nota per essere uno dei paesi più intransigenti del mondo per quanto riguarda gli organismi geneticamente modificati (OGM). I coltivatori che vogliono piantare sementi transgeniche dovranno innanzitutto ottenere un permesso dal governo locale, il quale ne darà comunicazione a coloro che vivono in quella determinata area e che a loro volta avranno diritto di rifiutare la presenza di un campo GM. In caso di rifiuto il coltivatore non potrà ottenere il permesso di coltivare sementi GM. I coltivatori che otterranno il permesso dovranno comunque documentare ogni singola fase del processo di coltivazione e in caso di violazione delle regole potranno incorrere in una multa di 4.500 euro.

L’articolo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.polskieradio.pl/thenews/news/artykul109139_ec_accepts_polish_gmo_regulations.html


Limagrain ottiene la licenza per la meganucleasi I-SceI

Limagrain, un gruppo di cooperative internazionale con sede in Francia, ha stipulato con Cellectis un contratto di licenza non esclusiva per l’uso della meganucleasi I-SceI nelle coltivazioni. L’accordo consentirà a Limagrain di portare avanti progetti di ricerca e sviluppo su tratti vegetali importanti, utilizzando le biotecnologie. Biogemma, società di biotecnologie che detiene azioni della Limagrain, sarà responsabile della produzione di prodotti agricoli. In un secondo momento i prodotti saranno commercializzati da Limagrain e altri shareholder di Biogemma. L’accordo arriva a seguito della spinta dei partner coinvolti per sviluppare piante geneticamente modificate che consentirebbero di unire più tratti interessanti in un’unica pianta.

Il testo del comunicato stampa è disponibile al seguente indirizzo: http://www.cellectis.com/fileadmin/Cellectis/Communiques_de_Presse/clspr-gb-090602.pdf


In Germania al via in Germania le prove in campo di orzo GM

L’Ufficio Federale per la Protezione dei Consumatori e per la Sicurezza Alimentare della Germania ha dato il via libera all’Università Justus Liebig di Geissen per effettuare delle prove in campo di alcune linee transgeniche di orzo resistente al fungo patogeno Rhizoctonia. La Rhizoctonia è un importante patogeno che colpisce un vasto numero di sementi e che nell’orzo causa l’infezione dello stelo. La prova in campo verrà effettuata a Thuledorf nella regione tedesca del Mecklenburg-vorpommern. La finalità del rilascio limitato/controllato è quella di verificare gli effetti di piante geneticamente modificate sui microorganismi benefici del suolo. La Justus Liebig University è obbligato ad adottare specifiche misure per limitare la diffusione e la permanenza del materiale vegetale GM nel’ambiente. Il campo di prova sarà monitorato fino a due anni dopo il rilascio/prova.

Maggiori informazioni sono disponibili a questo indirizzo: http://www.bvl.bund.de/nn_495478/DE/08__PresseInfothek/01__Presse__und__Hintergrundinformationen/
01__PI__und__HGI/GVO/2009/gerste.html__nnn=true


Identificato un nuovo gene per la resistenza agli afidi

I ricercatori dell’INRA, Istituto Nazionale francese per la Ricerca Agricola, hanno identificato un nuovo gene che conferisce resistenza contro l’Aphis gossypii, afide del melone e del cotone. L’afide si è rivelato come uno dei principali problemi per i coltivatori di cucurbitacee, pomodori e limoni. Gli afidi del melone danneggiano le piante inserendo una sorta di uncino nelle foglie della pianta e succhiandone la linfa. Gli afidi sono uno dei vettori più comuni per la trasmissione di patologie vegetali.

I ricercatori hanno identificato il gene della resistenza, che hanno chiamato Vat (virus aphid transmission), nelle linee di melone originarie dell’India. Il gene conferisce un fenotipo con doppia resistenza: resistenza alle infestazioni degli afidi e resistenza alla trasmissione virale. Il locus genico Vat è stato introdotto con successo nelle varietà cultivar commerciali ad alta produttività. Il gruppo di ricercatori dell’INRA, guidato da Catherine Dogimont, sta ora lavorando per introdurre il gene anche nel cotone, nel cetriolo, e in altre specie vegetali soggette agli afidi. Si sta cercando di individuare inoltre geni ortologhi del gene Vat in altre specie.

Maggiori informazioni sono disponibili a questo indirizzo: http://www.international.inra.fr/


EFSA: improbabile che i geni marcatori antibiotici siano dannosi per la salute e l’ambiente

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha pubblicato una dichiarazione che fornisce una panoramica consolidata sull’uso dei geni marcatori di resistenza agli antibiotici nelle piante geneticamente modificate (GM). I due gruppi di esperti scientifici, GMO e BIOHAZ, hanno concluso che, in base alle informazioni attualmente disponibili, è improbabile che l’utilizzo dei due geni marcatori di resistenza agli antibiotici nptII e aadA produca effetti avversi sulla salute umana e sull’ambiente. Secondo quanto comunicato dai due gruppi di ricerca non è stato evidenziato alcun trasferimento di ARMG da piante GM a batteri né in condizioni naturali né in laboratorio. L’ostacolo principale al passaggio stabile dei geni marcatori di resistenza antibiotica dalle piante GM ai batteri è la mancanza di identità della sequenza di DNA tra tali piante e i batteri.

Gli esperti hanno tuttavia sottolineato i limiti nella stima dei livelli di esposizione e l’impossibilità di attribuire il trasferimento dei geni a una fonte precisa. Non sempre è possibile definire con esattezza da quale organismo un gene ARM, presente in un altro organismo, possa aver avuto origine, né fornire una stima esatta della portata del fenomeno.

Hanno inoltre studiato l’importanza clinica degli antibiotici cui gli ARMG conferiscono resistenza. L’nptII conferisce resistenza alla kanamicina, che viene usata come antibiotico di seconda linea per il trattamento della tubercolosi multiresistente (mdr-TB), il cui aumento della resistenza a tali antibiotici è preoccupante in tutto il mondo. Si è tuttavia osservato che l’nptII non è implicato nella resistenza alla kanamicina nel trattamento della mdr-TB.

L’articolo completo è disponibile al seguente indirizzo: http://www.efsa.europa.eu/EFSA/efsa_locale-1178620753812_1211902569389.htm


Biotecnologia verde e cambiamenti climatici

Europabio ha pubblicato un nuovo documento: Green Biotechnology and Climate Change. Il rapporto sottolinea le potenzialità delle agrobiotecnologie per ridurre le emissioni di gas serra, sviluppare l’adattamento delle sementi ai cambiamenti climatici e produrre una maggiore quantità di prodotti alimentari a partire da una minore disponibilità di superficie coltivata. Il testo riporta anche informazioni sulle numerose opportunità che le biotecnologie verdi possono offrire ai coltivatori per passare a pratiche agricole sostenibili che possano far fronte alle sfide future.

"I cambiamenti climatici rappresentano un’enorme minaccia alla sopravvivenza di milioni di persone in tutto il mondo a causa di carestia e malattie. È nostra responsabilità smettere di discutere e intraprendere un nuovo percorso riconoscendo, garantendo e utilizzando tutti gli strumenti disponibili, incluse soluzioni sicure derivanti dalle agrobiotecnologie" ha sottolineato Willy de Greef, Segretario Generale di EuropaBio.

Il comunicato stampa è disponibile al seguente indirizzo: http://www.europabio.org/PressReleases/green/PR_090619_Green_Week.pdf. Il report completo può essere scaricato al seguente indirizzo: http://www.europabio.org/positions/GBE/PP_090619_Climate_Change.pdf


Tribunale tedesco condanna attivisti anti OGM per la distruzione di un campo di frumento

Un gruppo di attivisti anti OGM, responsabile della distruzione di un campo di prova di frumento geneticamente modificato (GM) a Gatersleben in Germania, è stato riconosciuto colpevole dal tribunale della Sassonia-Anhalt. Il tribunale ha stabilito che il giorno 21 aprile 2008 il gruppo, entrato nell’area di coltivazione gestita dal Leibniz Institute of Plant Genetics and Crop Plant Research, agì contro le leggi vigenti. Gli attivisti sono stati condannati al risarcimento del danno provocato, che l’Istituto ha stimato essere non inferiore a 245.000 euro.

Secondo il report stilato da GMO Compass, gli attivisti si opposero al campo di prova per la sua vicinanza alla Gene Bank di Gatersleben e per giustificare la distruzione del campo hanno citato il principio legale della übergesetzlicher Notstand (necessità extra-statutaria).

Le piante di frumento si riproducono per autoimpollinazione con livelli di outcrossing (fecondazione incrociata) inferiori all’1%. Il campo di prova era a circa 500 metri dai lotti di propagazione della Gene Bank.

L’articolo originale è disponibile al seguente indirizzo: http://www.gmo-compass.org/eng/news/449.docu.html


I ricercatori modificano le piante di ricino per produrre biolubrificanti

Alcuni ricercatori dell’Università di Almeria in Spagna stanno lavorando per sviluppare piante di ricino geneticamente modificate con una composizione alterata di semi oleosi. Il gruppo di ricercatori, guidato da Federico García Maroto, ha identificato una serie di geni e promotori che potrebbero aumentare la concentrazione di acidi grassi monoinsaturi, in particolare gli acidi oleico e palmitico, nelle sementi di ricino. Gli oli con un alto livello di acidi grassi monoinsaturi sono ideali come biolubrificanti. Il livello di ossidazione degli oli vegetali dipende in gran parte dalla loro componente di acidi grassi. Gli oli ad alto contenuto di acido oleico, per esempio, resistono all’ossidazione, riducendo la quantità di processi chimici e additivi richiesti.

Numerosi istituti di ricerca e università in Spagna stanno lavorando in modo congiunto per sviluppare varietà di piante di ricino per la produzione di biolubrificanti che siano adatte alle condizioni agronomiche e ambientali del paese.

Maggior informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.andaluciainvestiga.com/english/salaPrensa/notas/090625-01.asphttp://www.pnas.org/content/106/25/10359.abstract

RICERCA

Sviluppata la prima mappa fisica del genoma del cetriolo

Un gruppo di ricercatori del National Maize Improvement Center della Cina, dell’Università del Wisconsin e del Ministero Cinese dell’Agricoltura ha prodotto una mappa genetica e citogenetica integrata del genoma del cetriolo. La mappa, che rappresenta un’importante risorsa per i selezionatori impegnati nello sviluppo di varietà di cucurbitacee migliorate, include 995 marcatori SSR(Simple Sequence Repeats) in sette gruppi di linkage che si estendono per un totale di 573 cM (centiMorgan). Il 49%, il 26% e il 22% dei 995 SSR erano contenuti rispettivamente nel melone, cocomero e nella zucca. Per stabilire le relazioni tra i gruppi di linkage e i cromosomi del cetriolo è stata utilizzata l’analisi FISH (ibridazione in situ fluorescente).

Secondo i ricercatori questa è la prima mappa realizzata per le specie di cetriolo. In un documento pubblicato da PloS ONE, Yi Ren e i suoi colleghi hanno sottolineato che la disponibilità di tale mappa faciliterà la sequenziazione dell’intero genoma e il clonaggio per posizione, rafforzerà la selezione assistita da marcatori e offrirà opportunità per studiare la sintenia tra le varietà di cucurbitacee.

Il documento è disponibile al seguente indirizzo: http://dx.doi.org/10.1371/journal.pone.0005795


Il DNA spazzatura non sarebbe così inutile

Secondo i ricercatori dell’Agricultural Research Service dell’USDA (Dipartimento per l’Agricoltura degli Stati Uniti) e i collaboratori della Johns Hopkins University il DNA spazzatura conterrebbe molte più informazioni di quanto si sia ritenuto finora. È emerso che quello che inizialmente era stato considerato DNA senza alcun valore, nelle piante potrebbe in realtà rivelarsi un importante regolatore dell’espressione dei geni e potrebbe avere un ruolo chiave per lo sviluppo di sementi transgeniche migliorate.

Bret Cooper e il suo team di colleghi hanno cercato il DNA spazzatura nella pianta modello Arabidopsis in piccole porzioni di DNA che si presentavano come schemi molecolari. Confrontando gli schemi con i geni, i ricercatori hanno scoperto che il 50% dei geni avevano le stesse sequenze degli schemi molecolari. Tali schemi, chiamati pyknon sono importanti poiché preannunciano un connessione non prevista tra il DNA che codifica e DNA che non codifica. Sono stati identificati nel genoma umano e al momento non si sa se i pyknon abbiano una più ampia importanza biologica o se siano semplicemente fenomeni del genoma umano.

In un articolo pubblicato dal Molecular BioSystems, Cooper e i suoi colleghi hanno osservato che la maggior parte di questi pyknon assomigliano a piccole porzioni di RNA che regola l’espressione dei geni attraverso il silenziamento dei geni. Secondo i ricercatori questo indicherebbe che i segmenti di RNA che silenziano i geni vengono riconvertiti in DNA e integrati nello spazio intergenico. Utilizzando l’informazione derivante dai pyknon, i ricercatori hanno potuto definire con precisione i geni che sono controllati tramite silenziamento. Inoltre potrebbero essere possibili alcune applicazioni per il miglioramento genetico delle piante.

Il documento originale è disponibile al seguente indirizzo: http://www.ars.usda.gov/is/pr/2009/090602.htm L’articolo pubblicato da Molecular BioSystems è disponibile al seguente indirizzo: http://dx.doi.org/10.1039/b903031j


Vaccino contro la rabbia dalle carote GM

Alcuni ricercatori della National Autonomous University del Messico hanno sviluppato alcune piante di carota in grado di accumulare livelli significativi della glicoproteina del virus della rabbia. Nonostante la disponibilità dei vaccini, la rabbia continua a essere una delle problematiche più importanti a livello mondiale, specialmente nei paesi in via di sviluppo Secondo i ricercatori l’esistenza di un vaccino disponibile tramite un vegetale commestibile potrebbe fornire un’alternativa meno costosa.

Il gene che codifica la glicoproteina della rabbia è stato introdotto nelle cellule embriogeniche delle carote attraverso il bombardamento con particelle. I ricercatori hanno osservato che tutte le piante modificate presentavano un normale fenotipo se paragonate a piante non modificate. Alcuni topi immunizzati con l’antigene hanno prodotto anticorpi della rabbia e sviluppato resistenza alla patologia.

Il documento pubblicato da Transgenic Research è disponibile al seguente indirizzo: http://dx.doi.org/10.1007/s11248-009-9278-8


Identificato dai ricercatori il gene che codifica l’autoincompatibilità del polline

Alcuni ricercatori dell’Università di Birmingham del Regno Unito hanno identificato nel papavero (Papaver rhoeas) il gene maschile, finora non definito, responsabile dell’autoincompatibilità, un importante meccanismo che previene l’autofecondazione e serve a promuovere una più ampia diversità genetica. I ricercatori avevano già identificato il gene femminile che indica allo stigma quali pollini rifiutare o accettare, ma il corrispondente maschile di questo gene, la corrispondente etichetta molecolare sul polline che ne consente il riconoscimento, è rimasto a lungo indefinito.

Secondo quanto riportato dalla rivista Nature, Noni Franklin-Tong e i suoi colleghi hanno scoperto che l’interazione dei geni maschili e femminili scatena una serie di segnali chimici a catena che inibiscono la crescita del gametofito maschile. Una volta che la crescita ne viene inibita, interviene l’apoptosis o morte programmata delle cellule, e il polline viene indotto al suicidio. Secondo i ricercatori l’identificazione del gene maschile, che è stato chiamato PrpS, potrebbe aprire nuove strade per produrre delle sementi ibride F1.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.bbsrc.ac.uk/media/releases/2009/090601_scientists_solve_poppy_puzzle.html Il documento completo è disponibile per gli abbonati di Nature al seguente indirizzo: http://dx.doi.org/10.1038/nature08027


Secondo i ricercatori francesi i divieto della Germania sul mais GM non è giustificato

Lo scorso aprile, la Germania aveva vietato la coltivazione del mais MON810 resistente agli insetti. Il mais GM sviluppato da Monsanto, è l’unica varietà geneticamente modificata approvata dall’Unione europea. La Germania aveva presentato nuovi dati sulle possibili conseguenze ambientali di questa varietà di mais, in particolare due documenti scientifici che descrivono test di laboratorio effettuati sull’alimentazione di organismi d’acqua e di terra, coccinelle, pulci d’acqua (Daphnia) e dati precedenti sui lepidotteri. Un gruppo di ricercatori dell’Università Joseph Fourier, dell’Università Paris-Sud 11 e dell’Istituto Nazionale Francese per la Ricerca Agricola (INRA) ha portato avanti un’analisi di questi nuovi dati.

In un documento pubblicato dalla rivista Transgenic Research, il team guidato da Agnes Ricroch, arriva a concludere che il divieto della Germania "è basato su una lista incompleta di referenze, non tiene conto dell’approccio caso per caso, ampiamente condiviso, e confonde il rischio potenziale e rischio comprovato nel procedimento scientifico di valutazione del rischio. "I ricercatori hanno inoltre sottolineato che l’Ufficio Federale Tedesco per la Protezione del Consumatore e la Sicurezza Alimentare ha invocato il divieto "sulla base di due studi di laboratorio inconcludenti, insufficienti per valutare le conseguenze sull’ecosistema".

Il documento è disponibile al seguente indirizzo: http://dx.doi.org/10.1007/s11248-009-9297-5. Gli abbonati al giornale possono accedere a materiale aggiuntivo che riporta una lista e gli estratti dei documenti utilizzati nello studio.

BIOCOMBUSTIBILI

Stimate le impronte idriche della bioenergia prodotta dalle principali sementi

http://www.pnas.org/content/early/2009/06/03/0812619106.full.pdf http://www.thebioenergysite.com/news/3880/concerns-raised-over-water-thirsty-jatropha http://robertkyriakides.wordpress.com/2009/06/10/biofuels-their-water-footprint/

Alcuni scienziati olandesi del Dipartimento di Water Engineering Management e del laboratorio di Thermal Engineering dell’Università di Twente (Paesi Bassi) hanno recentemente pubblicato un rapporto che analizza l’impronta idrica della bioenergia prodotta dalle sementi più comunemente utilizzate nel mondo. Il documento definisce l’impronta idrica come la “quantità di acqua corrente utilizzata per la produzione di bioenergia dove è stata effettivamente prodotta". Le unità di impronta idrica utilizzate nello studio sono state misurate in termini di metri cubi di acqua per Giga-joule di bioenergia. La bioenergia può presentarsi in forma di elettricità, calore o biocarburanti (etanolo/biodiesel, tutti derivati da biomasse). Le sementi citate nello studio sono le seguenti: orzo, manioca, mais, patata, colza, riso, segale, sorgo, soia, barbabietola da zucchero, canna da zucchero, frumento e jatropha. Dallo studio è emerso quanto segue: (1) l’impronta idrica della produzione di elettricità dalle biomasse (bioelettricità) è minore rispetto a quella della produzione di biocarburante; (2) la produzione di bioetanolo ha un’impronta idrica inferiore rispetto a quella della produzione di biodiesel (3) la jatropha ha un’impronta idrica di 600 metri cubi Giga-joule, (4) l’impronta idrica più bassa per la produzione di bioetanolo può essere ottenuto dalle seguenti sementi: barbabietola da zucchero, patata e canna da zucchero. Lo studio completo è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (vedi link sopra).

ANNUNCI

ISAAA su Twitter

Oltre a poter ricevere gli aggiornamenti via email e RSS, potete ora seguire l’ISAAA (International Service for Agri-biotech Applications) su Twitter. Se avete già un account Twitter potete collegarvi all’indirizzo http://twitter.com/isaaa_seasia e ricevere le ultime informazioni sulle agrobiotecnologie. Twitter è un social network e servizio di micro-blog che consente agli utenti di mettere online messaggi brevi. Chi non è ancora registrato può farlo al seguente indirizzo: https://twitter.com/signup

DOCUMENTO PROMEMORIA

La catena di produzione GM e non GM: coesistenza e tracciabilità

Sono stati pubblicati i risultati finali di quattro anni di ricerca scientifica sulla gestione della produzione di OGM e non OGM e derivati, relativi al progetto Co-Extra sulla coesistenza e tracciabilità della catena di produzione GM e non GM. Il documento comprende oltre 100 testi, riguardanti svariati temi quali i metodi per la gestione dei flussi di geni, l’identificazione di ingredienti GM nei cibi e negli alimenti per animali, tematiche legali, di responsabilità e di compensazione e tecnologie per la gestione della catena di produzione. Vengono inoltre presentate alcune esperienze su coesistenza e tracciabilità in paesi extraeuropei, in particolare alcuni paesi in via di sviluppo.

Il documento può essere scaricato al seguente indirizzo: http://www.inra.fr/content/download/16700/276597/version/1/file/Co-Extra-Conference-Book-final-low-res.pdf


Portale web per la genomica vegetale comparativa

Il Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti Joint Gene Institute (DOE JGI) ha diffuso una versione potenziata di Phytozome.net, un portale web dedicato alla genomica vegetale comparativa ideato per spingere la ricerca nel campo dei biocarburanti, dell’alimentazione umana e animale e delle fibre. Il portale comprende 14 genomi di vegetali, tra cui quelli di soia, sorgo, riso, papaya e uva, ma anche sequenze di cromosomi batterici artificiali (BAC) di mais. Phytozome 4.0 include strumenti per la visualizzazione dei genomi delle piante e annotazioni correlate, analisi della sequenza, e una grande quantità di dati relativi alle varietà vegetali.

L’indirizzo del portale è il seguente: http://www.phytozome.net. Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.jgi.doe.gov/News/news_09_05_28.html


Nuove brochure ISAAA

L’International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications (ISAAA) ha aggiornato due brochure istituzionali: Global Sharing of Knowledge and Technology on Crop Biotechnology to Alleviate Poverty e Strengthening Knowledge Sharing Initiatives on Crop Biotechnology in the Developing World. Le due brochure sono disponibili ai seguenti indirizzi: http://www.isaaa.org/inbrief/flashpaper/brochure/ e http://www.isaaa.org/programs/knowledgecenter/brochure/