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In questo numero:

Aprile 2010

NEWS

Dal mondo

Video e podcast ISAAA sulla situazione globale delle coltivazioni biotech

L’ISAAA (International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications) ha realizzato in collaborazione con la Courter Film and Associates una serie di sei brevi video dal titolo: Highlights of the Global Status of Biotech Crops. ISAAA dedica questi video a Norman Borlaug recentemente insignito del Premio Nobel per la Pace, che ha dato un importante contributo al settore agricolo, grazie al suo impegno per combattere la fame e la povertà. Clive James, Fondatore e Presidente dell’ISAAA, autore dell’Annual Review of the Global Status of Biotech Crops, offre un’analisi ampia e mirata dei differenti argomenti trattati dai video. I sei filmati sono disponibili, in video streaming o in formato scaricabile, sul sito internet dell’ISAAA: http://www.isaaa.org o su YouTube. I temi dei video sono i seguenti:

È inoltre possibile iscriversi al servizio di podcasting per essere costantemente aggiornati sui nuovi video, file audio e documenti pubblicati sul sito: http://www.isaaa.org/rss/podcast/default.asp.


Collaborazione tra Syngenta e CIMMYT per la ricerca sul frumento

Il CIMMYT (International Maize and Wheat Improvement Center) e Syngenta hanno siglato una collaborazione pubblico-privata per lo sviluppo e la promozione delle tecnologie di miglioramento genetico del frumento riguardanti sia i tratti GM che quelli convenzionali, il frumento ibrido e la protezione integrata di sementi e colture. L’obiettivo è quello di incrementare la produzione globale di frumento grazie alla tecnologia di marcatura genetica e alla piattaforma di tratti altamente all’avanguardia di Syngenta e l’accesso offerto dal CIMMYT alla diversità genetica del frumento e alla sua rete mondiale di collaborazioni.

Hans-Joachim Braun, direttore del Programma Globale per il Frumento del CIMMYT, ha sottolineato la necessità di aumentare la produzione globale di frumento, poiché la domanda globale sta crescendo almeno dell’1,5% ogni anno. Questa collaborazione tra settore pubblico e privato rappresenta quindi uno strumento essenziale per far progredire l’agricoltura e far fronte alle sfide globali. "Se si aggiunge l’impatto dei cambiamenti climatici, risulta chiara la necessità di evitare il rischio di un’altra crisi alimentare e l’importanza che gli agricoltori siano adeguatamente preparati a rispondere alla domanda di una popolazione mondiale in continua crescita. Collaborazioni come questa possono portare grandi benefici agli agricoltori di tutto il mondo, ricchi e poveri” ha dichiarato Braun.

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www2.syngenta.com/en/media/mediareleases/en_100406.html.


Gli ostacoli alla diffusione delle colture GM

L’intero settore agricolo sta compiendo importanti sforzi per migliorare la situazione alimentare a livello mondiale. Notevoli investimenti sono stati fatti nel miglioramento genetico di diverse colture. Tuttavia, solo un piccolo numero di colture transgeniche sono disponibili oggi sul mercato. Caius M. Rommens della J.R. Simplot Company, USA, ha cercato di spiegare questo scarto tra ricerca e sviluppo di colture GM nell’articolo intitolatao Barriers and Paths to Market for Genetically Engineered Crops e pubblicato dalla rivista Plant Biotechnology Journal, in cui vengono discussi i seguenti punti critici:

  • efficacia del tratto in campo
  • concept di prodotti base
  • libertà di azione
  • il supporto dell’industria
  • conservazione dell’identità
  • approvazione normativa
  • accettazione da parte dei consumatori

Rommens ha inoltre illustrato alcune soluzioni interessanti per superare tali ostacoli. Al momento, il suo suggerimento è quello di creare delle percezioni positive nei consumatori e offrire le prove dei vantaggi derivanti dalle colture transgeniche per aumentare l’accettazione da parte dei commercianti e dei consumatori.

Il documento completo è disponibile all’indirizzo: http://www3.interscience.wiley.com/cgi-bin/fulltext/123200391/HTMLSTART?CRETRY=1&SRETRY=0


Benefici significativi dalle coltivazioni biotech

Le colture biotech continuano a offrire significativi benefici economici e ambientali a livello globale. È la conclusione presentata in due nuovi studi effettuati dalla PG Economics Limited, agenzia di consulenza con sede nel Regno Unito.

"Dal 1996, l’utilizzo delle colture biotech ha contribuito a ridurre le emissioni di gas serra da parte del settore agricolo, ha fatto diminuire l’impiego di pesticidi, ha dato un impulso significativo alle entrate dei coltivatori e ha consentito di avere prezzi realmente più contenuti per mais, colza, soia e per i principali prodotti da essi derivati" ha dichiarato Graham Brookes, direttore di PG Economics e coautore degli studi. "La tecnologia ha dato anche un importante contributo all’aumento delle rese delle sementi, riducendo i rischi, migliorando la produttività e facendo aumentare la produzione globale per le colture più importanti. La combinazione di benefici economici e ambientali sta quindi offrendo un valido contributo per il miglioramento della sostenibilità dell’agricoltura e accessibilità ai prodotti alimentari, con vantaggi ancora maggiori nei paesi in via di sviluppo".

Tra i punti chiave sottolineati:

  • Le colture biotech hanno contribuito a ridurre in modo significativo le emissioni di gas serra derivate dalle pratiche agricole.
  • Le colture biotech hanno ridotto le applicazioni di pesticidi (1996-2008) di 352 milioni di kg.
  • Le coltivazioni biotech tolleranti gli erbicidi hanno facilitato l’adozione di sistemi di produzione senza lavorazione o con lavorazione ridotta in molte regioni, soprattutto in Sud America.
  • I benefici economici netti sostanziali per gli agricoltori ammontano a circa 9,4 miliardi di dollari nel 2008 e di 52 miliardi di dollari su un periodo di 13 anni.
  • Se si considera il miglioramento complessivo nei guadagni, il 50,5% (circa 26,25 miliardi di dollari) è dovuto al miglioramento delle rese, con un aumento derivato dalla riduzione dei costi di produzione.
Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.pgeconomics.co.uk/.

Americhe

Decifrato il DNA della pesca

L’Università di Clemson ha annunciato di aver completato la sequenza genomica della varietà di pesca Lovell. Il risultato è stato raggiunto grazie a un ampio programma di ricerca lanciato dall’Università di Clemson e guidato da Albert Abbott, titolare della cattedra di genetica molecolare e da un professore del dipartimento di genetica e biochimica. L’albero di pesca è stato scelto come genoma modello per l’identificazione e la comprensione di geni che sono cruciali per la crescita e lo sviluppo degli alberi decidui.

Il genoma della pesca potrebbe essere utile per determinare importanti caratteristiche del genoma di alberi affini a quello della pesca, quali ad esempio mele e susine e per decifrare tratti importanti quali i geni per il miglioramento nutrizionale. Bryon Sosinski, professore associato di scienze orticole presso la N.C. State University e coordinatore americano del progetto di sequenziazione della pesca, ha dichiarato che si è trattato di uno sforzo globale che ha coinvolto ricercatori in Italia, Spagna e Cile e ha visto la partecipazione dello Stato del North Carolina, del Joint Genome Institute e delle Università di Clemson e di Washington come partner principali negli Stati Uniti.

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.clemson.edu/media-relations/article.php?article_id=2686.


Alghe GM per la produzione di biodiesel

Alcuni ricercatori della School of Chemical Engineering della Purdue University hanno recentemente beneficiato insieme all’Università dell’Iowa di un fondo federale per creare alghe geneticamente modificate che potrebbero produrre biodiesel ecocompatibile. I ricercatori stanno coltivando le alghe in laboratorio tramite bioreattore al fine di studiare percorsi specifici per l’accumulo di lipidi, che saranno poi trasformati in biodiesel. Verrà realizzata una mappa di flusso che potrebbe rivelare la velocità delle reazioni dei percorsi metabolici all’interno dell’alga. Si tratta di informazioni importanti che potrebbero consentire ai ricercatori di modificare geneticamente l’alga in modo da poter accumulare una maggiore quantità di lipidi.

I ricercatori svilupperanno inoltre alghe in grado di vivere a temperature più elevate, che le alghe naturali non riescono a sopportare, per l’impiego a scopo di decontaminazione. Saranno inoltre portati avanti studi sull’assimilazione del carbonio per lo stoccaggio dei lipidi. Arvind Varma, professore di Ingegneria Chimica alla Purdue University e Responsabile della Scuola di Ingegneria Chimica, è fermamente convinto “che sia estremamente importante lavorare su soluzioni che aiutino a ridurre la dipendenza del paese dai combustibili fossili e la conseguente impronta di carbonio".

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.purdue.edu/newsroom/research/2010/100413MorganAlgae.html


Migliorare geneticamente il mais tropicale per aumentarne il contenuto di betacarotene

I ricercatori stanno studiando come introdurre nel mais tropicale alleli, presenti naturalmente, che aiutano a controllare i livelli di betacarotene presenti nel chicco. Questo potrebbe aumentare di almeno cinque volte il contenuto di betacarotene. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati dalla rivista online Nature Genetics.

"Il mais è una delle colture alimentari più importanti in America Latina e in Africa e rappresenta una fonte fondamentale di carboidrati, proteine e altri elementi nutritivi, ma è generalmente povero di provitamina A" ha spiegato Yan Jianbing, ricercatore del CIMMYT e autore principale dello studio. "Gli alleli favorevoli che abbiamo individuato erano associati a un aumento delle concentrazioni di betacarotene nel chicco di mais di circa 5 volte rispetto ai livelli normali".

Secondo quanto riportato in un articolo del CIMMYT, il team di ricerca composto da 21 esperti internazionali, di 11 istituti di ricerca, ha esaminato le varianti, presenti naturalmente, del gene, β-carotene idrossilasi 1 del Zea mays (crtRB1), associato alla conversione di beta-carotene nei chicchi di mais. Le concentrazioni di pro-vitamina A rilevate nel chicco indicano che, con l’aiuto di due geni, gli alleli crtRB1 e lycopene epsilon cyclase (lcyε), sarà possibile migliorare geneticamente le varietà di mais tropicale con 15 microgrammi di beta-carotene per grammo di semi.

L’articolo del CIMMYT relativo a questo studio è disponibile all’indirizzo: http://www.cimmyt.org/english/wps/news/2010/apr/vitaminA.htm


L’ARS studia la camelina come fonte per produrre biocarburante

La Camelina sativa è attualmente allo studio dei ricercatori del Dipartimento dell’Agricoltura dell’ARS (Agricultural Research Service) come possibile fonte di produzione di combustibile per l’industria dell’aviazione militare e civile. Un memorandum di intesa è stato recentemente firmato tra il Dipartimento dell’Agricoltura e quello della Marina ed è oggetto di interesse da parte della Commercial Airlines Alternatve Fuels Initiative.

La Camelina, della famiglia delle Brassicaceae, è nota per l’alto contenuto di olio dei suoi semi. I ricercatori dell’ARS stanno studiando un modo per far rientrare questa coltura e altre sementi da olio nei sistemi di produzione di colture esistenti.

Il comunicato stampa è disponibile all’indirizzo: http://www.ars.usda.gov/is/pr


Studio dell’Università di Stanford sui prodotti alimentari biologici e convenzionali

Esiste una differenza tra gli alimenti coltivati con metodi biologici e quelli convenzionali? Crystal Smith-Spangler e i suoi colleghi della Stanford University hanno esaminato oltre 200 studi e hanno presentato le seguenti considerazioni generali:

  • I prodotti biologici presentano un rischio significativamente basso di contaminazione da residui di pesticidi. Il livello di contaminazione è risultato comunque inferiore ai livelli massimi stabiliti sia nelle colture convenzionali che in quelle biologiche.
  • I prodotti biologici non sembrano presentare un livello di sicurezza o di qualità nutrizionale maggiore in nessun altro aspetto considerato, incluso il rischio di contaminazione da batteri, da metalli pesanti o da micotossine.
  • I bambini che consumano frutta e verdura biologica e gli adulti che consumano cereali biologici potrebbero ridurre in modo significativo l’esposizione ai pesticidi rispetto a coloro che hanno una dieta a base di prodotti coltivati con metodi tradizionali. I livelli di esposizione ai pesticidi in entrambi i gruppi rientrano comunque negli standard di sicurezza ammessi.
  • Anche se i livelli di contaminazione batterica di carni, uova e latte biologici e convenzionali non presentano differenze significative, la resistenza antibiotica delle colture di batteri in carne, uova e latte convenzionali è risultata significativamente più elevata rispetto ai prodotti biologici.
Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://healthpolicy.stanford.edu/events/is_there_a_difference_between_organically_and_conventionally_
grown_food__a_systematic_review_of_the_health_benefits_and_harms/


Mais biofortificato: una soluzione per la malnutrizione infantile

Il mais è una delle colture più importanti del mondo. In Africa, è un alimento di base per oltre 300 milioni di persone. In altri paesi in via di sviluppo, il mais o granturco è comunque una delle colture da cui dipende l’alimentazione della popolazione malnutrita, soprattutto bambini.

Per aiutare ulteriormente gli stati più poveri a fornire alimenti nutritivi alle proprie popolazioni, l’International Maize and Wheat Improvement Center (CIMMYT) ha prodotto un mais biofortificato chiamato Quality Protein Maize (QPM). Tra il mais QPM e quello tradizionale non c’è nessuna differenza di sapore. Tuttavia, il QPM presenta un gene mutante presente naturalmente che rafforza la produzione di aminoacidi necessari per la sintesi delle proteine negli esseri umani.

Nilupa Gunaratna, esperto di statistica dell’International Nutrition Foundation, ha guidato un team di lavoro composto da un altro esperto di statistica, da un economista, un nutrizionista e un selezionatore e ha analizzato l’impatto del QPM sui bambini malnutriti. Nel testo intitolato A Meta-analysis of Community-based Studies on Quality Protein Maize, i ricercatori hanno evidenziato che nei bambini malnutriti che consumano QPM, il livello di crescita in altezza aumenta del 9%, mentre in termini di peso aumenta del 12%.

L’articolo è disponibile al seguente indirizzo: http://www.cimmyt.org/english/wps/news/2010/apr/kernels-qpm.htm.

Asia e Pacifico

Generation Challenge Program: sviluppato il Molecular Marker Toolkit

La genomica o lo studio della struttura genetica degli organismi è stata utilizzata dai biotecnologi per segnare, individuare e posizionare geni preziosi. Vengono utilizzati marcatori molecolari per individuare tratti particolari che sono solitamente difficili da localizzare. C’è quindi la necessità di un dispositivo che possa dare accesso rapido a informazioni scientifiche aggiornate sui marcatori molecolari disponibili.

In risposta a questa esigenza, il Generation Challenge Programme (GCP) del CGIAR (Consultative Group on International Agricultural Research) ha sviluppato il GCP Molecular Marker Toolkit (MM Toolkit). Si tratta di un dispositivo ad accesso rapido per marcatori convalidati di colture economicamente importanti quali Musa spp. (banana e piantaggine), orzo, fagioli, manioca, ceci, cocco, fagiolo dall’occhio, fava, ghianda di terra, lenticchia, mais, miglio, piselli Cajanus Cajan, patata, riso, sorgo, frumento e patate dolci. Il toolkit utilizza informazioni derivanti da database e documenti di accesso pubblico e fonti internet che sono state validate dalle esperienze dei selezionatori.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.generationcp.org/sp5/?da=10179508.


Giappone: approvata la Papaia GM

Il Giappone ha approvato l’importazione dalle Hawaii della papaia geneticamente modificata. I frutti saranno disponibili nei supermercati giapponesi già da quest’anno. È quanto annunciato da Dennis Gonsalves, direttore dell’Agricultural Research Center per il Pacifico del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti con sede a Hilo (Hawaii) e professore emerito di patologia vegetale alla Cornell University, nel corso del 63° meeting annuale della Western Society of Weed Science alle Hawaii.

Gonsalves è stato il project leader di una ricerca sulla papaia GM che ha salvato l’industria nazionale della papaia, che vale 47 milioni di dollari. La papaia, il secondo frutto più coltivato delle Hawaii, è coltivato a livello commerciale per essere esportato negli Stati Uniti e Giappone. Circa il 25-30% della papaia hawaiana viene esportata in Giappone.

L’articolo originale è disponibile al seguente indirizzo: http://westernfarmpress.com/citrus/gm-papaya-wins-approval-0421/

Europa

I cittadini europei e il settore agricolo

La maggior parte dei cittadini europei ritiene che l’agricoltura e le aree rurali siano qualcosa di importante per il futuro. È uno dei punti chiave presentati nel report: Europeans, Agriculture and the Common Agricultural Policy, basato su una ricerca commissionata dalla Direzione Generale per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale e coordinato dalla Direzione Generale per la Comunicazione della Commissione europea. Dallo studio emergono i seguenti punti:

  • La preferenza generale che le problematiche agricole siano gestite a livello europeo, in particolare la protezione ambientale, la sicurezza in tema di disponibilità alimentare e la garanzia che i prodotti agricoli siano di buona qualità, sani e sicuri.
  • Un alto livello di consenso pubblico secondo il quale i coltivatori dovrebbero essere incoraggiati a produrre più prodotti biologici, contribuire alla produzione di energia rinnovabile e trarre vantaggio dai progressi delle biotecnologie.
  • Circa la metà degli intervistati ritiene che l’agricoltura abbia già dato un grande contributo nel combattere i cambiamenti climatici. Ciò nonostante, rimane la necessità di intraprendere ulteriori interventi.
Il documento è scaricabile al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/eb_special_en.htm#336.


Nuovo network per l’industria biotech

È stato lanciato il 29 marzo scorso, a Vienna, l’International Industrial Biotechnology Network (IIBN). L’annuncio è stato fatto in occasione di un simposio organizzato dall’UNIDO (United Nations Industrial Development Organization). Il network offrirà supporto ai proprio membri nell’accesso e nell’implementazione delle biotecnologie per uno sviluppo industriale sostenibile.

"Abbiamo bisogno di creare legami stretti tra agricoltura e industria ed è importante applicare scienza e tecnologia ai processi di produzione agricola" ha commentato Kandeh K. Yumkella, direttore generale dell’UNIDO, durante il discorso di apertura. IIBN punta inoltre a incoraggiare cooperazioni Sud-Sud e Nord-Sud, tra istituzioni pubbliche di ricerca, industria ed enti regolatori, tramite la condivisione di conoscenze e tecnologie allo scopo di generare valore economico dalla biodiversità.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito internet: http://indbiotech.net/ o contattare Marc Van Montagu dell’Institute of Plant Breeding for Developing Countries all’indirizzo email: ivan.ingelbrecht@ugent.be.


Europei favorevoli all’impiego delle biotecnologie da parte degli agricoltori

In uno studio dell’Eurobarometro l’Association Francaise des Biotechnologies Vegetales (AFBV) rivela che le biotecnologie sono ampiamente accettate in Europa. Il 77% degli intervistati ha dichiarato che bisognerebbe incoraggiare i coltivatori a sfruttare i vantaggi offerti dalle biotecnologie. Il 76% dei francesi ha dato un’opinione favorevole, mentre in Grecia, Slovacchia, Estonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Svezia, Danimarca e Slovenia l’86% degli intervistati ha dato parere positivo per l’impiego delle biotecnologie da parte dei coltivatori. I più giovani tra gli intervistati (meno di 24 anni) hanno espresso un consenso più ampio nei confronti delle biotecnologie (81%) rispetto agli over 55. Tra gli studenti di biotecnologie, i manager e gli impiegati oltre l’80% si è dichiarato a favore delle biotecnologie, mentre pensionati, disoccupati, lavoratori domestici e lavoratori manuali si sono mostrati meno propensi. Secondo le conclusioni del rapporto le biotecnologie sono percepite positivamente dall’opinione pubblica europea. Tuttavia dovrebbe essere perseguito un maggior coinvolgimento pubblico al fine di offrire informazioni su una tecnologia che potrebbe contribuire a incrementare i ricavi degli agricoltori francesi.

L’articolo è disponibile in lingua francese al seguente indirizzo: http://www.presseafricaine.info/article-afbv-77-des-europeens-48585059.html


Il JRC dell’Unione europea pubblica una nuova notifica per il mais tollerante al glifosato

Il Joint Research Center della Commissione europea ha pubblicato una nuova notifica per le prove in campo del mais geneticamente modificato tollerante al glifosato GA21. Le prove in campo richieste da Syngenta Seeds GmbH saranno condotte in Germania entro il 2012 allo scopo di ottenere ulteriori informazioni sull’uso di prodotti erbicidi a base glifosato e di valutare la resa della varietà con le condizioni di coltivazione presenti in Europa e Germania.

Questa varietà è stata approvata per la coltivazione commerciale in Canada, Stati Uniti, Argentina, Brasile e Giappone ed è attualmente coltivata negli Stati Uniti, in Canada e in Argentina senza che siano stati evidenziati effetti nocivi per l’ambiente o per la salute umana.

Maggiori dettagli sono disponibili al seguente indirizzo: http://gmoinfo.jrc.ec.europa.eu/gmp_browse.aspx


Il tabacco Bt pulisce le tossine prodotte dalle alghe

Il tabacco è una coltivazione non alimentare che risulta nociva per la salute umana. Tuttavia, il tabacco può offrire alcuni benefici. Insieme ai suoi colleghi dell’Università St. George di Londra, Pascal M.W. Drake ha sviluppato una nuova linea di tabacco che produce anticorpi contro le tossine delle alghe rosse, in particolare la microcistina-LR. La microcistina-LR è una tossina prodotta dai cianobatteri, conosciuti come pericoloso inquinante dell’acqua potabile, ma anche di piscine e aree di pesca.

Gli anticorpi della microcistina vengono prodotti nelle foglie delle piante di tabacco transgeniche e quindi secrete nel terreno attraverso le radici in ambiente ipotonico. La prossima fase di studio vedrà lo sviluppo di ibridi di piante acquatiche in grado di pulire ampie aree idriche. La nuova linea di tabacco è solo una delle piante transgeniche che i ricercatori hanno in programma di sviluppare per contrastare diverse tossine dannose per l’ambiente.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.sgul.ac.uk/media/latest-news/genetically-engineered-tobacco-plant-cleans-up-environmental-toxin


Secondo i ricercatori olandesi la diversità delle colture è in aumento

La varietà genetica delle colture è aumentata nel corso degli ultimi 40 anni nonostante la diminuzione del 6% registrata negli anni ‘60. È la conclusione presentata nell’edizione di aprile di Theoretical and Applied Genetics dai ricercatori del Dutch Centre for Genetic Resources (CGN) che hanno esaminato 44 pubblicazioni sulla diversità genetica di varietà di colture, studiata con l’aiuto della tecnologia dei marcatori genetici.

"Se ci sono venti varietà di un marcatore genetico invece di due, c’è sicuramente una maggiore diversità. Ma se la maggioranza delle cultivar ha lo stesso marcatore significa che la diversità è poca. Abbiamo analizzato in questo modo numerosi studi tramite una meta analisi" ha spiegato Mark van de Wouw del CGN.

Secondo Van de Wouw le nuove tecniche possono facilitare i selezionatori nell’introduzione di geni da altre varietà. Inoltre, con lo sviluppo di banche di geni essi avranno a disposizione più materiale genetico.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.wur.nl/UK/newsagenda/news/Crop_biodiversity_going_up_not_down.htm


Il Regno Unito permette i test delle patate GM

Il DEFRA (Department of Environment, Food and Rural Affairs) ha concesso l’autorizzazione per effettuare nel Regno Unito test sulle patate geneticamente modificate (GM). La sperimentazione sarà condotta dall’Università di Leeds con l’obiettivo di valutare la resistenza della patata alla Heterodera trifolii o ai parassiti vermiformi. Questi insetti infestanti rappresentano una grave minaccia per i coltivatori di patate da quando l’Unione europea ha messo al bando la maggior parte dei pesticidi. Perciò, se i risultati delle prove andranno a buon fine, si potranno eliminare gli insetti dannosi anche senza l’impiego di pesticidi.

Peter Urwin, dell’Università di Leeds, ha sottolineato che la sperimentazione è puramente accademica e che non c’è alcun piano commerciale dietro il progetto. La conclusione della sperimentazione è prevista entro due anni e sarà svolta in modo riservato per evitare l’interferenza di attivisti che hanno attaccato con atti vandalici le precedenti prove in campo nello Yorkshire.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.defra.gov.uk/news/2010/100401b.htm.


La Commissione europea abolisce le misure di emergenza nei confronti del riso statunitense a chicco lungo

Gli stati membri dell’Unione europea hanno deciso di abolire le misure di emergenza nei confronti del riso statunitense a chicco lungo. Verso la fine del 2006 erano stati avviati i test per verificare la presenza del tratto LL601, in conformità con la regolamentazione dell’Unione europea che prevede la tolleranza zero per i tratti GM non approvati. L’industria risicola statunitense ha stabilito un protocollo standard di test sui semi per eliminare la presenza di LL601 dalle proprie forniture di riso a chicco lungo.

La Rice Federation statunitense non ha individuato lotti di riso contenenti il tratto LL Rice 601 nel riso proveniente dal raccolto del 2009. Perciò "l’abolizione di questa legge conferma che gli enti regolatori del’Unione europea riconoscono il successo del programma sulle sementi messo in atto dall’industria risicola statunitense" ha commentato Jamie Warshaw Chairman della USA Rice Federation. “È anche un riconoscimento del lavoro svolto con impegno nel corso degli anni per eliminare il tratto LL601 dalle forniture commerciali” ha aggiunto.

Maggior informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.usarice.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1053:european-commission-lifts-emergency-measures-on-us-long-grain-rice&catid=84:usarice-newsroom&Itemid=327


Il modello dell’EFSA per la valutazione dell’impatto delle colture GM sugli organismi non target

I ricercatori del gruppo OGM dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) e dal gruppo di lavoro sull’ambiente hanno sviluppato un modello matematico per valutare l’impatto delle colture geneticamente modificate su organismi non target. Il modello è stato pubblicato dalla rivista Proceedings of the Royal Society - Biological Sciences.

Il modello effettua una stima dell’esposizione delle farfalle europee e altre specie di falene al polline del mais Bt e gli eventuali effetti nocivi. L’EFSA ha tenuto conto di tale modello per valutare il rinnovo della domanda relativa al mais Bt MON 810. Il gruppo OGM ha quindi potuto effettuare una valutazione dell’impatto ambientale del polline del mais Bt sugli organismi non target quali la farfalla pavone europea, la Vanessa Atalanta e la tignola del cavolo.

Il comunicato stampa dell’EFSA è disponibile al seguente indirizzo: http://www.efsa.europa.eu/en/press/news/gmo100428.htm

RICERCA

I biologi scoprono l’interruttore del sistema di allarme delle piante

Le piante hanno delle chiavi di difesa innate che possono attivare o disattivare, proprio come interruttori, quando si trovano ad affrontare attacchi patogeni o di erbivori. I primi studi avevano mostrato che il fitormone jasmonato svolge un ruolo chiave in questo processo in qualità di molecola di segnale, ma non era chiaro in che modo questo avvenisse. Ora un gruppo di ricercatori dell’Università di Ghent e della Vrije Universiteit Brussel (VIB) ha scoperto una nuova proteina coinvolta nel processo di attivazione delle difese.

In caso di attacco da parte di erbivori o patogeni, il jasmonato dà il via a una serie di reazioni a catena che inizia con la degradazione delle proteine JAZ, che liberano un’altra proteina, la MYC2, che a sua volta innesca dei programmi di difesa genetica e blocca la crescita della pianta. Utilizzando una tecnica basata sulla proteomica sviluppata da Geert De Jaeger (VIB/Ghent University) e Erwin Witters (VITO/University of Antwerp), si è scoperto una proteina, che è stata chiamata NINJA, ovvero Novel INteractor of JAZ protein, che può bloccare l’attività delle proteine MYC2. Questo avviene con il coinvolgimento di un’altra proteina chiamata TPL – una proteina regolata dall’auxina. Il report pubblicato dalla rivista Nature ha spiegato che il complesso di queste proteine (JAZ-NINJA-TPL) si legano alla MYC2 per renderla inattiva. D’altro canto, durante periodi di stress, le proteine JAZ scompaiono e la MYC2 innesca il meccanismo di difesa delle piante.

Questi risultati offrono una maggiore comprensione su come i meccanismi legati agli stress e alla crescita utilizzino gli stessi meccanismi molecolari per regolare l’espressione dei geni nelle piante. Lo studio potrebbe inoltre dare un forte impulso allo sviluppo di metaboliti secondari in piante stressate che possono avere applicazioni pratiche in campo farmaceutico e nutraceutico.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.vib.be/NR/rdonlyres/02CE3C9E-C278-486C-981F-4D5742148427/3049/20100401_ENG_Goossens_Ninja_web.pdf.


Scoperto un gene per determinare la crescita della soia

Le piante di soia (Glycine max) hanno due modalità di crescita: le piante determinate, in cui con l’inizio della fioritura si verifica l’arresto dello sviluppo, e le piante indeterminate che continuano a crescere anche dopo la fioritura. Entrambe le tipologie di piante sono economicamente importanti per i coltivatori di diverse aree, perciò è importante trovare un mezzo che possa aiutare i coltivatori a produrre soia secondo le abitudini di crescita più adeguate.

Zhixi Tiana della Purdue University e altri ricercatori hanno quindi condotto uno studio che potrebbe identificare il gene che determina la tipologia di soia, utilizzando la pianta modello Arabidopsis thaliana. Il gene responsabile per la crescita dell’Arabidopsis è stato confrontato con l’intero codice genetico della soia. I 4 geni candidati del Glycine max sono stati confrontati con i geni di altre specie cultivar di soia e si è scoperto che una mutazione del nucleotide singolo del gene Dt1 era alla base del fatto che alcune piante di soia sono determinate.

Il testo completo è disponibile al seguente indirizzo: http://www.pnas.org/content/early/2010/04/20/1000088107.full.pdf+html.

BIOCOMBUSTIBILI

Pretrattamento con vapore della bagassa e delle foglie di zucchero di canna con CO2

I ricercatori dell’Università di Lund (Svezia) hanno recentemente sviluppato un pretrattamento tramite vapore della bagassa e delle foglie di canna da zucchero, effettuato impregnando i materiali con diossido di carbonio. La bagassa e le foglie della canna da zucchero sono materiali di ligneo-cellulosa che, dopo il pretrattamento, possono essere trasformati in etanolo combustibile. Il trattamento con il vapore è un metodo di pretrattamento termico, in cui il materiale di ligneo-cellulosa è sottoposto a vapore surriscaldato ad alte temperature e alta pressione. Il pretrattamento rimuove la lignina liberando la biomassa e rompendo simultaneamente i carboidrati polimerici (ad es. cellulosa, emicellulosa) in zuccheri semplici per la fermentazione dell’etanolo. Secondo quanto riportato, impregnare il materiale di ligneo-cellulosa con un gas (come ad esempio la CO2) migliorerebbe le rese di zucchero. I risultati mostrano che la bagassa e le foglie di canna da zucchero avevano condizioni di pretrattamento differenti per ottenere la massima resa in zucchero. Per la bagassa, la resa più elevata in glucosio (86% della resa teorica) si è ottenuta con un pretrattamento a vapore a 205oC per 15 minuti. Per quanto riguarda le foglie, si è ottenuto il 92% della resa teorica di glucosio ad una temperatura di 220oC per 5 minuti. Il contenuto di gas (CO2) era lo stesso per entrambi i materiali (3% del peso).

Il documento completo è disponibile al seguente indirizzo: http://www.biotechnologyforbiofuels.com/content/pdf/1754-6834-3-7.pdf


Definire uno scenario futuro di Energia Rinnovabile al 100% per l’Unione europea

Un report redatto dall’EREC (European Renewable Energy Council) presenta la proiezione per uno scenario futuro di "Energia Rinnovabile 100% per l’Unione europea". Il report sottolinea la necessità che l’Unione europea intraprenda azioni più coraggiose per "risolvere il problema del clima e della fornitura energetica con un impegno preciso e con l’obiettivo di raggiungere il 100% di energia rinnovabile entro il 2050". Il report dell’EREC, chiamato "Rethinking 2050", esamina gli effetti sul sistema di fornitura energetica europea e sulle emissioni, mentre allo stesso tempo illustra i benefici economici, ambientali e sociali di tale sistema. Presenta un percorso verso un sistema di energia rinnovabile al 100% per l’Unione europea". I punti principali evidenziati dal report sono i seguenti: (1) tecnologie di energia rinnovabile diverse possono contribuire a fornire energia completamente disponibile entro il 2050 a condizione che ci sia un forte supporto politico, pubblico ed economico per tutte le tecnologie di energia rinnovabile, (2) il passaggio massiccio all’utilizzo di energia rinnovabile entro il 2020 ridurrà le emissioni di CO2 annuali di circa 1.200 megatoni rispetto alle emissioni rilevate nel 1990 (3) l’Unione europea potrebbe essere in grado di ridurre le sue emissioni di CO2 legate alla produzione energetica di oltre il 9%; la riduzione porterebbe un beneficio aggiuntivo nel 2050 di 3.800 miliardi di euro, (4) per raggiungere una fornitura del 100% di energia rinnovabile occorre un piano di misure chiare e costanti tra cui: un’implementazione efficace e completa della nuova direttiva RES (2009) in tutti i 27 stati membri dell’Unione europea, vincoli ai target di energia rinnovabile entro il 2030, soluzioni di energia ibrida e nuove soluzioni per i trasporti e 2050 Smart Cities.

Il report è disponibile sul sito internet di Rethinking2050: http://www.rethinking2050.eu/ Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo:
http://www.thebioenergysite.com/news/6006/making-eu-100-per-cent-renewablesbased


Un semplice programma di calcolo facilita le rese di coltivazioni e etanolo

È stato sviluppato dall’ARS (Agricultural Research Service) del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), uno speciale programma di calcolo che può aiutare i coltivatori ad effettuare una stima delle rese delle coltivazioni basato sulla disponibilità di acqua nelle regioni semi-aride. Si chiama MultiCalculator ed è composto da tre programmi scaricabili, basati su fogli elettronici, che consentono di calcolare la resa delle colture non irrigate e la richiesta di acqua per l’irrigazione, una volta fornite informazioni quali il tipo di coltura, la localizzazione geografica e le precipitazioni medie previste per la stagione della crescita. Il "calcolatore di resa" può essere utilizzato per 18 coltivazioni, tra cui cereali, legumi, semi da olio e foraggio. Se la coltivazione scelta è il granturco, può essere anche stimata la resa in etanolo.

http://www.ars.usda.gov/is/pr/2010/100422.htm
http://www.thebioenergysite.com/news/6034/calculating-crop-ethanol-yields-and-irrigation-needs

MultiCalculator può essere scaricato collegandosi al seguente indirizzo: http://www.ars.usda.gov/Services/docs.htm?docid=19206