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In questo numero:

Ottobre 2010

NEWS

Dal mondo

Nuovo video ISAAA Clive James Speaks: crescono le coltivazioni transgeniche

Il nuovo video ISAAA, intitolato Clive James Speaks, illustra la sorprendente crescita delle coltivazioni transgeniche, che sono passate da 1,7 milioni di ettari nel 1996 a 134 milioni di ettari nel 2009, con un incremento di circa 80 volte. Il video sottolinea la netta crescita dei paesi in via di sviluppo rispetto ai paesi industrializzati. Nel 2009, su 25 paesi in cui erano presenti coltivazioni transgeniche, 16 erano paesi in via di sviluppo di Asia, Africa e America Latina. L’area complessivamente coltivata con OGM in questi paesi risulta grande quasi quanto quella coltivata dai 9 paesi industrializzati.

Il video Clive James Speaks spiega il successo delle coltivazioni transgeniche nel corso dei primi dieci anni di commercializzazione dal 1996 a 2005 e spiega il percorso per raggiungere l’obiettivo di 200 milioni di ettari coltivati da parte di 20 milioni di agricoltori in 40 paesi entro il 2015. La seconda decade di commercializzazione delle sementi transgeniche fa parte degli Obiettivi di Sviluppo del Millennium delle Nazioni Unite. Il video tratta inoltre dell’utilizzo, dell’impatto e del futuro delle sementi transgeniche a livello globale.

Il video Clive James Speaks è disponibile al seguente indirizzo: http://www.isaaa.org/india/index.html


Collaborazione tra pubblico e privato e gestione dei rischi

La collaborazione tra settore pubblico e privato contribuisce a migliorare la gestione della ricerca. Queste collaborazioni sono tuttavia soggette a rischio ed è quindi necessario studiare strategie cautelative a livello legale e finanziario e costruire piattaforme e scenari tenendo conto delle previsioni peggiori. Da una ricerca effettuata dal Consultative Group on International Agricultural Research (CGIAR) su 75 progetti, emerge che tali strategie non sono comunemente usate o rese disponibili per la comunità scientifica internazionale e i relativi partner, specialmente nell’ambito della ricerca biotecnologica. È quanto hanno evidenziato David Spielman e i suoi colleghi dell’International Food Policy Research Institute nella rivista Asian Biotechnology and Development Review.

I ricercatori sottolineano che un’ulteriore analisi è necessaria per capire meglio le strutture che incoraggiano o scoraggiano i centri di ricerca internazionale a stringere collaborazioni con il settore privato. Occorre inoltre un’analisi dell’impatto di tali collaborazioni sull’innovazione, la gestione dei rischi, l’efficienza della ricerca e la sussistenza dei beneficiari finali. Bisogna fare emergere nuove idee a contrasto della povertà dalla ricerca sulle agrobiotecnologie, in cui le collaborazioni rivestono un ruolo potenzialmente cruciale per creare sinergie tra pubblico e privato e per promuovere lo sviluppo agricolo.

Maggiori informazioni possono essere richieste a David Spielman scrivendo al seguente indirizzo email: d.spielman@cgiar.org


Fame e malnutrizione: occorrono interventi

Nel corso di un incontro tenutosi a Roma, il Committee on World Food Security (CFS) delle Nazioni Unite ha sollecitato un intervento in risposta alle condizioni di fame e malnutrizione che hanno ormai raggiunto livelli inaccettabili. Fra i punti chiave ritenuti importanti ci sono quelli relativi alla sicurezza e alla nutrizione, alla proprietà dei terreni e agli investimenti internazionali nel settore agricolo, all’instabilità dei prezzi degli alimentari e alle crisi alimentari estese dovute a conflitti e disastri naturali. Si è cercato di individuare un migliore approccio strategico attraverso una serie di collaborazioni internazionali.

Il CFS ha richiesto al proprio gruppo di esperti di identificare "le cause e le conseguenze dell’instabilità dei prezzi degli alimentari, comprese le pratiche di mercato deformate e i legami con i mercati finanziari, le politiche adeguate e coerenti, le azioni, gli strumenti e le istituzioni per gestire i rischi legati a questa eccessiva instabilità dei prezzi".

"E’ molto importante che i governi abbiano riconosciuto che le organizzazioni non governative (ONG) e della società civile rivestano un ruolo importante a livello istituzionale. Le organizzazioni civili sono direttamente a contatto con le popolazioni che soffrono la fame e che vivono nella povertà e sono in grado di portare questa realtà all’interno del dibattito internazionale" ha dichiarato Noel Luna, Presidente del Committee on World Food Security.

Il comunicato è disponibile al seguente indirizzo: http://www.fao.org/news/story/en/item/46665/icode/


FAO: secondo Rapporto sullo stato delle fonti fitogenetiche mondiali per l’alimentazione e l’agricoltura

La Food and Agriculture Organization (FAO) ha presentato il secondo Rapporto sullo stato delle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura. Il documento fa seguito al primo rapporto, dallo stesso titolo, pubblicato 12 anni fa e tratta gli aspetti del problema relativo alla raccolta di materiali vegetali nelle banche genetiche, agli effetti del cambiamento climatico e a quello che si sta facendo per proteggere la biodiversità delle colture alimentari.

Secondo quanto si legge nel rapporto si stima che tra il 1900 e il 2000 il 75% della diversità delle colture sia andato perduto e si prevede che il 22% dei parentali selvatici di colture importanti potrebbe scomparire entro il 2055 a causa dei cambiamenti climatici. Le banche di geni sono cresciute sia di numero che di dimensioni. Nel mondo esistono oggi più di 1.750 banche genetiche e circa 130 posseggono oltre di 10.000 acquisizioni. Nel 2008 è stata aperta in Norvegia la più importante banca fitogenetica del mondo, la Global Seed Vault, che ospita duplicati di varietà uniche delle colture mondiali più importanti.

Un uso migliore e più ampio delle risorse genetiche e della biodiversità nelle colture alimentari potrà stimolarne la conservazione, ma occorrono sistemi adeguati per far sì che nuove varietà siano messe a disposizione degli agricoltori tramite il settore pubblico o privato.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.fao.org/news/story/en/item/46803/icode/

Americhe

Una colla molecolare stimola il sistema immunitario vegetale

Un gruppo di ricercatori dell’Università del Michigan ha scoperto un ormone vegetale denominato ‘jasmonato’ in grado di incollare tra loro due proteine. Lo studio ha inoltre consentito di identificare la struttura cristallina del recettore, che consente visione una prima comprensione del meccanismo molecolare che le piante attivano per respingere gli attacchi degli insetti e dei patogeni.

"Questo recettore rappresenta una novità per il modo in cui si lega al suo ormone target per innescare l’espressione del gene" ha spiegato Gregg Howe, biochimico e professore di biologia molecolare dell’Università del Michigan. "Sembra che lo jasmonato agisca come colla molecolare che lega tra loro due proteine, innescando una catena di eventi che portano alla risposta immunitaria. Determinare la struttura del ricettore potrebbe risolvere un grosso pezzo del puzzle".

Ora che i ricercatori conoscono la struttura del recettore potrebbero essere in grado di ideare nuovi derivati ormonali o piccole molecole che possono stimolare una risposta predeterminata. Questi elementi potrebbero essere utili per migliorare la produttività agricola rendendo le piante più resistenti a insetti e malattie.

Il comunicato stampa è disponibile al seguente indirizzo: http://news.msu.edu/story/8391/


Alberi e piante GM potrebbero contribuire a contrastare il riscaldamento globale

Secondo uno studio condotto da Christer Jansson e da altri ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory e dell’Oak Ridge National Laboratory, le foreste che contengono alberi e piante geneticamente modificati potrebbero sequestrare ogni anno dall’atmosfera diversi miliardi di tonnellate di carbonio e contribuire così a far diminuire il riscaldamento globale. Lo studio sottolinea le diverse strategie per rafforzare la capacità delle piante di trattenere biossido di carbonio e trasformarlo in una forma stabile di carbonio. Oltre a migliorare l’assorbimento della luce da parte delle piante, i ricercatori potrebbero approfondire le possibilità di modificare geneticamente le piante perché possano mandare una maggiore quantità di carbonio nelle radici dove una parte può essere trasformata sostanza organica e restare imprigionata per secoli. Un’altra strategia è quella di modificare i geni delle piante perché esse riescano a sopportare gli stress della crescita in terreni marginali e siano utilizzate per la produzione di bioenergia e prodotti alimentari.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.aibs.org/bioscience-press-releases/101001_genetically_altered_trees_and_plants_could_help_counter_global_warming.html


Mais Bt: nuovo studio sui vantaggi per gli agricoltori

Un gruppo di ricercatori guidati da William Hutchinson dell’Università del Minnesota e da Rick Hellmich del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti, hanno comunicato che il mais geneticamente modificato con Bacillus thuringiensis (Bt) per essere resistente agli insetti genera benefici economici significativi anche per gli agricoltori confinanti che non coltivano mais Bt. Si stima che gli agricoltori dell’Iowa, Illinois, Minnesota, Nebraska e Wisconsin abbiano avuto benefici economici complessivi per 7 miliardi di dollari per il periodo che va dal 1996, inizio della commercializzazione del mais Bt, al 2009, con un vantaggio di oltre 4 miliardi di dollari per i coltivatori di mais non Bt. Questo beneficio collaterale viene attribuito alla soppressione della presenza di piralide derivante dalla coltivazione a lungo termine con mais Bt. I ricercatori hanno inoltre sottolineato l’importanza di altre strategie quali l’uso di colture rifugio non Bt adiacenti ai campi di mais Bt, che offrono un luogo in cui gli insetti possono rifugiarsi.

"Le moderne scienze agricole rivestono un ruolo cruciale nella ricerca di risposte alle questioni più difficili del settore agricolo americano, tra cui la gestione degli insetti e la produttività" ha dichiarato il Segretario all’Agricoltura Tom Vilsack. "Questo studio fornisce informazioni importanti sui benefici delle biotecnologie esaminando come la soppressione della piralide derivante dall’utilizzo del mais Bt possa migliorare le rese e la qualità dei raccolti anche delle varietà non Bt".

L’articolo completo è disponibile al seguente indirizzo: http://www.ars.usda.gov/News/docs.htm?docid=1261


I programmi della Cargill per contrastare il problema della fame

Ogni cinque secondi un bambino muore di fame. Per questo, molte organizzazioni internazionali e società private si stanno impegnando per cercare di contrastare questo fenomeno. Cargill è un fornitore internazionale di prodotti e servizi alimentari, agricoli e di gestione del rischio sui mercati delle commodities e ha diversi programmi in questo ambito.

"Sono oltre 900 milioni le persone che soffrono la fame in tutto il mondo" sottolinea Michelle Grogg, Senior Director, di Cargill corporate contributions. "Il problema è troppo grande perché possa essere risolto da un singolo ente o istituzione. Per Cargill è importante contribuire ad affrontare questa situazione coinvolgendo i nostri dipendenti, ma anche stringendo accordi di collaborazione con le diverse organizzazioni, per identificare soluzioni a lungo termine".

Tra le collaborazioni più recenti figurano quella con CARE, importante organizzazione umanitaria impegnata nella lotta alla povertà; Project Lead the Way (PLTW), che incoraggia gli studenti a proseguire con studi superiori in ambito scientifico, tecnologico e ingegneristico, e matematico; World Wide Fund, che contribuisce alla produzione sostenibile di olio di palma, e The Nature Conservancy (TNC), impegnata per la riduzione e la stabilizzazione del livello di deforestazione e per una coltivazione responsabile della soia.

Il comunicato stampa di Cargill è disponibile al seguente indirizzo: http://www.cargill.com/news-center/news-releases/2010/NA3035730.jsp.


America del Sud: la dichiarazione dei ministri dell’agricoltura in tema di OGM

Il Consejo Agropecuario del Sur (CAS) è una rete regionale di governi che unisce i ministeri dell’agricoltura dei paesi del Cono Sud dell’America Latina, che comprende Argentina, Brasile, Cile, Uruguay e Paraguay, tutti importanti produttori di sementi GM. Il CAS ha recentemente organizzato un’assemblea generale a Santiago del Chile, nella quale è stata concordata un’importante dichiarazione a supporto dello sviluppo delle agro biotecnologie nei paesi che fanno parte della rete.

Nella dichiarazione si richiama la necessità di unire innovazione scientifica e tecnologica per affrontare la sfide della produzione alimentare globale e raggiungere uno sviluppo competitivo e sostenibile dell’agricoltura. In particolare i membri del consiglio hanno concordato di:

  • Approfondire e rafforzare il quadro e gli strumenti normativi per garantire l’utilizzo degli organismi geneticamente modificati
  • Chiedere a organizzazioni internazionali supporto tecnico e finanziario in modo coordinato per lo sviluppo di OGM in linea con le esigenze specifiche dei paesi dell’area dell’America del Sud
  • Incaricare il CAS del coordinamento, dell’armonizzazione e della promozione delle attività correlate agli OGM

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.consejocas.org

Il testo in spagnolo della dichiarazione è scaricabile in formato PDF al seguente indirizzo: http://www.consejocas.org/data/cas_documentos/343692.PDF


Il bio-olio del tabacco può essere un efficace pesticida

Il tabacco è stato utilizzato come pesticida biologico naturale per secoli e in un recente articolo pubblicato dalla rivista Industrial and Engineering Chemistry Research è stato presentato come possibile alternativa ai tradizionali pesticidi in commercio. Cedric Briens, insieme ad altri ricercatori, sottolinea che i rischi alla salute legati al tabacco hanno portato a una diminuzione della domanda e questo ha avuto conseguenze sulla sussistenza dei coltivatori di tabacco. I ricercatori stanno quindi studiando altri possibili usi per questa coltura che potrebbe essere impiegata come pesticida naturale ecocompatibile.

Per trasformare il tabacco in pesticida, le foglie vengono esposte a calore elevato (900 gradi Fahrenheit) in ambiente sotto vuoto, ne viene quindi prodotta una sostanza non raffinata, chiamata bio-olio. Il bio-olio è stato testato contro diversi tipi di insetti dannosi e si è dimostrato in grado di bloccare la crescita di batteri e funghi, nonché di uccidere i coleotteri tra cui la dorifora della patata, che risulta resistente agli insetticidi attualmente in uso. I risultati dello studio indicano che il bio-olio del tabacco potrebbe essere un pesticida più efficace e selettivo rispetto ad altri prodotti disponibili sul mercato.

Il testo completo è disponibile al seguente indirizzo: http://pubs.acs.org/stoken/presspac/presspac/full/10.1021/ie100329z.

Europa

Misure concrete per evitare la commistione di varietà di mais GM e convenzionali

Per prevenire la commistione di colture di mais GM con colture convenzionali e biologiche è necessario immagazzinare le sementi in modo appropriato e utilizzare distanze di isolamento in campo. È quanto si evidenzia nel documento redatto dall’Ufficio europeo per la coesistenza (European Coexistence Bureau) relativo alle pratiche ottimali in tema di coesistenza di coltivazioni GM, convenzionali e biologiche con particolare attenzione alla produzione di mais. Il documento è stato pubblicato dal Joint Research Center della Commissione europea ed è stato presentato al Consiglio Agricoltura da John Dalli, Commissario alla sanità e alle politiche dei consumatori.

Secondo il rapporto “misure specifiche relative al magazzinaggio e all’applicazione di distanze d’isolamento possono aiutare a contenere o impedire la commistione del mais geneticamente modificato (GM) con le varietà convenzionali e biologiche”. La pratica di isolamento per sfasamento delle semine è possibile in diversi paesi dell’Ue con condizioni climatiche specifiche.

"Le pratiche suggerite in questo importante documento sono applicabili nell’ambito della nuova strategia adottata dalla Commissione europea dallo scorso luglio in tema di coesistenza e coltivazione di OGM. Esse risultano pienamente conformi allo spirito e alle finalità di detta proposta, che offre agli Stati membri la possibilità di dimostrarsi più flessibili nell’organizzare la coesistenza di colture OGM, convenzionali e biologiche. Il documento precisa una serie di pratiche non vincolanti, che si prefiggono lo scopo di assistere gli Stati membri nel compito di sviluppare e affinare i rispettivi approcci nazionali e regionali alla coesistenza" ha dichiarato Dalli.

Il documento è disponibile all’indirizzo: http://ecob.jrc.ec.europa.eu/documents.html oppure all’indirizzo: http://ecob.jrc.ec.europa.eu/documents/Maize.pdf

Il comunicato stampa è disponibile all’indirizzo: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/10/1181&format=HTML&aged=1&language=IT&guiLanguage=en


Ue: nel dibattito sui divieti nazionali continuano le approvazioni agli OGM

John Dalli, Commissario alla sanità dell’Unione europea (Ue) ha dichiarato che la Commissione europea continuerà a dare l’approvazione alle coltivazioni GM in mezzo all’attuale dibattito sui divieti nazionali agli OGM. Ha sottolineato che le proposte della Commissione consentiranno alla Francia e ad altri paesi di mantenere gli attuali divieti di utilizzo di sementi GM e nello stesso modo paesi pro OGM come Spagna e Portogallo possono proseguire con la coltivazione e aumentare la superficie coltivata con OGM a fini commerciali. Dalli accetterà revisioni alle proposte "nel caso ci sia il supporto della maggioranza dei governi e dei legislatori dell’Ue, necessari perché i programmi diventino leggi". Ha inoltre confermato che la Commissione europea proporrà una soluzione tecnica per le politiche di tolleranza zero dell’Unione europea sulla presenza non consentita di OGM nelle importazioni di mangimi animali nei paesi membri. "Per i prodotti alimentari la regolamentazione a tolleranza zero resterà in vigore finché lo sarà per i materiali grezzi utilizzati per la produzione alimentare" ha sottolineato Dalli.

L’articolo completo è disponibile all’indirizzo: http://www.eurobiotechnews.eu/service/start-page/top-news/?no_cache=1&tx_ttnews[tt_news]=12599&cHash=2deeff59fb.


Parere scientifico dell’EFSA sulla commercializzazione di alcune linee di mais GM

Il gruppo di esperti scientifici per gli OGM dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza ) ha pubblicato un parere scientifico sulla sicurezza delle varietà GM di mais MON 89034 x 1507 x MON 88017 x 59122 (EFSA-GMO-CZ-2008-62) e MON 89034 x 1507 x NK603 (EFSA-GMO-NL-2009-65) resistenti agli insetti e tolleranti gli erbicidi e loro sottocombinazioni di eventi individuali che potrebbero essere presenti nella progenie, destinate ad alimentazione umana e animale,per l’importazione e la lavorazione. Le licenze sono state richieste da Dow AgroSciences e Monsanto.

In base alle linee guida dell’EFSA, nella valutazione scientifica dei rischi era inclusa la caratterizzazione molecolare del DNA inserito e l’espressione delle proteine corrispondenti. Altre valutazioni di sicurezza effettuate comprendevano: analisi comparative della composizione, tratti agronomici e fenotipici, sicurezza delle nuove proteine, individuale e in combinazione, l’intera valutazione a livello di alimentazione animale e umana rispetto alla potenziale tossicità, allergenicità e qualità nutrizionale. Poiché l’utilizzo previsto riguarda sia l’ambito umano che animale, l’importazione e la lavorazione ed esclude la coltivazione nell’Unione europea, non ci sono necessità di valutazioni scientifiche per eventuali effetti sull’ambiente associati alla coltivazione di queste varietà di mais GM.

Il gruppo di esperti dell’EFSA ha concluso che "le informazioni disponibili per le varietà di mais MON 89034 x 1507 x MON 88017 x 59122 e MON 89034 x 1507 x NK603 rispondono alle obiezioni scientifiche sollevate dagli Stati membri e che queste linee GM, come descritto nelle rispettive domande di approvazione, sono sicure quanto le corrispondenti varietà convenzionali e commerciali, per quanto riguarda i potenziali effetti sulla salute umana e animale e sull’ambiente.

Maggiori informazioni sono disponibili ai seguenti indirizzi: http://www.efsa.europa.eu/en/scdocs/doc/s1781.htm http://www.efsa.europa.eu/en/scdocs/doc/s1782.htm


Notifiche delle prove in campo di colture OGM in Repubblica Ceca

Il Joint Research Center della Commissione europea ha comunicato la richiesta di autorizzazione presentata da KWS SAAT AG e Reparsky Institut, spol.s.r.o. per effettuare prove in campo di barbabietola da zucchero GM tollerante al glifosato H7-1. La prova in campo si svolgerà in tre aree di 500 mq per ogni sito, ogni anno, a Bylany (regione di Pardubicky) e a Straskov (regione di Ustecky).

La prova in campo è mirata a valutare il comportamento della barbabietola GM in termini di resistenza agli insetti e agli stress abiotici, la germinazione e le caratteristiche agronomiche, l’efficienza dei diversi sistemi di controllo delle infestanti. Verrà inoltre effettuata una valutazione della selettività dell’erbicida e uno studio sulla sua efficacia e sui residui, oltre all’analisi della composizione, alla valutazione delle foglie e delle radici e sulla relativa qualità di lavorazione.

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://gmoinfo.jrc.ec.europa.eu/gmp_report.aspx?CurNot=B/CZ/10/1


L’Ucraina investe sull’agricoltura

Nel corso dell’Ukrainian Grain Congress tenutosi a Kiev in ottobre, Leonid Kozachenko, presidente della Confederazione Agraria Ucraina ha espresso la volontà del paese di contribuire a risolvere il problema alimentare globale. Secondo Kozachenko raddoppiando l’uso dei fertilizzanti e dei macchinari in agricoltura, la resa delle colture potrebbe aumentare del 40% e sarebbe quindi possibile sfamare più persone.

"L’unica cosa che può risollevare il nostro settore agricolo sono gli investimenti. Lo stato non può risolvere il problema della mancanza di fondi. Grandi holding agricole hanno già investito circa 1 miliardo di dollari nell’agricoltura nel nostro paese, ma per fare un passo avanti significativo abbiamo bisogno di un decennio e di almeno 20-25 miliardi di dollari di investimenti nella selezione, 10-15 miliardi di dollari per l’industria alimentare, 3-5 miliardi di dollari per la produzione di biocombustibili, 15-20 miliardi di dollari per la selezione degli animali in allevamento" ha dichiarato.

Una volta sviluppati questi programmi, l’Ucraina potrebbe essere in grado di produrre 105 milioni di tonnellate di cereali entro il 2050, cioè il 4,2% della produzione mondiale e controllare il 15% delle esportazioni mondiali, arrivando al terzo posto nella classifica mondiale.

L’articolo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.nrcu.gov.ua/index.php?id=148&listid=130446.

RICERCA

Silenziata l’espressione della proteina di frumento all’origine della celiachia

La celiachia è un disturbo digestivo che causa l’incapacità di assorbire elementi nutritivi e scatena la risposta immunitaria alle proteine del glutine presente nel frumento, nell’orzo e nella segale. La reazione è controllata da un gruppo di globuli bianchi del sangue chiamate cellule T, che individuano la presenza del glutine. Si tratta di una malattia genetica e l’unica cura è evitare accuratamente di assumere alimenti che contengono glutine. Javier Gil-Humanes del Consejo Superior de Investigaciones Cientificas (CSIC), in Spagna, ha condotto una ricerca insieme ad altri ricercatori e ha utilizzato l’interferenza dell’RNA per ridurre l’espressione del glutine nel grano tenero da panificazione. I ricercatori hanno costruito una serie di sequenze di RNA hairpin e hanno espresso nell’endosperma del grano tenero per silenziare l’espressione del glutine.

I ricercatori hanno notato che l’espressione del glutine risultava significativamente ridotta nelle linee transgeniche di grano tenero. Il glutine totale prodotto è stato estratto e testato per verificarne la capacità di reazione con cloni di cellule T provenienti da pazienti affetti da celiachia. Per le cinque linee transgeniche, si è registrata una diminuzione da 10 a 100 volte della quantità di antigeni prodotti. Il glutine estratto non ha reagito con le cellule T di tre linee transgeniche, mentre in altre tre linee transgeniche si è osservata una risposta ridotta. La riduzione dell’espressione del glutine per RNAi può essere quindi utilizzata per produrre linee di frumento con bassi livelli di tossicità per i pazienti affetti da questa malattia.

L’articolo completo è disponibile al seguente indirizzo: http://www.pnas.org/content/107/39/17023.full.


Presenza e densità dei coleotteri nella vegetazione spontanea dei campi di mais Bt

I coleotteri sono economicamente importanti per i sistemi agricoli. È quindi essenziale includere questo gruppo di insetti, come organismi non target, nel processo di valutazione dei rischi ambientali (ERA – Environmental Risk Assessment) delle colture Bt geneticamente modificate resistenti agli insetti. Stefan Rauschen e i suoi colleghi della RWRH Aachen University, Germania, hanno analizzato l’impatto di due varietà di mais Bt (MON810 e MON88017) sulla presenza e sulla densità in campo di coccinelle e galerucelle (famiglia delle Chrysomelidae), utilizzando i dati raccolti nel corso degli esperimenti in campo effettuati nel corso di sei anni.

In generale, nel periodo della coltivazione sono stati individuati nella vegetazione spontanea pochi coleotteri. Coccinelle e galerucelle risultavano tuttavia tra i più numerosi. A partire dalla loro importanza ecologica, bisognerebbe focalizzare la valutazione dei rischi ambientali sulle coccinelle. Tuttavia, è importante osservare questi coleotteri in situazioni ricreate in laboratorio per diminuire gli effetti delle altre variabili presenti in campo. D’altro canto, la galerucella non è importante quanto la coccinella nella valutazione dei rischi ambientali, in quanto rivestono un ruolo secondario.

Un estratto della ricerca è disponibile al seguente indirizzo: http://www.springerlink.com/content/g4v06t72181w7t48/


Silenziando un gene si potrebbero ottenere carote ipoallergeniche

I patogeni e gli stress abiotici possono stimolare la produzione di una proteina vegetale chiamata PR10 della famiglia delle Pathogenesis-related proteins. Questa proteina alza la potenzialità allergenica di molti tipi di frutta e verdura, quali le carote. Due geni simili (Dau 1.01 e Dau c 1.02) che codificano per la proteina PR10 sono stati identificati nelle carote. Susana Peters e i suoi colleghi della Justus Liebig University, in Germania, hanno condotto uno studio mirato a produrre carote ipoallergeniche silenziando il gene Dau 1.01 o il Dau c 1.02 nelle carote transgeniche attraverso l’interferenza dell’RNA (RNAi).

Attraverso la reazione a catena della polimerasi quantitativa (qPCR) e l’immunoblotting, è stata documentata la presenza dei geni e della proteina. I risultati mostrano che l’accumulo di PR10 era altamente ridotto nelle piante transgeniche, rispetto agli esemplari non modificati. Sia le piante transgeniche che quelle non modificate sono state sottoposte a trattamento con acido salicilico, sostanza chimica che induce l’espressione della proteina PR10. L’accumulo di PR10 è stato osservato nelle carote selvatiche non trasformate, ma non nelle piante transgeniche. La diminuzione del potenziale allergenico nelle piante, in cui il gene Dau c1 silenziato era presente in quantità tali da causare una reazione allergica ridotta negli allergici alla carota, è stata verificata tramite prick test cutanei. Lo studio dimostra la possibilità di produrre alimenti a basso contenuto allergenico tramite RNAi e i ricercatori suggeriscono il silenziamento simultaneo di più allergeni per ottenere carote ipoallergeniche.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.springerlink.com/content/5192893147177l34/fulltext.html


Sviluppate in India patate con alto contenuto proteico

La carenza di proteine colpisce la crescita e lo sviluppo degli esseri umani, alzando notevolmente il livello di malattie e di mortalità, in particolare nei paesi in via di sviluppo. Diverse iniziative sono state messe in atto per rafforzare il contenuto di proteine e la qualità delle colture, ma con poco successo. Perciò, Subhra Chakraborty del National Institute of Plant Genome Research, di New Delhi, insieme a un gruppo di ricercatori, ha sviluppato delle patate con un valore nutritivo più elevato, attraverso l’espressione geneticamente modificata di una proteina del seme dell’amaranto (Amaranto Albumina 1 o AmA1), utilizzando linee adatte a diversi siti con specifiche caratteristiche climatiche e agricole. Dall’analisi emerge che i tuberi transgenici possono arrivare ad avere un contenuto complessivo di proteine maggiore del 60% e presentano un contenuto più elevato di aminoacidi essenziali, limitato nelle varietà selvatiche non modificate. Si è visto inoltre un aumento dell’attività fotosintetica, con un conseguente aumento nella biomassa, ed è stata osservato un incremento moderato della resa del tubero. La caratterizzazione effettuata indica che il ribilanciamento delle proteine espresse potrebbe aumentare il contenuto proteico dei tuberi transgenici.

I risultati della valutazione della sicurezza e della performance in campo suggeriscono come anche che le patate transgeniche siano adatte alla coltivazione commerciale. In base ai risultati dei test di laboratorio effettuati su cavie, esse risultano sicure per il consumo alimentare. Perciò i risultati indicano che l’espressione del gene AmA1 rappresenta una possibilità per migliorare il valore nutrizionale delle colture alimentari.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.pnas.org/content/107/41/17533.abstract.


Effetti del mais Bt sulla correlazione tra afidi e parassitoidi

Le varietà di mais Bt geneticamente modificate sono state ideate per controllare determinati parassiti (coleotteri e lepidotteri) tramite l’espressione delle proteine Cry del Bacillus thringiensis. Belén Lumbierres e i suoi colleghi dell’Università di Lleida hanno studiato l’effetto del mais Bt sul parassitismo degli afidi e hanno misurato il complesso afidi-parassitoidi presente in campo. Hanno utilizzato tre varietà di mais Bt, due per l’evento MON810 e una per Bt 176, in confronto a linee geneticamente simili o linee quasi-isogeniche (NIL – near-isogenic lines). Non è stata registrata nessuna differenza nella quantità di afidi presenti tra le varietà Bt e le linee quasi-isogeniche. Alcune differenze tra varietà Bt e linee quasi-isogeniche sono state osservate solo in uno dei due anni di studio. Questo potrebbe essere dovuto al background della varietà o dalle condizioni ambientali nei due anni di sperimentazione. La tipologia predominante di parassitoidi osservati sono stati Lysiphlebus testaceipes (Cresson), Lipolexis gracilis Förster (Hymenoptera, Braconidae, Aphidiinae) e Aphelinus sp. (Hymenoptera, Aphelinidae). Il mais Bt non ha avuto nessun effetto sull’associazione afidi-parassitoidi, sul parassitismo di afidi e l’iper parassitismo (condizione in cui un parassita secondario si sviluppa su un parassita già presente). I risultati indicano quindi che il mais Bt non ha effetti negativi sul rapporto dei tre diversi livelli della catena alimentare esaminata.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.springerlink.com/content/k263151255227715/

BIOCOMBUSTIBILI

Il progetto BEFSCI della FAO per sviluppare criteri dettagliati e politiche sulla bioenergia sostenibile

Nell’ambito del progetto BEFSCI (Bioenergy and Food Security Criteria and Indicators) della FAO sono in corso di sviluppo una serie di criteri dettagliati, indicatori, pratiche e politiche in tema di produzione di bioenergia sostenibile. Uno degli obiettivi è quello di salvaguardare (e possibilmente incoraggiare) la sicurezza alimentare attraverso la diffusione di informazioni "sulla costruzione di strutture nazionali mirate a prevenire possibili effetti negativi dello sviluppo della bioenergia sulla sicurezza alimentare" e attraverso l’assistenza ai paesi in via di sviluppo per monitorare e affrontare l’impatto della produzione di bioenergia sulla sicurezza alimentare.

Una prima serie di indicatori chiave che i paesi possono utilizzare per monitorare l’impatto della produzione di bioenergia sulla sicurezza alimentare è stata pubblicata sul sito web FAO dedicato alle bioenergia, in tre parti direttamente scaricabili dalla rete, focalizzati su: (1) cambiamenti nella produzione, immagazzinaggio e distribuzione dei principali alimenti di base, oltre a cambiamenti nell’uso domestico di questi prodotti per alimentazione umana, animale e per i biocombustibili; (2) cambiamenti nei prezzi dei principali prodotti base adeguati all’inflazione (prezzi reali) dovuti alla produzione della bioenergia e conseguente impatto sulle condizioni delle famiglia povere; (3) cambiamenti nella biodiversità in agricoltura dovuti alla produzione di bioenergia e conseguente impatto sulla varietà della dieta domestica. Il BEFSCI sta sollecitando gli interventi sulla prima stesura degli indicatori chiave, in particolare sui seguenti punti: (a) stabilire se la portata degli indicatori è sufficientemente rigorosa (b) verificare la necessità di avere degli approcci quantitativi (c) valutare se si intravedono problematiche nella misurazione a lungo termine degli indicatori.

Maggiori informazioni sono disponibili ai seguenti indirizzi: http://km.fao.org/fsn/discussions/bioenergy/en/
http://www.thebioenergysite.com/news/7253/impacts-of-bioenergy-production-on-food-security


Cina: i progressi dello sviluppo di biogas nelle aree rurali

Secondo quanto riportato da The Bioenergy Site il ministro cinese per l’agricoltura ha annunciato ulteriori progressi nella produzione di biogas nelle aree rurali. Nel corso dell’undicesimo piano quinquennale, il progresso nella "rapida diffusione dell’uso di biogas nelle aree rurali" ha prodotto grandi benefici, in termini di aumento dei guadagni per gli agricoltori e di salvaguardia dell’ambiente. Il governo centrale ha operato investimenti nello sviluppo di un "sistema di servizi per il biogas", cui associazioni, cooperative, società e individui possono partecipare, per offrire una varietà di modalità di servizio collegate alla realizzazione di digestori per biogas, all’installazione dell’attrezzatura, alle forniture aggiuntive e alla manutenzione. A favore di un totale di 12,78 milioni di unità familiari sono stati installati digestori per il biogas, tra il 2006 e il 2010. Secondo le stime entro la fine del 2010 sono state installati 5.042 impianti di medie e grandi dimensioni. Le installazioni rurali complessive rappresentano il 107% dell’obiettivo stabilito dall’undicesimo piano quinquennale.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.thebioenergysite.com/news/7308/progress-in-biogas-use-in-rural-areas