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In questo numero:

Marzo 2010

 | ANNUNCI

NEWS

Dal mondo

Nuovo progetto IFPRI: metodi più efficaci per migliorare l’agricoltura nei paesi in via di sviluppo

È stato recentemente lanciato dall’IFPRI (International Food Policy Institute) un nuovo progetto denominato Global Futures for Agriculture. Il progetto consentirà ai ricercatori di sviluppare una versione potenziata dell’International Model for Policy Analysis of Agricultural Commodities and Trade (IMPACT) dell’IFPRI, un modello economico all’avanguardia che consente di fare un proiezione della produzione, dei consumi e del commercio di prodotti agricoli indispensabili. Consentirà inoltre di valutare gli effetti dei cambiamenti climatici, la disponibilità delle risorse idriche e altre questioni importanti. Il progetto, finanziato da Bill e Melinda Gates, fa parte di una strategia mirata a raggiungere due importanti obiettivi: sfamare la popolazione mondiale, in continua crescita, e proteggere nel contempo le risorse naturali fondamentali.

“Questa ricerca dimostrerà l’importanza di stabilire priorità per affrontare con successo queste sfide e quindi migliorare la vita delle popolazioni più povere in tutto il mondo” ha sottolineato Mark Rosegrant, Direttore dell’Environment and Production Technology dell’IFPRI. La ricerca prenderà in considerazione come i cambiamenti nei sistemi commerciali mondiali, i mandati per i biocombustibili e i prezzi dell’energia, il degrado dei terreni e il cambiamento climatico influiscano sul benessere dell’uomo e come essi influenzino il progresso dei paesi in via di sviluppo verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio di riduzione della fame, della malnutrizione e della povertà.

Il comunicato stampa è disponibile all’indirizzo: http://www.ifpri.org/pressrelease/global-futures


Il GIPB presenta i programmi nazionali di selettocoltura di 35 paesi

Il GIPB (Global Partnership Initiative for Plant Breeding Capacity Building) ha presentato sul proprio sito web una serie di programmi nazionali di selettocoltura in 35 paesi. Ad ogni paese è dedicata una sezione che include un breve background del territorio e della sua agricoltura, presenta le attività in corso in questo ambito per ogni tipo di coltura e le istituzioni coinvolte. Il tentativo del GIPB ha come obiettivo quello di raccogliere e pubblicare le attività nell’ambito della selettocoltura per diffonderne la comprensione e per utilizzo a livello globale.

I programmi sono scaricabili al seguente indirizzo: http://km.fao.org/gipb/index.php?option=com_content&view=category&id=43&Itemid=389


Produttività agricola: i miglioramenti più richiesti

Per rispondere al fabbisogno di una popolazione in continua crescita, i coltivatori hanno stilato una lista delle caratteristiche agricole più importanti che dovrebbero essere sviluppate dai ricercatori per raggiungere una maggiore produttività e un’agricoltura sostenibile. Le società agricole cominciano a dipendere dalla robotica e da altre tecniche di selezione per il raggiungimento di tali obiettivi. È quanto sostiene da Elizabeth Pennisi in Sowing the seeds for the ideal crop sulla rivista Science.

Tra i miglioramenti più importanti sono stati identificati lo sviluppo del valore nutritivo dei semi e delle parti commestibili della pianta; la produzione di sementi ibridi che si possano riprodurre per via asessuata; l’attivazione di segnali di allarme quando la pianta si trova sotto stress; un miglioramento nell’utilizzo dell’acqua e nell’efficienza dell’azoto; il prolungamento della “shelf life”; sistemi più forti di difesa contro gli insetti. I ricercatori stanno cercando di utilizzare cromosomi artificiali, RNAi, mutagenesi e robotica per ottenere le caratteristiche ideali.

L’articolo completo è disponibile all’indirizzo: http://scienceonline.org/cgi/content/full/327/5967/802.

Americhe

Dai legumi una scoperta per ridurre l’utilizzo di fertilizzante: un aiuto per l’ambiente

Alcuni ricercatori dell’Università di Stanford, guidati da Sharon Long, biologa molecolare, hanno recentemente scoperto un gene presente nelle piante leguminose di erba medica troncata, che potrebbe svolgere un ruolo chiave nel fissaggio dell’azoto. Gli esemplari mutanti di erba medica non hanno prodotto noduli radicali sani. Un’ulteriore indagine ha messo in evidenza che le piante mutanti generavano correttamente il precursore della proteina, ma l’enzima necessario per il processamento di questo precursore risultava mancante nella proteina segnale finale. Una volta reintrodotta la versione funzionale del gene, le piante mutanti hanno ricominciato a fissare l’azoto come le piante normali.

"I batteri del genere Rhizobium sono un partner cruciale se si vuole garantire l’estensione del terreno utilizzabile," sottolinea Sharon Long. "Comprendere come migliorare il fissaggio dell’azoto nelle leguminose è per noi fondamentale, affinché possiamo partire da simbiosi esistenti e migliorarle perché siano più produttive anche quanto le condizioni ambientali iniziano a deteriorarsi". Quanto più si aumenta l’efficienza delle leguminose e le tipologie di terreni dove possono crescere bene, tanto più si può contribuire a ridurre l’uso di fertilizzanti chimici che vanno a inquinare i bacini e le falde acquifere oppure si decompongono in forma gassosa" ha concluso Sharon Long.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://news.stanford.edu/news/2010/february22/legumes-nitrogen-fertilizer-022610.html


Patate con doppia resistenza alle malattie fungine

I ricercatori del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti – Servizi di Ricerca Agricola - dell’Università di Washington hanno identificato fonti per la resistenza alla scabbia polverulenta e alla black dot. Si tratta di due malattie causate rispettivamente dalla Spongospora subterranea e Colletotrichum coccodes, che attaccano i tuberi o gli steli delle piante di patate e possono portare a una perdita del raccolto fino al 25% e impedire la normale crescita dei tuberi.

Nel 2004 i ricercatori hanno iniziato uno screening per la resistenza a queste malattie fungine e hanno ottenuto cinque nuove linee ibridate che sono state sviluppate a partire dalla specie selvatica Solanum hougasii e da una specie recentemente messa in commercio, la Summit Russet. Le nuove linee hanno mostrato una significativa diminuzione dei sintomi, con una minore comparsa di pustole sulle radici nel caso della scabbia e una minore incidenza di infezione fungina dello stelo nel caso della black dot. Queste linee saranno rese disponibili per ulteriori sviluppi, per la creazione di nuove varietà commerciali caratterizzate da doppia resistenza alle malattie fungine.

Maggior informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.ars.usda.gov/is/pr/2010/100302.htm


Prima coltivazione a scopi commerciali dell’ibrido di mais SmartStaxTM

È stata da poco avviata da un agricoltore di San Patricio, in Texas, la prima coltivazione di SmartStax, la varietà di mais tecnologicamente più avanzata. SmartStax contiene caratteristiche genetiche in grado di proteggere il mais da insetti dannosi presenti nel terreno e nel sottosuolo e due caratteristiche di tolleranza agli erbicidi per un controllo ad ampio spettro delle piante infestanti.

Ben Kaehler, General Manager di Dow AgroSciences Seed Affiliates, ha sottolineato la soddisfazione della società: “Siamo estremamente lieti che il primo ibrido di mais SmartStax coltivato negli Stati Uniti per la produzione commerciale sia stata venduta attraverso un’affiliata di Dow AgroSciences. I coltivatori di mais che coltivano ibridi trarranno benefici ottenendo una maggiore produttività grazie a una maggiore protezione dagli insetti dannosi e zone rifugio ridotte", ha commentato.

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.dowagro.com/newsroom/corporatenews/2010/20100303b.htm


Mais e soia con nuovi tratti di tolleranza agli erbicidi

Dow AgroSciences ha sviluppato delle varietà di mais e soia modificati con nuovi tratti di tolleranza agli erbicidi, che sono al momento in corso di revisione presso il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) per approvazione di legge. La tecnologia utilizzata per conferire al mais le caratteristiche di resistenza agli erbicidi include la tolleranza all’erbicida 2,4-D e alla famiglia di erbicidi FOP, mentre per la soia include la tolleranza al 2,4-D e al glufosinato.

I tratti di mais e soia saranno disponibili nei germoplasma per caratteristiche elite e offriranno maggiori capacità per un controllo ad ampio spettro delle piante infestanti resistenti al glifosato più difficili da controllare. Se la domanda di autorizzazione non incontrerà ostacoli, si procederà, come programmato, all’introduzione entro il 2012 delle nuove varietà migliorate di mais negli Stati Uniti e all’immissione in commercio nel 2014. La soia sarà invece introdotta nel 2013 e commercializzata dal 2014.

Il comunicato stampa è disponibile al seguente indirizzo: http://www.dowagro.com/newsroom/corporatenews/2010/20100303a.htm


Scoperto un ormone vegetale che aumenta le rese di cotone in condizioni di siccità

La citochinina, un ormone vegetale della crescita che stimola la divisione e la crescita cellulare, stimola effettivamente la crescita dello stelo e dei rami del cotone. La ricerca è stata condotta da John Burke, Direttore del Cropping Systems Research Laboratory del Dipartimento dell’Agricoltura – Servizi per la Ricerca Agricola - degli Stati Uniti, con sede a Lubbock, in Texas. Si è scoperto che una somministrazione di citochinina porta a un aumento della produzione tra il 5% e il 10% in condizioni di disponibilità idrica ridotta. L’utilizzo dell’ormone in condizioni di pioggia o irrigazione completa non influisce invece sulla normale crescita della pianta. L’ormone può essere somministrato nel corso delle pratiche di routine per il controllo delle infestanti che vengono effettuate all’inizio della stagione.

Perché sia più efficace occorre che la citochinina sia applicata alle piantine di cotone ancora giovani. È in questo momento infatti che esse sono stimolate nella formazione di un sistema radicale più grande per raggiungere il terreno profondo e morbido. Si è anche notato che questo ormone può aiutare a ridurre la dispersione di acqua, poiché stimola la crescita di una sorta di cera protettiva sulla superficie della pianta.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.ars.usda.gov/News/docs.htm?docid=1261


Mappatura genetica dell’alga verde per la produzione di biocombustibili

Un gruppo di ricercatori dell’A&M University del Texas, dell’Università del Kentucky e dell’Università di Tokyo stanno effettuando delle ricerche sull’alga verde per produrre idrocarburi da utilizzare nella produzione di biocombustibile. Anche se l’idea di partenza era già nota, il gruppo di lavoro sta ora cercando di comprendere la sequenza genetica e la storia della famiglia del Botryococcus braunii, un’alga verde in grado di produrre sufficiente biocarburante da soddisfare la domanda di carburante da trasporto.

"Senza capire come la macchina cellulare di una determinata alga funziona a livello molecolare, non è possibile migliorare caratteristiche specifiche quali la produzione di olio, livelli di crescita più rapidi o una maggiore fotosintesi" ha commentato Timothy Devarenne della A&M University. L’interesse per l’alga B. braunii è molto alto a motivo della sua alta produttività di olio e per la tipologia dell’olio prodotto. Molte alghe ad alta produzione di olio creano oli di tipo vegetale, ma la B. braunii produce oli simili al petrolio.

Il comunicato stampa della A&M University del Texas è disponibile al seguente indirizzo: http://agnews.tamu.edu/showstory.php?id=1806


Tribunale degli Stati Uniti consente la coltivazione e la raccolta di barbabietole da zucchero GM

Jeffrey White, giudice della corte federale distrettuale della California, ha ritenuto che un divieto immediato sulla coltivazione commerciale delle barbabietole da zucchero GM non sia una misura appropriata. Un’ingiunzione per la coltivazione a scopi commerciali, presentata da diversi gruppi ambientalisti, è stata negata dal giudice White per spiegazione inadeguata dei rischi legati all’impollinazione incrociata.

La maggior parte dei 475.000 ettari di barbabietole da zucchero coltivati negli Stati Uniti nel 2009 è GM e vietarne la coltivazione avrebbe un effetto dannoso sulla produzione e sul prezzo dello zucchero, ha sottolineato White nella sua sentenza. Monsanto ha sviluppato insieme a KWS Saat delle varietà di barbabietole da zucchero GM resistenti al glifosato. L’impollinazione incrociata non dovrebbe rappresentare un problema nella coltivazione di barbabietole da zucchero poiché la pianta fiorisce ogni due anni e il raccolto avviene nel corso del primo anno.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.gmo-compass.org/eng/news/496.docu.html

Europa

La Commissione europea approva la patata Amflora

La Commissione europea ha approvato la commercializzazione della varietà di patata Amflora di BASF per applicazioni commerciali in Europa. dopo un processo decisionale molto lungo iniziato nel 2003. La patata Amflora produce amido di amilopectina pura da utilizzare nell’industria tessile, della carta e degli adesivi. Questa tecnologia faciliterà la produzione di amido, attualmente derivato con processi antieconomici dalla patata convenzionale, che produce una mistura di amilopectina e amilasi. Questo porterà anche benefici alle industrie, poiché l’amido Amflora dà una maggiore lucentezza alla carta e consente processi di lavorazione più brevi per cemento e adesivi.

Anche l’ESFA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha confermato in diverse occasioni, nel corso del processo di approvazione, che Amflora è sicura per gli esseri umani, per gli animali e per l’ambiente. "La strada per la coltivazione commerciale di Amflora è ora percorribile" ha commentato Peter Eckes, Presidente di BASF Plant Science. "Amflora rafforzerà la posizione internazionale dell’industria europea di amido di patata".

Il comunicato stampa è disponibile all’indirizzo: http://www.basf.com/group/pressrelease/P-10-179


Il comportamento degli insetti infestanti aiuta il cotone Bt a mantenere la resistenza

Alcuni scienziati del Plant Sciences Group of Wageningen UR, in collaborazione con l’Università del Nord Carolina (USA), hanno studiato la durata della resistenza del cotone Bt contro i lepidotteri. La ricerca, pubblicata sulla rivista Evolutionary Ecology, ha evidenziato che questo potrebbe essere dovuto alla preferenza per piante diverse da quelle di cotone Bt da parte da parte delle femmine di questi insetti.

Il cotone Bt, coltivato in modo estensivo in Cina, India e Stati Uniti per oltre 13 anni, è sempre stato affiancato dalla coltivazione di piante rifugio. Questa strategia era stata adottata poiché si pensava che la resistenza agli insetti del cotone Bt non fosse durevole e potesse essere prolungata solamente piantando nella stessa area sia esemplari resistenti che non resistenti riducendo così la pressione selettiva. Come sottolineato da Maarten Jongsma, ricercatori del Plant Research International of the Plant Sciences Group "i risultati mostrano che la possibilità di interrompere la resistenza potrebbe essere molto minore della possibilità di cambiare le preferenze comportamentali degli insetti”. Questo avviene perché l’insetto femmina è geneticamente portata a lasciare le uova secondo la propria preferenza e comportamento. Gli esemplari femmina che preferiscono altre piante rispetto al cotone Bt hanno un vantaggio selettivo, poiché la loro prole si svilupperà e si riprodurrà altrove in natura senza danneggiare il cotone. Così, il cambiamento nel comportamento degli insetti dannosi assicura la durata della resistenza della pianta.

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.wur.nl/UK/newsagenda/news/mot020310.htm


BIO accoglie con favore la decisione dell’Ue in merito alle colture biotech

Il pronunciamento del Commissario europeo per la Salute e la Sicurezza dei Consumatori, John Dalli, in merito all’autorizzazione della coltivazione di una varietà biotech di patata e della commercializzazione di 3 varietà di mais per l’alimentazione umana e animale,l’importazione e la lavorazione è stato accolto con entusiasmo dalla Biotechnology Industry Organization (BIO). Sharon Bomer Lauritsen, Executive Vice President for Food and Agriculture BIO, ha commentato: "Questo rappresenta un primo incoraggiante passo per trovare una soluzione a un’impasse che ha messo i coltivatori europei in una posizione di svantaggio sul mercato. Attualmente 14 milioni di coltivatori in tutto il mondo scelgono di coltivare varietà biotech perché sono maggiormente ecocompatibili, offrono una maggiore resa per acro, sono più resistenti alle malattie e agli insetti infestanti e consentono di ridurre i costi per gli agricoltori".

Ha inoltre aggiunto che attualmente sono in attesa di approvazione da parte dell’Unione europea altri 17 prodotti per la coltivazione e 44 prodotti per utilizzo in alimentazione umana e animale, per l’importazione e la lavorazione in Unione europea. Velocizzare il processo di approvazione di questi prodotti nell’Unione europea renderà possibile benefici significativi per l’agricoltura dell’Ue.

Il comunicato stampa è disponibile al seguente indirizzo: http://www.bio.org/news/pressreleases/newsitem.asp?id=2010_0302_02


Gran Bretagna: sta gradualmente cambiando l’atteggiamento nei confronti degli OGM

Tra la popolazione britannica si registra un graduale aumento dell’appoggio dell’opinione pubblica nei confronti dei prodotti alimentari GM. Gli atteggiamento di contrasto netto risultano inoltre con minore probabilità. Sono alcuni dei risultati emersi da uno studio finanziato dalla Food Standards Agency (FSA) del Regno Unito. Oltre alle domande sui prodotti GM, gli intervistati hanno risposto a domande sulle tecnologie emergenti quali il trattamento ad alta pressione, il confezionamento a gas e sui prodotti alimentari che hanno benefici per la salute.

FSA ha evidenziato che le persone che risultano più preoccupate per le tecnologie usate in ambito alimentare sono per lo più anziane, donne, con un reddito basso e una preoccupazione generale sulla sicurezza alimentare. Laddove le persone hanno maggiore familiarità con il nome di una tecnologia usata in ambito alimentare, ad esempio microonde, hanno la tendenza a essere meno preoccupate a riguardo. Al contrario, quando è stato chiesto di commentare sul mangiare cibo proveniente da un magnetron (altro termine per microonde) hanno tendenzialmente mostrato maggior preoccupazione.

L’indagine British Social Attitudes del 2008 era stata effettuata per esaminare i cambiamenti nei valori sociali, economici, politici e morali britannici.

Maggiori informazioni sul rapporto sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.food.gov.uk/news/newsarchive/2010/mar/foodtechbsa08


Nuovo documento dell’EFSA sulla valutazione dei rischi degli OGM

Dopo due anni di ricerca e consultazione l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha revisionato e aggiornato il documento orientativo per la valutazione dell’impatto delle piante GM sull’ambiente. La revisione delle linee guida risponde alla sollecitazione della Commissione europea e mostra l’impegno dell’EFSA per tenersi costantemente all’avanguardia negli ultimi sviluppi in materia di valutazione dei rischi ambientali legati alle piante GM. Secondo quanto riportato nel comunicato stampa dell’EFSA le linee guida aggiornano i punti specifici che occorre affrontare. Questi riguardano in particolare la persistenza e l’invasività delle piante GM, tenendo in considerazione il trasferimento genico da pianta a pianta; la probabilità e le conseguenze del trasferimento genico dalla pianta ai microorganismi, la potenziale evoluzione della resistenza agli insetti target, l’impatto delle piante GM sugli organismi non target e l’eventuale impatto dei metodi di coltivazione, gestione e raccolta associate alle piante GM.

L’EFSA ha inoltre aggiornato i requisiti dettagliati per la scelta di comparatori non GM appropriati (ovvero le piante non GM con le quali la pianta geneticamente modificata viene confrontata durante la valutazione della sicurezza) e degli ambienti riceventi da considerare, le caratteristiche degli esperimenti di laboratorio e delle prove in campo, con le relative analisi statistiche e infine la considerazione di eventuali effetti a lungo termine.

Il comunicato stampa dell’EFSA è disponibile al seguente indirizzo: http://www.efsa.europa.eu/en/press/news/gmo100305.htm


Barroso difende gli OGM e i ricercatori dell’EFSA

Jose Manuel Barroso, Presidente della Commissione europea, ha difeso in Parlamento l’approvazione degli OGM basata su evidenze scientifiche a lui fornite dagli esperti dell’EFSA (Autorità Europea della Sicurezza Alimentare). Il Presidente dell’Unione europea ha espresso la sua opinione a seguito delle critiche che gli sono state rivolte dal gruppo dei Verdi in merito alla recente approvazione per la coltivazione della patata GM Amflora. "La posizione dei Verdi contro tutto ciò che è transgenico è molto netta ed essi hanno pienamente diritto di esprimere la loro posizione. Tuttavia laddove non sussistono prove scientifiche di rischi per la salute pubblica o per l’ambiente la Commissione europea deve basarsi sulle prove scientifiche". Ha inoltre spiegato che il Parlamento dell’Unione europea prende decisioni sulla base dei rapporti scientifici indipendenti che riceve.

Maggiori informazioni sono disponibili in lingua portoghese al seguente indirizzo: http://fundacion-antama.org/barroso-defiende-los-transgenicos-y-los-controles-cientificos-de-la-efsa/


Notifiche del Joint Research Centre dell’Unione europea

Il Joint Research Centre dell’Unione europea ha pubblicato quattro nuove notifiche riguardanti la Romania. Le nuove notifiche sono le seguenti:

  1. Prove in campo di mais GM Monsanto MON 89034 × MON 88017
  2. Prove in campo di mais GM Monsanto MON 89034 × NK603
  3. Prove in campo di mais GM Monsanto NK603
  4. Prove in campo di mais GM tollerante al glifosato di Limagrain Central Europe SE
Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://gmoinfo.jrc.ec.europa.eu/gmp_browse.aspx


Europa: nuove condizioni per gli OGM

Perché ci sono così poche colture GM approvate per la commercializzazione in Europa? Come si può raggiungere una fiducia maggiore dell’opinione pubblica nei confronti degli OGM? La rivista Nature risponde a queste domande nell’articolo dal titolo A new dawn for transgenic crops in Europe.

Da un punto di vista più ampio emerge che l’intero sistema di approvazione degli OGM dell’Unione europea non funziona. Ottenere l’approvazione delle colture richiede una maggioranza “qualificata” dei 27 stati membri, quindi l’opposizione di pochi paesi può bloccare l’introduzione di una coltivazione nell’intero blocco di paesi. Se una decisione non viene approvata dal Consiglio europeo la decisione spetta alla Commissione europea. Tuttavia, nonostante il tentativo della commissione di obbligare Francia, Grecia, Austria e Ungheria di togliere i divieti di coltivare il mais MON 810, non sono riusciti a ottenere il voto di maggioranza degli stati membri come necessario. Più recentemente, paesi quali Austria e Italia, hanno dichiarato che sfideranno la commissione europea e si rifiuteranno di permettere che i coltivatori possano coltivare varietà quali la patata Amflora.

Si ritiene, tuttavia, che la Commissione europea continuerà ad approvare OGM in tutta l’Europa sulla base dell’opinione scientifico dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e lasciando poi agli stati membri la decisione se coltivare o meno le varietà approvate. Questo approccio potrebbe incoraggiare a concedere maggiori approvazioni e consentire ai paesi che vogliono coltivare GM a farlo. Altri esperti ritengono che una ricerca sugli OGM maggiormente finanziata dal settore pubblico porterebbe a una maggiore fiducia nella valutazione dei rischi da parte dell’opinione pubblica, che ora dipendono ancora in modo molto stretto dalla ricerca industriale.

L’articolo completo è disponibile al seguente indirizzo: http://www.nature.com/news/2010/100309/full/news.2010.112.html


Rapporto della Royal Society sollecita maggiori investimenti in scienza e innovazione

Il Regno Unito deve mettere scienza e innovazione al centro della sua strategia a lungo termine per la crescita economica. Deve investire nella scienza in modo da essere allo stesso livello di atri paesi quali Stati Uniti, Germania, Cina e India, e "non rischiare di essere escluso dal gruppo di paesi economicamente avanzati". È quanto sottolineato dal rapporto redatto dalla Royal Society e intitolato The Scientific Century: securing our future prosperity da un team composto da premi Nobel, ex-ministri di scienza e rappresentanti del settore privato.

Il rapporto sollecita un programma strutturale di quindici anni per scienza e innovazione con un aumento degli investimenti e la necessità di dare priorità agli investimenti in competenze scientifiche e infrastrutture, quali laboratori e attrezzature. Tra le altre raccomandazioni spiccano la necessità di dare spazio alle figure d’eccellenza; rafforzare l’uso della scienza da parte del governo e la posizione del Regno Unito come hub per la scienza e l’innovazione globale.

Un copia del report è disponibile al seguente indirizzo: http://royalsociety.org/The-scientific-century/


Nuove notifiche del JRC dell’Unione europea

Il Joint Research Center dell’Unione europea ha pubblicato cinque nuove notifiche per mais e soia dalla Spagna. Le notifiche riguardano:

  • Studio sulla lignificazione del mais per il miglioramento della digeribilità e la produzione bioetanolo di Idén Biotechnology S.L.
  • Valutazione sul campo di soia GM 56c per la sua selettività a diversi erbicida di Bayer CropScience SAS
  • Valutazione sul campo di soia GM TPGM5003-0001 per la sua selettività per diversi erbicidi da Bayer CropScience SAS
  • Rilascio di piante di mais con Nk-603 che rispondano alle necessarie prove agronomiche e di identificazione richieste per l’inclusione nel Registro Spagnolo delle Varietà Commerciali (Registro Español de Variedades Comerciales), di Limagrain Ibérica S.A.
  • Prove in campo di mais GM tollerante il glifosato, di Limagrain Iberica per conto di Vilmorin & Cie
La lista completa delle notifiche è disponibile al seguente indirizzo: http://gmoinfo.jrc.ec.europa.eu/


Nuovo istituto di ricerca sui cambiamenti climatici e alimentari

Lo Scottish Crop Research Institute (SCRI) di Invergowrie, Dundee e il Macaulay Land Use Research Institute di Aberdeen, hanno siglato un accordo allestire un istituto finalizzato a rafforzare la capacità di ricerca della Scozia nell’ambito alimentare, del’utilizzo dei terreni e dei cambiamenti climatici, e rafforzare la competitività internazionale. Sarà il primo di questo tipo presente in Europa. "La ricerca scientifica è di enorme importanza per il nostro supporto all’industria rurale, il nostro impulso per far crescere il settore di bibite e prodotti alimentari e i nostri sforzi per affrontare problemi globali quali i cambiamenti climatici e la sicurezza alimentare” ha commentato Richard Lochhead, Segretario di Gabinetto per gli Affari Rurali e l’Ambiente.

SCRI ha legami internazionali di sviluppo con l’Africa e legami commerciali con la China, mentre il Macaulay è attivo in oltre 40 paesi in tutto il mondo.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.scri.ac.uk/news/newinstitute

RICERCA

I ricercatori studiano la capacità delle piante di identificare e bloccare gli attacchi batterici

Un gruppo di scienziati della A&M University del Texas stanno portando avanti alcuni esperimenti per cercare di capire come le piante si difendono dalle infezioni batteriche. L’interesse dei ricercatori si focalizza su un batterio specifico che infetta i pomodori ma normalmente non intacca l’Arabidopsis, pianta comunemente utilizzata come organismo modello. Comprendere come l’infezione è selettiva nei diversi organismi non solo permetterà ai ricercatori di sviluppare varietà migliorate, ma potrebbe anche aiutare a capire come si possa migliorare la difesa dai patogeni per esseri umani e animali.

"Scoprendo cosa non va in una pianta malata, possiamo studiare come essa può difendersi e quali meccanismi utilizza per proteggersi", sottolinea Hisashi Koiwa, leader dello studio. Koiwa e i suoi colleghi stanno osservando componenti molecolari del sistema immunitario della pianta: N-glicani, recettori e ligandi. Gli N-glicani sono polisaccaridi che hanno una funzione cruciale nella piegatura delle proteine, un processo naturale che se diviene instabile può portare a svariate malattie. Un recettore è una proteina decorata con N-glicani che resta in attesa dei segnali dei ligandi che si legano e attivano le molecole recettori.

Studiando le piante di Arabidopsis con N-glicani modificati, Koiwa ha scoperto un N-glicano specifico che si è rivelato cruciale nel garantire che le molecole recettori possano riconoscere la molecola batterica target. "Se questo polisaccaride può riconoscere un patogeno, può prevenire l’infezione rendendo la pianta immune a tale malattia" ha sottolineato. Koiwa ha aggiunto che utilizzare questo approccio per sviluppare nuove varietà di piante che non consentono l’accesso ai patogeni nelle cellule potrebbe essere una soluzione migliore rispetto allo sviluppo di linee geneticamente modificate che risulterebbero semplicemente resistenti alle malattie.

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://agnews.tamu.edu/showstory.php?id=1788


Insegnare al mais a fissare l’azoto

Insegnare alle piante di mais a fissare autonomamente l’azoto potrebbe consentire di eliminare la necessità di applicare fertilizzanti, che rappresenta un costo elevato e contribuisce al degrado ambientale. Ma è possibile “insegnare” al mais a fissare l’azoto? L’ingegnere agricolo Kaustubh Bhalerao dell’Università dell’Illinois ritiene che questo sia possibile attraverso la ricerca legata a un’area emergente dell’ingegneria chiamata biologia sintetica.

La biologia sintetica è una nuova area di ricerca che unisce scienza e ingegneria allo scopo di progettare e costruire o "sintetizzare" nuove funzioni e sistemi biologici. Secondo quanto ritengono molti ricercatori, tramite questa nuova tecnologia si potrebbe riuscire a controllare i sistemi biologici per aumentare la produzione alimentare, produrre energia, rafforzare la salute umana, proteggere l’ambiente e molto altro.

La ricerca di Bhalerao si focalizza sull’utilizzo di amplificatori batterici. Le piante di soia riescono a fissare l’azoto affidandosi ai batteri presenti nel suolo. Rilasciano dei segnali che indicano ai batteri di colonizzare le radici. I batteri cominciano quindi a fissare l’azoto per la pianta. "Si potrebbe insegnare al mais a fare lo stesso" afferma Bhalerao. "Questo ridurrebbe la necessità di applicare fertilizzanti a base di petrolio, con enormi implicazioni per l’agricoltura sostenibile".

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.aces.uiuc.edu/news/stories/news5060.html


Dalla riproduzione sessuata ad asessuata

L’apomissia, l’antico sogno dei biologi molecolari di produrre in modo asessuato esemplari figli di piante a riproduzione sessuata, potrebbe diventare una realtà con la scoperta della proteina Argonauta 9. La ricerca, che sarà disponibile sulla versione online di Nature, tratta la generazione di semi vitali in assenza della fusione di uovo e sperma nell’Arabidopsis thaliana condotta da un gruppo di ricercatori del Messico guidati da Jean-Philippe Vielle-Calzada e da un gruppo del Cold Spring Harbor guidati da Rob Martienssen. L’interruzione dell’attività della proteina Argonauta 9 ha portato alla produzione nell’Arabidopsis di molteplici gameti che trasportano tutto il materiale genetico della pianta invece che solo la metà. Nel corso del processo la pianta è stata in grado di produrre in modo asessuato un proprio clone.

Uno studio più approfondito della proteina ha mostrato che l’Argonauta 9 si lega a piccoli tratti di RNA di interferenza (siRNA). Queste piccole molecole sono correlate all’attivazione dei transposoni o “geni che saltano” che sono strettamente associati alla riproduzione sessuale. Tuttavia, l’Argonauta 9 potrebbe inibire la riproduzione asessuata silenziando i transposoni.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.cshl.edu/public/releases/10_mexico.html


Sviluppate dai ricercatori piante con maggiori quantità di glutatione

Il glutatione (GSH) è un tripeptide che riveste un ruolo molto importante nella protezione delle cellule dagli stress biotici e abiotici. Rappresenta il maggiore antiossidante per le cellule poiché neutralizza i radicali liberi e gli elementi reattivi all’ossigeno. Protegge la cellula dagli effetti dannosi di xenobi e cancerogeni. Il glutatione svolge inoltre il ruolo di elemento principale in numerosi processi biochimici e metabolici, come ad esempio la riparazione del DNA, la sintesi delle proteine e il trasporto degli aminoacidi, controlla inoltre l’apoptosi, o morte cellulare programmata, e rafforza la capacità citotossica delle cellule T. In alcuni paesi, come le Filippine, il glutatione viene utilizzato nell’industria cosmetica come inibitore della melanina.

I tentativi di aumentare il contenuto di GSH nelle piante hanno avuto finora un successo moderato. Il glutatione è attualmente prodotto utilizzando dei sistemi basati su lieviti. Alcuni ricercatori dell’Heidelberg Institute for Plant Science dell’Università di Heidelberg in Germania sono riusciti a ottenere l’espressione della ligasi bifunzionale γ-glutamil cisteina, l’enzima sintetasi del glutatione nel batterio Streptococcus thermophilus (StGCL-GS), nelle piante di tabacco. Si è evidenziato che l’StGCL-GS non è regolato da ossidoriduzione, né risulta sensibile all’inibizione da parte del glutatione.

Nel testo pubblicato sulla rivista Plant Biotechnology Journal, i ricercatori riferiscono che le piante di tabacco transgeniche che esprimono l’StGCL-GS presentano un accumulo elevatissimo di glutatione nelle foglie (fino a 12 μmol GSH/gFW, a seconda dello stadio di sviluppo), cioè di 20-30 volte superiore ai livelli osservati nelle piante selvatiche e che può addirittura aumentare con un’ulteriore fertilizzazione di solfato. I ricercatori hanno inoltre sottolineato che nelle piante transgeniche si è evidenziata una maggiore tolleranza agli stress abiotici. Poiché l’espressione dell’StGCL-GS non ha avuto effetti sulla crescita della pianta, tale sistema è da considerarsi competitivo rispetto agli attuali sistemi basati su lieviti.

Il testo dell’articolo è disponibile all’indirizzo: http://dx.doi.org/10.1111/j.1467-7652.2010.00510.x

DOCUMENTO PROMEMORIA

Dal CITC una nuova pubblicazione sulle biotecnologie

Facilitating Conservation Farming Practices and Enhancing Environmental Sustainability with Agricultural Biotechnology è il titolo dell’ultima pubblicazione del Conservation Technology Information Center (CTIC). Il testo tratta dei benefici ambientali delle pratiche di coltivazione conservativa che sono facilitate dall’utilizzo di colture biotech. Vengono anche presentati miglioramenti significativi per la sostenibilità ambientale e produttività registrati nel corso degli anni.

CTIC è un’organizzazione non profit composta da membri dell’industria agricola, pubblicazioni agricole, associazioni agricole, organizzazioni e produttori che utilizzano le coltivazioni conservative ed è supportata dall’Agenzia per la Protezione Ambientale statunitense, del Natural Resources Conservation Service e da altri enti pubblici.

Una copia della pubblicazione può essere scaricato al seguente indirizzo: http://www.conservationinformation.org/?action=article&id=69