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In questo numero:

Settembre 2010

NEWS

Dal mondo

La FAO esclude una nuova crisi alimentare, ma il mercato ha bisogno di stabilità

La comunità internazionale deve sviluppare metodi appropriati per gestire l’instabilità dei mercati dei beni alimentari e il G20 potrebbe svolgere un ruolo di leadership nell’assicurare una maggiore stabilità del mercato nel medio e lungo termine. È quanto sottolinea Hafez Ghanem, Vice Direttore Generale per lo Sviluppo economico e Sociale della FAO. I punti da trattare riguardano principalmente il miglioramento della regolamentazione dei mercati, una maggiore trasparenza e livelli di scorte appropriati.

“I fondamentali del mercato sono solidi e non siamo orientati ad una nuova crisi alimentare” ha spiegato Ghanem. "Lo stato delle forniture globali e della domanda non destano particolari preoccupazioni. Tuttavia, la situazione potrebbe cambiare in riferimento a diversi fattori come ad esempio condizioni meteorologiche negative o politiche governative che dovessero influire negativamente sul mercato, causando una corsa agli acquisti”.

La FAO suggerisce un miglioramento del quadro normativo mirato a contenere qualsiasi impatto negativo dovuto alla speculazione e a rafforzare nel contempo la trasparenza di tali mercato.

Il comunicato stampa della FAO è disponibile al seguente indirizzo: http://www.fao.org/news/story/en/item/45178/icode/


La biofortificazione degli alimenti di base continua ad essere importante

Nonostante l’urbanizzazione e la crescita dei redditi associati alla globalizzazione, la dieta delle popolazioni rurali più povere continuerà a dipendere principalmente da alimenti di base quali cereali e tuberi, mentre le popolazioni più ricche e più urbanizzate aumenteranno il consumo di proteine ad alto valore, oli, frutta e verdura. È quanto evidenziato dagli economisti dell’International Food Policy Research Institute (IFPRI). Così le popolazioni più ricche potranno permettersi alimenti che contengono importanti micronutrienti quali lo zinco, il ferro e la vitamina A, mentre non sarà così per quelle più povere.

Nel documento intitolato Integrated Economic Modeling of Global and Regional Micronutrient Security, gli economisti utilizzano un modello di mercato agricolo globale per simulare la tendenza della domanda di alimenti e micronutrienti. La biofortificazione continuerà ad avere un ruolo importante e dovrebbe essere utilizzata in particolare per i cereali in Asia Meridionale e per radici e tuberi nell’Africa sub-sahariana.

Il documento è disponibile al seguente indirizzo: http://www.ifpri.org/blog/food-future Maggiori informazioni sulla biofortificazione sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.isaaa.org/resources/publications/pocketk/27/default.asp


Dieci anni di attività per il Global Biotech Information Network

Nel 1999, un gruppo di personalità di rilievo del Sud-est Asiatico, impegnate nel settore delle agrobiotecnologie alimentari, richiamava l’attenzione sul fatto che "nel dialogo sulle colture biotech i paesi in via di sviluppo erano stati messi in ombra" e che si avvertiva la mancanza di informazioni aggiornate e autorevoli. La raccomandazione era quella di creare un centro di informazioni per rispondere a questa necessità. Con questo spirito è stato fondato, nel settembre 2000, il Global Knowledge Center on Crop Biotechnology allo scopo di facilitare il processo decisionale in tema di agrobiotecnologie dei diversi stakeholders nelle aree del mondo in via di sviluppo.

Il Knowledge Center è un programma che fa parte dell’ISAAA (International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications) con sede presso il Centro del Sudest Asiatico nelle Filippine e riveste un ruolo chiave a livello globale, mirato a creare in stakeholder o altri pubblici coinvolti una maggiore consapevolezza e comprensione sulle agro biotecnologie, contribuire alla formazione dell’opinione pubblica e il dibattito e definire le politiche. Approccio innovativo multimediale, networking e vie interpersonali sono le opportunità con le quali la comunicazione scientifica può prosperare. Oltre al Knowledge Center, fanno attualmente parte del network 24 Biotechnology Information Centers in Asia, Africa, America Latina ed Europa.

Il Knowledge Center pubblica ogni anno The Annual Global Status Report of Commercialized Biotech/GM Crops, scritto da Clive James, fondatore e presidente dell’ISAAA, che continua ad essere la fonte più autorevole di informazioni e punto di riferimento tra più i citati su questo tema.

Il rapporto dei dieci anni di attività KC 10-year è disponibile al seguente indirizzo: http://www.isaaa.org/programs/knowledgecenter/reports/from_paper_to_partnerships/default.asp


Un’iniziativa mondiale per salvare la biodiversità della patata dolce

È partita la prima iniziativa a livello mondiale per salvaguardare la patata dolce, alimento che, solo in Africa, è consumato quotidianamente da 60 milioni di persone. Grazie al contributo finanziario della Fondazione delle Nazioni Unite e della Fondazione Bill e Melinda Gates circa 3.000 campioni di patata dolce saranno raccolti e inviati all’International Institute for Tropical Agriculture (IITA) a Ibadan, in Nigeria.

"Abbiamo l’opportunità di proteggere una gamma incredibilmente ampia di varietà di patata dolce e questo ci dà maggiore tranquillità sul fatto di poter garantire la continuità di questo prodotto dalla diversità unica e renderlo disponibile per le future generazioni" ha commentato Alexandre Dansi, esperto dell’Università di Abomey-Calavi in Benin.

Il progetto sulla patata dolce fa parte di un programma più ampio che riguarda le principali specie coltivate, gestito dal Global Crop Diversity Trust, che sta dando supporto a partner in 68 paesi per salvaguardare e rigenerare oltre 80.000 accessioni di collezioni di colture attualmente a rischio.

Il comunicato stampa dell’IITA è disponibile al seguente indirizzo: http://www.iita.org/news-frontpage-feature2.

Americhe

Stati Uniti: linee di mais resistenti alla tossina fungina

Un gruppo di ricercatori del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha annunciato di aver ottenuto risultati positivi a seguito delle prove in campo di alcune linee di germoplasma di mais, caratterizzato da resistenza alla contaminazione da aflatossina, prodotta dalle muffe Aspergillus flavus e A. parasiticus. Paul Williams, genetista dell’Agricultural Research Service (ARS) del Dipartimento dell’Agricoltura, ha spiegato che la presenza dell’aflatossina nel mais ne danneggia la qualità e la vendibilità poiché la tossina può causare forme di cancro negli esseri umani, negli animali domestici e in quelli selvatici. Insieme ai suoi colleghi, Williams sta lavorando alla produzione di nuove linee di mais che siano geneticamente resistenti alla muffa che produce questa tossina.

La linea Mp04:097, la più recente, mostra alti livelli di resistenza alla contaminazione da aflatossina. Questa linea, insieme alle altre prodotte dal gruppo di lavoro, sono state ampiamente richieste e utilizzate in programmi di miglioramento di diversi istituti di ricerca in tutto il mondo.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.ars.usda.gov/is/pr/2010/100902.htm.


I ricercatori confermano che il mais “Orange” è ricco di vitamina A

Alcuni ricercatori dell’Università dell’Iowa (ISU) hanno dimostrato che il mais “orange” (un tipo di mais dalla granella vivamente colorata) rappresenta un’ottima fonte di vitamina A. Questa varietà è stata sviluppata da HarvestPlus e da istituti partner, in particolare per le popolazioni dell’Africa sub-sahariana che non hanno la possibilità di consumare alimenti ricchi di vitamina A nell’alimentazione quotidiana. Questa varietà ha infatti un alto contenuto di betacarotene, che viene trasformato in vitamina A non appena consumato. Attraverso questo studio, i ricercatori hanno scoperto che il livello di conversione del betacarotene in vitamina A nel mais “orange” è molto più elevato rispetto a quello degli ortaggi.

"Avere la conferma scientifica dell’alto livello di conversione è per noi di grande stimolo" ha dichiarato Erick Boy, Responsabile Nutrizione di HarvestPlus. "Abbiamo programma di distribuire nel 2012 il mais “orange” in Zambia, in aree dove circa la metà dei bambini sotto i cinque anni sono a rischio di carenza da vitamina A. In base ai risultati, con il mais “orange” dovremmo riuscire a fornire una quantità di vitamina A decisamente superiore di quanto si pensava inizialmente. Potremmo fornire fino al 30% della quantità giornaliera necessaria per i bambini tra i due e i sei anni e fino al 40% per le donne in età fertile".

Maggiori informazioni sul mais arancione sono disponibili al seguenti indirizzo: http://www.harvestplus.org/content/scientists-find-%E2%80%98orange%E2%80%99-maize-good-source-vitamin.


Annunciata la sequenza preliminare del genoma del cacao

Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, Mars e IBM hanno annunciato di avere completato la sequenza preliminare del genoma del cacao con tre anni di anticipo rispetto a quanto previsto. Questo è il risultato degli sforzi congiunti, mirati a migliorare il processo di crescita del cacao, a vantaggio dei produttori mondiali di cacao e di una fornitura globale di cacao più sostenibile. La sequenza sarà utilizzata dai ricercatori e dai coltivatori per produrre alberi più robusti, con una migliore resa e maggiormente resistenti a malattie e siccità.

"Grazie alla capacità e all’impegno di tutti i partner, ricercatori e coltivatori potranno velocizzare i tempi per migliorare le coltivazioni di cacao attualmente coltivato nelle regioni tropicali del mondo" ha sottolineato Edward B. Knipling, Direttore dell’Agricultural Research Service del Dipartimento dell’Agricoltura. "Ne potranno beneficiare non solo l’industria del cioccolato, ma anche milioni di piccoli coltivatori, che potranno continuare a trovare una fonte di sostentamento nella coltivazione del cacao".

"In qualità di leader mondiale nel settore del cacao, comprendiamo l’importanza non solo di investire nella ricerca, ma anche di renderne i dati disponibili, a vantaggio di tutti" ha commentato Howard-Yana Shapiro, Direttore generale per la ricerca di Mars. "In qualità di azienda privata, Mars si trova in una posizione privilegiata per indirizzare e finanziare una scienza fondamentale che farà da sostegno agli obiettivi e alla visione a lungo termine. Anche se dal punto di vista dei profitti potrebbero non esserci benefici nel breve termine, questo assicurerà nel lungo termine risultati vantaggiosi per l’azienda, per i coltivatori di cacao e per la produzione in regioni chiave del mondo".

Il comunicato stampa è disponibile ai seguenti indirizzi: http://www.ars.usda.gov/is/pr/2010/100915.htm http://www.cacaogenomedb.org/sites/www.cacaogenomedb.org/files/Mars_Cocoa_Genome_Announcement_Press_Release_FINAL.doc

La sequenza del genoma è disponibile al seguente indirizzo: http://www.cacaogenomedb.org Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.ars.usda.gov/is/pr/2010/100915.htm


Ricercatori al lavoro per contrastare il virus del mosaico striato del frumento

Secondo quanto riportato da Charlie Rush, ricercatore di AgriLife, Texas, il virus del mosaico striato è la malattia più diffusa nell’area sudoccidentale degli Stati Uniti, in cui si concentra la produzione di frumento. Rush è perciò impegnato a riunire ricercatori in gruppi di lavoro che approfondiscano i diversi aspetti della patologia: dal vettore alla diagnosi, dalla mappatura alla gestione. "Ci sono altre malattie che preoccupano, ma quella del virus del mosaico del frumento è sempre stata presente ovunque in questa area e ogni due anni si registra una vera e propria epidemia" ha dichiarato Rush.

Ci sono numerosi problemi che rendono questa malattia particolarmente impegnativa. È difficile individuare la presenza della malattia in campo perché I sintomi sono simili a quelli derivanti dalla siccità o dalla carenza di elementi nutritivi. Il vettore, l’acaro Aceria tosichella Keifer, è troppo piccolo per essere visto in campo, perciò potrebbe essere presente prima che possa essere individuato. Inoltre non ci sono sistemi chimici di controllo con cui contrastarlo.

Lo studio di Rush e degli altri ricercatori che stanno studiando la malattia ha lo scopo di proporre un sistema di gestione completo che possa aiutare i produttori a combattere questo virus così dannoso.

L’articolo completo è disponibile al seguente indirizzo: http://agnews.tamu.edu/showstory.php?id=2153.

Asia e Pacifico

Cina: completata la mappa di base del genoma del riso selvatico

Dopo un’intensa attività di sequenziamento, splicing e assemblaggio del genoma del riso selvatico comune, la mappa genomica di base è stata completata da un gruppo di ricercatori guidato da Gao Lizhi dell’Istituto di Botanica Kunming dell’Accademia Cinese delle Scienze (CAS). Si tratta del primo progetto di sequenziamento genomico completato dai ricercatori cinesi e della prima mappatura genomica al mondo di riso selvatico con elevati livelli di eterozigosità. È emerso che il riso selvatico comune dispone di circa 370 milioni di base-pairs (bp) e contiene circa 40.000 geni. Il sequenziamento 70x del genoma del riso selvatico ha prodotto una copertura del 92% delle regioni codificanti. Al momento, il gruppo di ricerca sta lavorando per definire la mappa dettagliata.

Basandosi sulla mappa del genoma della varietà indica (9311), completata da ricercatori cinesi, la mappa generica e l’ulteriore sequenziamento della mappa dettagliata servirà a promuovere l’analisi su larga scala e l’identificazione di geni funzionali importanti del riso offrendo straordinarie opportunità per la ricerca genica ad alta processività e l’utilizzazione di eccellenti fonti genetiche. Questo darà inoltre impulso al miglioramento delle varietà di riso e del germoplasma e renderà possibile una maggiore comprensione dell’origine e dei meccanismi di acclimatazione del riso coltivato in Asia.

L’articolo originale è disponibile al seguente indirizzo: http://www.kib.ac.cn/jgsz/kyxt/xnsw/zxdt/201008/t20100823_2930825.html


Dall’Università delle Filippine la melanzana resistente alla piralide

L’Università delle Filippine auspica di commercializzare la prima varietà di melanzana GM, sviluppata localmente, entro i prossimi due anni, una volta superate le strette e rigorose valutazioni scientifiche di sicurezza stabilite dal quadro normativo sul biotech in vigore nelle Filippine. La melanzana, chiamata anche melanzana Bt (Bacillus thuringiensis) e caratterizzata da frutto e germogli resistenti alla piralide (FSB-R), è stata sviluppata presso l’Istituto di Genetica Vegetale dell’Università delle Filippine a Los Baños (UPLB) ed è attualmente in fase di sperimentazione in campi prova situati in sette aree del paese: Pangasinan, Laguna, Camarines Sur, Iloilo, Leyte, Davao City e Cotabato. Effettuare prove in campo in diversi siti è uno dei numerosi livelli di valutazione della sicurezza in base ai quali è valutata la sicurezza dell’ambiente e la performance dl prodotto GM, che viene poi sottoposto a una serie di ulteriori valutazioni prima di essere immesso in commercio.

Come riportato da Desiree Hautea, responsabile del progetto, lo sviluppo della melanzana FSB-R/Bt nelle Filippine ha avuto inizio con la concessione alla UPLB da parte della società indiana Maharashtra Hybrid Seeds Company Limited (Mahyco) della licenza, esente da diritti, per poter utilizzare le sue linee di melanzana come fonte del tratto FSB-R per la varietà utilizzata nelle Filippine. Grazie a questa collaborazione tra pubblico e privato, i ricercatori dell’UPLB hanno iniziato la ricerca nel 2003 e hanno effettuato prove in ambiente chiuso presso il centro di ricerca, in campo confinato nel 2007, cui fanno seguito le attuali prove in campo nel paese. Il Bureau of Plant Industry del Dipartimento dell’Agricoltura sta guidando la valutazione della sicurezza delle coltivazioni biotech nel periodo di prova in campo.

La melanzana FSB-R/Bt sviluppata attraverso le moderne biotecnologie produce una proteina naturale che la rende resistente al lepidottero Leucinodes orbonalis, il principale parassita nella produzione di melanzana. "Nelle Filippine, i danni dovuti a questo insetto hanno portato a una perdita nelle rese tra il 54 e il 70% e ad oggi non esistono varietà commerciali resistenti a questo parassita. Con lo sviluppo della melanzana FSB-R/Bt, i coltivatori potrebbero aumentare il proprio reddito del 200% e avere un guadagno aggiuntivo di circa 50.000 pesos filippini (circa 860 euro) per ogni ettaro di produzione" ha sottolineato Hautea, che ha ugualmente sottolineato che si potrebbe ottenere una diminuzione nell’uso di insetticidi fino a 72 volte per ogni ciclo stagionale e una diminuzione delle applicazioni che corrisponde al 24% dei costi produzione. La melanzana è uno dei principali ortaggi presenti nel paese in termini di area coltivata e di volume di produzione e questa tecnologie poterebbe benefici soprattutto ai piccoli coltivatori.

Maggiori informazioni sono contenuti nella newsletter dell’Università delle Filippine: http://www.up.edu.ph/upnewsletter.php?issue=66&i=1209 Maggiori informazioni sul progetto sono disponibili al seguente indirizzo: http://isaaa.org/programs/supportprojects/abspii/research/default.asp Per avere aggiornamenti sulle biotecnologie è possibile consultare il sito internet del SEARCA Biotechnology Information Center all’indirizzo: http://www.bic.searca.org/ o scrivere all’indirizzo e-mail bic@agri.searca.org


L’Inter-Academy Report sostiene l’approvazione della melanzana GM Bt Brinjal

Le sei accademie scientifiche più importanti dell’India garantiscono la sicurezza della varietà GM di melanzana Bt Brinjal e ne raccomanda l’approvazione per l’immissione sul mercato in India. Secondo quanto riportato nel documento "Inter-Academy Report on GM Crops" la varietà Bt Brinjal merita un’attenzione speciale per la sua rilevanza immediata. Le prove disponibili mostrano che la varietà Bt Brinjal è sicura per il consumo umano e che i suoi effetti sull’ambiente sono trascurabili. Sarebbe quindi appropriato rilasciare la Bt Brinjal per la coltivazione in campi selezionati di coltivatori in ben determinati stati.

Il rapporto è stato redatto su richiesta di Jairam Ramesh, Ministro per l’Ambiente e le Foreste, e di K. Kasturirangan, Membro della Commissione di Pianificazione, sotto gli auspici delle sei accademie scientifiche più importanti dell’India: l’Indian Academy of Sciences (http://www.ias.ac.in/), l’Indian National Science Academy (http://www.insaindia.org/), la National Academy of Agricultural Sciences (http://www.naasindia.org/), la National Academy of Medical Sciences (http://www.nams-india.in/), la National Academy of Sciences (http://www.nasi.org.in/) e l’Indian National Academy of Engineering (http://www.inae.org/). Il rapporto si focalizza sulle colture GM in generale e sulla questione specifica della varietà Bt brinjal in particolare, in India, e avvalla l’applicazione delle biotecnologie in agricoltura sulla base del principio caso per caso. "Le coltivazioni transgeniche sono una possibile tecnologia alternativa e complementare che può contribuire, insieme agli altri sforzi in corso, al rafforzamento delle colture. La tecnologia non sostituisce la selezione operata con i metodi convenzionali, l’ibridazione, la selezione molecolare o l’agricoltura biologica, ma li completa nell’obiettivo generale di raggiungere la sicurezza alimentare" si legge nel rapporto.

In riferimento alla varietà Bt brinjal il rapporto afferma che "le prove scientifiche disponibili non indicano alcun effetto apprezzabile delle coltivazioni GM sulla biodiversità. La normativa in vigore in India in tema di approvazione di colture transgeniche è molto rigida. Tuttavia non si può dire lo stesso per il monitoraggio post rilascio. Per il monitoraggio post rilascio dovrebbe essere stabilito un meccanismo specifico, che dovrebbe includere disposizioni mirate ad fornire informazioni tecniche all’agricoltore". Occorrerebbe effettuare passi immediati per ristabilire la fiducia e dissipare i timori. Diffondere tra il pubblico la conoscenza della Bt Brinjal e in generale degli OGM è importante e occorre stabilire dei meccanismi per portare avanti questo obiettivo.

Il rapporto è disponibile ai seguenti indirizzi: http://www.naasindia.org e http://www.insaindia.org L’articolo pubblicato dalla rivista Hindustan Times dal titolo "Six top science bodies' verdict: Bt brinjal safe" è disponibile al seguente indirizzo: http://www.hindustantimes.com/Six-top-science-bodies-verdict-Bt-brinjal-safe/H1-Article1-603915.aspx


Ricercatori indiani sviluppano una varietà di patata GM ricca di proteine

La rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) ha recentemente pubblicato una notizia relativa allo sviluppo di una varietà di patata GM ricca di proteine, da parte di un gruppo di ricercatori guidati da Subhra Chakraborty del National Institute of Plant Genome Research (NIPGR) in stretta collaborazione con il Central Potato Research Institute (CPRI), entrambi in India. La patata geneticamente modificata è stata denominata "Protato" e ha un contenuto proteico totale superiore del 60% circa ottenuto con l’introduzione in sette varietà commerciali di patata del gene AmA1 (Amaranto Albumina 1), proveniente da una pianta commestibile di amaranto.

Le piante di patata GM sono state testate in tre aree del paese e i risultati della sperimentazione hanno mostrato un raccolto maggiore e un moderato incremento nella resa del tubero. I dati sulla performance in campo e sulla valutazione della sicurezza indicano che le patate transgeniche sono adatte alla coltivazione per scopi commerciali e non hanno effetti negativi sulla salute animale. Inoltre, le concentrazioni di diversi aminoacidi essenziali sono risultati notevolmente aumentati nei tuberi transgenici, mentre risultavano limitati nella varietà convenzionale, con un significativo aumento nella resa e un contenuto nutrizionale migliore. Nell’articolo si sottolinea inoltre che l’espressione del gene AmA1 potrebbe essere utile per migliorare il contenuto nutrizionale anche di altre colture alimentari.

L’articolo completo intitolato Next-generation protein-rich potato expressing the seed protein gene AmA1 is a result of proteome rebalancing in transgenic tuber è disponibile al seguente indirizzo: http://www.pnas.org/content/early/2010/09/13/1006265107.full.pdf+html Maggiori informazioni sulla sicurezza e l’efficacia della patata GM è disponibile all’indirizzo: http://www.pnas.org/content/suppl/2010/09/14/1006265107.DCSupplemental/pnas.201006265SI.pdf Per maggiori informazioni sullo sviluppo delle biotecnologie in India è possibile scrivere ai seguenti indirizzi e-mail: b.choudhary@cgiar.org e k.gaur@cgiar.org


Due stati australiani approvano le coltivazioni GM

I capi di governo degli stati del New South Wales e Victoria, in Australia, hanno approvato la decisione di togliere la moratoria sulle colture GM. Hanno inoltre concordato che il colza GM possa essere ora coltivato in entrambi gli stati. La decisione è stata presa per rispondere alle problematiche degli agricoltori colpiti dalla siccità. Il Food Standards Australia New Zealand (FSANZ) ha approvato oltre 20 varietà GM di mais, soia, barbabietola da zucchero, patata, cotone e colza per alimentazione umana in Australia.

L’articolo è disponibile al seguente indirizzo: http://www.allaboutfeed.net/news/gm-crops-allowed-in-two-australian-states-4800.html

Europa

Mappato il genoma del melo

Riccardo Velasco è riuscito a mappare, insieme ai suoi colleghi della Fondazione Edmund Mach dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, i tratti genetici della varietà di melo coltivato Golden Delicious. Il sequenziamento del genoma del melo ha consentito di fare nuove scoperte, ad esempio che il melo è stato addomesticato 3-4000 anni fa a partire da un progenitore selvatico, Malus sievers, ancora presente sulle montagne del Kazakistan del sud. Il sequenziamento genetico è mirato all’individuazione di geni che consentano di aumentare la resistenza alle malattie e produrre frutti più gustosi, con la prospettiva di contribuire alla sicurezza alimentare mondiale futura.

Il testo completo dell’articolo è disponibile al seguente indirizzo: http://www.fondazioneedmundmach.it/pn_default.jsp?area=48&ID_LINK=2278


Al via il progetto europeo DROPS - Development of Drought Tolerant Plants

È stata recentemente annunciata una collaborazione scientifica tra 15 partner, del settore pubblico e privato, di otto paesi europei e di Australia, Turchia e Stati Uniti, tutti riuniti in un progetto denominato DROPS. L’annuncio è stato fatto durante un seminario tenutosi presso l’Institut National de la Recherche Agronomique (INRA) di Montpellier, Francia. Il progetto si focalizzerà sulle problematiche legate alla scarsità delle fonti d’acqua e cercherà di sviluppare delle varietà tolleranti la siccità e con un utilizzo dell’acqua più efficiente.

Il progetto avrà un approccio multidisciplinare che unisce fisiologia, genetica, modellizzazione con test in campo e piattaforme di fenotipizzazione nello sviluppo di mais, frumento, grano duro e sorgo resistenti alla siccità. I risultati del progetto, finanziato dal Framework Programme for Research and Development dell’Ue, saranno distribuiti a selezionatori con la partecipazione di società e associazioni professionali.

L’articolo originale in francese è disponibile al seguente indirizzo: http://www.inra.fr/presse/lancement_du_projet_europeen_drops_2010_2015.


Germania: primo raccolto di patata Amflora

Il ministro tedesco per l’economia e la tecnologia, Rainer Brüderle, ha assistito al primo raccolto di patate da amido geneticamente modificate, note come Amflora, coltivate su un’area di 14 ettari nella regione tedesca del Mecklenburg-Western Pomerania. Erano inoltre presenti Jürgen Hambrecht, Presidente di BASF, e Stefan Marcinowski, Responsabile biotecnologie e membro del Consiglio di amministrazione di BASF.

"Oggi è un giorno speciale per le agro biotecnologie in Germania. La tecnologia promette di offrire soluzioni per molte delle sfide che stiamo affrontando, quali ad esempio la possibilità di ampliare il numero di fonti rinnovabili. L’industria tedesca sta giocando un ruolo di primo piano a livello internazionale nell’ambito di queste tecnologie innovative ed è questa la strada che vogliamo continuare a percorrere" ha dichiarato il ministro.

Hambrecht ha annunciato che BASF ha richiesto l’approvazione anche della seconda varietà GM di patata da amido, chiamata Amadea. Si tratta di una varietà che produce amilopectina pura e che dovrebbe essere lanciata nel 2013/14.

Il comunicato stampa BASF è disponibile al seguente indirizzo: http://www.basf.com/group/pressrelease/P-10-389


I ricercatori inglesi identificano la prima bozza del genoma del grano tenero

Un gruppo di ricercatori inglesi ha divulgato una prima versione del genoma del grano tenero derivato da una copertura 5x dell’intera sequenza; l’informazione genomica generata permetterà di codificare il 95% dei geni del grano tenero. Il gruppo di ricerca è formato da Neil Hall e Anthony Hall dell’Università di Liverpool, da Keith Edwards e Gary Barker dell’Università di Bristol, e da Mike Bevan del John Innes Centre ed è stato finanziato dal Biotechnology and Biological Sciences Research Council (BBSRC).

"Il genoma del grano tenero è cinque volte più grande del genoma umano e la sua mappatura rappresenta una grande sfida per i ricercatori. Le sequenze del genoma sono un importante strumento per i ricercatori e per i coltivatori. Rendendo pubblicamente accessibili i dati possiamo assicurare che tale ricerca, finanziata dal settore pubblico, abbiamo l’impatto più ampio possibile" ha sottolineato Keith Edwards. La mappatura verrà ulteriormente dettagliata per fornire ai selezionatori la sequenza genomica completa.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.bbsrc.ac.uk/media/releases/2010/100827-pr-uk-researchers-draft-wheat-genome.aspx. La bozza della sequenza genomica è disponibile al seguente indirizzo: http://www.cerealsdb.uk.net/.


Stop al Progetto di Dialogo sugli OGM in Gran Bretagna

I ministri britannici hanno confermato alla Food Standards Agency che il progetto di dialogo sugli OGM non continuerà nella forma attuale. I dettagli della politica di governo in tema di tecnologie di modificazione genetica in agricoltura sono in corso di definizione e perciò qualsiasi impegno pubblico futuro sarà un elemento integrante di essa. Il progetto di dialogo sugli OGM è stato coordinato dalla Food Standards Agency, sotto il governo britannico precedente, con l’obiettivo di trattare le percezioni dei consumatori in tema di OGM.

L’articolo originale è disponibile al seguente indirizzo: http://www.food.gov.uk/news/newsarchive/2010/sep/gmdialogue

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.food.gov.uk/gmfoods/gm/gmdialogue/http://www.food.gov.uk/news/newsarchive/2010/sep/gmdialogue.


La battaglia per salvaguardare l’'albero della vita'

La patologia letale causata dai fitoplasmi è una malattia particolarmente devastante che attacca la palma da cocco, chiamata anche “albero della vita”, che costituisce un’importante fonte di sostentamento per molti piccoli agricoltori poveri nei paesi in via di sviluppo. Recentemente, grazie a un finanziamento del Leverhulme Trust e della Royal Society, è stato sviluppato presso l’Università di Nottingham un kit di prova per l’estrazione del DNA dei fitoplasmi in campo.

Matthew Dickinson, professore associato di patologia vegetale molecolare dell’Università di Nottingham, che ha guidato il gruppo di ricerca, ha dichiarato che il kit è uno strumento veloce ed efficiente da utilizzare in campo e ha dato buoni risultati nei recenti test effettuati in Ghana. Con qualche perfezionamento potrebbe essere utilizzato in molte regioni africane di coltivazione di cocco dove si potrebbe gestire il rinnovo delle piantagioni per ridurre l’ulteriore diffusione della malattia.

"Questa ricerca porterà davvero dei cambiamenti per le comunità africane la cui sopravvivenza si basa sulla produzione di cocco. Offrirà inoltre ai ricercatori africani le tecnologie che aiuteranno a migliorare le attuali strategie di controllo della patologia" sottolinea Ndede Yankey, del gruppo di ricerca del Ghana e dottorando all’Università di Nottingham.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.nottingham.ac.uk/News/pressreleases/2010/September/Coconuts.aspx

RICERCA

Degradazione della proteina Cry1Ab del mais GM nell’intestino delle mucche da latte

Il ricercatore Heinrich H. D. Meyer ha effettuato, insieme ai suo colleghi della Technische Universitaet di Monaco, uno studio sulle condizioni di degradazione e frammentazione della proteina ricombinante Cry1Ab, presente nel mais GM MON810, nel tratto gastrointestinale delle mucche da latte. Due gruppi di mucche da latte di razza Pezzata Bavarese sono stati sottoposti ad una fase di alimentazione sperimentale, durante la quale un gruppo è stato alimentato con mais GM, mentre il secondo gruppo è stato alimentato con mais non GM. Nel corso della sperimentazione sono stati raccolti campioni di mangime e di feci da esemplari di entrambi i gruppi. Dopo la fase di sperimentazione, le mucche sono state macellate e sono stati raccolti campioni di cibo da diverse parti del tratto gastrointestinale. I ricercatori hanno analizzato la quantità di proteina totale e di proteina Cry1Ab. I dati raccolti indicano che la proteina Cry1Ab risulta progressivamente degradata nel corso della digestione. Rispetto al contenuto proteico dei mangimi, la quantità di proteina Cry1Ab nelle feci risulta significativamente diminuita, ciò indica che la proteina Cry1Ab è meno stabile di altre proteine presenti nei mangimi delle mucche da latte.

Maggiori informazioni sullo studio pubblicato dalla rivista Transgenic Research è disponibile al seguente indirizzo: http://www.springerlink.com/content/717h6n4215l5u32u/


Individuare e identificare tramite PCR le varietà cultivar di riso nel pane prodotto con frumento e riso

A causa della carenza di frumento, dovuta alle difficili condizioni climatiche e di fornitura di acqua, il riso è stato utilizzato come ingrediente per produrre pani lievitati. Tuttavia, identificare le origini dei cereali nei pani lievitati con lievito risulta difficile per la compresenza di DNA dei lieviti e dei cereali. Inoltre il DNA viene frammentato durante la fermentazione. Perciò, Sumiko Nakamura e Ken'ichi Ohtsubo dell’Università di Niigata, in Giappone, hanno sviluppato dei primer specifici per il frumento e per il riso per moltiplicare il DNA di frumento e riso e individuare la presenza di riso nel pane di frumento e di frumento nel pane di riso. Questi primer specifici per i cereali sono importanti per poter mettere in atto la tecnica della reazione a catena della polimerasi (PCR) e impedire che soggetti allergici possano consumare inconsapevolmente pane che contiene allergeni. I ricercatori hanno preparato un modello di DNA utilizzando la tecnica di isolamento CTAB DNA seguito da estrazione del DNA tramite alcol etilico 70%.

I quattro primer per PCR sviluppati amplificano solo il DNA derivato dal riso senza moltiplicare il DNA di frumento o lievito. Questo consente l’identificazione di quattro varietà tipi di riso nei campioni di pane mescolati con frumento e riso.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://dx.doi.org/10.1016/j.jcs.2010.02.012.

BIOCOMBUSTIBILI

Al via il Programma di Cooperazione Africa-Ue per l’energia rinnovabile (RECP)

In occasione del primo "First High Level Meeting", nell’ambito della collaborazione Africa-Ue, ministri e rappresentanti di 21 paesi europei e di 32 paesi africani hanno concordato obiettivi concreti per lo sviluppo futuro della collaborazione. È stata quindi lanciata la prima iniziativa, il Programma di Cooperazione Africa-Ue per l’Energia Rinnovabile (RECP). Il sito internet dell’AEEP (African-EU Energy Program) riporta gli obiettivi del REPC tra cui figurano: (1) indirizzare le capacità necessarie fondamentali per catalizzare la crescita dell’energia rinnovabile in Africa, (2) mobilitare la competenza tecnologica e la capacità d’innovazione dell’Europa per costruire conoscenza e capacità in Africa, e infine (3) supportare la crescita di un nuovo settore industriale in Africa. Tali obiettivi sono mirati a "contribuire alla costruzione di una nuova importante area per il commercio industriale e la cooperazione commerciale tra Africa e Europa". L’impegno si focalizzerà sui seguenti punti: (1) costituzione di una base di conoscenze scientifiche dettagliate in merito alle fonti e alle opportunità di energia rinnovabile in Africa, (2) promozione di politiche e di strumenti efficaci e "gemellaggio" tra le autorità per l’energia europee e africane, (3) definizione delle strategie per lo sfruttamento e l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile più promettenti presenti in Africa, tra cui fonti idriche, geotermiche, eoliche, biomasse e solari, (4) facilitazione del trasferimento di tecnologia e costituzione di joint ventures, collaborazione tra settore pubblico e privato e investimenti congiunti, (5) intensificazione delle attività mirate ad un’alta visibilità pubblica sulle opportunità e potenzialità per l’energia rinnovabile in Africa, che portino a un maggior supporto politico e a un incremento degli investimenti.

Maggiori informazioni sul Programma di Cooperazione Africa-Ue per l’Energia Rinnovabile (RECP) sono disponibili ai seguenti indirizzi:

http://www.aeep-conference.org/documents/aeep_recp.pdf http://www.aeep-conference.org/
http://www.aeep-conference.org/documents/aeep_declaration.pdf
http://www.thebioenergysite.com/news/7045/renewable-energy-cooperation-programme