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In questo numero:

Ottobre 2009

NEWS

Dal mondo

Due Premi Nobel 2009 per la ricerca su telomeri e ribosomi

I ricercatori statunitensi Elizabeth H. Blackburn, Carol W. Greider e Jack W. Szostak sono stati insigniti del Premio Nobel 2009 per la medicina per la loro scoperta dei telomeri e dell’enzima telomerasi e sulla loro funzione. Blackburn e colleghi hanno spiegato un punto fondamentale del processo di divisione cellulare: come i cromosomi vengono copiati in modo completo durante il processo e come vengano protetti dal processo di degenerazione. I telomeri sono infatti aree che si trovano al termine dei cromosomi e che proteggono i filamenti di DNA dalla degradazione. Sono simili ai ‘cappucci’ di plastica che si trovano in fondo ai lacci per le scarpe. I ricercatori hanno dimostrato che se i telomeri vengono accorciati le cellule invecchiano. Hanno inoltre scoperto un enzima, che hanno chiamato telomerasi, che consente di rimpiazzare i telomeri. La scoperta della telomerasi ha dato un nuovo impulso allo studio di nuove strategie terapeutiche per contrastare il cancro e le malattie ereditarie causate da difetti della telomerasi quali l’anemia aplastica.

In un comunicato stampa il Comitato per il Premio Nobel sottolinea che "le scoperte dei tre ricercatori - Blackburn, Greider e Szostak – hanno aperto una nuova strada per la comprensione del funzionamento delle cellule e hanno gettato nuova luce sui meccanismi delle malattie, stimolando lo sviluppo di nuove possibili terapie".

Il Premio Nobel 2009 per la chimica è stato invece assegnato ai ricercatori americani Venkatraman Ramakrishnan e Thomas Steitz e all’israeliana Ada Yonath, per il loro lavoro sulla mappatura su scala atomica dei ribosomi, particelle fondamentali per la sintesi proteica. La ricerca di Ada Yonath cominciò negli anni ’80 quando riuscì a produrre le prime immagini, tramite cristallografia a raggi X, della struttura dei ribosomi, impresa considerata all’epoca impossibile. Steitz e Ramakrishnan hanno poi lavorato per determinare la struttura atomica delle subunità dei ribosomi 50S e 30S.

"Una migliore comprensione del funzionamento dei ribosomi è importante per una comprensione scientifica della vita. Queste scoperte possono essere utilizzate per un uso pratico e immediato; molte delle cure antibiotiche attuali trattano infatti diverse malattie bloccando la funzione batterica dei ribosomi" ha sottolineato il Comitato in un comunicato stampa.

Maggiori informazioni sono disponibili ai seguenti indirizzi: http://nobelprize.org/nobel_prizes/medicine/laureates/2009/press.html http://nobelprize.org/nobel_prizes/chemistry/laureates/2009/press.html


I cambiamenti climatici e il loro impatto sulla sicurezza alimentare

Quali sono le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla sicurezza alimentare? Quali sono gli investimenti che potrebbero controbilanciare le conseguenze negative per l’uomo? Secondo il report Agricultural Adaptation to Climate Change in the Developing World: What will it Cost? pubblicato dall’International Food Policy Research Institute (IFPRI), il settore agricolo, così come l’intera popolazione mondiale subiranno gli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Il documento sottolinea la "necessità di prevedere importanti investimenti per la produttività agricola, tra i 7,1 e i 7,3 miliardi di dollari, per aumentare il consumo di calorie e controbilanciare così l’impatto negativo dei cambiamenti climatici sulla salute e sul benessere dei bambini”.

Il testo riporta anche una serie di previsioni effettuate tramite simulazione dei cambiamenti climatici, a partire dagli attuali modelli di colture agricole:

  • Nei paesi in via di sviluppo i cambiamenti climatici porteranno a una diminuzione nelle rese delle principali coltivazioni. Le aree dell’Asia Meridionale ne risentiranno in modo particolare.
  • I cambiamenti climatici avranno diversi effetti sulle terre irrigate in tutte le regioni, specialmente nell’Asia Meridionale.
  • I cambiamenti climatici porteranno ulteriori aumenti dei prezzi delle principali coltivazioni: riso, frumento, mais e soia.
  • La disponibilità di calorie nel 2050 sarà inferiore rispetto a uno scenario senza cambiamenti climatici e tornerà ai livelli del 2000 in tutti i paesi in via di sviluppo.
Il report completo è scaricabile al seguente indirizzo: http://www.ifpri.org/publication/climate-change-impact-agriculture-and-costs-adaptation


Desertificazione e cambiamenti climatici

Per prevenire la desertificazione e contrastare i cambiamenti climatici servono metodi scientifici in grado di monitorare e valutare il degrado dei suoli e una visione olistica che si focalizzi sulla loro gestione sostenibile. È quanto emerso durante la nona sessione della Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite Convenzione per la lotta contro la desertificazione (COP9) tenutasi alcuni mesi fa a Buenos Aires, in Argentina. La conferenza, dal titolo Understanding Desertification and Land Degradation Trends, è stata organizzata dal Dryland Science for Development Consortium, in collaborazione con il Segretariato dell’UNCCD e con il proprio Comitato Scienza e Tecnologia.

"Dobbiamo aiutare le popolazioni della terra ferma a superare fin da subito il problema della siccità e a frenare il deterioramento del suolo, se vogliamo avere qualche speranza di adattarci ai cambiamenti climatici nei prossimi decenni" ha commentato Mahmoud Solh, Direttore Generale dell’International Center for Agricultural Research in the Dry Areas (ICARDA).

Dalla conferenza sono emersi undici punti che definiscono un "quadro scientifico rigoroso per il monitoraggio e la valutazione" delle dimensioni sociali ed ecologiche della desertificazione, del deterioramento delle terre e della siccità.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.cgiar.org/monthlystory/october2009.html


Global Hunger Index 2009

In 29 paesi, tra cui Burundi, Eritrea, Sierra Leone, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia e Ciad, si registrano livelli di fame “allarmanti” o addirittura “estremamente allarmanti”. In 13 paesi si registrano livelli di fame “elevati” dal 1990. Questa situazione è fortemente legata alla diffusione di grandi squilibri, soprattutto in termini di alfabetizzazione e di accesso all’istruzione. Questi sono solo alcuni dei punti che emergono dal 2009 Global Hunger Index pubblicato dall’International Food Policy Research Institute (IFPRI) in collaborazione con le organizzazioni Welthungerhilfe e Concern Worldwide.

"I paesi più poveri stanno subendo le gravi conseguenze della crisi alimentare e finanziaria" ha spiegato Klaus von Grebmer, autore principale del documento e Direttore Comunicazione dell’IFPRI. "La crisi finanziaria e alimentare ha ridotto in modo significativo il potere d’acquisto e le possibilità di reddito delle persone più povere, che arrivano a spendere fino al 70% del loro reddito per i prodotti alimentari, mentre i prezzi degli alimenti in molti paesi continuano a essere più alti rispetto agli anni passati".

Il Global Hunger Index cataloga i paesi assegnando un punteggio sulla base di tre indicatori principali: la prevalenza di malnutrizione infantile, i livelli di mortalità infantile e la proporzione di persone che non assume un sufficiente apporto calorico.

Il comunicato dell’IFPRI è disponibile al seguente indirizzo: http://www.ifpri.org/pressrelease/2009-global-hunger-index-calls-attention-gender-inequality-need-empower-and-educate-wom


L’imminente crisi dei fosfati può mettere a rischio la produzione e la sicurezza alimentare

I coltivatori hanno sempre utilizzato fertilizzanti a base di fosfato per aumentare le rese agricole. Alcuni dati preoccupanti fanno ora temere che la disponibilità di questi fertilizzanti sia a rischio a causa di una rapida diminuzione delle scorte di fosfato. Secondo alcune stime le riserve di fosfato puro di roccia potrebbero avere una durata residua di soli 50 anni. Attualmente si stanno esaminando eventuali nuove riserve estrattive in mare aperto, anche se potrebbero risultare piene di impurità. Un’alternativa potrebbe essere lo studio del recupero e del riciclo dei fosfati.

Per far sì che le scorte attuali possano durare il più a lungo possibile sono stati suggeriti diversi modi per ridurre l’uso di tali fertilizzanti e migliorarne l’efficienza. Occorrerebbe comunque prendere in considerazione anche altre possibilità per prevenire la possibile crisi delle forniture mondiali. Circa il 70% della fornitura globale di fosfati proviene da Cina, Marocco, Stati Uniti e Russia.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.nature.com/news/2009/091007/full/461716a.html

Americhe

Il Brasile approva altre tre varietà GM

CTNBio, la Commissione Tecnica Nazionale del Brasile per la Biosicurezza, ha autorizzato la commercializzazione nel paese di tre nuove varietà geneticamente modificate. La Commissione ha approvato l’immissione sul mercato delle varietà di mais Monsanto MON 89034, resistente agli insetti, e Dow TC1507xNK603 con tratti combinati, in cui è espressa la proteina Cry1F, che conferisce resistenza alla piralide e ad altri lepidotteri, e le proteine PAT e EPSPS per la tolleranza agli erbicidi a base di glifosinato e glifosato. È stata inoltre autorizzata per uso commerciale una varietà di cotone resistente agli insetti e tollerante gli erbicidi sviluppata da Monsanto (Mon531xMon1445).

Con queste autorizzazioni sale a 11 il numero totale di varietà di mais GM approvate in Brasile, di cui 6 per uso commerciale. Il Brasile è il terzo produttore al mondo di sementi biotech, con 15,8 milioni di ettari coltivati nel 2008.

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.agrobio.org/index.php?option=com_content&task=view&id=7528&Itemid=25


Messico: Monsanto ottiene l’approvazione per le prove in campo di mais GM

Monsanto Company ha ottenuto l’approvazione da parte dei Ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente del Messico per effettuare delle prove in campo di mais GM a Sonora. Secondo quanto riportato nel comunicato stampa diffuso da Monsanto, la decisione arriva a conclusione di una moratoria sulla ricerca sul mais biotech durata 11 anni.

"Attraverso queste prove gli scienziati messicani saranno in grado di ottenere dati scientifici che ci aiuteranno ad avere un quadro più preciso sul modo migliore per gestire questa importante coltivazione nel contesto messicano" ha dichiarato Jose Manuel Madero, Direttore di Monsanto per l’America Latina del Nord.

Una moratoria sulle coltivazioni di mais biotech era stata attuata nel 1997 a condizione che fosse annullata una volta implementato il quadro normativo in materia. Il governo messicano aveva recentemente approvato l’autorizzazione alle prime prove in campo di mais geneticamente modificato.

Il comunicato di Monsanto è disponibile al seguente indirizzo: http://monsanto.mediaroom.com/index.php?s=43&item=760

Europa

I Ministri dell’Agricoltura europei chiedono procedure più rapide per l’autorizzazione delle coltivazioni GM

Secondo gli esperti, gli allevatori europei si troveranno presto ad affrontare una crisi nel settore dei mangimi a meno che l’Unione europea non allenti le attuali regole per l’importazione delle sementi geneticamente modificate, attualmente molto rigide, e in particolare la sua posizione di tolleranza zero. Al momento in Europa non arrivano più carichi di soia provenienti dagli Stati uniti, dopo che diversi carichi sono stati respinti a causa della presenza di mais GM MON88017 e MIR604, come riportato in un articolo pubblicato da GM Compass. Data questa situazione, diversi Ministri dell’Agricoltura hanno fatto un appello all’Unione europea perché siano velocizzate le procedure di autorizzazione.

Il Commissario per l’agricoltura dell’Ue, Mariann Fischer Boel, ha esortato più volte, ma senza risultati la Commissione europea ad accelerare l’approvazione delle nuove varietà GM.

Durante l’ultimo incontro del Consiglio dei Ministri, il ministro danese Eva Kjer Hansen ha appoggiato l’appello di Mariann Boel e ha sollecitato la Commissione europea a risolvere questo problema dovuto alla posizione di tolleranza zero sugli OGM non approvati e che colpisce duramente l’industria dei mangimi. "I ritardi nelle autorizzazioni e una policy di tolleranza zero nei confronti degli OGM stanno danneggiando il sistema di fornitura alimentare dell’Unione europea" ha commentato Eva Hansen. "La rigida interpretazione della policy sulla tolleranza zero è un problema tecnico che potrebbe avere un serio impatto economico in tutta l’Unione europea”.

Anche i Ministri per l’Agricoltura tedeschi hanno recentemente sollecitato una più rapida autorizzazione per i prodotti GM e "un’applicazione meno rigida della regolamentazione sulla tolleranza zero".

L’articolo originale è disponibile al seguente indirizzo: http://www.gmo-compass.org/eng/news/466.docu.html


La valutazione di EuropaBio sul settore dell’industria biotech nei nuovi stati membri dell’Unione europea

Se si considerano Croazia, Turchia e i 12 nuovi membri dell’Unione europea, risulta che Estonia, Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria sono gli stati con il maggior numero di società biotech e in cui il settore delle biotecnologie è più sviluppato. In questi 14 paesi sono presenti in totale 260 società biotech e si sta ora affrontando il difficile passaggio dalla ricerca alla produzione, in condizioni di supporto molto ridotto. Questi dati sono riportati nel documento Biotech in the new EU Member States: An emerging sector pubblicato da EuropaBio (Associazione Europea delle Industrie Biotech) e da Venture Valuation, con la collaborazione di stakeholder nazionali.

Nonostante a livello politico ci sia l’interesse dei governi nei confronti delle biotecnologie e la volontà di sviluppare la ricerca e lo sviluppo come priorità nazionale, non sempre vengono attuate delle policy concrete" sottolinea Patrik Frei, CEO di Venture Valuation e coautore del testo. “Creare un contesto coerente e solido con un supporto dedicato al settore delle biotecnologie e della salute è un punto chiave per assicurare all’industria un successo a lungo termine".

Secondo quanto riportato nel documento, per dare impulso alla commercializzazione occorre la capacità di capitalizzare sui diritti di proprietà intellettuale e sui brevetti, così come sulle sedi necessarie per garantire un trasferimento tecnologico efficace. In questi paesi stanno comunque emergendo basi solide per sviluppare con successo il settore delle biotecnologie.

Il testo completo del report è disponibile al seguente indirizzo: http://www.14allbio.eu/documents/Biotechreport.pdf. Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.europabio.org/


GM: basso l’impatto sul mais tradizionale

È stato effettuato a Girona, in Spagna, uno studio di valutazione ambientale, sostenuto dall’Unione europea, per analizzare il possibile impatto del mais GM sulle varietà tradizionali. Nel 2004 sono stati coltivati con mais GM 12 campi che nella stagione successiva sono stati seminati con mais tradizionale. I risultati mostrano che la crescita spontanea di piante GM in queste aree è bassa, inferiore a 30 piante per ettaro. Anche la dispersione di polline risulta limitata, poiché la portata del polline è molto più breve rispetto alle varietà convenzionale. Il rischio di impollinazione incrociata è quindi estremamente basso.

La presenza occasionale di semi GM oscilla tra 0,016 e 0,16%, ben al di sotto dello 0,9%, fissato come livello soglia dalle normative europee. Secondo lo studio la presenza occasionale di semi GM è davvero bassa e quindi non è necessaria l’etichettatura. Inoltre, l’impollinazione incrociata e la crescita spontanea possono essere facilmente tenute sotto controllo dalle tecniche agricole e possono essere considerate come un rischio trascurabile.

Il documento è disponibile in lingua spagnola al seguente indirizzo: http://www.fundacion-antama.org/noticia/la-probabilidad-de-impacto-del-ma-z-mg-sobre-el-convencional-es-muy-baja


1,6 milioni di dollari ai ricercatori per studiare la diminuzione delle api

Syngenta e il Biotechnology and Biological Sciences Research Council (BBSRC), con sede nel Regno Unito, finanzieranno con 1 milione di sterline (1,6 milioni di dollari) una ricerca sulla moria delle api che sarà condotta da un gruppo di scienziati del Rothamsted Research e della Warwick University. Secondo i dati del governo britannico nel corso degli ultimi due anni si è registrata una diminuzione delle api di circa il 10-15%. L’Associazione degli Apicoltori Britannici (BBKA) stima per il 2008 una diminuzione di circa il 30%. La causa di questa moria resta tuttavia ancora sconosciuta.

Il gruppo di ricercatori, guidato da Juliet Osborne, effettuerà degli studi sul campo e delle simulazioni al computer per capire in che modo il comportamento delle api fuori dall’alveare, quando sono alla ricerca di cibo, interagisce con ciò che avviene dentro l’alveare, ambiti che finora sono stati studiati separatamente. L’obiettivo finale del progetto è quello di costruire un modello che consenta di comprendere come le api rispondono alle malattie in un contesto agricolo in fase di cambiamento.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.rothamsted.ac.uk/Research/Centres/PressReleases.php?PRID=72


EFSA e ONG si incontrano per discutere di OGM

Cinque tra rappresentanti del gruppo di esperti per gli OGM dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e funzionari scientifici dell’EFSA hanno incontrato a Parma Helen Holder e Werner Mueller, rappresentanti delle ONG austriache Global 2000 e Friends of the Earth e Janet Cotter, di Greenpeace. L’incontro è stato organizzato allo scopo di discutere degli organismi geneticamente modificati come parte dell’impegno dell’EFSA a mantenere un dialogo costante e aperto con gli stakeholder coinvolti.

Catherine Geslain-Lanéelle, Executive Director dell’EFSA, ha accolto tutti i partecipanti e Per Bergman, Responsabile dell’unità sugli OGM ha presentato il lavoro dell’EFSA sulla valutazione dei rischi degli OGM tra cui alcune azioni derivanti dalle conclusioni dell’Environmental Council di dicembre 2008. L’incontro si è focalizzato sulle problematiche relative al mais GM Mon810, sul riso GM LLRice 62, come anche sulle considerazioni dell’EFSA sulle valutazioni dei rischi ambientali a lungo termine e sull’impatto ambientale delle coltivazioni GM tolleranti agli erbicidi.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.efsa.europa.eu/EFSA/efsa_locale-1178620753812_1211902922423.htm


Verdure migliorate

Un progetto della durata di quattro anni per arricchire il contenuto nutrizionale delle verdure, in particolare delle brassicacee, sarà avviato presso l’Università di Nottingham. Il progetto sarà focalizzato sulla selezione di diverse varietà e la ricerca di combinazioni di alleli che potrebbero alterare il contenuto di calcio e magnesio delle foglie. Lo scopo è quello di aumentare la presenza di questi minerali nelle parti commestibili di cavoli, broccoli e delle varietà più esotiche quali il cavolo cinese e il pak choi, utilizzando tecniche selettive tradizionali e studiando una formula per un nuovo tipo di fertilizzante.

Il progetto, finanziato dal Biotechnology and Biological Sciences Research Council e da una società produttrice di fertilizzanti, nasce dalla stretta collaborazione che da anni portano avanti i ricercatori dell’Università di Nottingham, dell’Università di Warwick, del Rothamsted Research e dello Scottish Crop Research Institute (SCRI).

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://communications.nottingham.ac.uk/News/Article/Growing-greener-greens.html


Un nuovo portale sulla genomica vegetale a supporto della ricerca sulle coltivazioni migliorate

L’EMBL-EBI (European Molecular Biology Laboratory's European Bioinformatics Institute), in collaborazione con il Cold Spring Harbor Laboratory (USA) ha annunciato il lancio di Ensembl Plants, un database online disponibile gratuitamente per la ricerca sulla genomica vegetale. Si tratta di una fonte importante di informazioni che consente ai ricercatori di tutto il mondo di accedere e visualizzare i risultati di esperimenti effettuati su scala genomica su diverse specie vegetali tra cui l’Arabidopsis, il riso, il sorgo, il pioppo e l’uva. "L’interfaccia utilizzata, familiare ai ricercatori, è quella già utilizzata per visualizzare le informazioni sui genomi di altre specie, rende questa risorsa facilmente accessibile" sottolinea Paul Kersey, responsabile del gruppo Ensembl Genomes presso l’EMBL-EBI.

La prima versione dispone dei dati sul genoma provenienti da una nuova ricerca finanziata dal Biotechnology and Biological Sciences Research Council (BBSRC). Richard Mott dell’Università di Oxford e Paula Kover dell’Università di Bath, hanno sequenziato il genoma di 17 linee di Arabidopsis thaliana. Oltre a offrire un catalogo dettagliato delle variazioni del genoma dell’Arabidopsis, il progetto servirà anche come progetto pilota per l’applicazione di metodi di sequenziamento ad alta capacità produttiva per i genomi vegetali.

Il comunicato stampa è disponibile al seguente indirizzo: http://www.ebi.ac.uk/Information/News/pdf/7OctEnsemblPlants.pdf Il portale Ensembl Plants è accessibile al seguente indirizzo: http://plants.ensembl.org/index.html


Germania: le prove in campo di piselli GM saranno spostati negli Stati Uniti

Secondo un articolo pubblicato da GMO Compass, l’Istituto di Genetica Vegetale dell’Università di Leibniz ha deciso di trasferire le prove in campo di piselli geneticamente modificati negli Stati Uniti, a causa del rischio di distruzione dei siti di prova e del contesto normativo tedesco instabile. Hans-Jörg Jacobsen e i suoi colleghi della Leibniz University hanno lavorato per diversi anni per sviluppare varietà di piselli ad alta resa e resistenti alle malattie. I ricercatori hanno già sviluppato diverse linee che presentano un miglioramento significativo nella resistenza a malattie fungine nei campioni coltivati in laboratorio o in serra.

Jacobsen ha stretto un accordo di collaborazione con l’Università del North Dakota per effettuare delle prove in campo. Il ricercatore ha sottolineato di aver preso questa decisione in seguito alla situazione di discontinuità delle prove in campo condotte in Germania a causa dell’aumento dei costi amministrativi richiesti per effettuare le prove, insostenibili per un istituto universitario. Ha inoltre sottolineato che non è più possibile procedere con i test senza rischiare di incontrare ostacoli viste le recenti distruzioni dei campi e il clima politico tedesco.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.gmo-compass.org/eng/news/468.docu.html


Sequenziato da Bayer il genoma del colza

Bayer CropScience ha annunciato di aver mappato il genoma del colza (Brassica napus), la seconda coltivazione da olio più diffusa al mondo, e i suoi genomi costitutivi presenti nella Brassica rapa e nella Brassica oleracea. "Questo ci consentirà di velocizzare la ricerca attuale e i programmi di selezione in modo da poter offrire al più presto una nuova tecnologia e prodotti migliori ai coltivatori" ha commentato Bart Lambert, Head of Research for Oilseeds di Bayer CropScience.

In un comunicato stampa l’azienda ha dichiarato che "queste sequenze sono un eccellente strumento di indagine per estrarre nuovi geni e pathway e servono come punti di riferimento per il risequenziamento di linee di selezione rilevanti, da utilizzare in applicazioni di selezione molecolare avanzate”. Allo scopo sono stati confrontati i dati della sequenza di una linea scelta di Brassica napus di Bayer CropScience, fornita da Dutch Keygene N.V. e dall’Università di Queensland, con i genomi di Brassica rapa e Brassica oleracea, proveniente dal Beijing Genomics Institute di Shenzhen.

Il comunicato stampa è disponibile al seguente indirizzo: http://www.bayercropscience.com/bcsweb/cropprotection.nsf/id/EN_20091009?open&l=EN&ccm=500020

RICERCA

Le proteine dei muschi offrono nuove idee per un migliore utilizzo delle cellule staminali

I muschi sono spesso trascurati e sottovalutati. In alcuni casi sono utilizzati come carburante o come additivi del suolo in orticoltura. Ora i ricercatori dell’Università di Tel Aviv e dell’Università di Friburgo (Germania) hanno scoperto che il muschio potrebbe costituire una nuova "bussola" per la ricerca sulle cellule staminali, fornendo agli scienziati informazioni per programmare meglio le cellule staminali per uso medico. I ricercatori guidati da Nir Ohad e Ralf Reski, hanno infatti scoperto un nuovo uso delle proteine del gruppo Polycomb (PcG) individuate nel muschio.

Secondo i ricercatori la funzione di base del meccanismo delle PcG nel muschio, simile alla loro funzione nelle piante e negli esseri umani, consiste nel regolare la differenziazione cellulare, descrivendo il punto in cui una cellula staminale "decide" di diventare, ad esempio, una foglia o un fiore.

Nir Ohad e il suoi colleghi sottolineano che questa ricerca ha "implicazioni dirette per lo studio della biologia vegetale, poiché offre informazioni fondamentali su come vengono regolati il corpo della pianta e la riproduzione. Fornisce alla scienza uno strumento per controllare la specializzazione dei tessuti, la tempistica della riproduzione e lo sviluppo di specifici tratti nelle sementi utilizzate nell’alimentazione umana e animale".

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.aftau.org/site/News2?page=NewsArticle&id=10569


Fitormoni per aiutare le piante a eliminare i residui dei pesticidi

I ricercatori sono continuamente al lavoro per ridurre al minimo i residui di pesticidi che restano nelle colture alimentari dopo la raccolta. I ricercatori dell’Università di Zhejiang, in Cina, potrebbero aver trovato una soluzione. Secondo quanto riportato in un articolo pubblicato dal Journal of Agricultural and Food Chemistry, Jing Quan Yu e i suoi colleghi hanno scoperto che l’applicazione di brassinosteroidi alle colture può aiutare le piante a eliminare i residui di alcuni pesticidi.

Si è scoperto che i brassinosteroidi, identificati per la prima volta venti anni fa, giocano un ruolo importante nella regolamentazione della crescita e dello sviluppo delle piante. Sono inoltre coinvolti nella risposta delle piante agli stress ambientali e nella loro difesa contro patogeni batterici, fungini e virali.

Yu e i suoi colleghi hanno trattato alcune piante di cetriolo con il 24-Epibrassinolide, un tipo di brassinosteroide, quindi hanno trattato le piante con diversi pesticidi, tra cui il clorpirifo, un insetticida commerciale ad ampio spettro. I brassinosteroidi ne hanno ridotto significativamente la tossicità e la quantità di residui. "I brassinosteroidi sono sostanze naturali, compatibili con l’ambiente, che potrebbero risultare adatte a un ampia gamma di applicazioni mirate a ridurre i rischi per l’uomo e per l’ambiente legati all’esposizione ai pesticidi" si spiega nell’articolo. Al momento, non c’è alcun dato evidente diretto di effetti nocivi alla salute umana derivanti dai brassinosteroidi.

Il testo è disponibile al seguente indirizzo: http://pubs.acs.org/stoken/presspac/presspac/full/10.1021/jf901915a?cookieSet=1


La zucca GM resistente ai virus è più vulnerabile all’avvizzimento batterico

Alcuni ricercatori della Pennsylvania State University hanno scoperto che le piante di zucca geneticamente modificata per essere resistente alle malattie virali risultano maggiormente vulnerabili alle infezioni batteriche. In uno studio durato tre anni, Andrew Stephenson e il suo gruppo di colleghi hanno esaminato gli effetti del transgene sul benessere della pianta, sul comportamento erbivoro dello scarafaggio del cetriolo, sull’incidenza del virus del mosaico e dell’avvizzimento batterico.

I ricercatori hanno scoperto che i vantaggi in termini di benessere delle piante resistenti ai virus hanno un prezzo. "Le piante che non hanno il transgene della resistenza al virus sono soggette alle patologie virali" ha spiegato Stephenson. "Tuttavia, poiché gli scarafaggi del cetriolo preferiscono nutrirsi di piante sane piuttosto che di piante infette, si concentrano maggiormente sulle piante transgeniche, che risultano più sane".

I risultati della ricerca, finanziata dalla National Science Foundation, evidenziano che l’incidenza di malattie da infezione batterica è ben più elevata nelle piante transgeniche rispetto a quelle tradizionali. "Quando lo scarafaggio del cetriolo si alimenta da piante infette assimila attraverso il suo sistema digerente anche i batteri" ha spiegato Miruna Sasu, co-autore dello studio pubblicato dalla rivista PNAS. "Gli scarafaggi quando si alimentano creano delle piccole lesioni aperte sulle foglie e quando i loro escrementi si depositano su queste lesioni, i batteri sono più facilitati nell’accesso al sistema linfatico della pianta".

Il documento è disponibile al seguente indirizzo: http://dx.doi.org/10.1073/pnas.0905106106Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.environment.psu.edu/news/2009_news/oct_2009/modified_crops.asp

BIOCOMBUSTIBILI

Analizzata la struttura genomica del lievito per produrre bioetanolo

Alcuni scienziati della Duke University (North Carolina, Stati Uniti), in collaborazione con i colleghi brasiliani, hanno individuato la struttura del genoma di un lievito molto usato in Brasile per la produzione di bioetanolo. L’organismo si chiama Saccharomyces cerevisiae PE-2, un diploide eterotallico adattato in modo naturale al processo di fermentazione dello zucchero di canna utilizzato in Brasile. I risultati sono riportati dalla rivista Genome Research. Secondo Lucas Argueso, principale autore dell’articolo e ricercatore presso il Dipartimento di Genetica Molecolare e Microbiologia della Duke University, l’organismo preso in esame "è estremamente importante dal punto di vista industriale, ma completamente sconosciuto per quanto riguarda le sue proprietà genetiche e molecolari". A partire da questi studi, i ricercatori sono riusciti a comprendere meglio l’organizzazione di un genoma complesso e come esso possa contribuire a raggiungere un livello di adattamento molto elevato. Secondo lo studio le varietà di lievito industriale potrebbero arrivare a un alto livello evolutivo che potrebbe consentire l’adattamento a condizioni particolari di stress durante il processo di fermentazione (ad esempio una maggiore tolleranza a concentrazioni più alte di etanolo durante la fermentazione). "Ora che siamo riusciti a sequenziare il genoma abbiamo un tracciato che ci consentirà di sfruttare le proprietà naturali del lievito. Questo apre la strada a nuovi possibili incroci di varietà di lievito per ottenere lieviti ancora più efficienti e una produzione di biocarburanti potenziata" ha sottolineato Argueso.

Maggiori informazioni sono disponibili ai seguenti indirizzi: http://genome.cshlp.org/content/early/2009/10/06/gr.091777.109.full.pdf+html
http://www.thebioenergysite.com/news/4681/genome-sequence-for-biofuels-yeast


L’impatto della produzione di mais per biocarburanti sulla qualità dell’acqua

Alcuni ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Agricola e Biologica della Purdue University, negli Stati Uniti, hanno creato una simulazione per avere una valutazione quantitativa dell’impatto a lungo termine sulla qualità dell’acqua derivante dai cambiamenti nella gestione dei terreni che hanno subito l’impatto della domanda di mais come materia prima per biocarburante. I risultati mostrano che i campi in cui viene praticata la rotazione continua di mais hanno livelli di qualità dell’acqua più bassi rispetto a quelli in cui viene attuata la rotazione continua mais-soia. I livelli di azoto, di fungicida e di fosforo nell’acqua sono risultati più alti nel caso delle rotazioni continue di mais. Secondo Indrajeet Chaubey, ricercatore e professore associato di ingegneria agricola e biologica, il passaggio dalle rotazioni mais-soia alla coltivazione continua di mais porterà a un incremento del rilascio di sedimenti. Questo porterà a sua volta a un “rilascio di maggiori quantità di fungicidi e fosforo nell’acqua, in quanto trasportati con il sedimento". I risultati della modellizzazione evidenziano inoltre "la necessità di ulteriori ricerche per comprendere appieno l’impatto sull’acqua delle decisioni di gestione dei terreni associate all’utilizzo del mais come materia prima per la produzione di biocarburanti".

Maggiori informazioni sono disponibili ai seguenti indirizzi: http://www.thebioenergysite.com/news/4632/more-corn-for-biofuels-would-hurt-water http://ascelibrary.aip.org/vsearch/servlet/VerityServlet?KEY=JOEEDU&smode=strresults&sort=chron&maxdisp=25&pjournals=IJGNAI%2CJAEEEZ%2CJAEIED%2CJBENF2%2CJCRGEI%2CJCCOF2%2CJCCEE5%2CJCEMD4%2CJLEED9%2CJENMDT%2CJOEEDU%2CJGGEFK%2CJHEND8%2CJHYEFF%2CJITSE4%2CJIDEDH%2CJMENEA%2CJMCEE7%2CJPCFEV%2CJPEPE3%2CJSENDH%2CJSUED2%2CJTPEDI%2CJUPDDM%2CJWRMD5%2CJWPED5%2CLMEEAZ%2CNHREFO%2CPPHMF8%2CPPSCFX&pyears=2009&possible1=Chaubey%2C+I&possible1zone=author&OUTLOG=NO&viewabs=JOEEXX&key=DISPLAY&docID=1&page=1&chapter=0


Aggiornamenti sullo sviluppo di biocarburanti sostenibili per il settore dell’aviazione

Secondo quanto riportato dal sito web thebioenergysite.com Giovanni Bisignani, CEO e Direttore Generale della IATA, ha incontrato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, per illustrare la strategia e gli obiettivi del settore dell’aviazione in riferimento allo sviluppo di biocarburanti sostenibili per il settore dell’aviazione. Tra i punti evidenziati: (1) tra le tre maggiori opportunità per la riduzione delle emissioni nel settore dell’aviazione (tecnologia, infrastruttura e biocarburanti sostenibili), i biocarburanti sostenibili offrono il maggiore stimolo, poiché "per la prima volta il trasporto aereo ha la possibilità di un’alternativa rispetto al carburante tradizionale", (2) attualmente l’attenzione è focalizzata su camelina, jatropha e alghe, poiché si tratta di materie prime che non sono in competizione per acqua e terreno con altre sementi coltivate per uso alimentare e possono potenzialmente ridurre le nostre emissioni di CO2 di oltre l’80%, (3) quattro voli di prova effettuati utilizzando miscele di biocarburanti sostenibili hanno mostrato che rispondono agli standard tecnici e di sicurezza per l’utilizzo nell’ambito dell’aviazione civile; si prevede che la certificazione sarà disponibile entro il 2011.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.thebioenergysite.com/news/4806/biofuels-future-for-aviation


Tolleranza dell’E. coli verso sostanze potenzialmente inibitorie nell’idrolizzato ligneo-cellulosico

Il pretrattamento e la saccarizzazione sono in genere le prime fasi nel processo di produzione di etanolo cellulosico da biomassa ligneo-cellulosica. L’obiettivo è quello di eliminare dalle fibre di cellulosa le molecole di lignina strettamente avvolte e di trasformare le altre molecole di carboidrati polimerici in zuccheri semplici. Il prodotto derivato da questi processi iniziali è detto "idrolizzato". L’idrolizzato (che contiene zuccheri semplici) viene quindi inoculato con i lieviti e i batteri per la fase di produzione di etanolo tramite fermentazione. Quando i metodi chimici (quali il trattamento acido) vengono usati in combinazione con il calore per il trattamento e la saccarizzazione della biomassa ligneo-cellulosica, anche altri elementi vengono rilasciati nell’idrolizzato. Si ritiene che tali sostanze siano potenzialmente tossiche e inibitorie per il microorganismo che responsabile della fermentazione dell’etanolo. È per questo che la selezione corretta dell’organismo per la fermentazione alcolica è un elemento importante da tenere in considerazione per la produzione di etanolo da cellulosa. Si ritiene che il batterio E. coli, sia dotato di alcuni meccanismi che possono metterlo in grado di tollerare effetti avversi di sostanze potenzialmente tossiche nell’idrolizzato. Gli scienziati del Department of Chemical and Biological Engineering hanno studiato la tossicità e tolleranza del E.coli a idrolizzati pretrattati e hanno suggerito alcune strategie per migliorare il microorganismo in modo da ottenere una resa più alta durante la fermentazione.

Il documento è disponibile sulla rivista Biotechnology for Biofuels: http://www.biotechnologyforbiofuels.com/content/pdf/1754-6834-2-26.pdf