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In questo numero:

Maggio 2010

NEWS

Dal mondo

Cambiamenti climatici, agricoltura e sicurezza alimentare

Il CGIAR (Consultative Group on International Agricultural Research) e l’ESSP (Earth System Science Partnership) hanno avviato un programma su cambiamenti climatici, agricoltura e sicurezza alimentare (CCAFS). Si tratta di un programma di ricerca su larga scala, della durata di dieci anni, mirato "alla ricerca di soluzioni che consentano di adattare aree agricole di tutto il mondo a climi diversi in presenza di nuove condizioni di produzione e coltivazione e che contribuiscano a ridurre le emissioni di gas serra del settore agricolo". Il segretariato del programma (CCAFS) ha sede presso la facoltà di Scienze Naturali dell’Università di Copenhagen.

"Nei prossimi mesi e anni, insieme ai massimi esperti del mondo, ci focalizzeremo sullo sviluppo di strumenti per comprendere i cambiamenti climatici e far sì che la community a livello mondiale sia pronta per affrontare le sfide che dovrà affrontare. La ricerca agricola danese darà inoltre il suo contributo per cercare di risolvere le problematiche più urgenti quali i cambiamenti climatici e la sicurezza alimentare" ha sottolineato John Porter, professore dell’Università di Copenaghen e membro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite. Il CCAFS si focalizzerà su tre regioni: Asia del Sud, Africa Occidentale e Africa Orientale.

Per maggiori informazioni sul CCAFS è possibile contattare Torben Timmermann all’indirizzo email: tmti@life.ku.dk o visitare il sito internet: http://www.ccafs.cgiar.org/


Le biotecnologie per lo sviluppo di alimenti funzionali

Con l’avvento delle agrobiotecnologie, le modifiche genetiche si sono focalizzate su tratti input, sviluppati per il controllo di insetti, virus e piante infestanti. I prodotti GM con tratti input sono stati rapidamente accettati e sostenuti negli Stati Uniti. Dall’altro lato, le modifiche genetiche a beneficio dei consumatori (o tratti output) necessitano di un tempo di sviluppo maggiore. In questo rientra la produzione di "alimenti funzionali" o alimenti che offrono vantaggi per la salute oltre all’alimentazione di base. In relazione a questo argomento, l’organizzazione non profit Pew for Charitable Trusts ha pubblicato un rapporto intitolato Application of Biotechnology for Functional Foods.

Il rapporto esamina la possibilità di sviluppare alimenti funzionali attraverso le applicazioni biotech. La prima parte del rapporto analizza le moderne tecnologie che potrebbero portare ad avere in futuro alimenti funzionali disponibili nei negozi di alimentari. La seconda parte del rapporto affronta l’importanza del ruolo delle autorità giuridiche nella supervisione dell’uso di alimenti funzionali prodotti con le biotecnologie.

Il rapporto è disponibile al seguente indirizzo: http://www.pewtrusts.org/uploadedFiles/wwwpewtrustsorg/Reports/Food_and_Biotechnology/
PIFB_Functional_Foods.pdf
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La crisi economica minaccia l’agricoltura europea e asiatica

La crisi economica e finanziaria ha indebolito il settore agricolo, particolarmente nell’Europa Centrale e dell’Est. Europa e Asia Centrale sono state duramente colpite dalla crisi a discapito del progresso fatto finora in termini di lotta alla povertà e alla insicurezza alimentare. Nel corso della 27a Conferenza Regionale FAO per l’Europa tenutasi a Yerevan, in Armenia, il Direttore Generale della FAO (Food and Agriculture Organization) Jacques Diouf ha sottolineato alcuni punti.

Diouf, che aveva appena lanciato un’importante campagna contro la fame denominata "1billionhungry project", per sollecitare le potenze mondiali ad unirsi agli sforzi per "eliminare la fame dal pianeta", ha sottolineato la necessità di investire in Europa e in Asia Centrale evidenziando che un investimento adeguato consentirebbe di rendere coltivabili circa 10 milioni di ettari di terreno per la coltivazione di sementi e semi da olio in Kazakistan, nella Federazione Russa e in Ucraina.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.fao.org/news/story/en/item/42310/icode/


Dal programma BREAD sussidi per la ricerca agricola

La National Science Foundation (NSF) ha assegnato 15 borse di studio in occasione dell’inaugurazione del programma denominato BREAD (Basic Research to Enable Agricultural Development). Il programma, della durata di cinque anni, finanziato in collaborazione con la Fondazione Bill & Melinda Gates, ha lo scopo di studiare soluzioni sostenibili e scientifiche per i problemi del settore agricolo nei paesi in via di sviluppo.

Secondo la NSF le borse di studio consentiranno ai ricercatori di "utilizzare un approccio innovativo e tecnologie creative per affrontare le difficoltà dei piccoli coltivatori". Ad esempio, un team formato da ricercatori della Washington State University, Purdue University, University of Wisconsin - Stevens Point, COMSATS University (Pakistan), Punjab Agricultural University (India) e di Pioneer Hi-Bred lavoreranno per identificare geni dwarfing originali, per riuscire ad aumentare le rese del frumento in condizioni di stress dovute alla siccità.

"Coinvolgendo i massimi esperti del mondo, il programma BREAD cercherà di affrontare in modo creativo i punti critici del settore agricolo" sottolinea Rob Horsch, vice direttore dell’Agricultural Development Program presso la Fondazione Bill & Melinda Gates. "Le soluzioni ottenute aiuteranno i piccoli coltivatori a ottenere migliori raccolti e maggiori profitti così da poter mantenere se stessi e le proprie famiglie superando le condizioni di fame e povertà".

Le borse di studio, ideate per 42 istituti degli Stati Uniti coinvolgono collaboratori internazionali del Kenya, Sudafrica, Malawi, Australia, Colombia, Messico, Svizzera, Danimarca, Pakistan, India, Papua Nuova Guinea e Regno Unito. Parteciperanno ad alcuni dei progetti anche i ricercatori dei centri CGIAR (Center of the Consultative Group for International Agriculture) e del settore privato.

Il comunicato stampa della NSF è disponibile al seguente indirizzo: http://www.nsf.gov/news/news_summ.jsp?cntn_id=116932 La lista completa dei premi BREAD 2010 è disponibile all’indirizzo: http://www.nsf.gov/bio/pubs/awards/bread10.htm.


Gli Stati Uniti lanciano il programma ‘Feed the Future’

Durante un simposio ospitato dal Chicago Council for Global Affairs, è stato lanciato il programma del governo statunitense Feed the Future mirato a riaffermare l’impegno nei confronti della fame e della sicurezza alimentare a livello globale. Rajiv Shah, responsabile dell’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti, ha illustrato il programma e ha ufficialmente presentato la guida Feed the Future, la strategia di implementazione del programma dell’amministrazione Obama in tema di contrasto alla fame e di sicurezza alimentare.

Feed the Future aggiungerà risorse ai programmi già in atto nel paese, promuoverà la collaborazione tra i diversi stakeholder per ridurre il problema della fame e della povertà, investirà in produttività agricola, ricerca e mercati bonificati per aumentare la fornitura globale di prodotti alimentare e ridurre i prezzi. In occasione del summit del G-8 2009 tenutosi a L'Aquila, il Presidente Obama ha annunciato l’investimento in tre anni di circa 3,5 miliardi di dollari per lo sviluppo agricolo e della sicurezza alimentare. Grazie all’impegno di altri finanziatori saranno disponibili più di 18,5 miliardi di dollari per un programma comune di sicurezza alimentare che possa portare a ‘feed the future’.

Il comunicato stampa è disponibile al seguente indirizzo:http://www.america.gov/st/texttrans-english/2010/May/20100520164738eaifas0.9879354.html


Le nuove mutazioni dell’UG99 rappresentano una minaccia per la produzione di frumento

Quattro nuove mutazioni dell’Ug99, varietà di un patogeno mortale del frumento noto come ruggine dello stelo, potrebbero rappresentare una minaccia addirittura maggiore, per la produzione globale di frumento, rispetto alle varietà originali. Queste nuove varietà possono contrastare due dei più importanti geni resistenti alla ruggine, ampiamente usati nella maggior parte dei programmi di selezione del frumento. Questo scenario cupo è stato affrontato dagli esperti del settore provenienti da Australia, Asia, Africa, Europa e Americhe, che hanno partecipato a un incontro generale sul frumento, tenutosi a San Pietroburgo, in Russia, e organizzato dalla Borlaug Global Rust Initiative. L’incontro è stato ospitato dal N.I. Vavilov Institute of Plant Industry.

"Con queste nuove mutazioni, i diversi paesi non possono più permettersi di aspettare gli attacchi della ruggine" ha dichiarato Ravi Singh, ricercatore senior in genetica e patologia vegetale al CIMMYT (International Maize and Wheat Improvement Center) con sede in Messico. "Ad esempio, nel caso della variante dell’Ug99 identificata in Kenya, è passata dalla prima identificazione in piccole tracce a proporzioni di epidemia nel giro di un anno".

Mahmoud Solh, direttore generale dell’International Center for Agricultural Research in the Dry Areas (ICARDA) ha sottolineato che "i ricercatori che, in tutto il mondo, si occupano della ruggine del frumento si sono uniti in una collaborazione senza precedenti per monitorare la diffusione del patogeno, trovare nuove fonti di resistenza alla ruggine dalle varietà selvatiche affini al frumento e identificare varietà con una maggiore resistenza durevole". Ha tuttavia sottolineato che coloro che si occupano di politica ed economia devono essere in grado di offrire un supporto continuativo, necessario per essere pronti ad affrontare le sfide future.

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.eurekalert.org/pub_releases/2010-05/bc-siv052110.php

Americhe

Entro il 2012 olio di soia ad alto contenuto di acido oleico

L’olio di soia con livelli più elevati di acido oleico risulta più sano, poiché si elimina la necessità di idrogenazione che dà origine ai grassi trans. La società Pioneer Hi-Bred conta di rendere il prodotto disponibile ai consumatori nel 2012 con il nome di Plenish™. Questa semente biotech presenta inoltre una riduzione del 20% dei grassi saturi.

Plenish™ dovrebbe essere approvato negli Stati Uniti entro la fine di quest’anno, per essere sottoposto a test e prove in campo nel 2011 e passare a un’eventuale commercializzazione nel 2012. "Migliorare la qualità dell’olio è solo metà della sfida. Vogliamo anche sviluppare varietà ad alto contenuto di acido oleico che abbiano una resa pari a quella delle varietà tradizionali, in modo che i coltivatori siano più propensi a coltivarle" sottolinea Susan Knowlton, ricercatrice che fa parte del progetto. "Siamo molto contenti di ciò che abbiamo ottenuto finora nelle prove in campo in termini di qualità dell’olio e di resa".

Il comunicato stampa di Pioneer Hi-bred è disponibile al seguente indirizzo: http://www.pioneer.com/web/site/portal/menuitem.2ef674038413d5e663816381d10093a0/


La FDA approva l’utilizzo dell’olio di soia Vistive Gold

La Food and Drug Administration statunitense ha emesso una lettera di risposta alla notifica GRAS (Generally Recognized as Safe) di Monsanto a supporto dell’utilizzo dell’olio di soia prodotti dalla varietà di soia Vistive Gold. Le società alimentari possono ora sviluppare e testare prodotti contenenti questo olio di soia che ha un ridotto contenuto di grassi saturi o grassi non trans.

"Questo prodotto può offrire ai coltivatori e all’industria alimentare l’opportunità di rispondere a una domanda crescente di alimenti più sani" ha dichiarato Roy Fuchs, responsabile tecnologia per le sementi da olio di Monsanto. "Vistive Gold fa intravedere una nuova generazione di prodotti derivati dalla soia, che potrebbero portare ai consumatori vantaggi diretti per la salute. Riteniamo che anche i coltivatori otterranno benefici dalle opportunità che il mercato potrebbe offrire una volta che il prodotto sarà commercializzato".

Secondo quanto riportato in un comunicato stampa, Monsanto ha completato la presentazione della documentazione secondo la normativa statunitense. Una volta concluse le procedure normative, il prodotto sarà reso disponibile per le società alimentari.

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://monsanto.mediaroom.com/index.php?s=43&item=841


Scoperti alcuni geni che ritardano l’invecchiamento delle piante fiorite

In futuro, i fiori recisi e le piante in vaso potrebbero mantenersi freschi più a lungo. Questo sarà reso possibile ritardando il processo d’invecchiamento e senescenza delle piante fiorite. Cai-Zhong Jiang, fisiologo vegetale, e i suoi colleghi del Dipartimento di Agricoltura dell’Agricultural Research Service (ARS) degli Stati Uniti stanno infatti studiando i geni che controllano il meccanismo di invecchiamento nelle piante.

Per determinare il ruolo dei geni nell’invecchiamento delle piante, i ricercatori hanno utilizzato il virus della necrosi striata con l’inserzione dei geni di interesse. In questa tecnica, chiamata ‘silenziamento genico indotto da virus’, le piante sono esposte ai virus GM che fa sì che le piante attivino meccanismi di difesa naturale come lo spegnimento del virus insieme ai geni in esso inseriti. Per dimostrare questa ipotesi, Jiang e Michael S. Raid, professore della University of California-Davis, hanno condotto alcuni esperimenti utilizzando la petunia viola ed esponendola al virus con il gene del colore e un altro frammento di gene responsabile della produzione di etilene, sostanza che causa invecchiamento. Come risultato si sono ottenuti fiori con macchie bianche e con meno etilene rispetto alle piante esposte al virus non modificato. Questo potrebbe rappresentare una prova che i geni nel virus vengono disattivati.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.ars.usda.gov/is/pr/2010/100524.htm.

Europa

Agricoltura biologica: per la natura benefici limitati, insufficienti per compensare le basse rese

I benefici per la natura e la biodiversità derivanti dall’agricoltura biologica corrispondono a circa il 12% in più rispetto a quella tradizionale e questo valore non è sufficiente per compensare le rese di produzione più basse. È quanto emerge da uno studio condotto dall’University of Leeds, Regno Unito, e pubblicato da Ecology Letters.

Le imprese agricole biologiche esaminate nello studio hanno prodotto meno della metà della resa delle corrispettive imprese tradizionali. Tim Benton, leader del progetto, ha sottolineato che "secondo i risultati per ottenere la stessa quantità di prodotti alimentari nel Regno Unito, utilizzando metodi biologici invece di quelli tradizionali, si dovrebbe utilizzare il doppio della superficie di terra attualmente dedicata all’agricoltura. Dato che i benefici per la biodiversità, derivanti dall’agricoltura biologica, risultano limitati, allora la resa più bassa potrebbe essere un lusso che non possiamo permetterci, in modo particolare nelle aree più produttive del paese".

Lo studio è stato condotto in due aree, nel South West England centrale e nel North Midlands, su 32 tra imprese agricole biologiche e tradizionali e ha analizzato la presenza di uccelli, insetti, vermi di terra e piante.

L’articolo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.leeds.ac.uk/news/article/802/organic_farming_shows_limited_benefit_to_wildlife


Dal Regno Unito uno studio sull’avena

L’IBERS (Institute of Biological, Environmental and Rural Sciences) della Aberystwyth University (UK) ha ricevuto un finanziamento di 4,9 milioni di sterline per sviluppare delle varietà migliorate di avena. Il progetto della durata di cinque anni, è finanziato dal Biotechnology and Biological Sciences Research Council (BBSRC), dal DEFRA (Department of Environment, Food and Rural Affairs) e dai governi gallese e scozzese.

"L’avena è un’importante coltura secondaria, utilizzata nelle coltivazioni di cereali a rotazione, che riduce i problemi legati a malattie e piante infestanti, richiede meno fertilizzante del frumento, ha un miglior rendimento nelle aree marginali e ha un alto valore per l’alimentazione animale, poiché i capi possono essere allevati e alimentati direttamente" sottolinea Athole Marshall, responsabile dell’Oat Breeding Programme presso l’IBERS. "Stiamo integrando con successo la ricerca di base sulla genetica vegetale e le tecniche di miglioramento genetico, per sviluppare varietà di piante commercialmente adeguate, che possano rispondere alle esigenze di risorse alimentari, idriche, di sicurezza energetica e sostenibilità ambientale".

Marshall ha inoltre aggiunto che la tecnologia genomica più recente sarà utilizzata per approfondire lo studio dei tratti. "Unire le competenze nel miglioramento genetico vegetale molecolare e tradizionale e l’analisi della composizione dei semi con la valutazione di varietà nuove e originali attraverso la ricerca e la collaborazione con l’industria assicurerà che le nuove varietà di avena rispondano ai requisiti dei diversi utenti finali" ha concluso.

Il comunicato stampa dell’Aberystwyth University è disponibile all’indirizzo:
http://www.aber.ac.uk/aberonline/en/archive/2010/04/au0810/


Scienza e innovazione per una catena alimentare più sostenibile

Come può il settore alimentare offrire prodotti sani e sicuri a una popolazione in continua crescita? Come possono i sistemi di produzione agricola e alimentare essere sostenibili nel lungo termine? Sono alcune delle domande che gli attori della catena alimentare europea hanno provato ad affrontare durante la conferenza tenutasi a Parma lo scorso mese di maggio. La conferenza è stata organizzata dall’EFSA (l’Autorità europea per la Sicurezza Alimentare) e dal Direttorato Generale per la Salute e per i Consumatori della Commissione europea, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri italiano.

“L’Europa vanta un’industria alimentare prospera, fondata su secoli di tradizione e competenza. L’innovazione può portare ulteriori vantaggi sia per i consumatori che per l’ambiente ed è quindi importante soppesare i rischi delle nuove tecnologie rispetto ai benefici attesi. Per l’EFSA questo significa nuove richieste di valutarne l’efficacia e la necessità di elaborare nuove metodologie di valutazione dei rischi o di ridefinire le metodologie esistenti. Questo processo può essere impegnativo perché in alcuni nuovi ambiti scientifici, come le nanotecnologie o gli organismi geneticamente modificati (GMO), le informazioni disponibili possono essere limitate e possono esserci significativi margini di incertezza scientifica con cui fare i conti, che è necessario far conoscere; ma al tempo stesso abbiamo assunto l’impegno di far fronte a queste sfide e di garantire che la legislazione europea sia fondata sulle migliori acquisizioni scientifiche” ha dichiarato il direttore esecutivo dell’EFSA, Catherine Geslain-Lanéelle.

Il Ministro italiano per la Salute, Ferruccio Fazio, ha dichiarato che l’Italia parteciperà in modo attivo al processo di innovazione volto ad assicurare una produzione alimentare sostenibile. Ha inoltre presentato il modello italiano come un punto di riferimento per la sicurezza della produzione alimentare che può essere condivisa con il resto dell’Europa.

Il comunicato stampa dell’EFSA è disponibile all’indirizzo: http://www.efsa.europa.eu/it/press/news/corporate100510.htm


Dal Joint Research Center della Commissione europea sei nuove notifiche

Il JRC della Commissione europea ha recentemente annunciato sei nuove notifiche, provenienti da Spagna, Polonia e Romania. Le notifiche riguardano le seguenti varietà biotech di cotone, lino e mais:

  1. Prove in campo di cotone tollerante il gilifosato (GB614) su flora e artropodi accidentali e ruderali effettuate dall’Instituto Nacional de Investigación y Tecnología Agraria y Alimentaria, Spagna
  2. Prove in campo di cotone GM tollerante il glifosato (GB614) e di cotone tradizionale effettuate dall’Instituto Nacional de Investigación y Tecnología Agraria y Alimentaria, Spagna
  3. Miglioramento della produttività agrotecnica del lino transgenico per uso industriale effettuato dall’Università di Scienze Naturali e Ambientali di Wrocław, Polonia
  4. Notifica del rilascio deliberato della varietà DAS-Ø15Ø7-1xMON-ØØ6Ø3-6 di mais GM per prove in campo da parte di Pioneer Hi-Bred Seeds Agro SRL, Romania
  5. Notifica di rilascio deliberato della varietà MON ØØ6Ø3 × MON ØØ8Ø1-6 di mais GM per prove in campo da parte di Pioneer Hi-Bred Seeds Agro SRL, Romania
  6. Notifica di rilascio deliberato della varietà NK603 di mais per prove in campo in Romania
Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://gmoinfo.jrc.ec.europa.eu/gmp_browse.aspx


Commissione europea: suggerimenti per una nuova policy sulla tecnologia genetica

In un documento di strategia interna La Commissione europea ha presentato alcuni suggerimenti iniziali per impostare una nuova policy in tema di tecnologia genetica. La nuova policy consentirà di avere un processo costante di approvazione generale delle piante GM in una procedura vincolante, a livello europeo, basata su una valutazione scientifica di sicurezza e allo stesso tempo consentirà agli stati membri di scegliere se vietare o coltivare le piante GM sul proprio territorio. La Commissione europea cercherà di effettuare le modifiche della policy nell’ambito del quadro normativo esistente e di riprendere la discussione sulla tecnologia genetica per poter prendere decisioni che siano chiare e comprensibili per il pubblico.

Il documento presenta anche alcuni suggerimenti relativi alla gestione delle richieste di divieto alla coltivazione per una pianta GM. I casi citati includono: quando la motivazione principale del divieto è di carattere politico; se la pianta in questione è già stata valutata come sicura e approvata dall’Unione europea, l’utilizzo di criteri ‘socio-economici’, come base per il divieto di coltivazione.

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.gmo-compass.org/eng/news/510.docu.html


Ecologia ottimale del bioinsetticida

Il Bacillus thuringiensis (Bt), insetticida batterico naturale di uso comune ha una maggiore efficacia se applicato alle piante giovani e risulta intensificato dalla presenza di insetti dannosi. È quanto rivelato in un articolo pubblicato dalla rivista PLoS Pathogens scritto da alcuni ricercatori dell’University of Oxford e della Royal Holloway University di Londra finanziati dal Biotechnology and Biological Sciences Research Council.

I ricercatori hanno studiato una linea denominata ST8, che infetta la Diamondback Moth, un insetto infestante delle piante di cavolo, broccoli e colture simili. Hanno scoperto che la popolazione di batteri (già esistente o applicata) si insedia più velocemente quando sono presenti gli insetti. Si ritiene che l’ST8, che è presente naturalmente nell’ambiente, colonizzi la pianta come pianticella in crescita, approfittando della prima occasione di infettare i lepidotteri e quindi sopravvivere.

Mike Bonsall, ricercatore senior presso l’Università di Oxford ha spiegato: "Bt è stato utilizzato a livello commerciale per circa 40 anni, subito disponibile per la gestione dei lepidotteri e simili, ma finora conoscevamo molto poco sull’abbondanza naturale di batteri nell’ambiente e su quello che succede quando andiamo ad aggiungere ulteriori batteri come mezzo di controllo degli insetti dannosi. È davvero importante comprendere cosa sta succedendo in modo da poter, ad esempio, sapere quali fattori potrebbero avere un impatto sugli insetti che diventano resistenti al Bt".

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.bbsrc.ac.uk/media/releases/2010/100520-study-uncovers-optimal-ecology-of-bio-insecticide.aspx


L’EFSA approva le varietà di mais GM

Il gruppo di esperti OGM dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha comunicato tre pareri scientifici relativi alle varietà di mais Syngenta (Bt11xMIR604, Bt11xMIR604xGA21 e MIR604xGA21). Secondo le conclusioni queste varietà geneticamente modificate sono sicure e ricche di elementi nutritivi tanto quanto le corrispettive varietà tradizionali. Queste varietà inoltre hanno poca probabilità di avere effetti dannosi per la salute umana o animale e per l’ambiente, se utilizzati secondo l’uso prestabilito.

Le varietà di mais, per utilizzo in alimentazione umana e animale, per importazione e per lavorazione, sono state sviluppate per includere i tratti di resistenza agli insetti e di tolleranza agli erbicidi.

I dettagli relativi alla valutazione scientifica di ogni varietà sono disponibili ai seguenti indirizzi: http://www.efsa.europa.eu/en/scdocs/scdoc/1614.htm

http://www.efsa.europa.eu/en/scdocs/scdoc/1616.htm

http://www.efsa.europa.eu/en/scdocs/scdoc/1611.htm


Contributo dell’Italia al Trattato Internazionale per la conservazione delle varietà delle colture

L’Italia ha offerto un contributo di 1,2 milioni di euro a supporto del programma con ripartizione dei benefici attuato dall’International Treaty on Plant Genetic Resources for Food and Agriculture e mirato alla conservazione e diffusione delle diverse varietà di colture alimentari per assicurare la sicurezza alimentare a livello globale. Il trattato ha stabilito un gruppo formato 64 colture alimentari e ha stabilito che "ogni qual volta un prodotto commerciale derivi dall’utilizzo di questo gruppo genetico e sia brevettato, l’1,1% delle vendite del prodotto deve essere versato al fondo del Trattato a ripartizione dei benefici".

"La diversità genetica vegetale è importantissima per far fronte alle sfide globali di incertezza alimentare e cambiamenti climatici. Il supporto dell’Italia al fondo del Trattato servirà a promuovere una base alimentare sostenibile e diversificata di piccoli coltivatori nei paesi in via di sviluppo", ha commentato Shivaji Pandey, direttore della Divisione Plan Production and Protection Division della FAO (Food and Agriculture Organization).

L’obiettivo è quello di raccogliere, nell’anno in corso, 10 milioni di dollari. Parte dei fondi sono già stati investiti in 11 progetti globali mirati ai piccoli coltivatori dei paesi in via di sviluppo. Anche altre nazioni hanno dato il loro contributo, tra queste la Spagna, la Norvegia e la Svizzera.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.fao.org/news/story/en/item/42570/icode/


Nuova varietà di frumento più sano

La quantità di elementi nutritivi presenti nel frumento cambia da una varietà all’altra e alcune varietà offrono nutrienti in quantità anche quattro volte superiore. Allo scopo di migliorare la quantità di fibre alimentari, vitamine e minerali contenute nel frumento, il Sesto Programma Quadro dell’Unione europea (FP6) su “Qualità e sicurezza alimentare” fin dal 2005 ha finanziato un progetto denominato HEALTHGRAIN: "Exploiting Bioactivity of European Cereal Grains for Improved Nutrition and Health Benefits".

I ricercatori che hanno lavorato al progetto si sono occupati dell’identificazione di marcatori per fibre alimentari, tocoferoli (vitamina E) e steroli che possono essere utilizzati dai selezionatori nei programmi di miglioramento genetico del frumento. I ricercatori stanno inoltre sviluppando nuovi strumenti quali calibrazioni nel vicino infrarosso e anticorpi che possono essere utilizzate da selezionatori, commercianti, ma anche membri dell’industria alimentare per identificare le linee di frumento con una qualità nutrizionale migliorata.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://cordis.europa.eu/fetch?CALLER=FP6_NEWS&ACTION=D&DOC=4&CAT=NEWS&QUERY=0128d9078418:af4c:7cdc92c2&RCN=32129


Il DEFRA approva i test sulle patate GM

Il DEFRA (Department of Environment, Food and Rural Affairs) del Regno Unito ha recentemente approvato la richiesta del Sainsbury Laboratory, del John Innes Centre di Norwich, di condurre test sperimentali su una varietà di patata GM resistente alla peronospora. L’Advisory Committee of Release to the Environment (ACRE) ha valutato la richiesta e verificato che i test non avranno effetti dannosi sulla salute umana o sull’ambiente. Sono state fornite tutte le condizioni di precauzione stabilite dalla legge per garantire che le patate non resteranno sull’area di prova e che le patate raccolte non verranno utilizzate per alimentazione animale o umana.

L’articolo è disponibile all’indirizzo: http://ww2.defra.gov.uk/2010/05/21/defra-approves-gm-potato-trial/

Maggiori informazioni sono disponibili ai seguenti indirizzi: http://www.defra.gov.uk/environment/quality/gm/regulation/registers/consents/index.htm http://www.defra.gov.uk/acre/pdf/advice/acre-advice-10-r29-01.pdf

RICERCA

L’orologio biologico controlla il metabolismo dei carboidrati nell’Arabidopsis durante la notte

Durante il giorno le piante si alimentano attraverso la fotosintesi, mentre durante la notte, le piante rompono l’amido necessario per la crescita. In studi precedenti, si era osservato che l’Arabidopsis ha un livello lineare di degradazione dell’amido durante la notte e che l’amido viene quasi completamente consumato entro l’alba. Alexander Graf del Dipartimento di Biologia Metabolica (Regno Unito), insieme ad altri ricercatori, ha condotto alcuni esperimenti per verificare l’ipotesi che la degradazione dell’amido durante la notte possa essere sotto il controllo circadiano e per esaminarne le conseguenze sulla crescita. Quando l’Arabidopsis veniva esposta al buio prima del solito, si attivava la normale degradazione dell’amido. Tuttavia, quando la pianta veniva esposta a una durata del giorno fuori dal normale (28 o 17 ore), l’amido risultava esaurito addirittura prima che fosse l’ora effettiva dell’alba.

Una varietà mutante privo di LHY e CCA1, componenti dell’oscillatore circadiano, hanno consumato completamente l’amido all’alba entro l’inizio circadiano, invece dell’effettivo momento dell’alba. Si è osservata una crescita ridotta nelle piante selvatiche esposte alla luce del giorno per 28 ore e nei mutanti esposti alla luce per 24 ore. Questa riduzione della crescita è attribuita a una degradazione inadeguata dell’amido e conseguente carenza di carbonio alla fine della notte. Perciò, l’uso dell’amido è controllato del ritmo circadiano di 24 ore per garantire che ci sia una degradazione efficiente dei carboidrati fino alla seguente alba e questo è importante per mantenere la produttività della pianta.

Il testo completo della ricerca è disponibile al seguente indirizzo: http://www.pnas.org/content/107/20/9458.full.


Gli effetti del mais Bt sulla riproduzione delle cicadelle del mais, non target

Uno studio preliminare è stato effettuato da Eduardo G. Virla di PROIMI-Biotecnología in Argentina e dai suoi colleghi per studiare la relazione del mais Bt con la proteina cry1F nel controllo della Spodoptera frugiperda e della cicadella (Dalbulus maidis), un insetto non-target. L’obiettivo è quello di studiare l’effetto del mais transgenico sul processo di deposizione delle uova e il livello di apertura delle uova delle cicadelle.

Le cicadelle del mais, maschi e femmine, sono state immesse in gabbie contenenti due piante in vaso – una pianta di mais Bt allo stadio vegetativo con due collari fogliari visibili e una pianta di mais non Bt. Si è poi provveduto a registrare il numero di uova e di larve. Sulla pianta Bt si è osservato un maggior numero di uova e di larve. Un altro studio in campo è stato condotto per osservare l’abbondanza delle cicadelle sulle piante Bt e non Bt adulte ed è stato rilevato lo stesso risultato, cioè una maggiore quantità di cicadelle sulle piante adulte Bt. Secondo i ricercatori, il mais Bt potrebbe quindi avere anche altri effetti, quali quello di attirare gli esemplari adulti; le cicadelle in competizione con la Spodoptera target potrebbero aver trovato un rifugio su spirali della pianta Bt resistenti alla Spodoptera e/o potrebbe esserci un attacco differenziale di nemici naturali presenti sui lotti non Bt.

L’abstract dello studio è disponibile all’indirizzo: http://dx.doi.org/10.1016/j.cropro.2009.12.019.

BIOCOMBUSTIBILI

Confronto sulla fermentazione dell’etanolo da foraggio di mais pretrattato tramite AFEX con tre microrganismi

Un gruppo di ricercatori statunitensi del DOE (Department of Energy) Great Lakes Bioenergy Research Center della Michigan State University, ha effettuato un confronto in parallelo della prestazione della fermentazione di etanolo da cellulosa tramite due linee batteriche (Escherichia coli e Zymomonas mobilis) e una linea di lievito Saccharomyces cerevisiae, con una seconda generazione di materie prime per biocarburante. Il substrato utilizzato è l’idrolizzato liquido da foraggio pretrattato tramite AFEX (fibra d’ammoniaca ad espansione) con l’aggiunta di liquore di grano (CSL-corn steep liquor). S. cerevisiae è l’organismo comunemente usato per la fermentazione dell’etanolo sia nell’industria delle bevande sia nella produzione di carburante. I batteri, E. coli e Z. mobilis, sono stati recentemente considerati come possibili alternative al S. cerevisiae, per il fatto di avere un ritmo di crescita più rapido. Rispetto ai precedenti confronti sulla fermentazione di etanolo, questo studio è probabilmente uno dei primi a paragonare la prestazione della fermentazione di etanolo di batteri e di lieviti, con una seconda generazione di materie prime per biocarburante (es. la biomassa lignocellulosica). I risultati mostrano che i tre microrganismi sono in grado di fermentare l’idrolizzato di foraggio di mais pretrattato tramite AFEX e con l’aggiunta di liquore di grano (CSL), a un livello di rendimento metabolico, concentrazione finale e produttività rispettivamente di 0,42 g di etanolo per grammo di zucchero consumato, 40 g di etanolo per litro e 0,7 g di etanolo per litro per ora (da 7 a 48 ore). I risultati evidenziano inoltre che le fermentazioni del glucosio per i tre organismi sono efficaci con un alto carico di solidi (18% del peso), ma il consumo di xilosi nell’idrolizzato di foraggio di mais è considerato l’ostacolo principale per la resa generale e il livello del processo. Saccharomyces cerevisiae era considerato come la "linea più importante per la produzione industriale" per la capacità di fermentare sia il glucosio sia la xilosi dall’idrolizzato di foraggio di mais pretrattato con AFEX.

Lo studio completo è pubblicato dalla rivista Biotechnology for Biofuels a libero accesso disponibile all’indirizzo: http://www.biotechnologyforbiofuels.com/content/pdf/1754-6834-3-11.pdf

Maggiori informazioni sul pretrattamento AFEX (Ammonia Fiber Expansion) sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.biotechnologyforbiofuels.com/content/3/1/1
http://aiche.confex.com/aiche/2006/techprogram/P58580.HTM


Tecniche di misurazione dell’indice di cristallinità della cellulosa e valutazione dell’impatto sulla performance delle cellulasi

L’indice di cristallinità (CI) della cellulosa è stato comunemente utilizzato come parametro per valutare/interpretare le strutture della cellulosa nella biomassa cellulosica vegetale, dopo trattamenti chimici, biologici e/o enzimatici (cellulasi). Tuttavia, si è scoperto che i valori dell’indice di cristallinità variano, a seconda della scelta del metodo di misurazione. Con la quantità crescente di ricerca mirata al pretrattamento della biomassa ligneo cellulosica per la produzione di bioenergia, potrebbe avere importanti implicazioni nella valutazione dell’efficacia del pretrattamento. I ricercatori del National Renewable Energy Laboratory (NREL), Stati Uniti, hanno operato dei confronti critici di quattro diverse tecniche che includono la diffrazione dei raggi X (XRD) e metodi di risonanza magnetica nucleare (RMN) con carbonio-13, su otto differenti preparazioni di cellulosa. I risultati dello studio suggeriscono di utilizzare "cautela rispetto al tentativo di vedere una correlazione tra cambiamenti relativamente piccoli nell’Indice di Cristallinità e i cambiamenti nella digeribilità della cellulosa". Questo è dovuto alla natura complessa (1) delle interazioni delle cellulasi con la cellulosa amorfa e cristallina, come anche (2) la possibilità che i fattori diversi dalla cristallinità (quali il contenuto e la distribuzione di lignina e di emicellulosa, la porosità, le dimensioni delle particelle) potrebbero anche influire sull’accessibilità della cellulosa.

Lo studio completo è pubblicato sulla rivista a libero accesso Biotechnology for Biofuels. Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.biotechnologyforbiofuels.com/content/pdf/1754-6834-3-10.pdf