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In questo numero:

Aprile 2009

NEWS

Dal mondo

NSF e Fondazione Gates insieme per la ricerca nel settore agricolo

La National Science Foundation (NSF), agenzia governativa degli Stati Uniti, e la Fondazione Bill e Melinda Gates hanno annunciato un investimento di 48 milioni di dollari per finanziare progetti di ricerca rivolti ai piccoli proprietari terrieri nei paesi in via di sviluppo. Le due organizzazioni offriranno 24 milioni di dollari ciascuna nell’ambito di un programma, della durata di cinque anni, denominato BREAD – Basic Research to Enable Agricoltural Development. Secondo quanto comunicato il programma prevede l’assegnazione di borse di studio per progetti di ricerca mirati a contrastare siccità, infestazioni, malattie e altri problemi che colpiscono i piccoli agricoltori e che influiscono sulla loro fonte primaria di sostentamento.

L’investimento dell’NSF sarà utilizzato per supportare progetti di ricerca sviluppati da istituzioni con sede negli Stati Uniti, mentre la Fondazione Gates assegnerà i fondi a partner internazionali attraverso SUB AWARDS provenienti dai premiati US.

“Si tratta di un’opportunità unica per promuovere collaborazioni internazionali tra i ricercatori statunitensi e quelli di altri paesi sviluppati o in via di sviluppo” ha sottolineato Deborah Delmer, direttrice del programma BREAD. “Vogliamo sollecitare la comunità scientifica internazionale a riflettere sulle proprie aree di ricerca e su come possono essere impiegate per affrontare le diverse problematiche che colpiscono il settore agricolo”.

Ulteriori informazioni sono disponibili a seguente indirizzo: http://www.google.com/webhp?sourceid=navclient&ie=UTF-8 Il comunicato stampa è disponibile all’indirizzo:http://www.nsf.gov/news/news_summ.jsp?cntn_id=114493&org=NSF&from=news


FAO: coinvolgere gli agricoltori nella discussione sui cambiamenti climatici

Alexander Mueller, Assistente del Direttore Generale della FAO, ha sollecitato i politici e le istituzioni a coinvolgere i rappresentanti del settore agricolo nella trattativa per il nuovo accordo sui cambiamenti climatici. Intervenendo nell’ambito del UNFCC ( United Nations Framework Convention on Climate Change) in Germania, Mueller ha sottolineato che se da un lato il settore agricolo contribuisce alle emissioni dei gas serra, dall’altro saranno gli agricoltori stessi ad essere vittima dei cambiamenti climatici.

“Le comunità rurali che dipendono principalmente dall’agricoltura, in particolare nei paesi in via di sviluppo, dovranno affrontare il rischio di un aumento di cattivi raccolti e perdita del bestiame” ha sottolineato Mueller. Il settore agricolo è responsabile per il 14% delle emissioni di gas serra e del 17% di uso improprio dei terreni. Mueller ha evidenziato il ruolo che gli agricoltori possono svolgere nella riduzione delle emissioni di gas serra. Attraverso il sequestro di CO2, cioè il processo di cattura e stoccaggio a lungo termine della CO2 nel suolo, gli agricoltori possono contribuire a ridurre i livelli di diossido di carbonio presenti nell’aria, rafforzare la resistenza del suolo e stimolare la produzione agricola. Mueller ha comunque precisato che gli attuali accordi globali di finanziamento, quale ad esempio il Clean Development Mechanism nell’ambito del Protocollo di Kyoto, sono inadeguati e non offrono incentivi sufficienti perché gli agricoltori siano stimolati ad impegnarsi per far fronte ai cambiamenti climatici.

Migliaia di delegati di istituzioni pubbliche e private si sono incontrati a Bonn. Si tratta del primo di una serie di tre sessioni mirate alla stesura della bozza del trattato sui cambiamenti climatici in preparazione alla conferenza sostenuta dall’ONU, prevista a Copenaghen per il prossimo mese di dicembre.

Ulteriori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://unfccc.int/2860.php Il comunicato stampa della FAO è disponibile all’indirizzo: http://www.fao.org/news/story/en/item/11356/icode/

Americhe

Un utilizzo eccessivo di sementi Roundup Ready potrebbe causare l’aumento delle infestanti resistenti agli erbicidi

Secondo i ricercatori della Purdue University un eccessivo utilizzo di sementi Roundup Ready potrebbe indebolire la capacità del glifosato di controllare le infestanti. Bill Johnson, esperto di infestanti e principale autore dello studio, ha messo in guardia sulla possibilità che in breve tempo ci siano così tante tipologie di infestanti da far diminuire in modo significativo l’efficacia dei prodotti a base di glifosato.

Johnson ha sottolineato che “alcune tipologie di infestanti hanno sviluppato una resistenza. Tra queste la varietà gigante di Ambrosia, una delle infestanti che aveva incentivato l’impiego del Roundup”. Johnson e i suoi colleghi hanno condotto un’indagine tra gli agricoltori dell’Indiana, Illinois, Iowa, Mississippi, Nebraska e North Carolina per raccogliere le loro opinioni sulla capacità delle sementi Roundup Ready di contribuire a mantenere sotto controllo le infestanti. Il documento è stata pubblicata dalla rivista Weed Technology Journal.

Lo studio mostra come gli agricoltori che hanno riscontrato i maggiori benefici dall’impiego di Roundup hanno applicato la rotazione tra tipologie di sementi e tra le sementi Roundup Ready e le varietà convenzionali. La rotazione delle colture si è mostrata efficace nel rallentare lo sviluppo delle infestanti resistenti al glifosato. Johnson ha sottolineato che gli agricoltori dovrebbero considerare l’utilizzo di Roundup e di sementi Roundup Ready come un investimento e lavorare per mantenere tale tecnologia.

L’indagine è stata finanziata da Monsanto, azienda che ha sviluppato le sementi Roundup Ready. La versione integrale dell’articolo è disponibile all’indirizzo: http://news.uns.purdue.edu/x/2009a/090414JohnsonSurvey.html Lo studio, pubblicato sulla rivista Weed Technology Journal, è disponibile all’indirizzo: http://dx.doi.org/10.1614/WT-08-038.1


Advanta e Arcadia collaborano per sviluppare sorgo resistente alla salinità

Arcadia Bioscience Inc, azienda operante nel campo delle tecnologie con sede in California, e Advanta, multinazionale sementiera, hanno siglato un accordo commerciale e di ricerca per lo sviluppo di una varietà di sorgo tollerante alla salinità. In base all’accordo, Advanta avrà l’esclusiva dei diritti a livello globale per l’uso della tecnologia Arcadia per la tolleranza alla salinità nel sorgo. Arcadia avrà diritto invece al pagamento anticipato, ai pagamenti su incentivi e a una quota del fatturato derivante dalle vendite. All’inizio di quest’anno le due società avevano già stipulato un accordo simile per lo sviluppo di sorgo ad uso efficiente di azoto. Secondo Arcadia, la tecnologia mirata allo sviluppo della tolleranza alla salinità consente alle piante di raggiungere livelli standard di rendimento, in termini di quantità e qualità, anche in condizioni di salinità dell’acqua e del suolo. Questo permette quindi di ampliare la tipologia di terreni disponibili per la produzione agricola e di ridurre il fabbisogno idrico.

Il comunicato può essere scaricato collegandosi all’indirizzo: http://www.advantaindia.com/sorghum.pdf


Sviluppata una varietà di patata resistente ai nematodi

Il Dipartimento dell’Agricoltura dell’Agriculture Research Service degli Stati Uniti (ARS) ha sviluppato una nuova linea di patate resistente al nematode CRN (Columbia root-knot) un parassita microscopico che nella produzione statunitense di patate può arrivare a causare ogni anno danni fino a 40 milioni di dollari. I nematodi che prosperano nella regione pacifica nordoccidentale e in altre regioni degli Stati Uniti dove si coltivano patate, sono generalmente tenuti sotto controllo tramite l’impiego di pesticidi gassosi. Il controllo del CRN tramite prodotti chimici risulta efficace, ma molto costoso. Si stima che negli Stati Uniti i coltivatori di patate spendano 20 milioni di dollari ogni anno per contrastare questo parassita.

La caratteristica di resistenza al nematode CRN è stata ottenuta da una varietà selvatica di patata, Solanum bulbocastanum. Poiché varietà selvatiche e coltivate sono incompatibili dal punto di vista cromosomico, incrociandole non si ottengono varietà produttive. Gli scienziati hanno quindi scelto di ricorrere alla fusione dei protoplasti e unito cellule di Solanum bulbocastanum con quelle di varietà coltivate, utilizzando la tecnica di backcrossing per rimuovere i tratti non voluti. I geni marcatori legati al gene della resistenza RMc1 derivato dalla varietà selvatica sono stati utilizzati per determinare i livelli di resistenza nelle varietà ibride.

La nuova varietà sarà sottoposta a test in campo per due anni prima che possa essere commercializzata.

L’articolo completo è disponibile all’indirizzo: http://www.ars.usda.gov/is/pr/2009/090417.htm


Dalla Washington State University una varietà di frumento resistente alla ruggine

I ricercatori della Washington State University hanno diffuso due nuove varietà di frumento, JD e Babe, migliorate geneticamente e resistenti alla ruggine striata, patologia causata dal fungo Puccinia striiformis, uno dei problemi maggiori per i coltivatori statunitensi. Secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti le forme più forti della ruggine striata hanno causato in un anno perdite per oltre 625.000 tonnellate.

“La varietà JD ha un’eccellente potenzialità produttiva in un vasta gamma di condizioni e ha una qualità elevata in termini di macinatura e di cottura” ha commentato Kim Kidwell, professore della WSU che ha sviluppato le nuove linee. La varietà Babe è invece mirata a sostituire le varietà primaverili più diffuse offrendo un più alto rendimento.

L’articolo completo è disponibile all’indirizzo: http://www.wsutoday.wsu.edu/pages/publications.asp?

Asia e Pacifico

Sud Corea: varietà di soia biotech approvata e giudicata sicura per l’alimentazione

La varietà di soia LibertyLink® prodotta da Bayer CropScience è stata approvata e dichiarata sicura per l’alimentazione dalla Korean Food and Drug Administration (KFDA). La normativa finale approvata in Sud Corea ne consente la coltivazione senza restrizione negli Stati Uniti e l’importazione in tutti principali mercati.

“E’ un passo significativo nella storia delle agrobiotecnologie” ha commentato Johnny Dodson, presidente dell’American Soybean Association (ASA). “Quest’anno avremo la prima stagione di semina dal 1996 in cui gli agricoltori potranno avere accesso a nuove varietà di soia migliorate geneticamente che potranno essere coltivate, raccolte e trasportate ai clienti presenti in tutto il mondo senza restrizioni. Il valore delle esportazioni della soia statunitense e dei prodotti derivati nel 2008 ha superato i 20 miliardi di dollari. Le approvazioni normative nei nostri mercati chiave rappresentano un punto cruciale per la redditività degli agricoltori statunitensi”.

Ulteriori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.soygrowers.com/newsroom/news.htm

Europa

Biogas dai rifiuti industriali del settore alimentare

Un nuovo impianto per la produzione di biogas è stato recentemente allestito presso il campus di AZTI-Tecnalia a Derio, in Spagna. L’impianto sfrutterà l’enorme potenziale legato alla produzione di biogas da materia organica derivata da rifiuti alimentari e aiuterà l’industria alimentare a ridurne l’impatto ambientale. Attraverso il processo di digestione anaerobica, il materiale organico potrà essere trasformato in liquame e biogas, composto da diossido di carbonio e metano, utilizzabile come fonte rinnovabile di energia termale o elettrica o come carburante.

I ricercatori operativi presso l’impianto sono impegnati a verificare l’attuabilità e gli effettivi benefici derivanti da diversi sottoprodotti agricoli alimentari, come ad esempio liquame da rifiuti alimentari, foraggio e industrie agricole alimentari. L’impianto può essere utilizzato da istituzioni governative di ricerca, industrie alimentari e servizi ambientali che hanno interesse in ricerche di questo tipo.

Il comunicato stampa è disponibile al seguente indirizzo:http://www.basqueresearch.com/berria_irakurri.asp?Berri_Kod=2144&hizk=I#hasiera


Il parere scientifico dell’ACRE sulla richiesta di approvazione del mais GM di Syngenta

L’ACRE (Advisory Committee on Releases to the Environment) con sede in Gran Bretagna ha comunicato il suo parere scientifico in merito alla richiesta di Syngenta per l’approvazione da parte dell’Unione europea, per la coltivazione della sua varietà di mais resistente agli erbicidi, GA21. Secondo l’ACRE questa varietà di mais GM è sicura quanto le corrispondenti varietà non GM, per quanto riguarda i possibili effetti sull’ambiente. Questa varietà di mais è stata geneticamente modificata per esprimere la proteina EPSPS, un enzima responsabile della resistenza agli erbicidi a base di glifosato.

L’agenzia ha tuttavia evidenziato il potenziale impatto sulla biodiversità associato alle tecniche di coltivazione, gestione e raccolta di questa varietà di mais GM. L’ACRE ha mostrato particolare preoccupazione sulle possibili conseguenze sui terreni agricoli legati ai trattamenti di erbicidi che saranno utilizzati insieme al GA21.

L’anno scorso l’EFSA (European Food Safety Agency) aveva dichiarato che la varietà GA21 non presenta rischi per la salute umana e animale.

L’articolo completo è disponibile all’indirizzo: http://www.coextra.eu/country_reports/news1376_en.html


L’EFSA comunica il parere scientifico sul mais GM di Pioneer

A seguito di una richiesta presentata da Pioneer è stato chiesto al gruppo di esperti scientifici sugli organismi geneticamente modificati dell’EFSA (European Food Safety Authority) di fornire un parere scientifico in merito all’autorizzazione del mais geneticamente modificato resistente agli insetti e tollerante al glifosato e glufosinato per uso negli alimenti e nei mangimi. Secondo l’EFSA la varietà di mais GM in esame è sicura al pari della corrispondente varietà non GM per quanto riguarda i possibili effetti sulla salute umana e animale o per l’ambiente. Gli esperti scientifici hanno proceduto a valutare la caratterizzazione molecolare del DNA inserito, a monitorare le caratteristiche agronomiche e valutare la proteina transgenica e i livelli generali di tossicità, allergenicità e contenuti nutrizionali.

Il mais GM è stato prodotto da incroci tra linee di mais consanguinee 59122, 1507 e NK603 per combinare la resistenza a determinate specie di coleotteri e a certe specie di lepidotteri e per conferire tolleranza agli erbicidi glifosato e glufosinato di ammonio. L’EFSA sottoporrà i risultati della valutazione agli stati membri.

Un riassunto dello studio è disponibile all’indirizzo: http://www.efsa.europa.eu/cs/BlobServer/Scientific_Opinion/gmo_op_ej1050_maize59122x1507xNK603_summary_en.pdf?ssbinary=true


Europa: prove in campo di mais GM e orzo

In Islanda, Romania e Spagna sono previste prove in campo di diverse varietà GM, tra cui: 

  • 5 varietà di mais GM sviluppate da Pioneer Hi-Bred AgroServicios Spain. Queste linee sono state modificate per sviluppare la resistenza a infestazioni di insetti, particolarmente forti in Spagna, quali la Diabrotica virgifera virgifera LeConte (verme delle radici del mais) e la piralide del mais. Alcune di queste linee sono inoltre tolleranti al glifosato, glifosinato e agli erbicidi inibitori dell’ALS (acetolattato sintetasi). 
  • Varietà di mais Bt11 e GA21 di Syngenta e loro ibridi saranno testate in Spagna, come richiesto per registrare la varietà di mais nell’Official Commercial Varieties Register nazionale. 
  • Varietà di mais resistenti agli insetti sviluppate da Monsanto Company e Pioneer HiBred, NK603 e DAS-59122-7 in Romania. 
  • Orzo GM con un fattore di crescita sviluppato da ORF Genetics, sarà testato in Islanda.

Per evitare contaminazioni i test verranno effettuati nel rispetto di precise misure quali il mantenimento di una distanza di isolamento di 200 metri e la distruzione del materiale GM dopo le prove. Secondo le valutazioni di rischio ambientali, il rilascio nell’ambiente non presenta effetti nocivi per la salute umana e animale o per l’ambiente.

La lista dettagliata è disponibile: http://gmoinfo.jrc.ec.europa.eu/gmp_browse.aspx


Il governo tedesco chiamato in giudizio per aver vietato il mais GM

Monsanto Company ha citato in giudizio il governo della Germania per aver vietato la sua varietà di mais GM resistente agli insetti. Ilse Aigner, Ministro tedesco per l’Agricoltura, ha annunciato che gli agricoltori tedeschi non potranno utilizzare le varietà di mais MON810 nella prossima stagione di semina. Secondo la Reuters era previsto che in Germania 3.600 ettari fossero coltivati con la varietà di mais resistente agli insetti. Il mais MON810 è l’unico tipo di semente GM per cui è stata autorizzata la coltivazione nell’Unione europea. La causa è stata presentata presso il tribunale amministrativo di Branschweig.

Il ministro ha dichiarato che il divieto è stato posto in quanto “ci sono ragioni per ritenere che questa varietà GM presenti dei pericoli per l’ambiente”. Questo risulta in contraddizione con il parere scientifico positivo rilasciato dall’EFSA (European Food Safety Authority), l’autorità europea per il controllo alimentare, che aveva dichiarato il mais GM sicuro quanto la corrispondente varietà non GM, per quanto riguarda gli effetti sulla salute animale e umana o sull’ambiente. Secondo Monsanto si tratta di un “divieto arbitrario” e in violazione delle regole comunitarie. La società ha inoltre dichiarato che il divieto non è supportato da nessuna prova scientifica. Oltre alla Germania anche Ungheria, Lussemburgo, Austria e Francia hanno già emesso un divieto simile nei confronti della varietà di mais.

Il comunicato stampa di Monsanto è consultabile all’indirizzo: http://www.monsanto.co.uk/news/ukshowlib.phtml?uid=13858 Maggiori informazioni sul divieto in Germania sono disponibili all’indirizzo: http://www.nature.com/news/2009/090414/full/news.2009.364.html


Nuovo centro di genomica in Gran Bretagna

Il BBSRC (Biotechnology and Biological Science Research Council) con sede in Gran Bretagna ha istituito un nuovo centro nazionale di genomica, il Genome Analyst Center (TGAC). Il centro, operativo a partire da giugno, porterà avanti studi di genomica vegetale, animale e batterica fornendone la sequenziazione genomica utile per migliorare la sicurezza alimentare, salvaguardare l’agricoltura del paese dalle malattie animali provenienti da altri paesi e per sfruttare la debolezza dei microbi, sviluppando nuovi modi per eliminare i batteri particolarmente resistenti.

“La tecnologia genomica ha un ottimo punto di partenza” ha sottolineato Lord Dreyson, ministro inglese per la Scienza e l’Innovazione. “Il nuovo centro di analisi genomica aiuterà a sviluppare ulteriormente la capacità del nostro paese in questo settore, in cui siamo già leader a livello mondiale. Sono lieto che il centro lavorerà a stretto contatto con il settore industriale per sviluppare il potenziale economico in diverse discipline quali la bioinformatica e la sequenziazione meta genomica”.

L’articolo completo è disponibile all’indirizzo: http://www.bbsrc.ac.uk/media/releases/2009/090402_genome_analysis_centre.html


Indagine sul rapporto tra consumatori europei e OGM

Secondo un’indagine condotta a livello europeo, il grado di accettazione pubblica dei prodotti GM è aumentato nel corso degli ultimi anni e l’approvazione generale aumenta in riferimento a specifiche varietà di piante GM. Nel 1999, solo il 10% degli intervistati mostravano un atteggiamento positivo nei confronti delle biotecnologie. La reazione degli intervistati in questo senso è aumentata regolarmente ogni anno. Nel 2005 il 50% degli intervistati aveva un giudizio positivo nei confronti delle biotecnologie, mentre 30% la considerava molto buona. In una ricerca più recente condotta dal British Institute of Grocery Distribution nel 2008, la maggioranza (58%) degli interpellati ha dato una risposta neutra perché non sufficiente informati sul tema. Le indagini hanno messo in evidenza che i consumatori continuano ad avere riserve riguardo ai prodotti GM, ma ciò non significa necessariamente che non li apprezzino. Dall’indagine emerge che:

  • Solo una piccola parte della popolazione ha una conoscenza in materia di OGM e si registra una forte domanda di informazione sul tema
  • Oltre il 40% dei consumatori interpellati ha dato una risposta positiva nei confronti dei prodotti GM
  • Il grado di accettazione pubblica delle biotecnologie dal 1999 è aumentato in modo costante
  • I consumatori hanno dato un giudizio positivo sui prodotti GM, considerati come portatori di benefici sia per i consumatori che per l’ambiente
  • Circa l’80% dei consumatori dichiara di non evitare espressamente i prodotti GM
  • I prodotti GM a basso costo attirano maggiormente l’interesse dei consumatori

Contrariamente all’opinione comune, i prodotti GM potrebbero avere buone opportunità di diffusione sul mercato europeo.

Ulteriori informazioni sono disponibilità all’indirizzo: http://www.gmocompass.org/eng/news/stories/415.an_overview_european_consumer_polls_attitudes_gmos.html


Una seconda rivoluzione verde per salvaguardare le risorse alimentari mondiali

Durante gli anni ‘60 e ‘70, il mondo è passato attraverso un periodo di carenze di riserve alimentari e di produttività agricola. È stato in questo periodo che ha preso il via la cosiddetta Green Revolution con lo sviluppo di nuove tecniche produttive, in particolare per quanto riguardo il miglioramento genetico, la concimazione e la protezione chimica delle colture.

Oggi il mondo sta affrontando la stessa crisi che ha vissuto quasi quarant’anni fa. Secondo il Professor Friedrich Berschauer, Chairman of the Board of Management di Bayer CropScience, il livello mondiale delle riserve alimentari è basso, poiché già negli ultimi 30 anni è progressivamente diminuito fino ai minimi livelli. In occasione dell’incontro tenutosi a Treviso lo scorso aprile, Berschauer ha lanciato un appello ai ministri dell’agricoltura del G8 perché diano un segnale di supporto affinché sia assicurata la riserva futura di cibo a livello globale e venga garantito un alto livello di ricerca per il settore agricolo.

Bayer CropScience è impegnata a sviluppare nuove varietà di piante e nuove metodi di protezione delle colture. La società ha in programma di utilizzare ogni strumento disponibile: dalle soluzioni chimiche per la tutela delle coltivazioni alle tecniche convenzionali di miglioramento genetico, alle biotecnologie. Secondo Berschauer l’impegno dell’azienda si riassume in un'unica posizione generale: “Ciò che occorre non è nient’altro che una seconda rivoluzione verde".

L’articolo completo è disponibile all’indirizzo: http://www.bayercropscience.com/BCSWeb/CropProtection.nsf/id/EN_20090417_1?open&l=EN&ccm=500020


Bayer e Evogene insieme per sviluppare una varietà di riso ad alto rendimento

Bayer CropScience e la società israeliana Evogene ltd. stanno collaborando per sviluppare una varietà di riso ad alto rendimento. Secondo l’accordo, della durata di tre anni, geni candidati individuati da Evogene saranno introdotti nel linee di riso attualmente allo studio da parte di Bayer CropScience per sviluppare un ibrido di riso ad alta produttività. Bayer avrà in esclusiva la licenza alla commercializzazione per questi geni per l’utilizzo nel riso. I termini finanziari dell’accordo non sono stati comunicati.

Il comunicato stampa è disponibile all’indirizzo: http://www.bayercropscience.com/BCSWeb/CropProtection.nsf/id/EN_20090421?open&l=EN&ccm=300040

RICERCA

Farmaco anti-HIV dal tabacco GM

Scienziati inglesi e americani hanno sviluppato delle piante di tabacco transgenico in grado di accumulare elevate quantità di GRFT(griffithsin), una proteina che si è dimostrata efficace contro il virus dell’HIV anche in concentrazioni picomolari. La proteina Griffithsin, la prima a essere isolata dall’alga rossa Griffithsia, può fermare la trasmissione del virus da una cellula all’altra legandosi alle glicoproteine presenti nell’involucro del virus.

I ricercatori sono riusciti a ottenere 60 grammi di GRFT dalla Nicotana benthamiana coltivata in serra in un’area 460 metri quadrati. Hanno valutato che tale quantità di GRFT può produrre circa un milione di dosi di microbicida contro l’HIV. Altri farmaci retrovirali sono considerati troppo costosi per una produzione in grandi quantità.

La proteina griffithsin derivata dal tabacco si è rivelata efficace contro le forme A, B e C del virus HIV. Le forme A e C sono particolarmente diffuse nell’Africa Subsahariana e nel subcontinente Indiano, aree dove i microbicidi sono più urgenti. Rispetto ad altri microbicidi, la GFRT presenta inoltre il vantaggio di non stimolare la proliferazione dei linfociti.

È possibile scaricare lo studio, pubblicato da PNAS, collegandosi all’indirizzo: http://dx.doi.org/10.1073/pnas.0901506106 L’articolo pubblicato dalla rivista Nature è disponibile all’indirizzo: http://dx.doi.org/10.1038/news.2009.208


Il mais GM non ha effetti sulla produzione di latte vaccino

I risultati di una ricerca durata due anni e commissionata dal Ministero dell’Agricoltura della Baviera hanno dimostrato che il mais geneticamente modificato non ha effetti sulla salute delle vacche o sulla produzione di latte. Lo studio, condotto presso la Munich Technical University e altri centri di ricerca presenti in Baviera, è stato portato avanti per un periodo di prova molto più lungo e su un numero di animali più ampio rispetto ad altri test simili condotti finora.

Campioni di sangue, latte ed escrementi sono stati prelevati da un gruppo di vacche alimentate con mais transgenico della varietà MON810. Sono stati quindi comparati ai risultati dei campioni prelevati da vacche alimentate con mais tradizionale (isogenico). I ricercatori hanno calcolato che le vacche alimentate con mais GM avevano ingerito quotidianamente una quantità di 2,5 milligrammi di proteina Bt e che non vi era passaggio di componenti transgenici dal mais Bt al latte.

L’articolo completo è disponibile all’indirizzo: http://www.coextra.eu/country_reports/news1378_en.html Un estratto dello studio (in tedesco) è disponibile all’indirizzo: http://www.transgen.de/pdf/dokumente/fuetterungsstudie_bayern03-09.pdf


Sviluppata una varietà di pomodori con più antiossidanti

L’elemento che rende il vino rosso una bevanda utile per la salute potrebbe essere presto presente nella pizza. Gli scienziati italiani dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari di hanno sviluppato una varietà di pomodori geneticamente modificati con un alto livello di resveratrolo. Il resveratrolo è prodotto da alcune piante, in particolare l’uva, per contrastare gli elementi patogeni. Studi sperimentali hanno dimostrato che questo elemento presenta proprietà antiinfiammatorie, antivirali, cardio e neuroprotettive. È stato inoltre dimostrato che contribuisce a prevenire lo sviluppo di tumori in modelli animali di cancro.

I pomodori transgenici esprimono il gene per l’enzima stilbene sintasi derivato dall’uva sotto il controllo di un gene promotore specifico del frutto. Si è scoperto che producono alti livelli di resveratrolo e del suo derivato, polydatin, soprattutto nella buccia dei frutti maturi. Il fenotipo delle piante modificate era simile alla corrispondente varietà selvatica, ma presentava frutti senza semi. I ricercatori hanno inoltre valutato la capacità antiossidante del resveratrolo nelle piante modificate. Gli estratti della sostanza ricavata dai pomodori transgenici mostra un effetto antinfiammatorio basato sulla soppressione della produzione di prostaglandina, maggiore rispetto a quello del resveratrolo sintetizzato chimicamente o estratto dalle varietà selvatiche.

Il documento pubblicato dalla rivista Plant Biotechnology Journal è disponibile all’indirizzo http://10.1111/j.1467-7652.2009.00409.x


Scienziati sviluppano mais multivitaminico

Una varietà di mais geneticamente modificato, migliorato con tre tipi di vitamine, è stato sviluppato da un gruppo di ricercatori di Spagna e Germania. È la prima volta che in un unico tipo di semente vengono introdotte più vitamine. Il mais presenta un chicco di colore arancio brillante con un contenuto di betacarotene, precursore della vitamina A, 169 volte maggiore rispetto al normale. Contiene inoltre una quantità 6 volte maggiore di acido ascorbico (Vitamina C) e una quantità doppia di folato rispetto alle varietà tradizionali.

Il gruppo di scienziati, guidato da Paul Christou dell’Università di Lleida, Spagna, è convinto che il mais multivitaminico possa aiutare a migliorare le condizioni alimentari nei paesi in via di sviluppo. Cento grammi di chicchi transgenici possono fornire la quantità giornaliera raccomandata (RDA) di betacarotene, unica fonte di vitamina A, il 20% della RDA di acido ascorbico e una quantità significativa di folato. Il mais GM produce inoltre luteina e licopene che hanno proprietà antiossidanti. Questa varietà esprime il gene crtI dal batterio vegetale Erwinia per una quantità maggiore di betacarotene, il gene dhar dal riso per aumentare l’acido ascorbico e folE dall’E. coli per innalzare i livelli di folato. Questi geni, introdotti con il metodo biolistico in una varietà di mais bianco molto diffusa in Sud Africa, sono rimasti intatti per oltre cinque generazioni.

Il documento pubblicato da PNAS è scaricabile all’indirizzo: http://dx.doi.org/10.1073/pnas.0901412106


Sementi resistenti agli erbicidi senza geni estranei

Utilizzando un enzima su misura, gli scienziati della University of Minnesota e del Massachusetts General Hospital hanno sviluppato una pianta di tabacco resistente algi erbicidi senza operare significativi cambiamenti nel suo DNA. "E’ comunque una pianta GM, ma la modifica è davvero lieve" ha spiegato Daniel Voytas autore principale del documento pubblicato online dalla rivista Nature. "Abbiamo preferito introdurre una piccola modifica nella sequenza del DNA delle piante piuttosto che aggiungere elementi estranei di DNA". Questo nuovo metodo ha la proprietà di sviluppare varietà di sementi migliorate riducendo al minimo i timori sugli OGM.

Voytas e i suoi colleghi hanno utilizzato la nucleasi a dito di zinco (ZFN) per individuare i geni per l’enzima ALS (acetolattato sintasi) del tabacco. È stato evidenziato che le mutazioni nei geni per l’ALS conferiscono resistenza agli erbicidi a base di imidazolinone e sulfonilurea. Gli scienziati hanno notato un’alta frequenza di geni targeting, con oltre 40% di piante recombinant con modifiche nel gene ALS. Le ZFN sono proteine sintetiche che si legano a specifiche sequenze di DNA e introducono modifiche nei punti di legame o nelle vicinanze inducendo rotture della doppia elica.

Le ZFN sono state utilizzate per manipolare genomi di diversi organismi, dal tabacco al pesce zebra, fino a cellule di mammiferi.

Ulteriori informazioni sono disponibili: http://www1.umn.edu/news/news-releases/2009/UR_CONTENT_107428.html Lo studio pubblicato dalla rivista Nature è disponibile all’indirizzo: http://dx.doi.org/10.1038/nature07845 http://www.springerlink.com/content/f5l108080521538u/?p=68ae960c58b34f529651fcec82a34b1c&pi=0


I rizobi conferiscono alla soia resistenza agli afidi

Gli afidi della soia rappresentano una delle problematiche più importanti per gli agricoltori degli Stati Uniti. Questa infestazione costa ogni anno ai coltivatori di soia oltre 550 milioni di dollari per la perdita di produttività e per i costi legati al diserbo. L’infestazione degli afidi è stata individuata per la prima volta nel 2001 nel Wisconsin ed è stata registrata in 21 degli Stati Uniti e in 3 province Canadesi. Gli afidi della soia causano danni succhiando la linfa della pianta. Possono inoltre trasmettere virus quali la malattia delle radici e il virus del mosaico dell’erba medica. I coltivatori, per tenere sotto controllo le popolazioni di afidi, utilizzano generalmente pesticidi. Recentemente i ricercatori della Pennsylvania State University hanno scoperto un altro modo di contenere questi fastidiosi parassiti utilizzando batteri che fissano l’azoto.

I legumi hanno la capacità di fissare l’azoto presente nell’atmosfera, grazie a batteri simbiotici chiamati rizobi. I ricercatori della Pennsylvania hanno scoperto che le interazioni tra la pianta e i rizobi influenzano la resistenza della pianta agli insetti erbivori, quali gli afidi della soia, e che alcune tipologie di rizobi conferiscono una resistenza maggiore rispetto ad altri.

"Questa è la prima volta che qualcuno spiega come tipi diversi di rizobi possono influenzare gli insetti erbivori” ha dichiarato Consuelo De Moraes, principale autrice dello studio pubblicato dalla rivista Plant and Soil. "Questo può essere un ulteriore strumento da utilizzare per proteggere le coltivazioni non solo di soia, ma anche di altri legumi". I ricercatori sono ancora impegnati identificare quali tipi di rizobi contrastano gli afidi della soia.

L’articolo completo è disponibile all’indirizzo: http://live.psu.edu/story/39092 Lo studio, pubblicato dalla rivista Plant and Soil è disponibile all’indirizzo: http://dx.doi.org/10.1007/s11104-009-9924-1

BIOCOMBUSTIBILI

Nanofarming: un nuovo metodo per raccogliere l’olio delle alghe per la produzione di biodiesel

http://www.ameslab.gov/final/News/2009rel/Nanofarming.html
http://www.nanotech-now.com/news.cgi?story_id=32791
http://www.physorg.com/news158333205.html

Il laboratorio Ames del Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti (US-DOE) ha annunciato che i suoi ricercatori (insieme ai colleghi dell’Iowa State University) hanno sviluppato “una tecnica all’avanguardia detta di ‘nanofarming’ che consente di raccogliere l’olio dalle alghe in modo che la pianta possa continuare a produrne". Questa tecnologia utilizza nanoparticelle (particelle con dimensioni di un nanometro, un miliardesimo di metro) per estrarre olio dalle alghe senza distruggere la pianta. Il metodo tradizionale per l’estrazione di olio dalle alghe implica normalmente la distruzione o la rottura delle cellule delle alghe. Con la nuova tecnica di "nanofarming", la pianta non viene distrutta e le cellule delle alghe continua a produrre olio mentre le nano particelle la raccolgono. Questa scoperta potrebbe portare a una riduzione dei costi di produzione. L’olio estratto è in seguito trasformato in biodiesel attraverso un processo che utilizza un catalizzatore solido.


Il consumo di acqua per la produzione di bioetanolo può essere molto più elevato di quanto precedentemente si potesse pensare

http://pubs.acs.org/doi/pdf/10.1021/es8031067
http://www.sciencedaily.com/releases/2009/04/090413102225.htm

Secondo uno studio dell’Università del Minnesota (Stati Uniti) e pubblicato dalla rivista Environmental Science and Technology, l’impatto negativo della produzione di bioetanolo sulle riserve idriche sarebbe molto più grande di quanto previsto in precedenza. Lo studio evidenzia che il consumo di acqua per un gallone (quasi 4 litri) di etanolo prodotto da granturco (negli Stati uniti) può essere fino a tre volte superiore rispetto a quanto calcolato finora. La produzione di etanolo da saccarina, farinacei o cellulosa consuma una grande quantità di acqua. Studi precedenti avevano stimato che un gallone di bioetanolo a base di mais richiedeva l’uso di un minimo di 263 fino ad un massimo di 784 galloni di acqua nel processo che porta la lavorazione dalla fattoria alla pompa del carburante. Ma secondo il nuovo studio queste stime “non tenevano conto delle tipologie di irrigazione nelle diverse regioni”. Le nuove stime calcolano un fabbisogno idrico da un minimo di 5 fino a 2.138 litri per gallone di etanolo prodotto, a seconda delle tecniche di irrigazione nelle singole aree. Secondo la rivista lo studio “sottolinea la necessità di promuovere lo sviluppo di etanolo in modo strategico, negli stati con un livello basso di irrigazione e un minore sfruttamento delle falde acquifere.