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In questo numero:

Febbraio 2010

 | ANNUNCI

NEWS

Dal mondo

Riformare le normative perché i coltivatori possano beneficiare delle coltivazioni GM

I paesi in via di sviluppo hanno bisogno di sviluppare e implementare metodi efficaci per la valutazione e la gestione dei benefici e dei rischi potenziali legati alle coltivazioni geneticamente modificate. I ritardi normativi si rivelano costosi e possono compromettere la disponibilità di tale tecnologia e intralciare la commercializzazione dei prodotti sviluppati dal settore pubblico. È il punto di vista presentato da Jose Falck-Zepeda e dai suoi colleghi nel documento: Delivering genetically engineered crops to poor farmers: Recommendations for improved biosafety regulations in developing countries, pubblicato dall’IFPRI (International Food Policy and Research Institute).

Secondo Falck-Zepeda, regolatori e policy maker dei paesi in via di sviluppo dovrebbero prendere in considerazione un approccio flessibile, efficiente e innovativo per una valutazione dei rischi che sia economicamente vantaggiosa. Secondo gli autori del testo i paesi in via di sviluppo dovrebbero considerare e valutare tutte le possibilità disponibili (sia le pratiche agricole già consolidate, sia le nuove tecnologie) e integrarle in sistemi agricoli efficienti, adattati a livello locale.

Il documento completo è scaricabile al seguente indirizzo: http://www.ifpri.org/publication/delivering-genetically-engineered-crops-poor-farmers?utm_source=New+At+IFPRI&utm_campaign=8e81631775-New_At_IFPRI1_29_2010&utm_medium=email


Cina: inaugurato l’International Potato Center

L’International Potato Center (CIP) ha inaugurato a Pechino la filiale China Center for Asia and the Pacific (CCCAP), la prima organizzazione di ricerca scientifica ufficialmente riconosciuta in Cina. Il centro ospiterà ricercatori e studenti, provenienti da tutto il mondo, impegnati in attività di ricerca sulle patate e sulle patate dolci e cercherà di studiare le modalità per poter contribuire al meglio alla sicurezza alimentare e alla creazione di reddito in Cina e in tutta la regione dell’Asia Pacifico. La base per creazione del centro è stata posta nel corso di tre decenni di collaborazione tra la Cina e il CIP sulla ricerca mirata sulla patata e sulla patata dolce. Per quanto riguarda la patata si è riusciti a ottenere lo sviluppo di varietà ad alta resa, che sono state adattate alle necessità e alle condizioni locali. Per quanto riguarda la patata dolce il risultato è stato lo sviluppo di una tecnologia di pulizia dai virus e di moduli di formazione. Questo ha dato un forte stimolo alla produzione cinese di patata dolce, che ha registrato un aumento di oltre il 30% su 1 milione di ettari.

La Cina è leader mondiale nella produzione di patate e di patate dolci, con un raccolto annuo rispettivamente di 75 milioni e 104 milioni di tonnellate. Entrambe le coltivazioni rappresentano la fonte di sostentamento per la popolazione, ma sono anche ampiamente utilizzate come mangimi, per la lavorazione alimentare e in altri ambiti industriali. Il CCAP diventerà una piattaforma di ricerca e sviluppo in tutta la regione dell’Asia Pacifico, focalizzandosi su progetti di ricerca già in atto in Nepal, Nuova Guinea, Mongolia, Filippine, Vietnam, Isole Salomone, Indonesia e Nord Corea.

Il comunicato stampa è disponibile al seguente indirizzo: http://www.cipotato.org/pressroom/press_releases_detail.asp?cod=77


Presentato a Pechino l’Annual Global Status Report dell’ISAAA

È stato recentemente presentato a Pechino, in Cina, il Global Status of Commercialized Biotech/GM Crops for 2009. Il documento è stato dedicato a Norman Borlaug, fondatore dell’ISAAA (International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications), recentemente insignito del Premio Nobel per la Pace. Clive James, autore del rapporto e Presidente dell’ISAAA, ha sottolineato come nel 2009 le coltivazioni biotech abbiano registrato un aumento del 7% (corrispondente a 9 milioni di ettari) rispetto al 2008 e ci sia stato un aumento di 14 milioni di piccoli e grandi coltivatori in 25 paesi, per una superficie totale coltivata di 134 milioni di ettari. Anche il Costa Rica è entrato a far parte di questo gruppo di paesi che coltivano sementi biotech (16 paesi in via di sviluppo e 9 sviluppati). Clive James ha inoltre evidenziato l’importanza delle colture biotech nelle strategie mirate a combattere la povertà, la fame e la malnutrizione.

Un altro punto sottolineato nel rapporto è la recente emissione di certificati di biosicurezza per il riso Bt e il mais fitasi in Cina, che avrà certamente un impatto significativo nelle aree più povere di Asia, Africa e America Latina. In questi paesi il riso è infatti un importante fonte di sostentamento, mentre il mais rappresenta una fonte primaria di mangime per bestiame e pollame. Sono state inoltre messe in evidenza le presentazioni di Dafang Huang, professore della Chinese Academy of Agricultural Sciences, sul mais fitasi e di Ruifa Hu sul riso Bt e cotone Bt. Infine, Zu Mao Tang, coltivatore, ha presentato la sua esperienza sulla coltivazione del cotone Bt.

Highlights, Executive Summary e Press Release del Brief 41 dell’ISAAA, oltre a una selezione di slides, sono disponibili all’indirizzo: http://www.isaaa.org.


Nulla osta tecnico al riso biotech

La tecnologia del DNA ricombinante e i metodi per creare riso biotech sono ormai disponibili, non ci sono quindi impedimenti tecnici per l’adozione globale di riso biotech da parte dei paesi che coltivano questo cereale. John Bennett, professore onorario della Scuola di Scienze Biologiche dell’Università di Sydney, in Australia, prevede che ci saranno ulteriori aumenti nell’efficienza della produzione di riso biotech grazie all’introduzione (1) dell’inoculazione dell’Agrobacterium che permette di evitare la coltura di tessuti; (2) della ricombinazione omologa per l’inserimento di geni in modo mirato piuttosto che casuale e (3) della trasformazione del plastoma per consentire l’alterazione di geni chiave fotosintetici nel cloroplasto.

Nell’articolo Biotech Rice-Present Status and Future Prospects, contenuto nel Brief 41 sul Global Status of Commercialized Biotech/GM Crops 2009, pubblicato dall’ISAAA, Bennett sottolinea, tuttavia, che diversi ostacoli potrebbero derivare dalla regolamentazione delle colture biotech nei principali paesi che coltivano riso. I due principali paesi coltivatori, Cina e India, avrebbero notevoli benefici da una maggiore trasparenza nel pianificare e nel determinare i costi dei test per la sicurezza alimentare e la protezione dell’ambiente. La sfida principale sarà aumentare il potenziale e la stabilità delle rese e dare massima priorità a problematiche quali ad esempio i cambiamenti climatici.

È possibile acquistare una copia del Brief 41. Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.isaaa.org.

Americhe

Un nuovo modello computazionale consente una rapida caratterizzazione dei geni vegetali

Un gruppo internazionale di ricercatori ha creato un nuovo modello computazionale che può essere utilizzato per prevedere la funzione genica dei geni vegetali non caratterizzati con velocità e accuratezza senza precedenti. Il sistema, chiamato AraNet, dispone di oltre 19.600 geni associati tra loro attraverso più di un milione di legami ed è in grado di aumentare di dieci volte la velocità di scoperta di nuovi geni associati a un determinato tratto. Si tratta di un passo molto importante per la biologia fondamentale vegetale e per la ricerca agricola.

"AraNet si basa su un’idea molto semplice: i geni che fisicamente risiedono nella stessa area, o si attivano insieme, sono probabilmente associati a tratti simili" ha spiegato Sue Rhee, tra gli autori del testo, che lavora presso il Dipartimento di Biologia Vegetale della Carnegie Institution. "Chiamiamo questo fenomeno ‘complicità’. Basato su oltre 50 milioni di osservazioni scientifiche, AraNet contiene più di un milione di legami esistenti tra i 19.600 geni presenti nella minuscola pianta modello Arabidopsis thaliana, una varietà di senape. Abbiamo creato una mappa delle associazioni e dimostrato che possiamo utilizzare il sistema per mostrare che i geni non caratterizzati sono legati a caratteristiche specifiche in base alla forza delle loro associazioni con geni già noti connessi a queste caratteristiche".

I ricercatori ha verificato il livello di accuratezza di AraNet con test di validazione computazionale ed esperimenti di laboratorio su geni che il sistema ha individuato come collegati. I ricercatori hanno scoperto che il sistema è molto più forte nel prevedere associazioni corrette rispetto ai precedenti sistemi di geni di Arabidopsis che operavano su piccola scala.

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.ciw.edu/news/gene_function_discovery_guilt_association


Il Peru entra a far parte del Global Biotech Information Network dell’ISAAA

PeruBiotec (Peruvian Association for the Development of Biotechnology) e l’ISAAA (International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications) hanno firmato un accordo con il quale PeruBiotec entra ufficialmente a fare parte del network ISAAA di Centri per l’Informazione sulle Biotecnologie (BIC) presenti in Asia, Africa e America Latina. PeruBiotec servirà anche come punto di riferimento per le attività di comunicazione e informazione su biotecnologie e biosicurezza in Peru e nei paesi limitrofi.

PeruBiotec è un’organizzazione non profit creata nel 2007 per sostenere lo sviluppo delle biotecnologie. Il Presidente dell’organizzazione è Alexander Grobman.

Per maggiori informazioni è possibile contattare Alexander Grobman all’indirizzo email: alexander.grobman@gmail.com


La soia GM riceve il via libera dalla Commissione brasiliana per la Biosicurezza

CTNBio, la Commissione Tecnica brasiliana per la Biosicurezza, ha dato il via libera a una varietà di soia GM, resistente agli erbicidi sviluppata congiuntamente dall’Embrapa (Brazilian Agricultural Research Cooperation) e BASF. CTNBio ha dichiarato che la soia GM rispetta gli standard e la legge sulla biosicurezza per ambiente e agricoltura, così come per la salute umana e animale. La varietà di soia GM sarà immessa sul mercato con il marchio Cultivance.

"L’approvazione della soia Cultivance, la prima coltura geneticamente modificata sviluppata in Brasile, rappresenta il riconoscimento della competenza acquisita dal nostro paese nelle agrobiotecnologie. Stiamo dimostrando a tutto il mondo che possiamo offrire innovazione. Siamo convinti che le biotecnologie, utilizzate secondo i principi di sostenibilità, possano portare valore aggiunto alla società. Offrono agli agricoltori brasiliani la possibilità di accedere ad alternative tecnologiche all’avanguardia, consentendo di ottenere guadagni economici e nel contempo di essere maggiormente efficienti nel preservare le risorse naturali" sottolinea Pedro Arraes, Managing Director dell’Embrapa.

Cultivance sarà lanciata in Brasile a partire dalla stagione 2011/2012. Embrapa e BASF hanno annunciato che diverse società hanno già mostrato interesse per sviluppare questa tecnologia adattata alle necessità locali di paesi limitrofi dell’America Latina, tra cui Argentina, Bolivia e Paraguay. Stanno inoltre cercando di ottenere l’approvazione per l’uso di questa tecnologia nei mercati chiave per l’esportazione, quali Cina e Stati Uniti.

Maggiori informazioni sono disponibili: http://www.basf.com/group/pressrelease/P-10-148

Europa

Il parere dell’EFSA sul divieto di coltivare OGM a Madeira

In maggio 2009 il Portogallo ha notificato all’Unione europea l’intenzione di dichiarare la Regione Autonoma di Madeira come regione OGM free. A seguito di questa notifica, la Commissione europea ha richiesto al comitato sugli OGM dell’EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) di verificare se le informazioni contenute nel documento presentato dal Portogallo contengano nuove prove scientifiche, in termini di protezione dell’ambiente nella Regione Autonoma di Madeira, che giustifichi il divieto. Il parere dell’EFSA è stato ora reso disponibile.

Il comitato sugli OGM dell’EFSA ha dichiarato che in base ai documenti a supporto presentati dal Portogallo non sono state fornite nuove prove scientifiche, in termini di rischi per la salute umana e animale o per l’ambiente, che giustifichino il divieto di coltivare piante GM a Madeira. L’EFSA ha sottolineato che le verifiche sono state effettuate solo in merito agli aspetti legati alla salvaguardia della salute umana e animale e dell’ambiente e non agli aspetti socio economici.

Il documento dell’EFSA è scaricabile all’indirizzo: http://www.efsa.europa.eu/en/scdocs/doc/1500.pdf


Ucraina: il Consiglio dei Ministri chiede al Parlamento di cancellare il marchio OGM free

La Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, ha recentemente approvato una nuova normativa che prevede l’etichettatura obbligatoria di tutti i prodotti che contengono OGM. Secondo la nuova disposizione di legge tutti i prodotti alimentari in circolazione in Ucraina devono indicare la presenza o assenza di ingredienti GM, riportando le etichette "OGM free" o "contiene OGM". Ora il Consiglio dei Ministri chiede che la Verkhovna Rada cancelli il requisito obbligatorio di etichettatura “OGM free" e che solo i prodotti che contengono prodotti contenenti OGM siano segnalati. Questa decisione è stata annunciata dal Ministro per l’Economia, Bohdan Danylyshyn.

La legge che prevede l’etichettatura obbligatoria di tutti i prodotti contenenti OGM era stata firmata da Viktor Yuschenko il 29 dicembre 2009.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.bsba.ag/BSBA/Home_en.html


La Russia approva la soia Monsanto tollerante all’erbicida

In Russia è stata approvata per uso alimentare la varietà di soia GM MON89788 tollerante agli erbicidi. Questa è la quarta varietà di soia GM approvata nel paese per uso alimentare. Le sementi GM coltivate in Russia per uso alimentare sono attualmente 16, tra queste ci sono la soia, il mais, il riso e la barbabietola.

Il comunicato stampa è disponibile all’indirizzo: http://www.bsba.ag/BSBA/Home_en.html


Russia: firmata la “Dottrina per la Sicurezza Alimentare”

Il Presidente della Federazione Russa, Dmitry Medvedev ha recentemente firmato la Dottrina per la Sicurezza Alimentare. La Dottrina punta “a garantire una fornitura alimentare sicura per la popolazione, a sviluppare l’industria agricola e ittica nazionale, a rispondere alle minacce interne ed esterne che minano la stabilità del mercato alimentare nazionale, a partecipare in modo efficace nella cooperazione internazionale nell’ambito della sicurezza alimentare”.

La Dottrina stabilisce inoltre il livello delle forniture alimentari del paese, che deve essere raggiunto con la produzione domestica, affinché sia assicurata l’autosufficienza. Viene inoltre incentivato lo studio di tecnologie innovative per lo sviluppo di nuove fonti alimentari quali le biotecnologie, la nanotecnologia e la produzione biologica. A questi principi fa da corollario la necessità di stabilire sistemi di valutazione della biosicurezza all’interno del paese.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.bsba.ag/BSBA/Home_en.html


Il JRC della Commissione europea pubblica due elenchi di notifiche

Il Joint Research Center della Commissione europea ha pubblicato due nuovi elenchi di notifiche. Il primo riguarda la selezione di patate GM resistenti alla peronospora, sviluppate dalla Wageningen University, Paesi Bassi. La patata GM è caratterizzata da un livello di resistenza alla peronospora più elevato e, a seconda del costrutto, contiene il gene marcatore oppure ne è priva. Il rilascio è finalizzato alla produzione di semi di patata per future prove finalizzate a valutare la resistenza alla peronospora in campo e stimare il valore agricolo dei genotipi modificati.

Il secondo riguarda il rilascio deliberato per effettuare, in Slovacchia, prove in campo di mais GM NK603 sviluppato dal Crop Production Research Centre. Le prove sono finalizzate a valutare molteplici aspetti tra cui l’efficacia biologica, la caratterizzazione dei tratti introdotti, l’analisi compositiva, il confronto con strategie insetticide chimiche, i possibili effetti su organismi non target, le attività di incrocio, le prove sul germoplasma locale con le caratteristiche citate del mais GM e valutazione delle strategie di trattamento delle piante infestanti del mais tenendo conto delle condizioni locali.

I dettagli relativi alle notifiche sono consultabili al seguente indirizzo: http://gmoinfo.jrc.ec.europa.eu/gmp_browse.aspx


Gli agricoltori europei chiedono di poter accedere alle colture GM

Un’indagine condotta da sei riviste di settore ha dato ai coltivatori la possibilità di esprimere pubblicamente la loro opinione sulle tecnologie che essi ritengono possano contribuire a soddisfare il fabbisogno alimentare mondiale. I voti sono stati espressi attraverso le riviste UK Farmers Weekly e Dutch Boerderij. Sono state inoltre incluse le opinioni di coltivatori di Sud Africa, Nuova Zelanda, Australia, USA e Canada. Dai risultati emerge che il 37,1% dei coltivatori è favorevole alle nuove tecnologie e tra i cinque fattori chiave sottoposti a votazione le modificazioni genetiche sono di gran lunga le più note. I coltivatori hanno poi votato per educazione e formazione (20,3%), investimento in ricerca e sviluppo (18%), rimozione delle barriere commerciali (14,7%) e interventi dei governi nella produzione alimentare (10%).

Morten Nielsen, Direttore dell’Agricultural Biotech di EuropaBio, ha dichiarato: "Nel corso della storia, i coltivatori hanno utilizzato le nuove tecnologie per far fronte ai fabbisogni della società. Questi risultati indicano che oggi le cose non sono diverse. La sicurezza alimentare e i cambiamenti climatici sono le due sfide più importanti che il mondo dovrà affrontare nel corso del XXI secolo. Saranno quindi necessari cambiamenti significativi nel modo di produrre alimenti. I policy maker possono certamente avere un ruolo, ma alla fine i coltivatori hanno bisogno di soluzioni pratiche per problemi pratici. Questa indagine rafforza il messaggio che giunge da parte di molti agricoltori europei i quali da diversi anni chiedono la possibilità di accedere alle coltivazioni GM".

Il comunicato stampa è disponibile al seguente indirizzo: http://www.europabio.org/PressReleases/green/PR_09022010Farmers.pdf


Gli agricoltori italiani perdono ogni anno 475 milioni di dollari a causa del divieto di coltivare OGM

Secondo Futuragra, associazione di agricoltori pro-biotech, i coltivatori italiani perdono dai 175 ai 400 di euro circa per ettaro a causa del divieto di coltivare il mais Bt, con conseguenti perdite complessive annuali che vanno dai 150 ai 350 milioni di euro. Il Consiglio di Stato dell’Unione europea ha recentemente ordinato al Ministro italiano per l’Agricoltura di consentire la coltivazione biotech. Secondo quanto riferisce un nuovo rapporto pubblicato dal Department of Agriculture's Foreign Agricultural Service (USDA FAS) degli Stati Uniti, si evidenziano le implicazioni finanziarie dovute al divieto imposto per l’uso delle biotecnologie. Il rilascio nell’ambiente del mais Bt nei paesi dell’Unione europea è stato approvato nel 1998. Tuttavia la coltivazione del mais GM in Italia resta vietata.

Se le stime di Futuragra sono corrette e i coltivatori italiani perdono 400 euro per ettaro, dovendo coltivare solo varietà tradizionali, la perdita complessiva per gli agricoltori italiani dal 1998 ad oggi ammonterebbe a 5,1 miliardi di euro (6,9 miliardi di dollari).

Il rapporto dell’USDA FAS è scaricabile al seguente indirizzo: http://gain.fas.usda.gov/Recent%20GAIN%20Publications/The%20Financial%20Cost%20to%20Corn%20Growers%20of%20Italy%27s%20Ban%20on%20Biotechnology_Rome_Italy_2-11-2010.pdf


Svizzera: prorogata la moratoria sulle colture GM

La Svizzera ha esteso di altri tre anni il divieto di coltivare piante geneticamente modificate. La moratoria è in vigore dal 2005 e doveva scadere nel mese di novembre 2010. Secondo un rapporto pubblicato da GMO Compass i membri della Commissione Scientifica dell’Assemblea Svizzera Nazionale hanno ritenuto che un estensione della moratoria “non dovrebbe portare a svantaggi gravi dal punto di vista scientifico”. Sotto certe condizioni, le prove in campo di piante GM per scopi di ricerca saranno comunque permesse. Gli esperti stanno aspettando i risultati dei programmi di ricerca nazionale sull’impiego e sui rischi delle piante geneticamente modificate. I risultati di questi programmi di ricerca non saranno disponibili prima del 2012.

Il testo originale pubblicato da GMO Compass è disponibile a questo indirizzo: http://www.gmo-compass.org/eng/news/488.docu.html


Un metodo biologico per controllare le linee patogene di Fusarium oxysporum

Alcuni ricercatori dell’Istituto Nazionale francese per la Ricerca Agronomica (INRA) hanno sviluppato un metodo biologico per controllare le linee patogene di Fusarium oxysporum. Il Fusarium oxysporum è un fungo comune presente nel suolo e diffuso in tutto il mondo. Alcune delle sue numerose sottospecie sono patogene, mentre altre non lo sono e possono proteggere contro l’infezione di una linea patogena. Questo fenomeno di protezione è conosciuto da molti anni e gli scienziati hanno ora isolato una linea chiamata Fo47 che offre una protezione particolarmente efficace.

I ricercatori dell’INRA hanno studiato come introdurre la linea Fo47 direttamente nel suolo e in particolare hanno esaminato le condizioni per la sua persistenza. Hanno scoperto che la Fo47 è in grado di svilupparsi in diversi tipi di suolo e la sua introduzione nel terreno ha un impatto molto basso sull’equilibrio microbiologico del suolo misurato dopo un anno. Questi risultati indicano che la Fo47 è un buon candidato per lo sviluppo di un agente biologico utile per controllare le linee patogene di Fusarium oxysporum.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.inra.fr/

RICERCA

Pomodori freschi per oltre un mese

I ricercatori dell’Istituto Nazionale indiano di Ricerca del Genoma Vegetale hanno annunciato di aver sviluppato piante transgeniche di pomodoro i cui frutti possono mantenersi maturi e sodi per oltre un mese. I ricercatori hanno utilizzato il meccanismo della RNA interference (RNAi) per sopprimere la produzione, nei frutti in maturazione, dell’alfa-mannosidasi (α-Man) e della β-D-N-acetilesosaminidasi (β-Hex), enzimi che giocano il ruolo principale nella trasformazione dell’N-glicano. Diversi studi hanno collegato la trasformazione dell’N-glicano al processo di maturazione.

"L’analisi dei pomodori transgenici ha rivelato che i frutti delle linee α-Man e β-Hex RNAi hanno frutti più sodi rispettivamente di 2,5 e 2 volte e circa 30 giorni di shelf life" hanno sottolineato i ricercatori in un documento pubblicato dalla rivista PNAS. I pomodori normali cominciano a deperire dopo solo 15 giorni. D’altro canto la sovraespressione dei geni α-Man e β-Hex ha portato a un’eccessiva morbidezza del frutto.

Secondo quanto riportato dai ricercatori le perdite post raccolto di frutta e verdura nei paesi in via di sviluppo ammonta a quasi il 50% della produzione e questa tecnica potrebbe potenzialmente essere utilizzata anche per altri frutti quali la banana, la papaia, il mango e altri.

Il documento pubblicato dalla rivista PNAS è disponibile all’indirizzo: http://dx.doi.org/10.1073/pnas.0909329107


Uno studio dimostra il legame evolutivo tra le piante e l’uomo

Dimostrando che una proteina umana importante nello sviluppo del cancro può rigenerare le piante morenti, alcuni ricercatori della Purdue University hanno evidenziato che esiste un legame evolutivo tra le piante e il genere umano. La proteina aminopeptidasi M1, o APM1, riveste un ruolo chiave per lo sviluppo delle radici nelle piante. Le piante di Arabidopsis prive di tale proteina sono destinate a deperire, ma possono essere recuperate se la proteina viene reintrodotta. I ricercatori della Purdue hanno scoperto che è possibile rigenerare la pianta campione anche con l’inserimento di una proteina simile individuata negli esseri umani, denominata aminopeptidasi A e N, o IRAP (Insulin-regulated aminopeptidase).

"Le proteine APM1 e IRAP fanno parte dello stesso gruppo" sottolinea Wendy Peer, che ha condotto lo studio. "L’attività dell’aminopeptidasi M1 è un processo così fondamentale che si è mantenuto nel corso dell’evoluzione. I cambiamenti subiti da questa proteina nel corso del tempo sono stati davvero minimi". Secondo Wendy Peer il risultato potrebbe far progredire la comprensione di questa classe di proteine, rendendo possibile effettuare degli studi sulle piante invece che sugli animali e offrendo ai ricercatori maggiore controllo e maggiori possibilità. Le persone che presentano una funzione alterata delle proteine equivalenti spesso sono soggetti a leucemia o ad altri tipi di cancro.

Il documento pubblicato da Plant Physiology è disponibile al seguente indirizzo: http://dx.doi.org/10.1104/pp.109.148742 Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.purdue.edu/newsroom/research/2010/100215PeerProtein.html


Nuove informazioni sulla base molecolare delle risposte immunitarie delle piante

Un nuovo meccanismo di segnalazione del sistema immunitario è stato individuato nelle piante dai ricercatori della Texas A&M University. Piante e animali reagiscono ai microbi prima di tutto riconoscendoli come elementi estranei e quindi attivando una serie di risposte immunitarie per difendersi dall’attacco. Si sa che gli ioni di calcio sono utilizzati come una sorta di messaggeri che attivano le proteine della cellula nel meccanismo di segnalazione. Tuttavia, non era chiaro come gli ioni di calcio fossero effettivamente collegati a questo processo.

Utilizzando la pianta modello Arabidopsis, i ricercatori della Texas A&M, guidati da Ping He, hanno scoperto quattro enzimi dipendenti dal calcio (chinasi) che rivestono un ruolo chiave nella risposta del sistema immunitario delle piante. I quattro enzimi sono tutti coinvolti nei meccanismi di difesa delle cellule vegetali che sintetizzano sostanze quali peptidi e altri metaboliti per contrastare le minacce microbiche.

"Risulta chiaro che i processi specifici dipendenti dal calcio sono regolatori centrali nell’integrazione di percorsi di segnalazione multipla" ha sottolineato Ping He. "Le chinasi calcio-dipendenti hanno la grande potenzialità di migliorare la resistenza delle piante a molteplici agenti patogeni, tra cui batteri, funghi e peronospora".

Lo studio pubblicato dalla rivista Nature è disponibile al seguente indirizzo: http://dx.doi.org/10.1038/nature08794 Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://agnews.tamu.edu/showstory.php?id=1758


Individuati i geni che controllano la crescita dei tricomi delle radici

Alcuni ricercatori del John Innes Centre e dell’Università di Oxford hanno individuato il gene responsabile del controllo dei tricomi, una sorta di macchina specializzata nell’estrazione degli elementi nutritivi, che si sviluppa sulla superficie delle radici delle piante. Il gruppo, guidato da Liam Dolan, ha scoperto che il gene master regolatore, chiamato RSL4, agisce come interruttore; le cellule dei tricomi crescono quando il gene è attivato, mentre la crescita si ferma quando è disattivato.

"Quando abbiamo scoperto che l’RSL4 è un master regolatore della crescita dei tricomi abbiamo pensato che forse la maggiore crescita dei tricomi nei terreni poveri di fosfati potrebbe derivare dall’attivazione di questo gene" ha sottolineato Dolan, che con i suoi collaboratori ne ha poi avuto conferma. Coltivare la piante in terreni poveri di fosfati fa attivare il gene portando alla crescita di tricomi molto lunghi. Questa scoperta potrebbe aiutare i coltivatori a sviluppare sementi che possano crescere su terreni poveri.

"La nostra speranza è che in futuro qualcuno possa essere in grado di utilizzare questo gene per sviluppare delle varietà cultivar che aumentino le rese dei terreni poveri" ha commentato Dolan. "Questo potrebbe ovviamente portare benefici per lo sviluppo dell’agricoltura a livello mondiale. Inoltre, poiché i fertilizzanti diventano sempre più costosi, avremo bisogno di sementi che siano più efficienti nell’assorbimento di elementi nutritivi. Questo potrebbe portare un ulteriore beneficio e cioè far diminuire la quantità di fosfato inquinante che defluisce in fiumi e laghi".

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://www.jic.ac.uk/corporate/media-and-public/current-releases/100216rootmining.htm


Scoperto nelle piante l’ormone femminile progesterone

Alcuni ricercatori dell’Università dell’Illinois di Chicago hanno individuato l’ormone femminile progesterone in un organismo vegetale. Guido F. Pauli e i suoi colleghi hanno annunciato di avere individuato l’ormone steroide nella varietà Juglans regia (noce da frutto). La scoperta rappresenta una novità poiché gli scienziati hanno sempre ritenuto che solo gli animali potessero produrre il progesterone. Il progesterone è un ormone steroide, secreto dalle ovaie, che prepara l’utero alla gravidanza e favorisce il proseguimento della gravidanza. Una versione sintetica, la progestina, è utilizzata nelle pillole anticoncezionali e altri farmaci.

"E’ importante sottolineare il significato di questa scoperta" sottolineano Pauli e i suoi colleghi nell’articolo pubblicato dalla rivista Journal of Natural Products. "Mentre il ruolo biologico del progesterone è stato ampiamente studiato nei mammiferi, la ragione della sua presenza nelle piante è meno evidente". I ricercatori teorizzano che l’ormone, come altri ormoni steroidei, potrebbe essere un antico bioregolatore che si è evoluto miliardi di anni fa, prima dell’apparizione delle piante e degli animali moderni. La nuova scoperta potrebbe cambiare la comprensione scientifica dell’evoluzione e la funzione del progesterone negli esseri viventi.

Il documento originale disponibile all’indirizzo: http://dx.doi.org/10.1021/np9007415


Decifrato il genoma dell’afide

Gli afidi sono infestanti comuni di piante ornamentali e coltivazioni. Si alimentano esclusivamente del tessuto nutritivo delle piante, ricco di zucchero, inserendo l’apparato buccale nelle strutture della pianta preposte all’alimentazione. I danni causati ogni anno dagli afidi ai coltivatori ammontano a centinaia di milioni di dollari, poiché oltre a danneggiare le piante in modo diretto, nutrendosi delle loro parti, le danneggiano in modo indiretto, veicolando patologie vegetali. Oltre a essere noti per i danni provocati in agricoltura, gli afidi sono importanti in quanto modelli biologici per lo studio delle interazioni tra insetti e piante, della simbiosi, della veicolazione di virus e delle cause dello sviluppo di plasticità fenotipica estrema.

Un team internazionale di ricercatori ha pubblicato l’intera sequenza del genoma dell’afide del pisello Acyrthosiphon pisum. Secondo quanto riportato sulla rivista PLoS Biology, i componenti del’International Aphid Genomics Consortium hanno annunciato di aver scoperto un’ampia duplicazione di geni in oltre 2000 famiglie di geni e una perdita dei geni conservati nel corso dell’evoluzione, tra cui geni coinvolti nel percorso immunitario IMD, nell’utilizzo delle selenoproteine, nel recupero della purina e nell’intero ciclo dell’urea. Il genoma dell’afide (464 Mb) contiene tutti i geni necessari per la regolazione epigenetica tramite metilazione. I ricercatori hanno inoltre scoperto che i geni che codificano per la sintesi di un certo numero di aminoacidi essenziali sono distribuiti tra i genomi dell’afide del pisello e il suo simbionte, Buchnera aphid cola.

"Abbiamo scoperto che l’interazione dell’afide del pisello con il suo simbionte batterico è molto più stretta di quanto si fosse ipotizzato finora" sottolinea Alex Wilson, professore presso l’Università di Miami, componente del team di ricerca. "La nostra ipotesi, basata sulla sequenza del genoma, è che essi si compensino l’un con l’altro per la perdita di geni nel corso dell’evoluzione spostando tra di loro prodotti metabolici essenziali. La perdita dei geni tra i due partner è così ampia che nessuno dei due può vivere senza l’altro".

Il documento è disponibile al seguente indirizzo: http://dx.doi.org/10.1371/journal.pbio.1000313

BIOCOMBUSTIBILI

Dai ricercatori francesi un’analisi cinetica comparativa di due beta-glucosidasi

I ricercatori dell’Instituto francese del Petrolio (IFP) hanno effettuato un’analisi cinetica comparativa di enzimi beta-glucosidasi derivati da due fonti fungine: l’Aspergillus niger (Novozymes SP 188) e il Trichoderma reesei (BGL1). La beta-glucosidasi è uno degli enzimi più importanti per la digestione della cellulosa (chiamati complessivamente "cellulasi") che agiscono in modo sinergico nel processo di degradazione della biomassa di cellulosa in glucosio. (Il glucosio viene alla fine fermentato e trasformato in etanolo da usare come biocombustibile). Le beta-glucosidasi catalizzano la reazione finale nella fase di degradazione della cellulosa, il rilascio del glucosio da un piccolo frammento di cellulosa chiamato "cellobiosio". I ricercatori hanno adattato i dati della reazione dell’enzima al modello cinetico chiamato "Michaelis-Menten", che comprende un’inibizione comparativa. Dai risultati emerge che la beta-glucosidasi SP 188 (Aspergillus niger) ha un’attività enzimatica specifica più bassa e risulta più sensibile all’inibizione del glucosio, rispetto al BGL1 (Trichoderma reesei). Secondo i ricercatori questi risultati potrebbero essere utili a definire "il mix enzimatico ottimale" per nuove attività basate sulle beta-glucosidasi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Biotechnology for Biofuels ed è disponibile al seguente indirizzo: http://www.biotechnologyforbiofuels.com/content/pdf/1754-6834-3-3.pdf


La diversità degli insetti nelle aree agricole dedicate alla produzione di bioenergia

Un gruppo di lavoro composto da ricercatori dell’Università del Michigan, di York, dell’Ohio e dell’American Museum of Natural History degli Stati Uniti, ha pubblicato un rapporto che mette a confronto le popolazioni di insetti benefici presenti in tre tipi di colture utilizzate per la produzione di biocombustibili: mais, panico verga e prati erbosi nativi misti (erbe native e fiori selvatici). I ricercatori hanno effettuato dei test per verificare l’ipotesi secondo la quale "le colture per i biocombustibili che includono più tipi di piante possono incentivare una maggiore presenza di insetti benefici". I punti principali evidenziati dai ricercatori sono i seguenti: (1) è stato registrato un numero di api più elevato nelle colture di panico verga e nei prati erbosi rispetto a quelle di mais, (2) nel campionamento effettuato durante il mese di luglio, il panico verga e i prati erbosi hanno registrato una maggiore "varietà di specie di api", rispetto al mais, (3) "in generale gli insetti benefici hanno risposto positivamente all’aumento della diversità di vegetazione delle aree di pianura erbosa e di panico verga; tuttavia, qualora gestite come colture dedicate alla produzione di biocarburante, la diversità di piante e artropodi potrebbe diminuire.

Il rapporto è pubblicato sulla rivista BioEnergy Research Journal ed è scaricabile ai seguenti indirizzi: http://springerlink.com/content/55v5686233623q10/fulltext.pdf
http://www.thebioenergysite.com/articles/530/biofuel-crop-diversity-adds-value

DOCUMENTO PROMEMORIA

Pubblicato il rapporto del workshop sulla valutazione dei rischi ambientali delle colture GM

È disponibile il rapporto del workshop organizzato da EuropaBio su Environmental risk assessment for the cultivation of genetically modified crops, tenutosi a Bruxelles, in Belgio, lo scorso mese di ottobre. Tra i punti trattati il rapporto affronta la conduzione della valutazione del rischio ambientale, la struttura stratificata per applicazioni e studi di prova e le problematiche legate all’esecuzione delle prove in campo.

Il rapporto può essere scaricato al seguente indirizzo: http://www.europabio.org/positions/GBE/EuropaBio%20ERA%20Workshop%20Oct%202009%20Final%20Report.pdf