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NEWS

Dal mondo

Uno studio del JRC afferma che gli alimenti biotech sono sicuri

Il Joint Research Centre, il laboratorio di ricerca scientifica e tecnica dell’Unione Europea, che costituisce una parte integrante della Commissione Europea, ha pubblicato il rapporto dal titolo “Contributo scientifico e tecnico allo sviluppo di una strategia globale sulla salute nell’ambito degli ogm”. I risultati emersi dallo studio indicano che:

  • Gli studi disponibili che affrontano in maniera adeguata la questione della sicurezza alimentare, inclusi gli aspetti relativi agli ogm, sono esaurienti; gli esperti li reputano sufficienti a stabilire la sicurezza dei prodotti geneticamente modificati oggi presenti sul mercato.
  • Gli sviluppi delle biotecnologie richiederanno un impegno ancora maggiore se si vuole che la capacità di gestire i prodotti che deriveranno da queste tecnologie resti adeguato.
  • Gli sforzi nell’ambito della Ricerca e Sviluppo a loro collegati devono essere chiaramente collocati in un contesto internazionale.
  • È fondamentale creare un forum nel quale gli stakeholder si riuniscano regolarmente per condividere competenze, identificare aree di miglioramento, prevedere gli sviluppi futuri e rispondere in anticipo ai bisogni relativi agli sforzi scientifici e tecnici.

Willy de Greef, Segretario Generale di EuropaBio, l’Associazione europea delle bioindustrie, ha dichiarato: “Il fatto che gli alimenti derivanti dalle coltivazioni geneticamente modificate siano sicuri per il consumo umano e animale non è esattamente una novità. Ci auguriamo che i legislatori europei, che hanno insistito nel voler nuovamente verificare questo fatto, agiranno adesso coerentemente con i risultati ottenuti, vale a dire, per quanto riguarda l’approvazione dei prodotti biotech, rispettando le tempistiche e dando delle approvazioni effettive”.

Copia dell’executive summary del rapporto può essere scaricata a questo indirizzo: http://ec.europa.eu/dgs/jrc/downloads/jrc_20080910_gmo_study_en.pdf


Stimato a 153 miliardi di euro il valore economico del lavoro degli insetti impollinatori nel mondo

Uno studio condotto in Francia dai ricercatori dell’INRA (Istituto Nazionale per la Ricerca Agricola), dal CNRS (Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica) e dal Helmoholtz Centre for Environmental Research mostra che il declino degli impollinatori avrebbe un fortissimo impatto sull’agricoltura mondiale. Secondo le stime del 2005, a livello mondiale il valore economico del lavoro di impolllinamento a opera prevalentemente di api e di altri insetti impollinatori per le coltivazioni più estese è stato valutato a 153 miliardi di Euro, pari al 9,5% del valore totale della produzione agricola alimentare mondiale. Lo studio sul declino degli impollinatori, pubblicato dall’Ecological Economics Journal, prende in considerazione tre categorie: la frutta e la verdura, per una stima di 50 miliardi di Euro ciascuna, e le coltivazioni finalizzate alla produzione di oli vegetali commestibili, per una stima di 39 miliardi di Euro. Sulla base del rapporto di vulnerabilità, (definito come il rapporto fra il valore economico dell’impollinazione da insetti diviso per il valore totale del raccolto) coltivazioni quali il caffè e il cacao, che vengono impollinate dagli insetti, hanno un rapporto di vulnerabilità massimo del 39%, le noci del 31%, e la frutta del 23%. Nonostante i risultati dello studio indichino che il declino dei principali impollinatori delle grandi coltivazioni non sarebbe catastrofico, la sostanziale perdita economica che ne deriverebbe dovrebbe portare a delle misure volte a preservare questi preziosi insetti.

Ulteriori dettagli sono disponibili a questo indirizzo: http://www.ufz.de/index.php?en=17177


Aumentano nel mondo i pesticidi contraffatti e illegali

Secondo la European Crop Protection Association (ECPA) in Europa e nel mondo si sta assistendo a una rapida crescita dei pesticidi contraffatti e commercializzati illegalmente. Questi pesticidi costituiscono una minaccia per la salute degli agricoltori, per quella dei consumatori e per l’ambiente. Nel rapporto di recente pubblicazione dal titolo "Counterfeit Pesticides Across Europe: Facts, Consequences and Actions Needed", l’ECPA afferma che le autorità doganali europee dichiarano che circa il 70% delle confische di pesticidi importati contraffatti e commercializzati illegalmente proviene dall’Asia. Secondo le stime dell’ECPA la contraffazione e il commercio illegale riguardano dal 5 al 7% del fatturato annuale. Questo si traduce in una cifra che va dai 360 ai 510 milioni di Euro del mercato europeo dei pesticidi.

L’ECPA incoraggia i rappresentanti politici a riconoscere l’esistenza di questo problema e a promuovere un intervento urgente da parte di tutti gli stakeholder: governi, enti sovranazionali, agricoltori, filiera alimentare e l’industria legittima dei pesticidi.

Il rapporto è disponibile gratuitamente a questo indirizzo: http://www.ecpa.eu/files/ecpa/documentslive/9/17853_Counterfeit%20Pesticides%20across%20Europe%20-%20Facts-Consequences%20and%20Actions%20needed.pdf

Asia e Pacifico

Cina: 3,5 miliardi di dollari Usa per la ricerca sulle coltivazioni gm

Il governo cinese sta per varare un progetto di ricerca e sviluppo sulle coltivazioni geneticamente modificate che durerà 13 anni e che prevede uno stanziamento di 3,5 miliardi di dollari Usa. “Questo progetto darà un forte impulso alla commercializzazione delle varietà gm” ha dichiarato Xue Dayuan, scienziato a capo della ricerca sulla biodiversità presso il Nanjing Institute of Environmental Science del Ministero per la Tutela Ambientale. Huang Dafang, che in passato aveva diretto l’Istituto di Ricerca sulle Biotecnologie della Chinese Academy of Agricultural Sciences (CAS), ha invece dichiarato che lo scopo principale di questa iniziativa di ricerca e sviluppo è di aiutare la Cina a raggiungere l’Occidente nella corsa a identificare e brevettare geni vegetali di grande valore.

I leader cinesi sono stati sempre schierati a favore delle coltivazioni gm. “Per far fronte al problema delle risorse alimentari dobbiamo fare affidamento sulle soluzioni che ci offrono la scienza e la tecnologia, le biotecnogie e gli ogm” ha dichiarato il Premier Wen Jiabao al mondo accademico in occasione dell’incontro annuale fra il CAS e la Chinese Academy of Engineering, lo scorso mese di giugno.

Sulla rivista Science si legge che nonostante il governo centrale non abbia divulgato l’importo ufficiale che sarà allocato per questo progetto di ricerca, si prevede che la metà sarà stanziata dai governi locali i cui terreni ospiteranno le coltivazioni gm e dalle aziende che operano nelle agrobiotecnologie.

La versione integrale dell’articolo è disponibile a questo indirizzo: http://www.sciencemag.org/cgi/content/full/321/5894/1279?ijkey=wa/cAo0qpxBlI&keytype=ref&siteid=sci

Europa

Regno Unito: la dichiarazione dell’IFST su modifiche genetiche e alimenti

Nel Regno Unito l’Institute of Food Science and Technology ha pubblicato nel settembre 2008 una dichiarazione su modifiche genetiche e alimenti. Nella dichiarazione si legge che:

“Gli scienziati e i tecnologi che operano nel campo degli alimenti possono promuovere l’introduzione responsabile di tecniche di modifiche genetiche a patto che vengano affrontate in maniera responsabile anche le questioni relative alla sicurezza del prodotto, alla sicurezza dell’ambiente, all’informazione e all’etica. L’IFST ritiene che tutti questi aspetti vengano attualmente affrontati e che in futuro debbano essere affrontati, se possibile, con un impegno ancora maggiore. Solo così i vantaggi derivanti da queste tecnologie potranno essere disponibili e consentire, fra gli altri obiettivi, di contribuire nei prossimi decenni a fornire risorse alimentari per una popolazione mondiale in rapida crescita”.

Nella dichiarazione si legge che le coltivazioni gm hanno già consentito “notevoli miglioramenti sia della quantità che della qualità delle risorse alimentari, riducendo i costi economici, l’utilizzo di energia, di pesticidi, di carburanti, diminuendo l’erosione del suolo e le emissioni di anidride carbonica, senza che vi sia alcuna prova scientifica che documenti alcun danno per la salute umana”. Si legge inoltre che la seconda generazione di coltivazioni gm ha, fra l’altro, il potenziale di produrre raccolti in grado di fornire dei vantaggi nutrizionali di cui si ha una grande necessità.

È possibile scaricare una copia della dichiarazione a questo indirizzo: http://www.ifst.org/uploadedfiles/cms/store/ATTACHMENTS/gm.pdf


Conseguenze, opportunità e sfide delle moderne biotecnologie per l’Europa

L’Institute for Prospective Technological Studies (IPTS) ha pubblicato un rapporto commissionato dal Joint Research Center della Commissione Europea dal titolo Consequences, Opportunities and Challenges of Modern Biotechnology for Europe. La missione dell’IPTS consiste nel fornire un supporto scientifico e tecnico a che contribuisca alla formulazione di politiche comunitarie che comportino una dimensione tanto socio-economica quanto scientifica e tecnologica.

Il rapporto include uno studio condotto dall’autunno del 2005 alla primavera del 2007 nel quale ci si è avvalsi di gruppi di stakeholder per ottenere la prima valutazione globale sul contributo dato dalle moderne biotecnologie a importanti politiche europee. Il rapporto ha valutato le applicazioni delle moderne biotecnologie in medicina e nell’assistenza sanitaria, nella produzione primaria e nelle risorse alimentari agricole, nella produzione industriale e in ambito energetico e ambientale, analizzando il loro impatto dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Gli autori dello studio si augurano che il rapporto possa costituire una base utile per una migliore comprensione delle biotecnologie, del loro impatto e delle sfide che sono chiamate a rispondere. Il rapporto è già stato utilizzato dalla Commissione ai fini della redazione del rapporto di medio termine sulla revisione della strategia della Ue nell’ambito delle Scienze della Vita e delle Biotecnologie.

La versione integrale del rapporto può essere scaricata a questo indirizzo:http://bio4eu.jrc.ec.europa.eu/documents/eur22728en.pdf


In Germania la KWS ha concluso le prove in campo con le barbabietole da zucchero gm

La KWS Saat Ag (KWS), società operante in ambito agricolo con base in Germania, ha completato le prove in campo con le barbabietole geneticamente modificate tolleranti il diserbante Roundup Ready ® in 6 località. Le prove sono state condotte per valutare le barbabietole geneticamente modificate in diversi ambienti della Germania e il loro effetto sugli ecosistemi agricoli. Sono stati affrontati gli aspetti relativi alle caratteristiche agronomiche e fenotipiche, al comportamento del gene inserito e agli effetti sugli organismi non target, come gli insetti. Si prevede che la coltivazione della barbabietola da zucchero gm non avverrà nella Ue prima del 2015.

Informazioni sulla società KWS sono disponibili, in tedesco, a questo indirizzo: http://www.kws.com/, mentre una traduzione in inglese è disponibile a questo indirizzo: http://www.seedquest.com/News/releases/2008/september/23527.htm http://www.kws.de/. Il profilo aziendale è invece reperibile cliccando su questo link: http://wrightreports.ecnext.com/coms2/reportdesc_COMPANY_C28036000


La Ue autorizza la soia LibertyLink

La Commissione Europea ha autorizzato la soia LibertyLink di Bayer CropScience (A 2704-12) per uso mangimistico e alimentare in 27 nazioni per i prossimi 10 anni. Non si prevede tuttavia che la soia, tollerante il glufosinate, venga in futuro coltivata nei campi europei. L’autorizzazione è stata data per effetto di un meccanismo legale che scatta automaticamente nel caso in cui i ministri del Consiglio Europeo non riescano a raggiungere il consenso nel contesto di voto ponderato applicato dalla Ue.

L’EFSA (Autorità per la Sicurezza Alimentare), l’autorità scientifica indipendente della Ue, aveva riscontrato nell’agosto del 2007 che la soia analizzata “non era suscettibile di produrre effetti avversi sulla salute umana e animale e sull’ambiente”. La soia LibertyLink è stata pienamente autorizzata per l’uso alimentare, mangimistico e per la coltivazione negli Stati Uniti e in Canada. Successivamente, è stata inoltre approvata l’importazione in Australia, Cina, Giappone, Messico, Nuova Zelanda, Russia, Sudafrica e Taiwan.

Per ulteriori informazioni:http://www.bayercropscience.com/BCSWeb/CropProtection.nsf/id/EN_20080910


La formula per una maggiore longevità delle piante: acido jasmonico e microRNA

Gli scienziati del Max Planck Institute per la Biologia dello Sviluppo di Tubinga hanno dimostrato che alcune piccole sezioni di geni, chiamate microRNA (miRNA) possono regolare la crescita e il processo di invecchiamento delle piante. Questi microRNA inibiscono alcuni fattori di trascrizione che regolano la produzione di acido jasmonico (JA), un ormone importante per i processi di invecchiamento della pianta. Il lavoro svolto da questi ricercatori è stato recentemente pubblicato dalla rivista PLoS Biology.

Detlef Weigel insieme ai suoi colleghi hanno svolto ricerche sugli effetti dei fattori di trascrizione della famiglia TCP sulla crescita e sull’invecchiamento della pianta modello, l’Arabidopsis thaliana. I TCP, che si erano dimostrati importanti nella limitazione della crescita delle foglie, sono regolati dal microRNA miR319. Gli scienziati hanno scoperto che tanto maggiore è la quantità di miR139 presente nelle piante, tanto minore sarà la quantità di acido jasmonico prodotto, con un conseguente allungamento del periodo di crescita della pianta. Poiché la quantità di microRNA può essere controllata attraverso metodi genetici, potrebbe essere possibile, in futuro, coltivare delle piante che vivono più a lungo e crescono più velocemente.

L’articolo è disponibile a questo indirizzo: http://www.eb.tuebingen.mpg.de/news/formula-discovered-for-longer-plant-life È invece possibile scaricare lo studio a questo indirizzo: http://dx.doi.org/10.1371/journal.pbio.0060230


I leader delle industrie biotech della Ue a favore di una politica biotech coerente e a lungo termine

Il Forum Europeo delle Biotecnologie Industriali che si è recentemente concluso a Bruxelles chiede l’attuazione di politiche coerenti e a lungo termine inserite in un contesto legislativo prevedibile. Il forum, al quale hanno partecipato 260 delegati da 23 nazioni, è unanime nel ritenere che per consentire lo sviluppo di un’economia forte e sostenibile basata sulle biotecnologie è necessario un forte supporto da parte della politica, un contesto normativo prevedibile e una buona strategia di comunicazione che consenta di accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica. Sono inoltre necessari dei passi avanti sia nelle biotecnologie industriali che in quelle agricole.

“I legislatori europei possono fare di più per supportare il settore industriale delle biotecnologie. A livello normativo la coerenza è particolarmente necessaria per consentire che i passi avanti nel campo delle biotecnologie agricole siano disponibili per il settore delle biotecnologie industriali. È necessario che i legislatori lavorino di comune accordo per creare un contesto uniforme sul quale l’industria possa fare affidamento quando dovrà prendere decisioni che avranno un impatto sui lavoratori, sugli agricoltori e sui consumatori europei” ha dichiarato Willly De Greef, Segretario Generale di EuropaBio.

Per ulteriori informazioni il comunicato stampa è disponibile a questo indirizzo: http://www.europabio.org/articles/PR_Biotech%20industry%20leaders%20call%20for%20a%20consistent%20long-term%20policy180908.pdf

RICERCA

Gli effetti delle piante gm resistenti agli insetti sulle api solitarie

Sono pochi gli studi sugli effetti delle coltivazioni transgeniche resistenti agli insetti sulle api solitarie. Roger Konrad insieme ai colleghi dello Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo e all’Università di Newcastle Upon Tyne hanno contribuito al loro incremento con uno studio: “Potential effects of oilseed rape expressing oryzacystatin-1 (OC-1) and of purified insecticidal proteins on larvae of the solitary bee Osmia bicornis”. Lo studio, pubblicato dalla rivista online PLoS ONE, afferma che le piante transgeniche che esprimono l’inibitore della cisteina proteasi OC-1 e la tossina Bt Cry1Ab costituiscono un rischio irrilevante per le larve d’ape. Le piante che esprimono la Galanthus nivalis agglutinina invece, potrebbero causare degli effetti dannosi alle api se queste fossero esposte ad elevati livelli di questa proteina. I risultati ottenuti per l’Osmia bicornis, che funge da specie modello, potrebbero essere rilevanti per una grossa porzione delle circa 700 specie di api solitarie che si presume siano presenti in Europa, poiché molte di loro sono polilettiche (raccolgono cioè il polline da una grande varietà di fiori), si nutrono grazie alle coltivazioni agricole e si riproducono durante il periodo della loro fioritura.

Per ulteriori dettagli, la versione integrale dell’articolo è disponibile a questo indirizzo:http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0002664

BIOCOMBUSTIBILI

Uno Studio Analizza A Livello Globale L’industria Dei Biocombustibili Del Futuro

 Un recente studio pubblicato da Accenture (società di management consulting, servizi tecnologici e di outsourcing) rivela che “sarà molto più difficile assistere alla creazione di un’industria globale dei biocombustibili di quanto inizialmente previsto”. Lo studio, dal titolo “Biofuels’ time of transition: Achieving high performance in a world of increasing fuel diversity” prevede che i biocombustibili costituiranno dal 10 al 15% del mix energetico del futuro, ma che arrivare a quei livelli sarà difficile “poiché si dovrà tener conto delle sfide insite nella creazione di interi mercati delle materie prime biocombustibili, della loro produzione, del loro trasporto e della loro distribuzione”. Lo studio identifica le sfide da affrontare in tre settori cruciali. Primo - l’ambiente: il dibattito “cibo contro combustibili” rallenterà la domanda e la sfida, per i governi, sarà quella di affrontare la questione della sostenibilità. Secondo - la distribuzione: si dovranno prendere decisioni difficili in merito a “stoccaggio, miscelatura e gestione di diversi tipi di biocombustibili.” Terzo - investimenti nelle infrastrutture: la sfida in questo caso sarà quella di giustificare l’imponente investimento iniziale per le infrastrutture necessario a supportare le operazioni e il trading dei biocombustibili su larga scala “quando i profitti finali e la dimensione del mercato restano incerti”. Di seguito alcuni risultati emersi dallo studio: (1) i combustibili di seconda generazione (ad es. l’etanolo da cellulosa) saranno utilizzati in abbinamento con la prima generazione di biocombustibili (ad es. l’etanolo derivato dal mais o dalla canna) per diversi anni; (2) “nel mondo, il ‘patchwork’ frammentato di normative sul mercato in vigore a livello locale contribuisce ad allontanarci da un mercato del petrolio globale e super-efficiente e va piuttosto nella direzione di un mercato dei combustibili con serbatoi di offerta e domanda frammentati, e a mix di combustibili.”

http://www.biofuelreview.com/content/view/1705/1/
http://newsroom.accenture.com/article_display.cfm?article_id=4747


Applicazioni Web Interattive Per Determinare L’indice Di Sostenibilità Dei Biocombustibili

 La Inter-America Development Bank (IDB) ha recentemente sviluppato uno strumento interattivo basato sul web dal nome ‘Biofuel Sustainability Scorecard” (si veda l’indirizzo internet indicato sopra), uno strumento di policy e di gestione creato per stabilire il grado di sostenibilità dei diversi tipi di materie prime da utilizzare come biocombustibili. Lo strumento è parte integrante degli sforzi della IDB che hanno l’obiettivo di “garantire che gli investimenti nei biocombustibili producano vantaggi sociali, economici e ambientali”. Secondo il Presidente della IDB, Luis Alberto Moreno, “Prima di decidere di investire nei biocombustibili i governi e le imprese devono comprendere pienamente in che maniera una specifica materia prima e il suo processo di produzione avranno un impatto sulla sicurezza alimentare e sull’ecosistema locale. Lo Scorecard consentirà di avere più facilmente le risposte a queste domande e costituirà uno strumento importantissimo per la IDB in quanto promuoverà soltanto quei progetti relativi ai biocombustibili che saranno davvero sostenibili”. Sul sito della IDB si legge che “La Scorecard è stata concepita per essere utilizzata nei diversi stadi del progetto. Può essere utilizzata in fase di sviluppo, di screening, di analisi iniziale, e poi ancora in fase di due diligence e di approvazione dell’investimento. Grazie all’utilizzo della Scorecard nelle diverse fasi, i responsabili dei processi decisionali possono identificare le aree che richiedono dei miglioramenti e misurare poi l’impatto dei cambiamenti”. È possibile testare la Scorecard all’indirizzo indicato sopra.

http://www.iadb.org/NEWS/articledetail.cfm?Language=En&parid=2&artType=PR&artid=4743
http://www.iadb.org/scorecard/


I Voti Della Ue Per Ridurre Gli Obiettivi Energetici In Materia Di Biocombustibili

L’impatto negativo a lungo termine delle materie prime agricole (vale a dire alimentari) da utilizzare come biocombustibili sui prezzi delle derrate alimentari (quali mais e soia) e sulla deforestazione (si veda l’olio di palma) hanno fatto sì che i governi ripensassero agli obiettivi originariamente fissati per i biocombustibili. Un comitato della Ue ha recentemente votato una riduzione degli obiettivi inizialmente fissati per i biocombustibili. Negli obiettivi iniziali, la Ue prevedeva che entro il 2020 il 10% dei combustibili necessari al trasporto dovesse derivare da fonti rinnovabili ma non era specificata la quota che all’interno di questo 10% dovesse derivare dai biocombustibili. Nel documento approvato recentemente, invece, si è stabilito un limite massimo del 6% (rispetto all’obiettivo originale del 10%) che dovrà provenire da fonti biocombustibili, mentre il restante 4% dovrà provenire da altre fonti rinnovabili, quali ad esempio l’idrogeno. Il comitato ha inoltre stabilito che, in merito all’obiettivo del 5% di energia rinnovabile per il trasporto fissato entro il 2015, solo un quinto dovrà essere costituito da fonti biocombustibili di origine agricola (vale a dire alimentare). Il sito Internet di Scientific American riporta che “la decisione del comitato rispecchierà probabilmente la posizione del parlamento nei negoziati di fine anno o di inizio 2009 con i 27 paesi membri della Ue in merito alla stesura finale della normativa”.

http://www.sciam.com/article.cfm?id=eu-votes-to-cut-biofuels
http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/7610396.stm

ANNUNCI

Uno studio sulle rese dei raccolti biotech

PG Economics Ltd., società di consulenza indipendente del Regno Unito specializzata nell’analisi dell’impatto delle nuove tecnologie in agricoltura ha pubblicato uno studio dal titolo “Focus on Yield – Biotech Crops: Evidence, Outcomes and Impacts”. Lo studio riassume i risultati relativi all’impatto delle coltivazioni biotech (dal 1996 al 2006) in termini di effetto sulle rese, come si legge nell’articolo scientifico pubblicato tramite revisione paritaria dal titolo “Global impact of biotech crops: socio-economic and environmental effects 1996-2006” di Graham Brookes e Peter Barfoot.

È possibile scaricare una copia dello studio a questo indirizzo: http://www.pgeconomics.co.uk/pdf/GM_Crop_yield_summary.pdf


Il flusso genico nell’erba medica e lo sviluppo di strategie di coesistenza

Il Council for Agricultural Science and Tecnnology (CAST) degli Stati Uniti ha pubblicato un documento dal titolo “Gene Flow in Alfalfa: Biology, Mitigation, and Potential Impact on Production” allo scopo di fornire una panoramica delle pratiche agronomiche e di alcuni aspetti della biologia di cui si deve tener conto per lo sviluppo di quelle strategie che consentiranno ai produttori di erba medica tradizionale, biologica e geneticamente modificata di coesistere sul mercato. La pubblicazione, scritta e rivista da una task force di 12 esperti scientifici, presenta un’utile descrizione degli sviluppi in corso e una previsione delle possibili future applicazioni dell’ingegneria genetica alle coltivazioni industriali.

Ulteriori informazioni sono disponibili a questo indirizzo: http://www.cast-science.org/displayProductDetails.asp?idProduct=157